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L’età adulta. Essere adulto. Concetto di sviluppo riferito a tutto l’arco di vita dell’individuo Cosa significa “essere adulto”? Approccio sociologico Approccio psicodinamico Approccio fenomenologico. Approccio sociologico.
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Essere adulto • Concetto di sviluppo riferito a tutto l’arco di vita dell’individuo Cosa significa “essere adulto”? • Approccio sociologico • Approccio psicodinamico • Approccio fenomenologico
Approccio sociologico Supera l’impostazione organicistica in cui l’essere adulto è subordinato a determinanti psico-biologiche e psicosociali, quali • sul piano fisico: aver raggiunto una stabilità di sviluppo e l’accettazione del proprio corpo • Sul piano intellettuale, saper compensare la minor capacità di assimilazione con una maggior capacità d’integrazione delle informazioni • Sul piano dello sviluppo della personalità, aver acquisito la capacità di controllare gli impulsi e di agire autonomamente su un piano di realtà • Sul piano delle relazioni, il sapersi rapportare agli altri con disponibilità e saper costruire rapporti intimi di amore • Sul piano professionale, esprimere la capacità di darsi mete e di perseguirle • L’approccio sociologico pone attenzione alla caratteristiche individuali dello sviluppo e alle influenze sociali (cultura d’appartenenza, contesto, bisogno di individualità, ecc.) • La fase di adulto è l’espressione di un costrutto personale, che integra l’età biologica con la sua storia personale, le norme e i ruoli assegnati nell’ambito sociale di appartenenza, ma anche con la scelta personale e con le risposte individuali
Approccio psicodinamico Freud: direttamente non si è mai occupato della vita adulta • Attraverso la Teoria dello sviluppo, essere adulto vuol dire aver raggiunto la fase genitale ed essere in grado di direzionare le pulsioni da una dimensione istintiva ad una dimensione di integrazione sociale. • Così come Freud anche altri Psicanalisti (M. Klein, Fornari) identificano le prime relazioni infantili come fondamentali per il successivo sviluppo dell’individuo • Erikson integra i principali contributi psicanalitici con le teorie che si occupano delle influenze sociali.
Erikson • Identifica un modello di progressione e sviluppo che vede integrarsi 3 sistemi: • Il processo biologico (soma) • Il processo psichico (psiche) • Il processo di organizzazione della cultura d’appartenenza, regolatore delle relazioni interpersonali (ethos) • La vita adulta, indicativamente tra i 40 e 60 anni, è identificata in concreto attraverso la funzione di generatività (figli, progetti, oggetti) e nella capacità di prendersi cura delle nuove generazioni e, quindi, di dimostrarsi responsabile della continuità personale e sociale
Approccio fenomenologico A. Maslow: la motivazione è la spinta per lo sviluppo e per la costruzione dell’identità. La struttura psichica della maturità si va costruendo su una spinta motivazionale verso l’autorealizzazione AUTOREALIZZAZIONE STIMA MOTIVAZIONE APPARTENENZA SICUREZZA SOPRAVVIVENZA
Adulti e genitorialità Essere genitore Cura e sostegno per la generazione più giovane = responsabilità flessibilità adattamento continuo
Essere genitore • E’ un aspetto multidimensionale che si muove su due polarità, una individuale (esperienze fatte, autonomia personale, livello sociale) e l’altra sociale (insieme delle attese e richieste determinate dalle trasformazioni economiche e sociali dell’ambiente). • Attuale società: mancanza di schemi preordinati o tradizionali • Ruoli parentali sono intercambiabili e poco delineati. • Relazioni familiari hanno minor carattere di contenimento della fragilità e dell’emotività.
Genitorialità • Il termine indica una funzione dinamica attraverso la quale gli adulti si rendono capaci di prendersi cura in modo “sufficientemente buono” (Bettelheim, 1987) dei bisogni evolutivi dei figli nelle diverse fasi d’età. • Il passaggio da uno stadio a quello successivo rappresenta sempre un momento critico, che coinvolge l’intero nucleo familiare e che deve essere superato per raggiungere una nuova situazione di equilibrio.
