450 likes | 851 Views
IL DSM ED IL PAZIENTE AUTORE DI REATO. L.Ferrannini, DSM Genova “La salute mentale dei detenuti e degli internati in Toscana: presente e futuro” Centro per la Promozione della Salute “Franco Basaglia” Firenze, 11 Luglio 2008.
E N D
IL DSM ED IL PAZIENTE AUTORE DI REATO L.Ferrannini, DSM Genova “La salute mentale dei detenuti e degli internati in Toscana: presente e futuro” Centro per la Promozione della Salute “Franco Basaglia” Firenze, 11 Luglio 2008
“Come gli spettri temuti ed attesi dai nomadi del deserto, les revenants, i malati di mente autori di reato e le istituzioni del loro contenimento ritornano, al termine di una lunga serie di esperienze e di proposte, sotto forma di scomodi ospiti e talora di incubi, a disturbare assetti, consuetudini ed equilibri, sui quali i servizi psichiatrici della Legge 180 si sono in questi anni assestati.”(L.Ferrannini e P.F.Peloso, 2003)
“Luogo di pena” Popolazione molto cambiata Concetti di salute mentale molto cambiati E’ possibile parlare di salute mentale in carcere? Sperimentazione e buone pratiche ( Torino, Roma Rebibbia, Milano Opera, Genova…) Protocolli Regione- PRAP Stato di salute nelle carceri (fonte MinGius) Grave 2% Compromesso 3% Mediocre 8% Tossicodipendenza 21% Patologia psichiatrica 14% 115 decessi, 57 suicidi (2005) Disturbi Asse I – 19.3% Psicosi 1.3% Dist. Umore 5.4% Dist. Ansia 2.4% Dist. Adattamento 2.6% (Fonte: Carrà et al., 2005) La salute mentale in carcere
Problematiche di salute mentale in carcere Il carcere puo’ essere: EVOCATORE PRODUTTORE CONTENITORE DI SINTOMI E/O QUADRI PSICOPATOLOGICI ALCUNI DATI: - 10% detenuti sono al “alto rischio” suicidario - 16% pazienti psichiatrici stimati - 46% pazienti tossicodipendenti - 6% pazienti alcooldipendenti - 85% tasso di recidiva di comportamenti autolesivi
Il servizio psichiatrico in carcere: obiettivi • Territorializzazione dell’intervento • Continuità terapeutica ed assistenziale • Intervento precoce • Prevenzione disabilità • Appropriatezza dei trattamenti • Empowerment / inclusione sociale • Progetto condiviso
“Linee di indirizzo per gli interventi del SSN a tutela della salute dei detenuti e degli internati negli istituti penitenziari, e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale”(DPCM 1/4/08, ex artt. 283-284 Legge Finanziaria 2008)Assistenza sanitaria in carcere (D.L.vo 230/99)
I Principi • Parità di trattamento tra liberi e detenuti/internati • Tutela della salute quale componente del trattamento rieducativo e del recupero sociale • Dignità della persona garantendo la sicurezza • Continuità terapeutica • Collaborazione interistituzionale
Gli obbiettivi • Sviluppo di conoscenze epidemiologiche e promozione della salute • Promozione della salubrità degli ambienti e di condizioni di vita salutari • Prevenzione primaria, secondaria e terziaria • Promozione dello sviluppo psico-fisico dei minorenni • Riduzione dei suicidi e dei comportamenti autolesivi
I LEA • Medicina generale e valutazione/sostegno (anche psicologico ) ai nuovi ingressi • Interventi specialistici • Interventi di urgenza • Patologie infettive • Dipendenze patologiche (60% detenuti) • Interventi nel campo della salute mentale • Tutela della salute delle detenute e della loro prole • Tutela della salute della popolazione immigrata
Salute mentale ed assistenza psichiatrica • 16% della popolazione detenuta • L. 354 / 75 , art. 11 ( Ordinamento Penitenziario ) • Sorveglianza epidemiologica ed interventi sui nuovi giunti • Individuazione precoce e trattamento tempestivo • Riduzione rischio di comportamenti autolesivi • Rapporto tra interventi di area sanitaria ed area trattamentale • Garanzia di accessibilità a tutti i trattamenti • Attivazione di sezioni o reparti “a custodia attenuata” • Modelli organizzativi ( dall’èquipe pluriprofessionale alla struttura organizzativa specifica ) • Formazione degli operatori a vario titolo coinvolti
Alcune contraddizioni da risolvere • Trasferimento di funzioni “non sanitarie” (consiglio di disciplina,consulenze di carattere medico-legale e peritale, trattamento criminologico,…) • Rapporti tra servizi sanitari già operanti in carcere ( es.: SerT e DSM ) • Rapporti (e gerarchia) tra funzioni sanitarie,forensi e di sicurezza
L’OPG e la psichiatria: una storia lunga, complessa, ambigua… anomalia o funzione superdisciplinare ?
