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Bibliografia di riferimento:. Axia, Giovanna e Sabrina Bonichini, La valutazione del bambino. Manuale di metodi e strumenti, Carocci, 2004.Consegnati, Maria Rita, Laicardi Caterina, Saggino Aristide, Il figlio nel conflitto genitoriale. Lettura del Rorschach somministrato a bambini ed adolescenti n
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1. I test proiettivi
2. Bibliografia di riferimento: Axia, Giovanna e Sabrina Bonichini, La valutazione del bambino. Manuale di metodi e strumenti, Carocci, 2004.
Consegnati, Maria Rita, Laicardi Caterina, Saggino Aristide, Il figlio nel conflitto genitoriale. Lettura del Rorschach somministrato a bambini ed adolescenti nella consulenza tecnica d’ufficio, Franco Angeli/Linea Test, 2005.
Dicuonzo, Francesca, Nannarelli, Carola, Romani, Fiammetta, Saraceni Carlo, Il Rorschach dei bambini. Lo sviluppo del Confine del Sé, Associazione Anni Verdi, 1993.
Di Nuovo, Santo e Maurizio Cuffaro, Il Rorschach in pratica. Strumenti per la psicologia clinica e l'ambito giuridico, Franco Angeli/Linea Test, 2004.
Exner, John, Porcelli, Piero, Appoggetti, Paola (a cura di), Il test di Rorschach secondo il sistema di Exner, Erickson, 2001.
Giambelluca, Franca Clara, Parisi, Salvatore, Pes Patrizia, L’interpretazione psicoanalitica del Rorschach. Modello dinamico strutturale, Edizioni Kappa, 1995.
Lis, Adriana (a cura di), Tecniche proiettive per l’indagine della personalitŕ, il Mulino, 1998.
Rorschach, Hermann, Psicodiagnostica. Metodologia e risultati di un esperimento diagnostico basato sulla percezione. (Interpretazione di forme casuali). Sulla valutazione del test di interpretazione delle forme, Edizioni Kappa, 1981.
3. Metodi proiettivi
?
Strumenti di rilevazione la cui finalitŕ č l’assessment della personalitŕ, globalmente intesa, a partire da una visione psicodinamica
4. Termine ‘proiettivo’
?
Meccanismo di produzione
?
Le caratteristiche oggettive degli stimoli vengono arricchite e modificate dal fatto che il soggetto attribuisce a quegli stessi stimoli i contenuti della sua propria esperienza e del suo mondo psichico, le proprie caratteristiche personali e le sue dinamiche interiori
5. Espressione ‘test proiettivi’
?
Coniata da L. K. Frank (1939) per:
Test di associazione di parole di Jung
Test di Rorschach
TAT di Murray
6.
Caratteristica generale: stimoli poco strutturati o ambigui con significato discordante per i soggetti
Situazione aperta a interpretazioni
?
interpretazioni differiscono congruentemente con personalitŕ
7. Due macrocategorie:
Test strutturali (Rorschach)
Test tematici (Cat)
8. A differenza del TAT, del CAT e di altre tecniche proiettive (compreso il Test di associazione di parole di Jung), il Rorschach non č stato concepito all’interno di alcuna teoria specifica della personalitŕ. E’ stato invece proposto come metodo esplorativo per indagare la relazione fra percezione e personalitŕ, basandosi sull’interessante osservazione che i pazienti schizofrenici sembravano percepire le macchie di inchiostro in modo alquanto diverso dagli altri.
9. Piů complesso, conosciuto e utilizzato; nonostante critiche su validitŕ (anni ’50-’60). ’70: rinnovo interesse, studi empirici (Exner)
1921: nasce per individuare disturbi schizofrenici con analisi funzione percettiva
Aneddoto: in origine 20 tavole create con il metodo della macchia d'inchiostro sulla pagina, l'editore chiede di selezionarne 10, la scelta avviene casualmente. Nella stampa l'editore compie errore con il colore e le tavole assumono il caratteristico chiaroscuro che poi si scopre essere utile per l'indagine dei vissuti d'ansia.
10. L'utilizzo del test di Rorschach č attualmente molto vario: sicuramente in ambito peritale č molto utilizzato.
Ambito selezione e reclutamento (Z test)
L'ambito in cui č maggiormente usato č sicuramente quello clinico: in fase diagnostica, nella psicoterapia breve di individuazione, al termine di un percorso terapeutico.
Bambini: abuso e custodia
11. Materiale 10 tavole con macchie simmetriche
Due criteri fondamentali:
ambiguitŕ per interpretazione libera;
semplicitŕ e regolaritŕ per consentire una definizione.
