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Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani. Le tre fasi dei partiti italiani (enfasi su aspetti organizzativi e su mutamento, adattamento, cambiamento). anni ‘ 50 e ‘ 60 (partiti come strumento di legittimazione e integrazione del sistema politico democratico)
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Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Le tre fasi dei partiti italiani (enfasi su aspetti organizzativi e su mutamento, adattamento, cambiamento) • anni ‘50 e ‘60 (partiti come strumento di legittimazione e integrazione del sistema politico democratico) • anni ‘70 e ‘80 (partiti forti e istituzionalizzati; senza necessità legittimazione del sistema democratico e società deideologizzata e più organizzata secondo canali “autonomi”) • dopo tangentopoli (crisi; nuovi modelli di partito e persistenza di alcune caratteristiche delle fasi precedenti)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Prima fase: i partiti di massa (Dc, Pci, Psi. Focus su mutamento dei tre partiti nelle tre fasi) • forti divisioni sociali e politiche: fratture “italiane” • introduzione legge elettorale proporzionale (molti partiti) • partiti di massa che prevalgono su partiti di opinione (Pli, Pri, Psdi)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Prima fase: i partiti di massa (Dc, Pci, Psi) • anni ‘60: (scarsa volatilità elettorale) • Dc partito pigliatutto/partito denominazionale (Neumann, 1956) • Pci partito di integrazione di massa (es. Spd) • Psi partito di massa atipico • Msi partito con struttura a integrazione di massa atipico • Pri, Pli, Psdi (opinione/élite)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Prima fase: Dc • anni ‘50 (Fanfani): tentativo creazione partito di massa • aumentano gli iscritti (no attivisti) • forza nelle organizzazioni collaterali cattoliche (Fuci, Acli, Azione Cattolica, Coldiretti..) • forza clientelare (iscritti al sud vs. nord. Lo stato provvidenza). Dc partito - stato: entrano gruppi di interesse • forte divisione per correnti • emersione notabilato locale
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Prima fase: Pci • anni ‘50: partito leninista (verticale) • forte membership attiva (tra partito leninista e integrazione di massa: centralismo democratico, designazione quadri dall’alto) • centralità attività organizzazione del consenso vs. protesta e scioperi (sindacato) • forza ideologica • organizzazioni collaterali non autonome (vs. modello Dc: Arci, Uisp, Udi)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Prima fase: Psi • anni ‘50 (Morandi): partito leninista (verticale) non riuscito • forza partiti locali. I “notabili del progresso” • membership relativamente forte • divisioni per correnti • organizzazioni collaterali più modeste • trasformazione ideologica dopo ‘60 (vs. massimalismo)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani La dimensione del finanziamento • anni ‘50 - ‘70: no finanziamento pubblico • Dc: risorse statali, Usa, contributi privati (petrolio, edilizia). No dati • Pci e Psi (fino ‘60): Urss e attivisti (iscritti, feste..) • ‘74: sussidi statali per partiti • ‘85: regolazione donazioni • anni ‘80: aumento esponenziale corruzione - aumento concorrenza infrapartitica nella coalizione di governo (Craxi)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani La dimensione parlamentare • Pci, anni ‘50/’70: scarsa autonomia (primato partito, cinghia di trasmissione. Richiesti anni di militanza) • Dc: componente parlamentare dipende dal partito, ma più influenza su quest’ultimo (richiesta attività nel partito) • Psi: via di mezzo • anni ‘80: più autonomia gruppi parlamentari • anni ‘80: maggiore centralizzazione di Craxi nel Psi
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Seconda fase: Dc • anni’70: rafforzamento gruppi locali (istituzioni regioni ‘75) • indebolimento organizzazioni collaterali (es. Azione cattolica: 3mil. Di iscritti anni ‘60, 300 mila anni ‘80) e società civile • membership in lento declino ma relativamente stabile • aumento ricorso a sistemi di finanziamento illeciti (aumento costi campagna elettorale: tv, concorrenza, istituzioni) • secolarizzazione società e indebolimento collante anti-comunista (caso ‘76)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Seconda fase: Pci • scomparsa cellule vs. unità territoriale meno caratterizzata ideologicamente (dalla classe ai diritti dei cittadini) • integrazione istituzionale • trasformazione base sociale della membership • aumento quadri professionalizzati (espansione Cc) • autonomia sindacato • indebolimento appartenenza ideologica e org. collaterali
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Seconda fase: Psi • rafforzamento correnti (riconoscimento 1959) • accesso alle risorse pubbliche (competizione Dc) • leadership personale Craxi dopo 1976 (basi per partito personale? Partito + esecutivo) • conflittualità con Pci: sindacato (scala mobile); contrapposizione valoriale • riforma sistema televisivo (cambia il modo di fare politica; Craxi leader mediatico)
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Terza fase: anni ‘90 • fine presenza partiti nella società civile (partiti elettorali) • accentuazione ruolo del leader (capo carismatico - chiavi organizzative) • nascita di Forza Italia (partito “aziendale” - Publitalia). Partito dei club (modello Milan), senza base di massa. Primato specialisti settoriali • primato comunicazione televisiva
Morlino - Le tre fasi dei partiti italiani Terza fase: tipologie di partiti • partito d’élite (vecchia élite partitica. Udc, Udeur..). Partito del leader. • partito dei quadri “moderno” (evoluzione partito di massa vs. Kirchheimer): forte leadership, organizzazione “leggera”, militanti inquadrati in modo “verticale”, membership debole, strategia identitaria (An, Ds). • partito-movimento. Forte accento su partecipazione politica, con movimenti fuori da struttura di partito (Prc, Radicali..) • partito elettorale/personale. Forza Italia. Che persistenza? Morlino: sì.