270 likes | 492 Views
Numero. Vignette e riflessioni. Versione 4 dicembre 2007. per il recupero dell'uso dei nomi dei principi attivi dei farmaci. A cura di Mauro Pecchioli, medico fiorentino maupec@iol.it.
E N D
Numero Vignette e riflessioni Versione 4 dicembre 2007 per il recupero dell'uso dei nomi dei principi attivi dei farmaci A cura di Mauro Pecchioli, medico fiorentino maupec@iol.it
L'intenzione di questa piccola opera composta da vignette e riflessioni è quella di offrire al lettore un'occasione per porre la sua attenzione al fenomeno della prescrizione dei farmaci utilizzando i nomi dei Principi Attivi piuttosto che i nomi di fantasia, commerciali o di pubblicità. Alla fine della lettura ognuno sarà in grado di farsi un'idea del fenomeno stesso, e potrà affermare il suo consenso o il suo dissenso nei confronti della tesi qui esposta. La tesi è la seguente: “I Principi Attivi sono le sostanze che fanno l'identità dei farmaci che vengono utilizzati per la cura delle malattie. La loro presenza è nata dalla necessità di una catalogazione univoca mondiale delle molecole che formano insieme la giungla dei prodotti utili all'uomo. L'Industria Farmaceutica si è dotata di un impianto nominalistico che scavalca tali nomi propri delle sostanze, inventando nomi di fantasia, commerciali, o di pubblicità, che hanno l'unico scopo di permettere giochi finanziari nella vendita e nella commercializzazione delle specialità farmaceutiche. Si ritiene che l'uso dei nomi dei Principi Attivi debba essere l'unico modo per comunicare sui farmaci, sia tra i medici che tra i pazienti, al fine di eliminare quanto di commerciale e pubblicitario esiste attualmente nel settore, e riportare alla pura scientificità la manipolazione verbale e la conoscenza delle sostanze medicinali”. Le vignette sono il frutto di un lavoro di oltre quattro anni, e sono messe in un ordine sparso rispetto alla loro produzione cronologica. Le riflessioni sono proposte di lettura personale, da prendere come spunto per sviluppo e crescita di idee sul tema e sulle varie sfaccettature che esso presenta. Mauro Pecchioli
Attualmente i farmaci sono confezionati in scatole o contenitori che riportano in caratteri più grandi il nome di pubblicità o commerciale, scelto dalla ditta produttrice della confezione, e in carattere più piccolo il nome del Principio Attivo. Sarebbe più etico che il formato dei caratteri per le due entità fosse invertito, e comparisse il nome del Principio Attivo a caratteri più grandi.
E' esperienza quotidiana, come medico, leggere, nelle cartelle di dimissione dagli ospedali pubblici, la prescrizione, fatta utilizzando un unico nome di pubblicità, di un inibitore di pompa, l'omeprazolo, dato per la cosiddetta “protezione gastrica” nei confronti di altri farmaci potenzialmente gastrolesivi. Accade spesso che venga data anche se non accompagnata da tali farmaci. Perché?
Noi medici siamo contattati da ditte private che ci chiedono dati sulla nostra attività, in cambio di regali di vario tipo. Una di queste ditte, propone al medico di diventare un “controllore” dell'attività degli informatori scientifici (i “rappresentanti delle medicine” di vecchia memoria), durante le loro visite presso lo studio del medico. Si ritiene che la maggior parte dei medici non accetti questo tipo di attività di “spionaggio”, ma, a detta degli stessi informatori, non sembra basso il numero dei medici consenzienti a farlo.
L'industria farmaceutica prende per mano lo studente di medicina negli ultimi anni, avvicinandolo, negli ospedali e negli ambulatori. Lo “addestra”, con garbo ed eleganza, a prescrivere presto e bene. Presto, si, ma bene, per chi? Per il paziente o per la ditta farmaceutica? Il neolaureato quindi “scende in campo” già fornito del database dei nomi di pubblicità dei farmaci che durante lo studio di farmacologia aveva imparato a conoscere col loro unico e vero nome, il Principio Attivo, e che dimenticherà presto a favore del nome commerciale.
E' un fenomeno sconosciuto nel mondo della scienza: hanno un prezzo più basso, e sono oltretutto mutuabili, le pillole anticoncezionali che contengono una maggiore quantità di estrogeni (30 mcg), rispetto a quelle che contengono minor quantità dello stesso estrogeno (20 o 15 mcg) e che sono completamente a pagamento da parte della donna a cui sono prescritte da medici e ginecologi.
Viene detto, da parte di chi difende l'uso dei nomi di pubblicità, che questi aiuterebbero i pazienti, specialmente anziani, a non fare confusione con le confezioni dei farmaci che usano anche in multiterapia. Questo atteggiamento parte da una visione offensiva per l'intelligenza e le capacità del prossimo, accettando che l'ignoranza debba continuare a dominare il mondo, e che acculturare il pubblico sia più faticoso e costoso del somministrargli “svago” e insulsi giochi televisivi.