Genitorialità e ciclo di vita della famiglia • Ristrutturazione della coppia • Incontro di due famiglie con rispettivi ruoli (nonni, zii) • Modifica di ruoli e identità: da figlio a genitore del proprio figlio Nascita di un figlio • Ridefiniti i confini interpersonali per riconoscere le proprie competenze e autonomie individuali • Ricerca di identità e di svincolo dalla famiglia • Tendenze contrapposte: fuga/aggressività e rifugio/dipendenza dalla famiglia Adolescenza Passaggi evoluti o normativi • Ridefinizione del rapporto in termini di parità • Confronto tra due generazioni • Nuovo senso alla coppia genitoriale Emancipazione dai genitori Eventi criticiopassaggiparanormativi Malattie, disagi economici, handicap, separazioni, lutti, incidenti, allontanamento forzato di un membro della famiglia
Plurarizzazione di forme familiari • Nuclei istituzionalizzati con figli (famiglie nucleari normocostituite) • Famiglie affidatarie • Famiglie adottive • Famiglie monoparentali a conduzione paterna o materna • Famiglie ricostituite in seguito a vedovanza o alla rottura di un legame coniugale o ad unioni libere • Famiglie estese (con più nuclei familiari) • Famiglie allargate (più generazioni sotto lo stesso tetto) • Famiglie multietniche
Funzioni genitoriali • La funzione genitoriale consiste nella capacità di attivare comportamenti all’interno di uno spazio mentale e relazionale, in cui convergono tutte le esperienze , le rappresentazioni, i ricordi, le convinzioni, i modelli comportamentali e relazionali, le fantasie, le angosce e i desideri vissuti nella storia familiare di provenienza. • Si costruisce così l’immagine di un “genitore interno” , da cui dipendono i giudizi e i modelli relazionali, che sono utilizzati in età adulta per rapportarsi con gli altri • La genitorialità è una dimensione che si costruisce fin dall’infanzia e si basa su dei punti cardine appresi nella propria esperienza di figlio (Teoria dell’attaccamento) • Sapersi attaccare: saper costruire e stabilire una vicinanza ed una relazione con qualcuno; • Cogliere lo stato della mente dell’altro: comprendere quello che pensa e sente l’altro • Riconoscere la soggettività dell’altro: come processo che contrasta il desiderio di vedere l’altro come parte o derivato di se stesso • Accettare il cambiamento dell’altro e la sua diversità: il non vedere che è passato il tempo è un elemento che favorisce il conflitto in ambito familiare • La funzione fondamentale della genitorialità è saper riconoscere i segnali di bisogno dell’altro. Il genitore deve spostare l’attenzione da sé e dal figlio che è stato, al figlio reale
Disfunzioni genitoriali Cause • fallimenti relazionali o sociali • incapacità di cogliere preventivamente e fronteggiare situazioni problematiche di crisi evolutive del figlio • contingenze interne alla famiglia (malattia, lutto, povertà, separazioni, ecc) • contingenze esterne alla famiglia (disoccupazione, sfratto, status sociale, contesto sociale, livello d’istruzione, ecc.) • atteggiamento dei genitori di fronte all’assunzione di ruolo e alla capacità di creare un legame significativo, di entrare in empatia, di saper cogliere i bisogni funzionali di sviluppo e le responsabilità, soprattutto negli eventi critici normativi e paranormativi, e di attivarsi anche nella possibilità di richiesta d’aiuto.
