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Il nursing del paziente anziano con frattura di femore. IP Morelli Simona, Ausl RE Reggio Emilia, 08/06/2007. Introduzione.
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Il nursing del paziente anziano con frattura di femore IP Morelli Simona, Ausl RE Reggio Emilia, 08/06/2007
Introduzione La riabilitazione geriatrica, presenta difficoltà legate sia alla senilità, sia alla contemporanea compromissione di più apparati. L’obiettivo quindi non è quello di ripristinare una funzione o un movimento, ma quello di ripristinare la massima autonomia possibile, avvalendosi di un approccio globale al paziente e all’ambiente che lo circonda.
I percorsi riabilitativi nella provincia di Reggio Emilia domicilio RSR Ortopedia reparto Casa di Cura convenzionata RRF Rete dei servizi
Obiettivi e percorsi del nursing Prevenire ulteriori cadute Programmare la dimissione dolore Collaborare con Il fkt per mantenere i risultati raggiunti Monitoraggio/prevenzione Di complicanze legate All’intervento e/o Allo stato di salute
Perché porsi il problema dello stato di salute? Nell’anziano ogni caduta deve essere considerata come possibile segno di una più grave patologia concomitante.
Complicanze cliniche maggiori • Necrosi della testa del femore 1% • Lussazione protesica4% • Infezione della ferita chirurgica 4% • Lesioni da decubito 10% • Disorientamento 16% • Infezioni nosocomiali 14% • Insuff. Cardiovascolare e respiratoria 13% • TVP ed embolia 1%
Come si manifesta la lussazione protesica? • Accorciamento dell’arto • Intra o extrarotazione • Dolore acuto all’anca • Impossibilità a muovere l’arto
Evitare la lussazione protesica Educare l’utente e il care-giver a mantenere una postura corretta ed evitare movimenti lussanti: • Evitare l’adduzione • Evitare l’intrarotazione • Evitare la flessione dell’anca oltre i 90° QUINDI • Utilizzare rialzo per le sedie e alzawater per il water • A letto in posizione supinaporre un cuscino piegato fra gli arti inferiori • A letto in posizione laterale, sul fianco sano, porre 1 o 2 cuscini fra gli arti inferiori
Eritema Ipertermia locale Turgidità Dolore Presenza di secrezioni Ritardo di cicatrizzazione Deiscenza Ipertermia Segni di infezione della ferita chirurgica
Evitare l’infezione della ferita chirurgica • Valutare quotidianamente l’aspetto della ferita chirurgica • Medicare in modo asettico • Applicare una medicazione che mantenga l’ambiente della ferita asciutto.
Le lesioni da decubito • le LdD insorgono più frequentemente al tallone omolaterale e al sacro • La presenza di delirium perioperatorio aumenta l’incidenza di LdD : - 50% pazienti con delirium - 17,2% pazienti senza delirium (M. Bennardo, C. Mussi, P. Giacobazzi, L. Belloi. Studio condotto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia)
Ridurre il rischio di LdD • Ridurre l’allettamento al minimo necessario • Monitorare il rischio di LdD attraverso l’uso di una scala validata • Aiutare l’utente nel cambio posturale a letto garantendogli una postura corretta • Utilizzare i presidi antidecubito • Favorire una dieta iperproteica in assenza di altre complicanze
Il disorientamento • Rispettare per quanto possibile le abitudini di vita dell’utente • Strutturare la giornata in modo routinario e mantenere tale routine nel tempo • Personalizzare il suo letto, la sua stanza… • Favorire la presenza dei familiari e di oggetti personali • ROT informale • Adottare misure di igiene del sonno per favorire il recupero del RSV • Evitare confusione e sovrapposizione di stimoli • Garantire una corretta idratazione • Gestire il dolore e gli altri stimoli fisici che causano malessere
Edema turgido Ipertermia locale Eritema locale Dolore Attenzione la TVP si può manifestare anche se l’utente è già in terapia con EBPM Come si manifesta la TVP
La valutazione del dolore • migliorare la qualità di vita dell’utente • Evitare l’instaurarsi di posture di difesa • Favorire l’intervento riabilitativo • Eliminare una delle componenti che contribuisce a creare e mantenere lo stato di delirium/confusione • Assicurarsi che non sia legato all’insorgenza di complicanze • L’uso di una scala permette una valutazione meno soggettiva • Consente di valutare l’esito di una terapia antalgica
Come valutare il dolore • Le scale che si basano sulla descrizione verbaleo analogica che il paziente riesce a dare del proprio dolore risentono delle capacità cognitive dell’utente: con MMSE <18 il paziente riferisce dolore ma non riesce sempre a quantificarlo • Le scale che valutano indici comportamentali e fisiologici in risposta allo stimolo doloroso e si basano sull’osservazione diretta dell’operatore
Sdraiarsi Girarsi nel letto Passaggi posturali Sedersi Vestirsi Alimentazione Stare in piedi Camminare Fare il bagno Parole che esprimono dolore Espressioni del viso Stringere una parte dolente Versi che esprimono dolore Sfregare o massaggiare una parte dolente irrequietezza NOPPAIN(non- communicative Patient’s Pain Assessment Instrument)
Consolidare e mantenere i risultati raggiunti nei passaggi posturali • Far ruotare l’utente sull’emibacino sano • Controllare il movimento degli arti inferiori per evitare l’adduzione • Ricordare sempre all’utente di caricare il peso del corpo sull’arto inferiore sano • Può essere utile posizionare un supporto fisso ( es. sedia) di fronte all’utente durante il passaggio posturale per fornire sicurezza psicologica, aumentare la base d’appoggio e l’equilibrio.