Classificazioni fondamentali:
Colore: b/n, chiaroscuro, rosso, colori pastello;
Compattezza: unitarie (I, IV) vs bilaterali (II, III);
Apertura/chiusura: aperte (I, II) vs chiuse (IV, V).
12. Codici di classificazione (Gestalt – Wertheimer):
Area macchia
Caratteristiche
Contenuti risposte
Correlazione colore/movimento ? precise caratteristiche psicologiche e comportamentali
Tre scuole principali
Rizzo: Italia, fine anni trenta
Passi Tognazzo, scuola svizzera, psicoanalisi francese, integrato con Rizzo, contributi normativi per etŕ evolutiva (1979, 1994)
Exner, Sistema comprensivo, 1974
13. Il Sistema Comprensivo di Exner 1968 – Rorschach Research Foundation: indagini utilizzo metodo e problemi di progettazione
1969 – The Rorschach Systems (Exner): analisi comparativa 5 sistemi Usa ? ? sistemi personalizzati
1974 – Sistema comprensivo: integrare proposte ?: istruzioni, registrazione risposte e inchiesta, selezione codici e attendibilitŕ tra i siglatori; attribuito proprietŕ psicometriche: modi di somministrazione e attribuzione punteggi standardizzati, dati normativi, anche su fascia 5-16 anni, validitŕ discriminante su campioni vasti e strutturati; linguaggio chiaro a livello internazionale; stimolo alla ricerca: Padova ? dati normativi italiani
14. Il metodo Scuola Romana č tarato su un vastissimo campione ITALIANO. L'interpretazione che ne esce č una commistione di metodo psicometrico (conti, medie, indici aritmetici che garantiscono la validitŕ del metodo a livello statistico) e metodo qualitativo (qualitŕ delle risposte, tono della raccolta, manifestazioni particolari...).
Il metodo Passi Tognazzo č un po' meno rigido di quello della Scuola Romana ma ne condivide molti indici. Tarato su un campione meno ampio, sempre italiano. Possiede alcuni indici per la valutazione dei bambini e degli adolescenti: di fatto sono quelli che si usano con questa categoria di pazienti.
Il metodo Exner č il sistema di siglatura internazionale (per cui su un soggetto italiano puň non essere attendibilissimo) ed č esclusivamente psicometrico. Perciň fornisce numeri e indici da cui non si puň allontanarsi molto in termini di interpretazione. Metodi a confronto
15. Tre casi in cui utilizzarle:
Per somministrare la prova allo stesso soggetto: retest (da due a cinque anni dopo la prima somministrazione);
Eventualitŕ che il soggetto sia stato, piů o meno nascostamente, addestrato a fornire o a non fornire determinate risposte, che gli siano state suggerite interpretazioni e condotta durante il test, in maniera da incanalare il responso psicodiagnostico su binari a lui favorevoli. Utilizzo in settori qualificati (perizie legali - affidamento e custodia di minorenne o infermitŕ mentale in reati piů o meno gravi – e selezione del personale); http://www.deltabravo.net/custody/rorschach.htm
Test giŕ visto o conosciuto per altri motivi. Tavole parallele
16. Z-Test Ideato nel 1942 da H. Zulliger, psichiatra svizzero, collaboratore ed allievo di H. Rorschach nei suoi primi studi sulla interpretazione di macchie di inchiostro.
Il test venne studiato per la selezione del personale Militare delle Forze Armate Svizzere. Gli psicologi militari svizzeri si erano proposti di usare per gli esami di selezione le tavole giŕ esistenti del Rorschach e del Behn. Tali prove richiedevano perň tempi troppo lunghi di somministrazione, furono cosě selezionate, da un gruppo di circa mille macchie, sei figure, successivamente ridotte a tre, nuovamente tarate su un campione di oltre 800 casi.
Lo scopo principale dell’esame collettivo con lo Z-diapositive-Test č di selezione preliminare, non sostituisce quindi un completo esame psicologico.
Lo Z-Test si compone di tre tavole di cui una e’ acromatica, una č policroma ed una č grigio-nera e rossa
Ultimi anni anche in Italia un discreto rilievo in diversi ambiti che vanno dalla diagnosi clinica con particolare riferimento all’etŕ evolutiva, alla selezione e valutazione del personale in diversi contesti organizzativi ed aziendali nonché all’orientamento scolastico e professionale.
