1 / 88

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DSA

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DSA. Maria Carmela Borsini. SEZIONE DI FIRENZE CORSO DI FORMAZIONE SUI D.S.A. RIVOLTO AI DOCENTI DI SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO ISTITUTO ” GIOTTO ULIVI ” BORGO SAN LORENZO APRILE 2009 DR.SSA M. CARMELA BORSINI

taite
Download Presentation

I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO DSA

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. I DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTODSA Maria Carmela Borsini

  2. SEZIONE DI FIRENZE CORSO DI FORMAZIONE SUI D.S.A. RIVOLTO AI DOCENTI DI SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO E SECONDO GRADO ISTITUTO ”GIOTTO ULIVI” BORGO SAN LORENZO APRILE 2009 DR.SSA M. CARMELA BORSINI PSICOPEDAGOGISTA SPECIALIZZATA IN PSICOPATOLOGIA DELL’APPRENDIMENTO E DEL COMPORTAMENTO

  3. L’anomalia italiana • la conoscenza del fenomeno dislessia è stata a lungo limitata ad una ristretta cerchia di specialisti. • La consapevolezza del problema è assente dal bagaglio culturale medio delle persone che svolgono professioni intellettuali, e il fatto più grave è la carenza di informazione e conoscenza specifica nella scuola , che è il teatro di tutti i drammi e le sofferenze generate dal disturbo.

  4. LE DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO • 1 studente su 5 incontra nella sua carriera scolastica momenti di particolare difficoltà tali da richiedere l’aiuto da parte di un esperto • Le difficoltà scolastiche sono di tanti tipi diversi e spesso non sono la conseguenza di una singola causa, ma sono dovute al concorso di molti fattori che riguardano sia lo studente sia il conteso in cui egli viene a trovarsi. • Relativamente al contesto, è stato ampiamente dimostrato come l’ambiente socioculturale, il clima familiare e la qualità dell’istituzione scolastica influiscano sugli esiti scolastici. (Cornoldi C., 1999)

  5. L’influenza della famiglia e dell’ambiente sociale • A un basso livello socioculturale – situazione economica della famiglia, istruzione dei genitori, zona di residenza, appartenenza a minoranze culturali e/o linguistiche - corrispondono maggiori difficoltà scolastiche (interrompono più precocemente gli studi e, se frequentano scuole superiori, l’indirizzo di studi è solitamente di minor prestigio) • I fattori di tipo socioculturale interagiscono con i fattori legati alle caratteristiche della famiglia. I valori proposti, il clima in essa presente, l’attenzione rivolta dai genitori al processo di apprendimento del figlio possono contribuire o meno ad attenuare le difficoltà scolastiche. (Cornoldi C., 1999)

  6. L’influenza individuale • Fattori emotivo-motivazionali (disagi particolarmente forti in relazione al distacco dalla famiglia o in rapporto con il contesto scolastico…) • Bassa autostima • Problemi di socializzazione con coetanei e adulti Generalmente tutte queste difficoltà hanno un carattere più transitorio e temporaneo rispetto al “disturbo” e possono essere risolte se vengono rimosse le condizioni che le ostacolano (Cornoldi C., 1999)

  7. Disturbi specifici di apprendimentolearning disabilities • […] learning disabilities è un termine generale che si riferisce a un gruppo eterogeneo di disordini manifestati da significative difficoltà nell’acquisizione e nell’uso di abilità di ascolto, espressione orale, lettura, scrittura, ragionamento e matematica. Questi disordini sono intrinseci all’individuo, presumibilmente sono dovuti ad una disfunzione del sistema nervoso centrale, e possono verificarsi lungo l’arco della vita. Problemi nei comportamenti di autoregolazione, nella percezione sociale e nella interazione sociale possono coesistere con le learning disabilities. Anche se ledisabilità di apprendimento possono verificarsi in concomitanza con altri fattori di disabilità (per es: disturbo sensoriale, ritardo mentale, serio problema emotivo) o con influenze estrinseche (come differenze culturali, istruzione insufficiente o inappropriata), esse non sono il risultato di quelle condizioni o influenze. (Hammaill,1990)