Le motivazioni dell’invio in OPG • Nuovi paradigmi di rapporto tra follia/devianza e pericolosità sociale percepita (es. pedofilia, sexual offenders , …) • Carcere, reati e rei • Funzione “superdisciplinare” della psichiatria (intervento sanitario ed intervento “punitivo specializzato”) • Effetto stigma della malattia mentale, anche in carcere
La pericolosità sociale: nodo giuridico e clinico • Rapporto incerto tra malattia mentale e violenza • Validazione predittiva dei cd “fattori di rischio” • Prevedibilità e prevenibilità • Effetti del trattamento farmacologico ed integrato • Effetti iatrogeni (non solo farmacologici)
Sei strutture Capienza nominale 200 posti a struttura Presenze: 1.200 Prosciolti mds 51% Prosciolti ccc 12% Detenuti mds provv 21% Detenuti ex 148 8% Detenuti minorati 3% Detenuti osservandi 2% Tasso medio di presenze: 1/55.000 abitanti Variazioni regionali fino a 10 vv Personale sanitario di ruolo 289 (169 CdS) Personale sanitario a contratto 162 (0 CdS) Personale di custodia 556 (0 CdS) Costo stimato: € 20.000.00 (Fonte: DAP, 2007) Gli OPG oggi
Principali criticità • Grave inadeguatezza strutturale • Differenze di equità dell’intervento tra gli OPG e tra OPG e territorio • Scarsità di rapporti continuativi con i DSM • Gap di presa in carico alla dimissione • Aumento condotte auto/eterolesive interne • Convivenza tra detenuti e prosciolti
Studio Mo.Di.OPG. ( Fioritti et al, 2004) • descrivere le caratteristiche cliniche e criminologiche della popolazione OPG • identificare i processi decisionali che influenzano il rilascio dei pazienti internati • identificare i predittori di esito ( clinico e criminologico )dei dimessi • studio clinico descrittivo e studio prospettico caso-controllo con follow up a 3 anni su 150 pz.( 3 OPG e 3 regioni )
Mo.Di.OPG: conclusioni 1 • I fattori giudiziari (tipo di reato, durata prevista della misura di sicurezza, OPG di internamento) sono di gran lunga prevalenti rispetto a quelli clinici nel determinare la durata della degenza in OPG • Solo la diagnosi di schizofrenia ed una sintomatologia produttiva delirante giocano un ruolo nel predire degenze più lunghe • Il tempo di dimezzamento della coorte è di 18 mesi • A 18 mesi il 63.8% ed a 36 mesi il 58.5% dei dimessi è in una struttura residenziale (nel 50% convenzionata)
Mo.Di.OPG: conclusioni 2 • Non emergono differenze significative nell’utilizzo dei servizi di ricovero ospedaliero (es. TSO) tra i soggetti dimessi dall’OPG ed i loro controlli abbinati • Non emergono differenze significative nel compimento di fatti-reato tra i soggetti (2/3 all’interno dell’OPG) ed i loro controlli abbinati • I soggetti subiscono conseguenze giudiziarie più pesanti dei loro controlli abbinati
Ma allora, che fare ? • Superamento? Ammodernamento? Riforma? • Seguire lo stesso schema della chiusura degli OP ( “lanciare il cuore oltre l’ostacolo”) ? • E’ necessario un pensiero ed uno schema diverso? • Il fenomeno si presta ad essere scomposto ? • Le informazioni sono sufficienti a definire un Progetto Strategico ?
Ed in quale contesto ? • Sviluppo in Europa dei sistemi penitenziari e dei sistemi psichiatrico-forensi • Reinvestimento nelle istituzioni di “pubblica sicurezza” e più in generale di re-instituzionalizzazione • Sentenza Corte Costituzionale n.253/2003 • Spinte verso una revisione delle procedure e delle garanzie in tema di trattamenti senza consenso “sicurezza” individuale e collettiva come risposta alla insicurezza diffusa?
Alcune obiezioni • “patto di cura” obbligatorio (nuova forma di TSO ?) • vantaggi “secondari” • limiti degli effetti del principio punitivo-premiale in caso di reato correlato a fattori psicopatologici • reato o persona: quale priorità ?