17. Rorschach e cambiamento della personalitŕ Un caso clinico
18. Il metodo test/retest Rorschach č spesso utilizzato nella valutazione del cambiamento della personalitŕ (Weiner & Exner, 1991)
La logica nell’utilizzo di tale metodo per valutare il cambiamento nella personalitŕ in seguito ad un trattamento si basa sui dati secondo cui i R. degli adulti non pazienti rimangono altamente stabili nel tempo (Exner, 1986)
Altri studi hanno esaminato gli effetti di terapie a breve e a lungo termine (cambiamenti nelle variabili) e la validitŕ degli esiti predittivi del test
19. Attendibilitŕ tra i vari esaminatori – percentuale di accordo nella siglatura tra esaminatori diversi: 87-99% (Exner, 1986)
Coefficienti di correlazione test-retest:
7 giorni: .51-.93 (Exner, 1978)
3 settimane: .59-.96, N = 35 adulti, eccezioni: m – movimento di oggetti inanimati Y – chiaroscuro generale-diffuso (.34 e .41), ma sono variabili di stato: tendono a modificarsi a seconda delle circostanze
3 anni: .51-.87, N = 100 adulti (m: 39, Y: 23)
(Exner e Weiner, 1995)
21. Maggioranza coefficienti di correlazione > .80
?
elevata stabilitŕ nel tempo: valutazione efficace tratti stabili di personalitŕ (poche differenze tra 3 settimane e 3 anni) ? strumento importante per valutare i cambiamenti terapeutici
Bambini: sigle altamente instabili e variabili
Exner e Weiner, 1995: ricerche 6-16 anni, retest dopo 2-3 anni – basse correlazioni (r = 0.35)
?
riflette cambiamenti e sviluppo personalitŕ infantile: fino a 16 anni non si puň parlare di tratti o caratteristiche stabili
22. Holzberg (1960) mise in dubbio la validitŕ del metodo test-retest: seconda somministrazione largamente influenzata dal ricordo della prima (recall bias). Il gruppo di Exner falsifica con serie di 30 lavori di ricerca (1983-1995) su stabilitŕ delle sigle in intervalli di tempo variabili da 3 settimane a 3 anni. Dalle descrizioni dei soggetti ritestati: ricordano bene le risposte date, ma vedono cose diverse nelle macchie “L’altra volta ricordo di aver visto un […], mentre ora non lo vedo piů e vedo invece un […]”, le sigle perň coincidono.
23. Utilitŕ del Rorschach in terapia: Predittore di esiti terapeutici
Monitoraggio cambiamento nel trattamento
Valutazione problemi non prevedibili con altri mezzi (distorsioni comunicative e relazionali)
Identificazione obiettivi terapeutici intermedi e finali
24. Caso clinico: Giuliana 35 anni, famiglia livello socio-culturale ed economico elevato (docenti universitari), due fratelli (uno morto 20 anni prima, l’altro famoso chimico). Fermata negli studi dopo il diploma, su consiglio dei genitori che l’hanno sempre considerata inadeguata. Vari lavori. Ampia cultura autonoma, QI 128.
Comportamenti autolesivi: deteriora situazioni positive e dubbio affettivo nei confronti del compagno. Spersonalizzazione e distacco dalla realtŕ. Precedenti sintomi bulimici incipienti.
25. A distanza di due anni dall’inizio del trattamento, la donna ne chiede la conclusione, dopo tanti tentativi falliti č finalmente incinta e vuole dedicarsi esclusivamente alla gravidanza e alla maternitŕ.
Si ripete il test per verificare gli esiti del trattamento e valutare l’opportunitŕ della sua conclusione.