  8. Che cosa significa il termine disturbo? • È l’alterazione del funzionamento di un organo e più in generale è l’alterazione di uno o più processi all’interno di un sistema • Un’alterazione del“normale”funzionamento del sistema cognitivo è alla base del DSA • Questa alterazione deve essere abbastanza importante da rendere impossibile usare una funzione in modo efficiente, vale a dire che la dislessia non deve essere considerata come l’incapacità di leggere, ma come l’incapacità di farlo in modo fluente Dislessia, Vol. 1, n. 1,marzo 2004 (pp. 99-101)

  9. Perché questi disturbi sono considerati specifici? • Perchè non interessano il sistema cognitivo nella sua globalità, ma sono circoscritti a una porzione circoscritta e identificabile del suo funzionamento • Per capire meglio bisogna immaginare un’architettura del sistema cognitivo, non unitario e inscindibile, ma “frazionabile” in vari “sottoinsiemi funzionali specilizzati” • Ad es: pazienti che in seguito ad un incidente perdevano selettivamente la capacità di leggere ma non di scrivere. Difficilmente spiegabile senza ammettere che queste diverse abilità sono sostenute da processi distinti e isolabili. (Savelli E., 2004)

  10. I DSA • I sistemi nazionali di classificazione clinica (DSM e ICD) individuano tre principali categorie di DSA: • I disturbi evolutivi specifici del linguaggio • I disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche:dislessia, disortografia e discalculia evolutive • I disturbi evolutivi specifici della funzione motoria

  11. La dislessia evolutiva • La dislessia evolutiva è oggi il disturbo più conosciuto dell’intera sottocategoria, anche se questi tre tipi di disturbi tendono spesso ad associarsi • La dislessia è un disturbo che ostacola il normale processo di interpretazione dei segni grafici con cui si rappresentano per iscritto le parole. In breve viene definito un disturbo della capacità di leggere (Stella G.,2004)

  12. La dislessia è una disabilità specificadell’apprendimento. Dislessia circa 80% dei DA • Disortografia • Disgrafia • Discalculia • Deficit attentivo • Disturbo specifico del linguaggio comorbidità

  13. Dislessia acquisita /Disslesia evolutiva • Nel caso della Dislessia acquisita un soggetto che è in grado di leggere normalmente, comincia a compiere errori oppure non riesce più a riconoscere le parole con la stessa facilità. Di solito,queste difficoltà di transcodifica sono la conseguenza di qualche evento patologico che ha determinato lesioni nelle aree corticali coinvolte nel processo di transcodifica (Stella G.,2004) • In questi casi l’attività di recupero si chiama: rieducazione perché si tratta di reintegrare la funzione persa o danneggiata

  14. La Dislessia evolutiva si manifesta invece all’inizio del processo di apprendimento della lettura. Il bambino mostra subito difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto, a fissare la corrispondenza fra segni grafici e suoni, e ad automatizzarle, cioè a compierle in modo rapido e senza sforzo. • Il primo segno riconoscibile della DE è il lento e faticoso apprendimento della lettura ad alta voce

  15. Dislessia evolutiva • Nel caso del DE il soggetto deve acquisire una funzione che ancora non possiede avvalendosi di un sistema neurobiologico che ha delle peculiarità che ne ostacolano l’apprendimento, per cui non c’è nulla da reintegrare…., ma piuttosto si tratta di mettere in atto misure per aiutare l’acquisizione del processo di transcodifica e la sua automatizzazione (abilitazione)

  16. La DE si differenzia dal ritardo di apprendimento per il fatto che il processo di transcodifica dei segni grafici in suoni rimane un processo molto lento e faticoso per molto tempo (per alcuni anni, e a volte per sempre), con la presenza di errori frequenti e con la conseguente difficoltà a riconoscere le parole presentate in forma scritta (Stella G.,2004)

  17. Processo diagnostico fasi • Definizione del problema – Chi segnala il problema (pediatra, genitori, insegnanti…) – Chi ha il problema (genitore, bambino) – Chi è più preoccupato? E cosa preoccupa di più?

