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Relazione conferenza di servizio provinciale finalizzate all’avvio del piano e delle misure di accompagnamento per l’attuazione delle I. N per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione 2012 del 24 settembre 2013. a. s. 2013-2014 CORSISTE: prof.ssa BOCCIA LUIGIAInseg.nte MIRANDA LUISA RELATORI: Dott. FRANCO BIANCARDI Dott.ssa MARIA MUPO Dott.ssa Annamaria Schiano
LE INDICAZIONI NAZIONALI sono state elaborate ai sensi dell’art.1.comma 4, del Dpr 20 marzo 2009 n°89, secondo i criteri indicati nella C.Mn° 31 del 18/4/2012
La dott.ssa Maria Mupo ha presentato le slide sulla seguente tematica: Misure di accompagnamento alle Indicazioni Nazionali 2012 con la:
Normativa di riferimento Decreto n. 254 del 16 novembre 2012 Regolamento recante Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione Art. 3 “Comitato scientifico nazionale” (CSN) Staff regionale - USR Campania Art. 4 “Staff regionali”
FINALITA’: • Favorire la partecipazione di tutte le componenti scolastiche al processo di • innovazione in atto; • Condividere i contenuti del piano regionale di accompagnamento; • Favorire la formazione di reti di scuole partecipanti al piano di ricerca AZIONI: • Informazione • Formazione • Staff regionale - USR Campania • Ricerca • Monitoraggio • Documentazione
ll ruolo del Dirigente scolastico Facilitare i processi innovativi attraverso : • la valorizzazione delle risorse umane e la • promozione della professionalità docente • la costruzione di spazi di collegialità atti a • implementare la cultura organizzativa della scuola
Il Modello di governance • Secondo livello • Risorse finanziarie disponibili • • La ripartizione regionale dei finanziamenti prevede per • la Regione Campania un finanziamento complessivo di €189.446 di cui : • - una quota di € 161.029 (85%) destinata alle scuole • Staff regionale - USR Campania • una quota di € 28.417 (15%) destinata all’USR • • Per ogni rete di scuole è previsto un finanziamento di €4.000
Prende la parola il relatore dott. FRANCO BIANCARDI • Che fa emergere la qualità e l’importanza di educare attraverso le linee guida suggerite dalle nuove Indicazioni Nazionali e mette in evidenza l’ importanza delle strategie che sono le soluzioni più opportune per attuarle. Se vengono ideate e realizzate in maniera oggettiva ,le strategie ,mettono a sistema molteplici aspetti professionali, organizzativi e didattici.
L'attuazione delle nuove Indicazioni Nazionali ,dice il Biancardi ,non si deve esaurire in una semplice revisione dei documenti formali che ogni scuola è tenuta a redigere: • Piano dell'offerta formativa; • Progettazioni didattiche; • Curricolo; • repertori di prove di verifica. • ma devono rappresenta l'occasione per una riflessione sui compiti formativi della scuola di base (infanzia e primo ciclo), secondo la logica di un percorso unitario dai 3 ai 14 anni e, in prospettiva, fino al termine dell’obbligo di istruzione.
Le Indicazioni 2012 che devono essere considerate il perno dell’elaborazione strategica di ogni scuola , confermano i compiti istituzionali di alfabetizzazione strumentale, funzionale e culturale attribuiti alla scuola del primo ciclo, a partire dal prezioso ruolo della scuola dell'infanzia. Per questo fine è necessario attuare: • Opportune metodologie didattiche: • adeguare e arricchire gli ambienti di apprendimento; • rendere coerenti le pratiche valutative e certificatrici.
La leva decisiva in questo ambito è data dalla formazione in servizio dei docenti. • Tutto ciò comporta un impegno pluriennale da parte delle scuole che dovrà • comprendere: • una fase di informazione, formazione, riflessione e confronto tra i nuovi contenuti delle Indicazioni e le pratiche didattiche reali, le novità in materia di valutazione, gli assetti disciplinari, le scelte metodologiche; • una fase di formazione e di ricerca, rivolta anche a gruppi limitati di docenti – in grado poi di svolgere funzioni di animazione, promozione, ricerca didattica all'interno delle proprie comunità professionali – in forma di laboratorio, con sperimentazioni didattiche sul campo ben delimitate e mirate che consentano la verifica dei risultati; • una fase di documentazione degli esiti e di condivisione delle innovazioni più efficaci anche in vista di una disseminazione più ampia.
Le diverse dimensioni del processo di realizzazione delle Indicazioni Nazionali investono l’autonomia di ricerca, sperimentazione e sviluppo richiamata esplicitamente dal Regolamento dell’autonomia scolastica (DPR n. 275/1999, art. 5). Su questa base si innesterà il monitoraggio delle modalità di realizzazione delle Indicazioni 2012 e le attività per il personale prenderanno avvio nell’anno scolastico 2013-2014 secondo una duplice articolazione: • iniziative informative, di primo livello, affidate alla responsabilità delle singole istituzioni scolastiche,che potranno comprendere l’organizzazione di collegi docenti tematici; • iniziative di formazione e ricerca, di secondo livello, caratterizzate dalla riflessione e dall'approfondimento.