Schema per la valutazione delle competenze parentali (a cura di Di Blasio, 2005)
Sostegno alla genitorialità • Per legge è riconosciuto al bambino e all'adolescente il diritto di cura per una crescita funzionale e alle istituzioni sociali il sostegno alle famiglie nel diritto di cura, attraverso percorsi differenziati di promozione del benessere, di facilitazione, di sostegno e di mediazione nelle situazioni in crisi familiari, legate ai mutamenti fisiologici della famiglia, alla pluralità delle forme familiari e agli eventi critici inattesi. • Progetti per la famiglia in un'ottica di prevenzione. • Il sostegno alla genitorialità da funzione di controllo si è caratterizzato come ambito di sviluppo dell'ascolto, dell'accoglienza e di supporto al contenimento delle complessità, delle crisi congiunturali o della malecura della coppia genitoriale o delle famiglia. • I Centri per le Famiglie attuano due tipi di interventi: 1. supporto delle criticità del ciclo di vita 2. sostegno in situazioni di gravi conflitti o di incuria e maltrattamenti: la mediazione familiare e lo spazio neutro.
Adulti e lavoro • Ha un ruolo fondamentale nella vita dell'adulto, sia quando è presente, sia quando è assente (per scelta o meno) • E' fonte di reddito, di soddisfazione e di maturazione, ma può anche essere occasione di frustrazione e di traumi sia fisici che psicologici.
Il lavoro nel ciclo di vita maxi-ciclo Fase della crescita (fino a 14 anni) Sé professionale ideale Fase dell'esplorazione (14-18 anni) il ragazzo si mette alla prova Fase della cristallizzazione (18-25 anni) formazione del Sé professionale micro-ciclo Fase della stabilizzazione e del progresso (25-45 anni) stabilisce e consolida la posizione declino crescita Es. nascita di un figlio disoccupazione malattia, ecc Fase del mantenimento e della stagnazione (45-65 anni) rimane nella situazione in cui è esplorazione stabilizzazione Fase del declino (dopo i 65 anni) pianifica la pensione
Identità professionale e motivazione Identità sociale Valori professionali Identità professionale Atteggiamenti verso il lavoro Rappresentazioni sociali del lavoro È l'insieme delle auto-rappresentazioni che il soggetto sviluppa in rapporto all'attività lavorativa
I lati positivi del lavoro Condizioni fisiche: igiene, sicurezza, mansione, sovraccarico o sottocarico lavorativo Fattori igienici Condizioni economiche: retribuzioni, politica del personale, controlli, relazioni con i superiori Se assenti creano insoddisfazione, se presenti non creano soddisfazione Successo, riconoscimento dei risultati raggiunti, contenuto del lavoro, livello di responsabilità, possibilità di promozione e di avanzamento, Fattori motivanti Se assenti non creano insoddisfazione, se presenti aumentano la soddisfazione Teoria bifattoriale della motivazione
I lati oscuri del lavoro Fattori intrinseci al job (comfort ambiente e mansione) Stress lavorativo Fattori contesto (ruolo organizzativo, difficoltà relazionali) Esaurimento emozionale (sfinimento emotivo) Il burnout Depersonalizzazione (sentimenti negativi verso gli utenti) Ridotta realizzazione personale sul lavoro (inadeguatezza, fallimento, depressione)
I lati oscuri del lavoro Benessere lavorativo (ansia, depressione, insoddisfazione) Sé ed identità (senso di fallimento e frustrazione) La disoccupazione Rappresentazione del lavoro e della disoccupazione Abilità professionali e ricerca del lavoro Condotta (condotte a rischio per la salute) In termini sanitari (malessere individuale suscettibile di diagnosi e cura) Il mobbing In termini psicosociali (relazione organizzativa ed interindividuale problematica)
