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I motori dell’ apprendimento…

I motori dell’ apprendimento…. Motivazioni, obiettivi di studio ed emozioni. Profili motivazionali… . Sheila, la studentessa di successo,

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I motori dell’ apprendimento…

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Presentation Transcript


  1. I motori dell’apprendimento… Motivazioni, obiettivi di studio ed emozioni

  2. Profili motivazionali…. • Sheila, la studentessa di successo, • è fortemente orientata al successo e teme molto poco il fallimento. È fortemente coinvolta in diverse attività curricolari e non prova alcuna ansia circa il suo rendimento. Autoregola il suo apprendimento usando molteplici strategie, stabilendo obiettivi, autoregolando le sue attività…..

  3. Profili motivazionali…. • Dimitri, lo studente sulla difensiva • Il suo desiderio maggiore è evitare di fallire nei diversi compiti. Ottenere buoni risultati è poco importante. Tutte le sue energie si focalizzano nel tentativo di evitare che gli altri interpretino eventuali sue performance negative come esempi di mancanza di abilità. • Per fare ciò utilizza molteplici strategie: studia all’ultimo minuto, così se sbaglia ha la scusa pronta. Utilizza lo studio massivo e il ricorso ad euristiche e strategie fisse come soluzione per ottenere un risultato decente senza impiegare troppe energie; è completamente disinteressato al corso. Pur sembrando apatico, è costantemente concentrato nel mettere in atto manovre specifiche di prevenzione dai rischi del fallimento, il suo primo scopo è non sembrare un incapace

  4. Profili motivazionali…. • Anna, la studentessa ansiosa • Il suo profilo motivazionale evidenzia un alto livello di ricerca di successo ma anche una paura molto forte di fallire. Cerca di ridurre al minimo il rischio di insuccesso attraverso la riuscita. È molto ansiosa, si prepara anche all’eccesso, fino allo sfinimento. Cerca di ottenere crediti ovunque sia possibile. Apparentemente il suo percorso accademico sembra esemplare, ma alla lunga la sua preoccupazione eccessiva di fallire e i dubbi che manifesta riguardo alla sua adeguatezza possono portarla all’esaurimento e a problemi di salute.

  5. Profili motivazionali…. • Henry, lo studente senza speranza • Henry ha in generale bassa motivazione. Non ha speranza ne timore. sembra alla fine indifferente rispetto all’apprendimento,crede che uno sforzo maggiore e migliori strategie di apprendimento in definitiva non faranno la differenza rispetto alla sua storia di cattiva riuscita accademica. Alla perdita della speranza, questa indifferenza può associare una sorta di rabbia celata.non si preoccupa delle iomplicazioni del suo fallimento perché alla fine è giunto alla conclusione che le lezioni che può apprendere a scuola non avranno alcuna rilevanza per la sua vita futura..

  6. Parliamo di…. MOTIVAZIONE

  7. La motivazionenelprocessodiapprendimento….. Cos’è la motivazione? Il terminederivadallatinomotus e indicaciòchecispinge, la forzacheciguida verso un obiettivo, una meta. Le motivazioni si possono distinguere principalmente in Motivazioni intrinseche Motivazioni estrinseche Lodi, premi, approvazionesociale, votazioni Interesse, curiosità, desiderio di apprendere, di sentirsi competenti Lo studio può essere portato avanti sia da motivazioni intrinseche che estrinseche!!!

  8. Fattori che influenzano la motivazione Çlasse Fattori ambientali Fattori socioculturali Comportamento motivato: Scelta del comportamento Livello di attività Coinvolgimento Persistenza Gestione dello sforzo Fattori interni

  9. Fattori socioculturali • Attitudini, credenze, esperienze personali • Famiglia d’origine e esperienza socioculturale della famiglia • Livello socioeconomico, status d’educazione, aspettative della famiglia • Status sociale nelle scuole superiori, gruppo di appartenenza nella scuola superiore • Vulnerabilità agli stereotipi

  10. Fattori ambientali/classe • Compiti assegnati • Atteggiamento dei docenti • Metodi di insegnamento • Attività individuali/di gruppo • Presenza di colleghi di diversa origine/religione etc • Gestione del tempo libero • Numerosità delle classi