  18. Professionalità coinvolte • Neuropsichiatra infantile o neurologo per la visita neurologica • Neuropsichiatra infantile, psicologo o neuropsicologo per la valutazione dell’efficienza intellettiva • Psicologo per l’approfondimento psicodiagnostico e la valutazione della personalità • Psicologo, Neuropsicologo con Logopedista e Psicopedagogista per gli approfondimenti specifici

  19. Procedura Diagnostica • Prima visita di accoglienza, raccolta anamnesi e valutazione delle problematiche presentate • Visita Neurologica e valutazione psicologica • Applicazione del protocollo standard parte A • Stesura della diagnosi di inclusione/esclusione della sindrome dislessica • Applicazione del protocollo parte B per la stesura del profilo e del progetto riabilitativo

  20. Protocollo diagnostico eLinee Guida per gli operatoriParte A • Valutazione della presenza o assenza di patologie neurologiche • Valutazione della presenza o assenza di psicopatologie primarie • Valutazione della presenza o assenza di deficit uditivi o della visione • Valutazione neuropsicologica con prove standardizzate

  21. Protocollo diagnostico eLinee Guida per gli operatoriParte A • Efficienza intellettiva • Lettura nelle componenti di Correttezza e Rapidità di un brano • Correttezza e Rapidità nella lettura di liste di parole e non parole • Scrittura nella componente di dettato ortografico • Calcolo nella componente del calcolo scritto e del calcolo a mente, lettura di numeri e scrittura di numeri

  22. Esami suggeriti per la stesura del profilo individualeParte B • Colloquio psicodiagnostico per la valutazione del profilo di Personalità • Analisi dettagliata del profilo intellettivo nelle sue varie componenti • Valutazione delle competenze linguistiche • Valutazione delle competenze metafonologiche • Valutazione dell’efficienza della via ad accesso diretto alla lettura

  23. Esami suggeriti per la stesura del profilo individualeParte B • Valutazione della comprensione del testo • Valutazione della memoria verbale e visuo-spaziale • Valutazione delle competenze prassiche • Valutazione dell’attenzione • Valutazione delle strategie metacognitive • Valutazione delle abilità di calcolo • Valutazione delle abilità di soluzione dei problemi matematici

  24. L’insegnante è nella posizione più adatta per accorgersi di avere di fronte un possibile bambino dislessico • Già dalla scuola dell’infanzia, ci sono dati predittivi che evidenziano bambini con difficoltà fonologiche, problemi di linguaggio e altri aspetti significativi che possono far fare ipotesi di evoluzione in dislessia • All’ingresso della scuola elementare, poi, il bambino ha già un suo patrimonio linguistico e fonologico e l’incontro con la scrittura evidenzia subito eventuali problemi. Bisogna imparare ad osservare ed ascoltare. • Associazione Italiana Dislessia (a cura di) La dislessia raccontata agli insegnanti 1 Come riconoscerla Cosa fare in classe

  25. Periodo della scuola dell’infanzia • Intorno ai 4 anni difficoltà di linguaggio: - confusione di suoni - frasi incomplete - sintassi inadeguata • Inadeguata padronanza fonologica: - sostituzione di lettere s/z – r/l – p-b - omissioni di lettere e parti di parola - parole usate in modo inadeguato al contesto - parole sostitutive

  26. Periodo della scuola dell’infanzia - scarsa abilità nell’utilizzo delle parole - mancata memorizzazione in varie situazioni di nomi di oggetti conosciuti e sempre usati - inadeguatezza nei giochi linguistici, nelle storielle inventate, nei giochi di parole, nel riconoscimento e nella costruzione di rime, nell’isolare il primo suono delle parole o l’ultimo • Difficoltà a compiere esercizi metafonologici (per es. “Ottobre”: se tolgo “bre”, cosa rimane? Se da “lana” tolgo “la”, cosa rimane?…) • Difficolà nella copia da modello e disordine nello spazio del foglio

