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2. DEFINIZIONE. 3. Flavell (1970): osserva deficit di produzione di memoria in bambini di et
E N D
1. SVILUPPO DELLA COMPETENZA METACOGNITIVA definizione valutazione intervento Caterina Fiorilli
Universitŕ Milano-Bicocca
caterina.fiorilli@unimib.it
2. 2
DEFINIZIONE
3. 3 Flavell (1970): osserva deficit di produzione di memoria in bambini di etŕ prescolare e scolare
perché:
i bambini non si rendono conto della necessitŕ di fare qualcosa di specifico per ricordare
i bambini non sono consapevoli della efficacia delle strategie in termini assoluti
i bambini non sono in grado di mettere in relazione il tipo di compito con la strategia ad esso piů adeguata
4. 4 Queste competenze costituiscono la METAMEMORIA
essa si caratterizza per le conoscenze che il soggetto possiede su:
se stesso
sulle caratteristiche del compito
sulle strategie da impiegare
5. 5
1-4-9-2-1-7-7-6-1-8-8-2
6. 6 Brown (1978): introduce il concetto di processo di controllo:
controllo a distanza
controllo on line
7. 7 Brown (1978):
La capacitŕ di attivare processi di controllo implica:
rendersi conto dell’esistenza di un problema
essere in grado di predire la propria prestazione
pianificare l’attivitŕ cognitiva conoscendo l’efficacia delle azioni programmate
controllare e guidare l’attivitŕ cognitiva in relazione all’obiettivo
8. 8 Processi di controllo studiati:
Metacomprensione (es. problematizzazione)?
Pianificazione delle azioni (es. decidere le strategie da adottare)?
Previsione (es. immaginare a cosa potrebbe portare un’azione)?
Monitoraggio (es. verificare di aver compreso il compito in itinere)?
Valutazione (es. verificare che il risultato ottenuto corrisponde alle attese)?
9. 9
10. 10 Esercizio 1 STRATEGIE DI CONTROLLO
Orientamento generale
Problematizzazione
Comprensione del compito e definizione del problema-compito
Collegamento del compito ad altri simili
Attivazione di conoscenze implicite
Integrazione delle informazioni provenienti da fonti diverse
Generazione delle alternative per la soluzione del problema
Automonitoraggio
Valutazione della difficoltŕ del compito
Definizione del livello di performance attesa
Previsione
Esame delle alternative e decisione
Implementazione del piano strategico scelto
Inibizione delle alternative
Coordinamento dei processi
Raccogliere e valutare i feed-back
Valutare la distanza dalla soluzione
Aggiustamento del piano implementato
Stabilire quando č opportuno sospendere l’esecuzione
Valutare i risultati finali
Autovalutarsi e autorinforzarsi
Spiegare un eventuale insuccesso
Decidere di riprovare, o predisporre un piano strategico alternativo
11. 11 Chi, 1985:
La strategia:
regola o insieme di regole necessarie per risolvere un problema e sufficientemente generali per essere applicate ad una grande varietŕ di situazioni
12. 12 Waters e Andreassen, 1983:
La strategia:
ogni tipo di attivitŕ che non č semplicemente la necessaria conseguenza di eseguire il compito
13. 13 Kirby, 1985:
La strategia:
modo per avvicinarsi ad un compito. Ogni strategia rinvia ad una varietŕ di processi nel corso della sua effettuazione
14. 14 Il soggetto ‘metacognitivo’ applica questi processi durante l’esecuzione di un compito
Quando un soggetto mostra delle difficoltŕ nell’apprendimento č possibile indagare ciascuno di tali processi per verificarne l’efficienza
15. 15 In sintesi con “Metacognizione”:
si fa riferimento alla conoscenza che un individuo ha del proprio funzionamento cognitivo e dei processi di controllo che mette in atto nell’esecuzione di un compito
16. 16
17. 17 Cognizione &Metacognizione
Conoscenza e Prestazione:
possono intervenire entrambi sul processo cognitivo ma puň esservi anche la prevalenza dell’uno sull’altro
In pratica:
si possono avere buone conoscenze metacognitive (ad es. conoscere le strategie per memorizzare un compito) ma cattive prestazioni (ad es. non impiegare nel compito effettivo le strategie che si conoscono)?