I lati oscuri del lavoro • Stress lavorativo: fattori intrinseci al job (comfort dell'ambiente, la mansione) e fattori relativi al contesto (ruolo organizzativo, difficoltà relazionali, “personalità” dell'organizzazione) • Il burnout, fenomeno psicosociale che riguarda le professioni d'aiuto (insegnanti, psicologi, infermieri, educatori, assistenti sociali, medici) e si caratterizza per l'esaurimento emozionale (sfinimento emotivo), depersonalizzazione (sentimenti negativi verso gli utenti) e ridotta realizzazione personale sul lavoro (la persona inizia a sentirsi inadeguata, fallita, depressa). • La disoccupazione e gli esiti nelle seguenti aree psicologiche (Novara e Sarchielli, 1996): • benessere lavorativo: ansia, depressione, insoddisfazione, aggressività • sé ed identità: senso di fallimento e frustrazione personale • rappresentazioni del lavoro e della disoccupazione: • abilità professionali e ricerca del lavoro: diminuzione dell'impegno nella ricerca attiva del lavoro • condotta: possibili condotte a rischio per la salute • Il mobbing
MBI e personale infermieristico ULSS 12 • Indagine eseguita nel 2008 all’Umberto I su un campione di 140 infermieri (dott.ssa M. Bottacin) • Indagine eseguita nel 2009 all’Angelo su un campione di 139 infermieri (dott.ssa L. Foltea)
Psicologia dell’età anziana • Nata negli ultimi decenni con obiettivi per lo più descrittivi. • Scopo: orientare i servizi sociosanitari • Studio degli aspetti psicologici per prendere decisioni relative alla qualità della vita degli anziani. Importanti • i processi cognitivi • le strategie di adattamento
Gli anziani • Secondo l’ISTAT (2001) le persone sopra i 60 anni rappresentano il 23.5% della popolazione. • Tra 50 anni gli ultrasessantenni saranno quasi la metà dell’intera popolazione • Circa ¼ di persone con più di 85 anni vive in case di lungodegenza • Politiche sociosanitarie: investimenti nel campo della prevenzione e della riabilitazione per ridurre la cronicizzazione delle malattie e l’invalidità.
Definizione di anziano: criterio cronologico • L’età anziana o terza età è il periodo di vita che va dai 65 agli 80 anni • La quarta età o longevità inizia a partire dagli 80 anni • Il confine dei 65 anni è ritenuto indicativo dal momento in cui i fenomeni regressivi e distruttivi a carico dei vari organi e tessuti prendono quantitativamente e qualitativamente il sopravvento su quelli costruttivi, sia dal punto di vista anatomico che fisiologico
Definizione di anziano: criterio psicologico e sociologico • Criterio psicologico: è anziano colui che mostra i segni di un deterioramento mentale senile (riduzione risorse mnestiche, delle capacità logiche e attentive, della velocità di elaborazione e risposta, ricorso a strategie compensative) • Criterio sociologico: è anziano colui che entra nella fase di pensionamento in base alle leggi vigenti (perdita di ruolo, modifica delle relazioni familiari, utilizzo del tempo, capacità di spesa)
Definizione bio psico sociale Necessità di considerare il fitto intreccio tra aspetti fisiologici, psichici e sociologici Necessità di distinguere tra invecchiamento e patologia. • Invecchiamento primario: è considerato fisiologico e implica il mutamento dell’autoregolazione delle capacità biologiche, psicologiche e sociali • Invecchiamento secondario: quando la diminuita funzionalità di parte del sistema-persona si traduce nella comparsa di malattie croniche e invalidanti (es. cataratta, arteriosclerosi, ecc) • Invecchiamento terziario: deterioramento significativo rispetto ai livelli di performance precedenti
Teoria dell’invecchiamento • Metafora dell’albero o del fiume • Teoria dell’ottimizzazione selettiva con compensazione • Selezione: concentrarsi sulle attività che si svolgono meglio • Ottimizzazione: mantenere un alto livello attraverso la pratica • Compensazione: le abilità carenti vengono controbilanciate da strategie alternative, spesso basate sull’esperienza
Cambiamenti che influenzano il comportamento • Cambiamenti nel Sistema Nervoso Centrale • Modificazioni delle capacità cognitive • Cambiamenti dei sistemi sensoriali
Cambiamenti cognitivi negli anziani • Alla base dell’efficienza cognitiva dell’anziano vi sono 4 meccanismi (Laicardi, 1999) • Velocità di elaborazione dell’informazione • Funzionamento della memoria di lavoro • Capacità di inibire le informazioni irrilevanti durante processi di attenzione selettiva • Efficienza sensoriale • Rallentamenti e riduzione di capacità in uno o più di questi aspetti sono in grado di acuire, se non determinare, le difficoltà cognitive degli anziani