Il Principio Attivo è la fonte di tutti i farmaci che, utilizzandolo, e ponendogli differenti e numerosi nomi di pubblicità, o commerciali, ruotano intorno ad esso. La vera fonte di “luce” e di “vita” di un farmaco è il suo Principio Attivo, il cui ruolo e la cui presenza vengono messi in secondo piano sulla confezione, rispetto ad un nome di fantasia con cui le ditte farmaceutiche fanno a gara a chi vende di più.
I Farmaci Essenziali, la lista dei Principi Attivi in versione multilingue, mantenuta a cura della OMS. I farmaci essenziali sono “quelli che soddisfano i bisogni terapeutici della maggioranza delle popolazioni: essi devono pertanto essere disponibili: -sempre -in quantità adeguata -nelle forme e dosaggi appropriati -ad un prezzo che la comunità possa sostenere. http://www.who.int/medicines/publications/essentialmedicines/en/ http://mednet3.who.int/EMLib/
Due monti, due mondi, due sorgenti, due percorsi differenti per raggiungere l'obiettivo della cura dei pazienti. Un ponte in cima ai due monti costituisce ancora la fonte del conflitto d'interesse tra la professione del medico e la vendita dei farmaci.
Il Principio Attivo è la vera identità del farmaco, l'entità grazie alla quale il farmaco esiste ed ha indicazioni, controindicazioni, effetti collaterali. Il soprannominare il Principio Attivo mascherandolo sotto vari nomi di pubblicità può causare addirittura assunzione di dosi dannose di una stessa sostanza, nella convinzione di star assumendo sostanze diverse. In altre parole, i nomi di pubblicità fanno perdere alla realtà farmaceutica la trasparenza dell'essere.
Tornare tutti, medici e pazienti, all'uso dei nomi del Principio Attivo, serve anche ad evitare queste situazioni che definire “assurde” è solo un dolce eufemismo.
Effettivamente, un neolaureato, abbastanza fresco degli studi di farmacologia, conosce ancora i nomi nomi dei Principi Attivi. Se poi accetta la pubblicità delle Aziende Farmaceutiche, per prescrivere presto e “bene”, si abitua talmente ai nomi commerciali di fantasia che non sarà più in grado di sapere quali Principi Attivi contengono gran parte delle scatoline che consiglia ai suoi pazienti.
Preghiera del medico Oh Signore, fai che io prescriva sempre con scienza e coscienza i farmaci ai miei pazienti. Allontana da me la tentazione di prescrivere un nuovo farmaco solo perché mi e' stato presentato il giorno stesso dall'informatore della casa farmaceutica, o perché la stessa mi ha ospitato a tre cene in antica villa fuori porta, per esaltarmi poi i pregi di una nuova molecola, tacendomene i difetti e le insidie derivanti dal suo uso nel tempo. Rendimi forte di fronte alle lusinghe di più o meno ricchi premi terreni promessi dall'informatore in cambio di "almeno cinque pazienti" messi in terapia con un nuovo farmaco da lanciare. Illumina la mia mente, indicandomi fonti di conoscenza certa, non asservite all'esclusivo potere del denaro, alle quali possa attingere solo la verità sulle sostanze che io utilizzerò nella cura dei miei pazienti. Aiutami a perseverare nel ricordare e usare sempre i nomi dei principi attivi dei farmaci, cosi' che io possa spazzare via dalla mia mente tutta la inutile zavorra dei nomi di fantasia, spesso anche più d'uno per una sola molecola, che confondevano e complicavano il mio lavoro. E fai che i coxib riposino in pace per la vita eterna, amen. Mauro Pecchioli
C'è una contraddizione tra il Progresso, inteso come miglioramento delle condizioni sociali, e la crescita dei prezzi dei farmaci. Si potrebbe pensare che progredire significa avere una maggiore disponibilità delle soluzioni per tutti i cittadini. Al contrario, il salire dei prezzi dei farmaci li allontana sempre di più dalle possibilità di chi deve trarre giovamento dal loro utilizzo. Strano comportamento, che appare dettato quindi, per forza di cose, solo dal bisogno di fare cassa da parte dell'Industria Farmaceutica.
Una delle ragioni addotte dalle Aziende Farmaceutiche a giustificare l'alto costo dei farmaci è quello della ricerca farmacologica, che costituirebbe il pozzo senza fine nel quale vengono indirizzate tutte le risorse e i profitti dell'attività di produzione dei farmaci. E i soldi spesi in sponsorizzazione e iniziative per aumentare le vendite, che parte sono della spesa di un'Azienda produttrice?
Non c'è dubbio che le apparenze ingannano e che anche l'occhio vuole la sua parte. Ma quanto incidono sulle nostre tasche le ricerche di mercato sugli aspetti esteriori delle confezioni dei farmaci? Si potrebbe fare a meno di sprecare denaro in questo settore, visto che non si stanno vendendo confezioni appetitose di alimenti ma semplici medicine utili per la salute?