18. 18 Cognizione &Metacognizione
Processi decisionali del soggetto secondo i criteri di:
Costi-Benefici
Cattiva stima della competenza
19. 19 Cognizione &Metacognizione
Schneider e Pressley (1989):
in una meta-analisi su 7079 studi che analizzavano il rapporto competenza metacognitiva (metaconoscenza) e effettivo rendimento in un compito di memoria (prestazione), hanno rilevato un coefficiente di correlazione basso (mediamente .41)?
20. 20 Cognizione &Metacognizione
Dalla ricerca emerge che sin da piccoli (3 anni) č possibile trovare l’uso di comportamenti strategici che non sono il risultato di conoscenze metacognitive precedenti
21. 21 IL CASO DELLA METAMEMORIA
QUANDO I BAMBINI MOSTRANO PER LA PRIMA VOLTA QUALCHE SEGNO DI METAMEMORIA?
22. 22 IL CASO DELLA METAMEMORIA
I bambini di 1-2 anni mostrano segni della presenza di strategie semplici, soprattutto per la localizzazione degli oggetti:
DeLoache, Cassidy e Brown (1979): giŕ a 18-24 mesi i bambini impiegano strategie per ricordare anche se rudimentali (es. dell’oggetto nascosto da ricordare)?
Flavell, Miller e Miller (1993): a 5 anni impiego della reiterazione
23. 23 IL CASO DELLA METAMEMORIA
Bambini di 2 anni:
istruiti a ricordare per un compito da effettuare nel tempo attivano strategie semplici di controllo della memoria
quindi: a 2 anni i bambini hanno imparato qualcosa sulla memoria:
“Se sperate di ricordare qualcosa dovete lavorarci!”
24. 24 IL CASO DELLA METAMEMORIA
Bambini a 4 anni:
riconoscono che elementi semplici sono piů facili da ricordare rispetto a quelli complessi
(es. lista corta/lunga di oggetti)?
quindi: iniziano ad avere una capacitŕ di riflessione sulle caratteristiche del materiale e a porlo in relazione allo sforzo che devono impiegare
25. 25 IL CASO DELLA METAMEMORIA Bambini etŕ 5-7 anni:
sopravvalutano la loro possibile prestazione ad un testo di memoria
quindi: sono ancora carenti nell’applicazione dei processi metacognitivi di controllo come la previsione
26. 26 IL CASO DELLA METAMEMORIA Bambini di 11 anni:
riconoscono e applicano strategie piů efficaci in base al compito
27. 27 QUALE RELAZIONE TRA MEMORIA E METAMEMORIA? Non sempre il livello di metamemoria permette di fare delle previsioni sulla prestazione ad una prova di memoria
In generale:
metamemoria non č necessaria
metamemoria non garantisce
esempio 1: b. di 7-9 anni č in grado di ricordare il 75% dei nomi dei suoi compagni di scuola senza per questo avere stratgie metacognitive efficaci;
esempio 2: b. che conoscono che elementi categorizzati sono piů facili da ricordare possono non categorizzare gli items quando studiano per un test
28. 28 QUALE RELAZIONE TRA MEMORIA E METAMEMORIA? Ipotesi di risposta
Una ragione per la quale una buona metamemoria non puň sempre predire una buona capacitŕ di richiamo č che i bambini che conoscono di piů i processi di memoria non sempre sanno quali strategie scegliere o perché una strategia sia piů efficace
(es. tendenza ad impiegare strategie piů semplici anche se meno efficaci – ripetizione vs. orgnaizzazione)?
29. 29 QUALE RELAZIONE TRA MEMORIA E METAMEMORIA? Aspetto piů correlato al comportamento mnemonico reale:
NON LA CONOSCENZA CHE UNA STRATEGIA E’ PIU’ EFFICACE
MA PIUTTOSTO LA CONOSCENZA DEL PERCHE’ UNA STRATEGIA SIA PIU’EFFICACE
Quindi: Non č sufficiente conoscere delle strategie efficaci, č importante sapere perché sono efficaci
30. 30 QUALE RELAZIONE TRA MEMORIA E METAMEMORIA? La comprensione da parte dei bambini del modo in cui operano le strategie di memoria sembra essere il miglior predittore metacognitivo dell’uso di queste strategie
Infatti: Metamemoria e memoria risultano correlate a partire dai 10 anni, dopo che i bambini hanno sperimentato il perché di una strategia
31. 31 Cognizione &Metacognizione
Come nascono allora i comportamenti strategici?