  11. Fattori interni • Obiettivi, credenze, sensazioni e percezioni • Attribuzione di valore • Interesse per la disciplina • Livello di coinvolgimento individuale • Orientamenti valoriali • Speranze, aspettative, preoccupazioni • Sé possibili orientamenti sul futuri

  12. Esempidimotivazione • La curiosità: è un tipo di motivazione che una volta soddisfatta non si mantiene…quindi bisognerebbe sempre cercare di stimolarla Come? Creando un sensodinovità in quellochefacciamo, cercandounadiscrepanzatraciòchesiconosce e ciòche non siconosce • Motivazione a sentirsi competenti • Motivazione data dallo scegliere autonomamente ciò che si deve studiare

  13. Obiettividi studio

  14. Obiettivigeneralidiapprendimento Obiettivi di apprendimento = scopi o ragioni che guidano l'individuo nel perseguire un compito di apprendimento. (spesso sono operazionalizzati all'interno di compiti di tipo accademico, anche se si possono verificare in differenti contesti) Gli obiettivi di apprendimento influenzano in modo significativo le risposte cognitive, metacognitive, affettive e comportamentali di ciascun individuo Tali obiettivi possono essere generali, ossia legati all'approccio dell'individuo al compito, oppure compito-specifici, cioè legati alle caratteristiche dei singoli compiti o attività di studio (es: stabilire uno standard di prestazione che il singolo vuole raggiungere in un determinato compito

  15. Achievement goal theory Secondo la teoria del raggiungimento degli obiettivi (achievement goal theory, Ames 1992; Ames e Archer, 1988; Pintrich, 2000, Dweck, 2000) sono due i tipi di obiettivi di apprendimento che l’individuo in generale può perseguire: obiettivi di padronanza (mastery goal) = l’individuo  è interessato ad acquisire maggiore competenza nel campo disciplinare in oggetto, a padroneggiarne i contenuti obiettivi di prestazione (performance goal) =  la persona motivata da un obiettivo di prestazione è motivata dal desiderio di riuscire bene in un compito: il confronto con i colleghi di studio è frequente e si intende riuscire meglio degli altri.

  16. Modello 2x2 Elliott e McGregor (2001) sottolineano l'importanza di differenziare gli obiettivi: approach vs avoidance.  L'individuo è motivato ad agire con lo scopo di sviluppare una maggiore padronanza Approccio Padronanza L'individuo agisce per evitare situazioni che lo facciano sentire poco competente Evitamento L'individuo è motivato ad agire con lo scopo di riuscire bene o meglio degli altri Approccio Prestazione L'individuo è motivato ad agire per evitare situazioni in cui crede di non riuscire bene Evitamento

  17. Goal setting Compiti giornalieri Obiettivi intermedi Obiettivi a lungo termine Valori individuali

  18. Lance Armstrong, ciclista: • “non ho passato il mio tempo seduto sul divano a diventare una massa molliccia” Ha passato il suo tempo a decidere cosa doveva fare dopo..Non so quando sarà la prossima volta che salirò in bici”disse dopo aver ottenuto l’ultimo titolo. Devo rifocalizzare la mia vita e cercare di trovare un nuovo equilibrio. HO BISOGNO DI OBIETTIVI, non necessariamente sportivi.Non posso immaginare una vita tutta in vacanza, anche se riesco a immaginare una vita con più vacanze. Però voglio ancora impegnarmi per fare una differenza nel mondo • Obiettivo: ciò che l’individuo sa di dover fare • Goal setting: processo che porta a stabilire uno standard di performance; • È un processo di pianificazione • Attribuisce significato all’agire umano • Aiuta a far avverare i propri sogni e le proprie aspettative • Crea aspettative positive circa l’azione

  19. Dalla teoria alla pratica…. • Stabilire obiettivi specifici (goal setting) è solo il primo passo • È necessario impegnarsi attivamente per perseguirli • Passaggi del goal setting • Identificare e definire gli obiettivi • Generare e valutare piani alternativi • Creare dei piani di implementazione degli obiettivi • Mettere in atto il piano • Valutare il progresso individuale