Sicuramente l'abitudine e la consuetudine creano gli standard delle cose e delle azioni. Se si inizia a vedere in caratteri grandi il nome del Principio Attivo sulle scatole dei farmaci, ed in piccolo il nome di pubblicità, o di fantasia, o commerciale, accanto magari al nome dell'Azienda produttrice, tutti, medici e pazienti, avremmo un solo modo per identificare i farmaci, senza più problemi.
Il medico si ritrova davanti un Informatore Scientifico che gli presenta uno o più prodotti della propria Azienda. L'addestramento degli Informatori costituisce un vero e proprio training per insegnare a quelli che un tempo erano chiamati i “rappresentanti” come riuscire a raggiungere l'obbiettivo di far prescrivere i farmaci dal medico contattato. Vengono studiati i gusti del medico, vengono assecondate le sue debolezze, si finge di non vedere le sue lacune, la sua ignoranza, anzi, lo si tiene sempre sul palmo della mano come un raffinato oggetto degno solo di ammirazione e rispetto. Ma soprattutto gli si deve ripetere molte e molte volte il nome del farmaco, e mostrargli tutti i depliants colorati e plastificati, e ricchi di iconografia accattivante.
Spesso l'uscita di un farmaco “nuovo” per l'Azienda che lo produce, e di conseguenza la visita per presentare la “novità” al medico, consiste solo nell'uscita di una confezione dello stesso Principio Attivo in una forma diversa da quelle preesistenti. Sembra impossibile, ma anche per questa “novità” vengono sperperate risorse a non finire, come ricchi e sostanziosi quaderni, depliants, brochures, insomma, un costoso armamentario di strumenti, a volte anche multimediali, senza parlare dei gadgets, cioè dei piccoli oggettini con il nome di pubblicità del “nuovo” farmaco stampato sopra, che vengono profusamente lasciati scivolare in quantità sulla scrivania del medico, che si vede così beneficiato da tanti piccole gestualità gratificanti, come lo sono quelle derivanti dal ricevere doni.
La frequenza delle visite di un Informatore Scientifico al medico è qualcosa al di fuori del normale, inteso come rapporto interpersonale. Ci sono informatori che si presentano agli studi dei medici con una ripetitività sconcertante, al punto che è imbarazzante constatare la inutilità dell'incontro, dal punto di vista del medico, che spesso evita di esternare un rifiuto, a volte difficile da formulare esplicitamente.
Si giunge qui a fare una rappresentazione figurata del rapporto tra medico e Industria Farmaceutica, dove la presenza di co-marketing, cioè di due o più nomi commerciali di pubblicità per uno stesso preparato, autorizzato dal Governo, rischia facilmente di creare le premesse per facilitare l'insorgere e il realizzarsi di scambi di “favori” in cambio di prescrizioni mirate.
“L’iniziativa è stata realizzata grazie ad un contributo incondizionato...” (segue il logo della Azienda Farmaceutica) “Iniziativa resa possibile grazie ad un contributo educazionale di...” (segue il nome dell'Azienda Farmaceutica) Queste frasi sono scritte su pieghevoli di presentazione di corsi sponsorizzati da Aziende Farmaceutiche, per l'aggiornamento di medici. E' molto facile cogliere il conflitto di interessi e le contraddizioni che cercano di coprire e mascherare sotto il “bon ton”. C'è ragione di esplicitare che il contributo è incondizionato, quando la presenza del logo dell'Azienda è già un condizionamento che dice chi paga l'iniziativa? Ed è proprio così necessario che uno che contribuisce all'educazione di medici sottolinei apertamente che senza il suo “regalo”, per quei medici non sarebbe possibile nessun momento educazionale?
Per approfondimenti: http://www.nograziepagoio.it http://www.prescrire.org/cahiers/dossierDciAccueil.php
Vignette e riflessioni è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons. http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/2.5/it/ Tu sei libero: * di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico, esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest'opera Alle seguenti condizioni: * Attribuzione. Devi attribuire la paternità dell'opera nei modi indicati dall'autore o da chi ti ha dato l'opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l'opera. * Non commerciale. Non puoi usare quest'opera per fini commerciali. * Non opere derivate. Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra. * * Ogni volta che usi o distribuisci quest'opera, devi farlo secondo i termini di questa licenza, che va comunicata con chiarezza. * In ogni caso, puoi concordare col titolare dei diritti utilizzi di quest'opera non consentiti da questa licenza. * Questa licenza lascia impregiudicati i diritti morali. Per verificare la originalità del documento fa fede http://www.perlulivo.it/Vignette_e_riflessioni_1.odp Mauro Pecchioli (maupec@iol.it)
Fine Firenze, da un'idea del novembre 2007