32. 32 Cognizione &Metacognizione
Meccanismi di apprendimento dei comportamenti strategici:
Imitazione
Modellamento
Produzione spontanea casuale
La produzione di benefici grazie all’impiego di una determinata strategia aumenta la probabilitŕ che questa venga usata ripetutamente ed in modo intenzionale
33. 33 In sintesi per favorire l’impiego di una strategia cognitiva efficace occorre:
Conoscere la strategia
Conoscerne il contesto d’uso
Apprezzarne l’effetto d’uso
34. 34 Gaisson (1992):
Conoscenza dichiarativa
Conoscenza procedurale
Conoscenza pragmatica
35. 35
VALUTAZIONE
36. 36 Di fronte a delle difficoltŕ di apprendimento possiamo interrogare:
aree centrali specifiche danneggiate (modello neurofisiologico)?
deficit specifici: percettivi, mnestici, attentivi, strategici (modello cognitivo)?
inadeguate modalitŕ di insegnamento (modello psicopedagogico)?
carente sviluppo delle competenze metacognitive (modello metacognitivo)
37. 37 Tecniche per valutare le competenze metacognitive
Colloquio
purchessia
fabulate
suggerite
provocate (metacognizione non ancora esplicitata)?
spontanee (conoscenza giŕ a disposizione del bambino)?
Tecnica del pensiero a voce alta (meno intrusive, avviene una registrazione di cose dette\fatte)?
Tecniche meno verbali (vd. immagini da analizzare, immagini di azioni da mettere in ordine, lista di operazioni per l’esecuzione di compiti con analisi delle tappe inutili o dannose per un processo cognitivo, ad esempio il ricordo, etc.)?
Tecnica del peer tutoring
Questionari carta e matita (vd. esempio)?
Tecnica delle favole (vd. esempio protocollo di domande-risposte)?
Tecnica della drammatizzazione (vd. esempio di annotazioni di ricerca)?
38. 38 II caso (Christian M., 7 anni e 10 mesi).
C. guarda le figurine e si diverte a formare gruppetti. La mamma gli dice le cose da comprare e C. ascolta attentamente numerando gli oggetti della lista sulle dita. Si dirige verso le figurine, prende quelle che rappresentano gli oggetti che deve comperare e se le sta per mettere in tasca dicendo: “Cosě sono sicuro di ricordarmi”. La mamma glielo impedisce e chiede come a tutti:
“Te lo ricordi?”.
C. risponde: “Spero di sě, ma non sono sicuro”.
“Cosa potresti fare per essere sicuro?”.
“Potrei scriverle giů”.
“E se non puoi scriverle?”.
Me le imparo a memoria”. Cosě dicendo C. rielenca gli oggetti da comperare indicandoli sulle figurine.
Durante il percorso si rivolge alla sperimentatrice che lo segue e le chiede: “Chissŕ come mai devo comperare anche una camicia?”. Quindi arriva al negozio e, mettendo fuori un dito dopo ogni oggetto nominato dice: “Vorrei per favore una camicia, una banana, insalata...” poi dice fra sé “quanto me ne mancano… ah una palla e un coltello”.
Si ripete sulle dita i cinque oggetti e dice sicuro “E’ tutto”. Esercizio 2
39. 39 I caso (Mauro Z. 7 anni e 3 mesi).
Mauro guarda distrattamente le figurine che corrispondono ai prodotti che si possono trovare al negozio, ma non sa bene che farsene. La mamma gli legge i cinque prodotti richiesti e M., abbassando la testa, accompagna l’elenco di tutti gli item con le dita. Poi risponde “Va bene” e guarda per un po’ il denaro (che gli viene consegnato insieme con la borsa e con un permesso di fare la spesa). Lungo il percorso, camminando lentamente e numerando sulle dita, ripete: “Spaghetti, pennarelli…” e puntando il dito sulla fronte, con aria interrogativa “Mh…”.