28. Rorschach e cambiamento della personalitŕ Due ricerche a confronto
29. Il metodo test/retest Rorschach č spesso utilizzato nella valutazione del cambiamento della personalitŕ (Weiner & Exner, 1991)
La logica nell’utilizzo di tale metodo per valutare il cambiamento nella personalitŕ in seguito ad un trattamento si basa sui dati secondo cui i R. degli adulti non pazienti rimangono altamente stabili nel tempo (Exner, 1986)
Altri studi hanno esaminato gli effetti di terapie a breve e a lungo termine (cambiamenti nelle variabili) e la validitŕ degli esiti predittivi del test
30. Precedenti studi di Exner e Weiner:
Un intervallo di 9 mesi č sufficiente per trovare cambiamenti strutturali molto significativi nei retest di bambini di 7 anni
Alcune variabili rimangono coerenti anche per periodi = 2 anni: alcune caratteristiche psicologiche divengono stabili anche prima dell’ingresso nella scuola (risposte popolari [.77 6-8 anni], di buona forma – X+% [= .84], di movimento attivo [= .84]), dati simili ad adulti
31. Exner, John E. et al., 1985 Analisi della coerenza temporale di 23 variabili
Studio longitudinale di 8 anni (1974-1982)
57 soggetti: 27? 30? (80 campione iniziale)
8 anni al primo test, 16 all’ultimo, non pazienti
24 m. di intervallo tra i retest (tot: 5 test, 5 es. )
Obiettivi: validare i gruppi normativi per etŕ e studiare le caratteristiche dello sviluppo rivelate dal test di Rorschach
34. Risultati: Solo la variabile X+% appare relativamente stabile dagli 8 ai 16 anni
La maggior parte non rivela coerenza fino all’intervallo tra i 14 e i 16 anni
I dati suggeriscono che le descrizioni predittive a lungo termine sui bambini devono essere formulate con grande cautela, tranne in caso di grave patologia
35. In caso di patologia: due studi Studi su due piccoli campioni per verificare la stabilitŕ delle variabili direttamente rilevanti per il quadro diagnostico
Primo studio: N = 29 adolescenti schizofrenici 18? 11?, prima somministraz. = primo ricovero
Etŕ: 12-15 anni - Retest 11-14 mesi dopo
5 variabili rilevanti per l’identificazione della schizofrenia
37. Risultati: Se si applica il criterio per cui una correlazione .75 riflette la stabilitŕ di una variabile e delle caratteristiche psicologiche collegate, solo una (M- = .72) č < .75, le altre quattro > .75
Risultati simili a studio con ampio campione di schizofrenici adulti con retest dopo 3 anni (Exner e Murillo, 1977)
Conferma ipotesi condivisa che le principali operazioni psicologiche coinvolte da patologia non cambiano in breve tempo, se cambiano
38. Secondo studio: N = 23 ricoverati (1° volta) per depressione, con serio tentativo di suicidio nei 10 giorni precedenti al ricovero, 11-14 anni
7? 16?
Retest dopo 9/13 mesi
5 variabili collegate ad una depressione sostenuta o ad una tendenza a frequenti esperienze di depressione
40. Risultati: Usando la correlazione .75 al retest come indice di stabilitŕ delle caratteristiche psicologiche collegate alla variabile, si nota che 3 variabili su 5 superano tale livello: nonostante l’intervento medico/terapeutico durante l’anno intercorso, le operazioni collegate alla patologia si rivelano stabili. La grandezza del disagio pare essere sufficiente ad impedire molti dei cambiamenti che lo sviluppo comporta: descrizioni predittive piů lunghe sono possibili
41. Pressley Abraham, Pamela et al., 1994 Obiettivo: analizzare i progressi terapeutici di adolescenti pazienti residenziali, esaminando le variabili R. all’ingresso e dopo 2 anni di ricovero
Domande: a) quali cambiamenti cognitivi e di personalitŕ avvengono nei pazienti adol. resid? b) quali variabili cambiano dopo 2 anni di tratt.? c) quali variabili aggiuntive si dovrebbero considerare nella valutazione del cambiamento psicologico nei pazienti residenziali?
42. Natura e filosofia del trattamento residenziale
Basandosi sui risultati di Weiner ed Exner (1991), si ipotizza che i pazienti residenziali diventino: meno idiosincratici nel loro pensiero (> risposte popolari), meno isolati (< isolation), piů spontanei e appropriati nelle loro espressioni (> FM), minore introspezione concitata (< FV), piů interessati nel percepire le interazioni (> PAIRS, > H, >M)
43. Metodo: N = 50 pazienti (33?, 17?), 13-17 anni (1°), 14-20 anni (2°), retest dopo 2 anni
Estratti random dagli archivi di una struttura psichiatrica residenziale privata no profit, tra coloro con R. all’ingresso nella struttura
Diagnosi con DSM III-R: principali disturbi psichici (16 = disturbi dell’umore, 21 = disturbi psicotici, 1 = disturbi del comportamento)
44. Risultati: 23/34 variabili rivelano un cambiamento significativo tra i due test
I risultati confermano le aspettative secondo cui molti indici R. di adattamento cambiano significativamente in 2 anni di trattamento resid.
Riduzione nella frequenza di 14/27 indici di funzionamento compromesso e di 5 indici aggiuntivi dimostrano il miglioramento
45. Principali effetti rilevati:
> energia e vitalitŕ fisica verso il mondo esterno (FM?, movimento attivo?), > abilitŕ nell’identificazione con il pensiero convenzionale (POP?), < isolamento (FV?), > in grado di vedere realisticamente le proprie inadeguatezze (X+%) e il proprio ambiente come meno minaccioso, < preoccupazione per le proprie limitazioni (FV?), > consapevolezza delle interrelazioni e associazioni con gli altri, > reattivo socialmente, > investimento sull’altro, < introspezione negativa