Le funzioni principali • Attenzione • Memoria • Linguaggio • Ragionamento
Memoria • Deterioramento della memoria episodica ed esplicita, cioè della capacità di ricordare nomi, fatti, tempi e luoghi che caratterizzano gli eventi ed eseguire compiti di richiamo libero. • Stabilità della memoria semantica e procedurale, cioè la capacità di ricordare il significato delle parole, di effettuare riconoscimenti di stimoli già osservati e di mettere in atto, in modo automatizzato, sequenze apprese in passato
Memoria episodica • E’ preposta alla conservazione e recupero di eventi storicamente avvenuti e delle loro caratteristiche temporali. • Eventi tipo: Il farmaco x è stato oppure no assunto? • Eventi con forte connotazione emotiva sono più facilmente ricordati
Memoria proceduralee rischi • Si attiva quando il soggetto mette in atto una sequenza di azioni appresa in passato e automatizzata. • Indica il “sapere come si fa una cosa” (es. guidare l’auto, attivare la lavatrice, utilizzare il bancomat) • Rischi potenziali per azioni come l’assunzione dei farmaci o l’utilizzo della cucina a gas dove oltre ad azioni automatizzate e necessario unire atti consapevoli (es. memoria episodica)
Memoria semantica • Conserva e rende disponibile nel tempo i concetti, i significati, le regole, le proprietà e le relazioni tra le cose. • E’ l’insieme delle conoscenze. • E’ relativamente intatta nell’invecchiamento, si deteriora nella demenza
Esempi Sapere che “Il dottor Rossi visita all’ambulatorio n. 53” riguarda la memoria semantica Sapere che “Il sig. Bianchi il giorno 4 dicembre alle ore 10.30 è andato alla visita dal dott. Rossi” riguarda la memoria episodica
Altri tipi di memoria • Memoria a breve termine: di capacità limitata serve per mantenere delle informazioni per breve tempo (es. numero di telefono). Normale negli anziani • Memoria di lavoro: contenuto a BT che subisce una breve elaborazione (es. risposta a più alternative). Compromessa • Memoria a lungo termine: informazione elaborata entra in modo stabile tra le conoscenze del soggetto. Normale
Linguaggio • Comprensione: può esserci una riduzione, specie per frasi lunghe e con subordinate a causa dei deficit della m di lavoro. Può esserci interferenza con riduzione dell’acuità uditiva • Produzione: solitamente nella norma, anche se l’alta frequenza di contenuti relativi al proprio stato personale, ai loro problemi ed emozioni può allontanare l’interlocutore
Ragionamento • Non diminuiscono le capacità di sviluppare analogie, definire vocaboli, utilizzare conoscenze generali. • Restano intatte le competenze (o expertise) cioè l’uso delle proprie abilità (incluse quelle relazionali) per affrontare con successo i reali contesti di vita. (es. Rubenstein) • Mostrano un declino il ragionamento astratto, i confronti, le categorizzazioni e le inferenze.
Le emozioni • Ogni emozione comporta: attivazione sistema fisiologico, capacità di valutazione e categorizzazione, confronto con le regole di esibizione sociale e si traduce in comportamenti osservabili. • Gli anziani hanno una minor attivazione e una minor espressività soggettiva e fisiologica. • Non emerge una relazione diretta tra età e depressione. • In situazione di stress: maggior attivazione e più tempo per tornare al livello di partenza.
Le relazioni sociali • Importanza delle relazioni sociali per mantenere il senso di coerenza interna. • Inevitabili perdite di familiari, colleghi, a volte del coniuge, dei figli che si allontanano. • Il rapporto di coppia tende a rafforzarsi con il passare del tempo. • Importante la presenza di fratelli: la sola consapevolezza che esistano dà un senso di sicurezza
Situazione stressanti • La paura maggiore è l’invalidità e la dipendenza • Situazioni di stress sono, in ordine di importanza • la perdita del coniuge o di una persona intima • la propria malattia o della persona che si ama • il ricovero in casa di riposo