  20. Caratteristiche degli obiettivi utili • Gli obiettivi, per essere efficaci, devono avere le seguenti caratteristiche: • Specifici • Misurabili • Orientati all’azione • Realistici • Definiti nel tempo

  21. Emozioni

  22. Emozioni… • Emozioni=stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli naturali o appresi. • Sono espresse universalmente e sono trasculturali • Hanno base innata e sono funzionali all’adattamento all’ambiente • Hanno effetto su aspetti cognitivi: possono causare miglioramenti o peggioramenti nella capacità di concentrazione, confusione, smarrimento, allerta, e così via. • Vengono espresse sia attraverso il linguaggio verbale che attraverso la comunicazione non verbale: Es. specifiche espressioni del viso rimandano a specifiche emozoni

  23. Brevi cenni teorici Secondo Folkman e Lazarus (1985, 1988), quando la persona si trova di fronte ad un evento (ad es. esame universitario) attua due tipi di valutazione: 1. valuta l’evento nei termini di “irrilevante”, “positivo-benigno”, o “stressante”, etc… 2. valuta le risorse che ritiene di avere per farvi fronte. E’ sulla base di questa doppia valutazione che emergono le emozioni e che lo studente deciderà quali strategie adottare per affrontare l’esame. 1. strategiefocalizzate a modificare la situazione in mododarenderlapiùfavorevole (ad es. vederegliaspettipositividell’esperienza, cercaredivederel’esame come unasfida e non solo come un peso,…) 2. strategiefocalizzate a gestire le emozioni (soprattuttoansia, paura e preoccupazione)

  24. Emozioni accademiche • Sono quelle emozioni che influenzano direttamente l’apprendimento • Le emozioni positive favoriscono la capacità di controllare il proprio apprendimento e sono predittive di buoni risultati. • Le emozioni negative portano ad un atteggiamento passivo e ad un rendimento peggiore

  25. Pensieri irrazionali generano emozioni negative • Filtraggio: focus esclusivo sui dettagli negativi • Pensiero polarizzato: tutto è bianco o nero, buon o cattivo. Sei bravissimo o pessimo • Sovrageneralizzazione: trai conclusioni generali in base ad uno o più eventi molto specifici • Lettura del pensiero: pensate di sapere gli altri cosa pensano anche se non ve lo dicono • Catastrofismo: ti aspetti e visualizzi disastri senza causa apparente • Magnificazione: esageri il grado di intensità dei problemi • Personalizzazione: pensi che ciò che gli altri fanno o dicano sia legato a te • Senso del dovere eccessivo: le regole che ritieni che debbano essere rispettate da te e dagli altri sono molto rigide e inflessibili

  26. Università e stress • Lo stress può essere definito come la "pressione" causata nell'organismo da eventi psicologici (stressori) che determinano una reazione generale di adattamento agli stessi. • Gli stressori in università sono molteplici: • Maggiore richiesta in termini di competenze • Difficoltà finanziarie • Cambiamenti nella vita sociale e relazionale • Cambiamento della situazione abitativa • Se il livello di stress diventa troppo alto:  ANSIA

  27. Legge di Yerkes-Dodson (1908): la relazione tra ansia e prestazione può essere rappresentata come una curva ad U rovesciata Livelli d’ansia moderati sono facilitanti perché portano ad un aumento dell’attenzione, quindi la prestazione migliora; al contrario quando l’ansia diventa eccessiva, la prestazione peggiora drasticamente. Ansia di medio livello e buona prestazione Poca ansia…poco coinvolgimento, poca attenzione, prestazione scarsa Eccessiva ansia e prestazione scadente

  28. Una tra le diverse fonti di stress nell’ambito scolastico è la preoccupazione per gli esami (Frydenberg, 2004). Una delle maggiori emozioni che si provano durante lo studio e la preparazione di un esame è… ANSIA Perché si prova ansia? Le cause possono essere molteplici… Perché ho paura del giudizio altrui Perché non ho studiato abbastanza Perché ho paura di non riuscire Perché ho già fallito altre volte Perché non so cosa mi chiederà e come si svolgerà la prova d’esame L’esame è troppo importante, se non lo passo, come farò!!!?????

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