Tre possibili cluster • Priorità della persona e della sua storia ( reato come evento occasionale, indipendentemente dalla gravità ) • Intreccio tra persona e reato ( il reato come espressione della condizione psicopatologica ) • Priorità del reato sulla persona (comportamenti reato come elemento strutturante e stabile del funzionamento della persona )
Progetto terapeutico personalizzato Discusso e concordato con i Servizi per verificarne: • Appropriatezza clinica • Accettazione da parte dell’interessato • Disponibilità di strutture sul territorio (coinvolgimento del DSM ) • Copertura economica
Determinanti per la PIC • Tipo di reato • Persona/e offese • Tempo intercorso dal reato • Storia clinica • Percorso giudiziario • Famiglia • Rete sociale • Elaborazione della colpa • Lavoro sulla/e vittime
Nodi critici • reato vs persona (storia e malattia) • colpa e punizione/espiazione • quale focus: punizione, rieducazione, riabilitazione, cura possibile ? • reati ( e rei ) “incurabili”: oltre le conoscenze e le tecniche… • previsione/prevenzione della recidiva ( e connessa responsabilità ) • vissuti emotivi di tutti i soggetti in campo
Il superamento dell’OPG: alcuni problemi giuridici non risolti • Abolizione istituto “non imputabilità” per infermità mentale • Graduazione delle misure di sicurezza • Revisione del concetto di “pericolosità sociale” • Ambiguità in tema di responsabilità /punibilità nell’ambito del diritto minorile • Nuova organizzazione del DSM
“Linee di indirizzo per gli interventi del SSN a tutela della salute dei detenuti e degli internati negli istituti penitenziari, e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale”(DPCM 1/4/08, ex artt. 283-284 Legge Finanziaria 2008)Superamento degli OPG
Il percorso • Breve periodo: 0 – 12 mesi • Medio periodo: 12 – 24 mesi • Lungo periodo: 24 – 48 mesi N.B. I tempi sono indicativi e possono variare nella fase applicativa
FASE I • Blocco invio degli “osservandi” ( intervento capillare nelle carceri ed utilizzo delle misure alternative all’invio in OPG ) • Rientro nel circuito penitenziario dei detenuti trasferiti per il trattamento di disturbi psichiatrici sopravvenuti durante la detenzione • Pieno coinvolgimento dei DSM sui dimissibili e per i percorsi territoriali alternativi alla carcerazione (principio della “responsabilità assistenziale”), attraverso gli strumenti del PIA e del BIS • Programmi di formazione del personale (SSR, CARCERI ed OPG)
FASE II • Diffusione dell’intervento del DSM in tutte le strutture carcerarie • Istituzione di CDTP in almeno un istituto di pena per regione o per macroaree interregionali • Territoralizzazione degli OPG per aggregazioni interregionali e loro organizzazione nell’ambito del DSM dell’ASL/AO dove sono ubicati
FASE III • Chiusura di 3 OPG • Specializzazione di 3 OPG come Centri di rilievo nazionale per soggetti ad elevata pericolosità sociale (rischio di recidiva ? specifici reati – es. pedofilia, omicidi seriali,… -? definizione clinica o sociale ?) • Attivazione di SR regionali ad alta intensità terapeutica ed a media sicurezza cogestite tra SSR e PRAP • Attivazione di SR a media intensità terapeutica ed a basso livello di sicurezza gestite dal SSR • Inserimento in SR “ordinarie” del DSM di pazienti con problematiche giudiziarie
Il tavolo interministeriale: le opzioni in discussione • Sdoppiamento dell’OPG ( distinzione funzioni sanitarie e funzioni giudiziarie) • Sanitarizzazione dell’OPG ( passaggio integrale al SSR ) les rèvenants: quale rapporto tra funzione clinica e funzione disciplinare ?
Alcuni punti critici • Abolizione di un “circuito speciale” o sua riorganizzazione • Gestione della “doppia funzione” ( punizione/ rieducazione/ riabilitazione e cura ? ) • Modifiche del CP (imputabilità e pericolosità sociale) • Modifiche alla Legge Gozzini (restrizione delle alternative alla carcerazione) • Competenze per l’intervento del DSM ( la delimitazione delle responsabilità ) • Definizione di progetti individualizzati ( quali tecniche? quale rapporto tra persona/personalità/reato/obbiettivi del programma riabilitativo?) • Specializzazione delle strutture o dei programmi ? • Sostenibilità culturale e sociale ( quali alleanze ?) • Risorse e tempi per la gestione di tutte le questioni in campo ( posizione cauta delle Regioni )
Quale futuro ? • Modificazione dei comportamenti-reato e della tipologia dei rei e dei reati : mutamento del paradigma di pericolosità sociale • Sostenibilità culturale, sociale ed etica del processo • Attenzione e rispetto delle vittime ( quale “giustizia” ? ), con attivazione di interventi specifici e tempestivi di sostegno e presa in carico • Specializzazione di gruppi di lavoro nel DSM ( dalla valutazione-progetto-presa in carico, anche con funzioni di consulenza peritale per la Magistratura) attenzione alle scorciatoie ideologiche ed ingenue