  27. Periodo della scuola dell’infanzia • Disturbo della memoria a breve termine • Difficoltà ad imparare filastrocche • Difficoltà di attenzione • Manualità fine difficoltosa • Goffaggine accentuata nel vestirsi, allacciarsi le scarpe, riordinare • Riconoscimento destra/sinistra inadeguati • Difficoltà a ripetere sequenze ritmiche e a mantenere il tempo

  28. Periodo della scuola elementare, media e superiore • Difficoltà evidenti di copia dalla lavagna • Distanza dal testo e postura particolare per leggere • Perdita della riga e salto della parola in lettura • Difficoltà ad utilizzare armoniosamente lo spazio del foglio • Disgrafia: macroscrittura e/o microscrittura • Omissione delle lettere maiuscole • Difficoltà a riconoscere i diversi caratteri tipografici

  29. Periodo della scuola elementare, media e superiore • Confusione e sostituzione di lettere in particolare con l’uso dello stampato minuscolo • Lettere e numeri scambiati: 31/13 – p/b – sc/cs – a/e – u/n • Sostituzione di suoni simili: p/b – d/t – m/n – r/l – s/z • Difficoltà nei suoni difficili da pronunciare: chi/che – ghi/ghe – gn/gl • Inadeguata padronanza fonologica generale • doppie

  30. Periodo della scuola elementare, media e superiore • Punteggiatura ignorata o inadeguata • Difficoltà ad imparare l’ordine alfabetico e ad usare il vocabolario • Difficoltà ad imparare le tabelline • Difficoltà a memorizzare le procedure delle operazioni aritmetiche • Difficoltà ad imparare termini specifici delle discipline • Difficoltà a ricordare gli elementi geografici, le epoche storiche, le date degli eventi • Difficoltà a memorizzare lo spazio geografico e i nomi nelle carte • Difficoltà di attenzione

  31. Il tempo • Difficoltà ad organizzare il tempo in anticipo • Difficoltà a sapere che ore sono all’interno della giornata • Difficoltà a leggere l’orologio • Difficoltà a memorizzare i giorni della settimana, i mesi, l’ordine alfabetico • Difficoltà a sapere quand’è Natale, a ricordare il giorno della propria nascita, quella dei propri familiari, i compleanni

  32. Un ragazzino che presenta molti di questi sintomi potrebbe essere dislessico

  33. Dislessia e disturbi psicologici • La prognosi di un disturbo neuropsicologico in età evolutiva non è legata solo all’evoluzione di quel disturbo ma alla sua frequente comorbidità con altre disabilità neuropsicologiche, alle interazioni sociali, ai risvolti emotivi che il disturbo sollecita ed all’eventuale associazione con problemi psicopatologici (Levi, 1995)

  34. i bambini con disturbo specifico di lettura mostrano più frequentemente difficoltà emotive e comportamentali rispetto a bambini senza disturbo di lettura (Beitchman & Young, 1997; Hinshaw, 1992; Willcutt & Pennington, 2000; Frick et al, 1991) • sono più esposti all’insorgenza di problemi emotivi come risultato delle ricorrenti difficoltà scolastiche che precedono le turbe emotive ( Academic difficulties hypothesis:Roeser et al, 1998) • rispetto a studenti senza disturbi di apprendimento (DA) sono maggiormente esposti ad isolamento sociale e a rifiuto da parte dei pari (Arthur, 2003; Mishna, 1996; Kuhne & Wiener, 2000)

  35. adolescenti con DA appaiono socialmente più immaturi rispetto ai coetanei senza problemi di apprendimento presentano difficoltà di adattamento scolastico, sintomi di sofferenza emotiva ed in particolare depressione • i disturbi di apprendimento possono essere considerati pertanto un fattore di rischio per lo sviluppo di difficoltà psicosociali (Martinez & Semrud-Clikeman, 2004)

  36. “tra i fattori eziologici associati allo sviluppo del disturbo borderline di personalità, il trauma infantile sembrerebbe il più significativo” (Perry e Herman, 1993) • trauma sociale • trauma relazionale • microtrauma :i microtraumi ripetuti di ordine sociale e relazionale (disagio scolastico e familiare) cui spesso sono esposti i dislessici potrebbero incidere sullo sviluppo della personalità

More Related