Concretizzato dalla scuola dell’Autonomia e funzioni degli "attori" della formazione • L’insegnante "professionista" è un "mediatore culturale" capace di operare, appunto, una mediazione fra la cultura e lo studente e deve possedere competenze professionali e abilità come: • Saper tradurre i saperi in maniera corretta e allo stesso tempo adeguata al contesto, all’età, all’affettività, oltre che alle conoscenzee alle motivazioni degli alunni, nonché promuovere processi di socializzazione, valutazione e orientamento; • saperinterpretare, progettare e riprogettare il curricolo nelle molteplici variabili come : • obiettivi; • contenuti programmatici; • tempi; • metodi; • strumenti di verifica; • disponibilità e risorse; • Conoscenze; • Abilità; • motivazioni degli allievi; • essere responsabile e incline ad un comportamento cooperativo,anziché individualistico; • Possedere spirito d’iniziativa con tratti dinamici.
Programmare; • Sperimentare; • Innovare; • lavorare in gruppo. • SEMBRANO ESSERE SOPRATTUTTO QUESTE, IN CONCLUSIONE, LE AZIONI CHE CARATTERIZZANO IL "NUOVO" INSEGNANTE NELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA.
Insegnanti che hanno la possibilità di avviare nuovi percorsi e riflessioni, soprattutto nel campo metodologico-didattico e di ricerca, affinché l’autonomia scolastica possa essere: • un’occasione di vera innovazione didattica; • offerta formativa "di qualità" e crescita professionale.
Il docente, che deve essere capace di decentrarsi da un ruolo di mero esecutore di programmi, per muoversi all’interno del curricolo promuoverà l’apprendimento non come valore imposto, ma come conquista;
L’ innovazione didatticarichiede una progettazione di tipo modulare. Ogni modulo può essere di natura sia disciplinare sia pluridisciplinare e persegue precisi obiettivi cognitivi verificabili, documentabili e capitalizzabili. A loro volta i moduli sono costituiti da segmenti più specifici ma altrettanto unitari. Le Unità di Apprendimento nascono all’interno del Collegio docenti che crea gruppi di lavoro disciplinari, per ambiti disciplinari affinché vi sia il contributo di tutti nella delineazione dei percorsi formativi
I passi importanti per procedere alla progettazione di un modulo sono: • individuazione dei blocchi tematici della disciplina o delle discipline; • titolo, durata e descrizione del modulo; • obiettivi principali e obiettivi operativi cognitivi ma anche • affettivo - motivazionali, relazionali e meta cognitivi che si vogliono raggiungere attraverso il modulo; • definizione delle U.A; • individuazione delle metodologie, strumenti e materiali necessari allo svolgimento del modulo; • strutturazione delle prove di verifica diagnostiche, formative e • sommative del modulo; • strutturazione delle attività di recupero, sostegno, consolidamento delle conoscenze.
La conferenza si è conclusa dopo l’intervento della dott.ssaAnnamaria Schiano che ha mostrato il Diagramma a V di Gowin che aiuta studenti ed insegnanti a chiarire a se stessi la natura e lo scopo delle attività sviluppate.
Il diagramma ha l‘obiettivo di mettere in relazione le teorie generali con il percorso sperimentale che si sta attuando.
Gowin prevedeva 5 domande di base per la costruzione del diagramma: • qual è la domanda di partenza • quali sono i concetti chiave • quali metodi si utilizzano per cercare la risposta • quali sono le asserzioni di conoscenza a cui si arriva • quali sono le asserzioni di valore Dopo aver definito eventi e domande, si inizia dal lato destro in basso della V procedendo nel verso della freccia riportata in figura. • Vengono definiti gli eventi (qualunque cosa accade o possa esser fatta accadere), e gli oggetti (qualunque cosa sia possibile osservare) da osservare e si trascrivono sul vertice della V • Si individua la domanda focale che contiene la tesi da dimostrare o l’ipotesi da verificare; si introduce l'idea della registrazione dei dati • Si procede alla raccolta dei dati relativi all’evento prodotto e/o osservato; in questa fase avviene la sola trascrizione delle informazioni quantitative -qualitative rilevate • definire i concetti (una "regolarità", un insieme di caratteristiche costanti riscontrata negli eventi o negli oggetti e designata con un nome) • si elaborano i dati operando confronti , individuando costanti e variabili, e ogni altra operazione che sia connessa con la domanda focale • dai risultati delle elaborazioni si formulano le asserzioni di conoscenza (le risposte alle domande da cui siamo partiti) vengono riportati i concetti incontrati durante tutto la fase sperimentale
si passa all’inserimento dei principi (le relazioni di significato tra due o più concetti che guidano la nostra comprensione di ciò che accade negli eventi studiati) e teorie (relazioni tra concetti che organizzano i concetti ed i principi in modo da descrivere i fenomeni e le asserzioni di conoscenza). I principi ci dicono il come e le teorie il perché • si inseriscono infine le asserzioni di valore che conducono alla esplicitazione delle visioni del mondo, la filosofia di riferimento che orienta la ricerca della risposta alla domanda.
La dott.ssa Annamaria Schiano ha concluso l’intervento con una frase che vogliamo riportarla per condividerla e commentarla: “ Si va dalla logica dell’insegnamento alla logica dell’apprendimento; dalla logica del bisogno alla logica del diritto. Si riflette su come si impara: questa è la logica del laboratorio in cui l’allievo lavora dietro nostra conduzione” Annamaria Schiano