Sedersi e alzarsida una sedia • Piedi leggermente più indietro rispetto al baricentro • Busto proteso in avanti capo leggermente flesso • Far appoggiare le braccia ai braccioli e far leva su essi per alzarsi • La sedia deve sempre essere frenata o posta contro al muro • Far afferrare l’ausilio solo quando l’utente è già in piedi
Mantenere l’ascellare omolaterale leggermente più alto Far appoggiare l’incavo ascellare agli ascellari mentre le mani devono afferrare le aste laterali Far avanzare prima l’arto operato Deambulatore ad appoggio ascellare
Deambulazione con antibrachiali • Nelle prime fasi da utilizzare solo se l’utente è in grado di modulare il carico sull’arto operato • Richiedono buona coordinazione motoria e forza agli arti superiori • Aumentano la base d’appoggio dando sicurezza e migliorando l’equilibrio • Ruolo IP è assicurarsi che l’utente utilizzi l’ausilio in modo corretto
Schema a tre tempi: Avanzano prima gli antibrachiali Poi l’arto operato Infine l’arto sano Schema a quattro tempi: Avanza l’antibrachiale controlaterale L’arto operato L’antibrachiale omolaterale L’arto sano Schema di deambulazione con antibrachiali 1 1 1 3 2 3 2 4
Utilizzati quando è consentito un carico completo Allargano la base d’appoggio, danno sostegno e sicurezza, aumentano l’equilibrio Deambulatori a due ruote e due puntali o quattro ruote
Trasformare le competenze funzionali in autonomie per la gestione della vita quotidiana Il nostro obiettivo è aiutare l’utente a recuperare al max. le competenze che aveva prima della caduta, in particolare osserviamo la compromissione delle seguenti aree di autonomia: • Autonomia nell’uso dei servizi • Autonomia nell’igiene personale • Autonomia nell’abbigliamento Il percorso di recupero può essere suddiviso in alcuni step a partire dal grado di dipendenza dell’utente.
Fasi del recupero • 1 step Recupero / mantenimento delle competenze funzionali atte all’igiene/vestiario della parte superiore del corpo partendo dalla posizione seduta. • 2 step - recupero della continenza urinaria • aiuto/ educazione/ supervisione nei passaggi posturali in bagno • Recupero/ mantenimento della capacità di pulirsi e gestire il vestiario in sicurezza. • 3 stepRecupero della capacità di sfilare e indossare gli indumenti della parte inferiore del corpo ( comprese calze e scarpe) ricordando all’utente di partire sempre prima dall’arto fratturato e avvalendosi eventualmente di un ausilio
Ruolo infermieristico • Valutazione dell’equilibrio e dell’andatura che si estende a tutta la giornata • Supervisione dell’utente ad una modalità corretta di utilizzazione dell’ausilio • Monitoraggio P.V. • Attenzione all’uso di lassativi • Mettere in atto tutte le misure di igiene del sonno prima di ricorrere all’uso di sedativi • Valutare la presenza di ipotensione ortostatica
Si definisce come un calo maggiore o uguale a 10 mmHg della PA diastolica e/o sistolica nel passaggio dal clino all’ ortostatismo. Si valuta rilevando la PA base in clinostatismo e la PA.in ortostatismo al 1° e 3° minuto L’ipotensione ortostatica
Programmare la dimissione • Educazione del paziente e del care-giver • Valutare la necessità di servizi domiciliari e attivarli • Assicurarsi che gli ausili necessari siano stati prescritti • Valutare la necessità dell’accesso alla rete dei servizi.
HAPPY FACE PAIN RATING SCALE VERBAL DESCRIPTOR SCALE NUMERIC PAIN INTENSIVY SCALE