Arrivato al negozio dice:
“Voglio spaghetti e pennarelli e non mi ricordo piů che cosa aveva detto”.
Pensa per un po’, guarda la sperimentatrice con aria interrogativa e questa gli chiede:
“Che cosa potresti dare allora?”.
“Tornare indietro”.
Gli viene permesso di ritornare a “casa” e si fa ripetere. Oltre a contare sulle dita i prodotti indicati, M. ripete la lista. Lungo il percorso corre e arrivando dice: “Spaghetti, vino, latte e basta mi pare” e si ripete questi item altre volte.
Esercizio 2
40. 40 Osservazione di un filmatoriflessione guidata su:1. Quali conoscenze metacognitive sul compito di memoria emergono nel tempo2. Quali differenze/difficoltŕ possiamo rilevare nei bambini osservati
41. 41
INTERVENTO
42. 42 Per realizzare un intervento metacognitivo č necessario:
Conoscere il compito dal punto di vista cognitivo
Individuare i processi di controllo implicati per una corretta esecuzione
Saper valutare la presenza di conoscenze metacognitive nel soggetto
Realizzare un intervento che: favorisca i processi di controllo – insegni strategie cognitive
43. 43 Fasi per l’addestramento metacognitivo
Far riflettere sulla propria attivitŕ cognitiva facendo emergere le strategie impiegate consapevolmente o meno
Far riflettere sull’efficacia delle strategie che normalmente si adottano
Introdurre nuove strategie qualora quelle impiegate non fossero efficaci
Fornire una spiegazione dettagliata delle strategie nuove
Insegnarle fornendo un esempio di impiego o dimostrandone l’uso concretamente
Ripetere bene le fasi 4 e 5
Spingere gli alunni a sperimentare le nuove strategie auto-monitorandosi durante il loro impiego
Ottenere dagli alunni osservazioni e commenti sull’impiego delle strategie nuove
Rinforzare lo studente dopo che ha mostrato di usare le strategie in modo appropriato
Invitare lo studente ad auto-monitorarsi durante l’impiego successivo delle strategie impiegando una tabella di valutazione di alcuni indici definiti e condivisi a priori
Allargare il campo di impiego delle strategie a compiti simili
Ripetere le fasi 10 e 11
Operare un confronto tra i risultati ottenuti usando la strategia e quelli conseguiti con il sistema tradizionale, operare dei confronti anche tra compagni di scuola
44. 44 Intelligenza &Metacognizione Lo studio dell’intelligenza ha riguardato nel corso del tempo i seguenti aspetti:
cos’č
come si sviluppa
come si valuta
45. 45 Intelligenza &Metacognizione Concezioni scientifiche dell’intelligenza
Concezione statica: intesa come abilitŕ predefinite che si sviluppano secondo un programma biologicamente determinato
vs.
Concezione dinamica: l’intelligenza č incrementabile attraverso l’apprendimento di strategie funzionali
46. 46 Intelligenza &Metacognizione L’intelligenza č costituita da abilitŕ e strategie che si acquisiscono e che danno origine alla flessibilitŕ cognitiva
L’intelligenza č una risorsa educabile e ri-educabile
Educazione e riabilitazione rappresentano i motori di tale sviluppo
47. 47 Intelligenza &Metacognizione La metacognizione, intesa sia come processo cognitivo che come strumento di intervento educativo si fonda proprio su tali assunti:
potenziale intellettivo
plasticitŕ cerebrale
flessibilitŕ cognitiva
Lo studio dell’intelligenza cambia con l’introduzione della metacognizione
48. 48 Intelligenza &Metacognizione cambia la concezione dell’intelligenza
cambia la valutazione dell’intelligenza
assunti:
Livelli gerarchici
Flessibilitŕ del sistema
Incremento ed evoluzione delle strategie
49. 49 Obiettivi dell’intervento metacognitivo
(in contesti didattici e riabilitativi)?
minimizzare le influenze negative delle difficoltŕ di apprendimento
favorire lo sviluppo di competenze metacognitive
trasferire le nuove conoscenze in situazioni e condizioni lontane dall’ambiente del training (transfer/generalizzazione)?