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Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia. LA SECONDA GUERRA MONDIALEIl 1 settembre 1939 scoppia la II Guerra Mondiale.Il 10 giugno 1940 l'Italia entra a fianco dei nazisti:l'idea della
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1. Diritto pubblico (corso serale) Prof. Davide Galliani
2. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Il 1 settembre 1939 scoppia la II Guerra Mondiale.
Il 10 giugno 1940 l’Italia entra a fianco dei nazisti:
l’idea della “guerra lampo”, poche vittorie
prestigiose, si dimostrň subito impossibile.
Dopo il 7 dicembre 1941, giorno di “Pearl Harbor”,
gli Stati Uniti entrano in guerra.
Il 2 febbraio 1943 la Germania capitola a
Stalingrado.
3. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il 9 luglio 1943 inizia lo sbarco degli Alleati in Sicilia.
Il 7 maggio 1945 la Germania firma la resa
incondizionata.
Il 6 e il 9 agosto 1945 gli Stati Uniti sganciano su
Hiroshima e Nagasaki la bomba atomica.
Il 2 settembre 1945 finisce la II Guerra Mondiale.
4. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
La II Guerra Mondiale costň la vita nel complesso a
quasi 60 milioni di persone, la metŕ dei quali civili.
Solo in Europa le vittime furono quasi 40 milioni.
5. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia L’ITALIA
Il 24 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo, non
piů convocato dal 1939, approva il cd. “ordine del
giorno Grandi”, con il quale, appellandosi allo Statuto,
ancora formalmente in vigore, si chiede al Re di
assumere l’effettivo comando delle Forze Armate e
di prendere le supreme decisioni.
6. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Con l’ordine del giorno, secondo molti storici, si
voleva soltanto la sostituzione dei Mussolini e il
distaccamento dalla Germania nazista, ma gli effetti
furono invece ben piů generali.
7. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il 25 luglio 1943, infatti, il Re convocň Mussolini, lo
revocň dalla carica di Capo del Governo e lo fece
arrestare, nominando al suo posto il Maresciallo
Badoglio, senza attendere le indicazioni del Gran
Consiglio del Fascismo: si trattava del cd. “colpo di
stato monarchico”.
8. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Lo stesso 25 luglio 1943 furono letti due “proclami”
alla radio: uno, del Re, che diceva di avere accettato
le dimissioni e di aver nominato Badoglio, l’altro, di
Badoglio, che gelň gli animi con il tanto temuto “la
guerra continua”.
9. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il primo Governo Badoglio (25 luglio 1943-17 aprile
1944) , composto da militari e tecnici, tentň di
compiere una “restaurazione monarchica”: il ritorno
all’ordinamento statutario in vigore fino all’avvento
del fascismo, depurandolo delle istituzioni e delle
leggi fasciste.
10. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Si soppressero:
il Tribunale speciale per la difesa dello Stato
il Partito Fascista
il Gran Consiglio del Fascismo
i cd. “organi corporativi”, tra cui la Camera dei Fasci e delle Corporazioni
11. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Si dispose che entro 4 mesi dalla fine della guerra si
sarebbero dovute tenere le elezioni della nuova
Camera: il tentativo era chiaramente quello di
considerare il fascismo una “parentesi” e di tornare
in fretta al periodo statutario.
Un tentativo velleitario che, infatti, fallě.
12. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il problema di Badoglio, ad ogni modo, era anche la
guerra: difficile neutralizzare il territorio italiano
dopo la richiesta di un armistizio, rimanevano due
alternative: schierarsi a fianco degli Alleati, oppure,
continuare la guerra a fianco della Germania e
iniziare trattative “segrete” per l’armistizio.
13. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Fu scelta la seconda via ed, infatti, il 3 settembre
1943 fu firmato l’armistizio a Cassibile, armistizio
poi letto l’8 settembre 1943 alla radio da Eisenhower
e Badoglio: fine delle ostilitŕ, collaborazione italiana,
consegna della flotta e pieno poteri al Governo
Militare Alleato.
14. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa provocň l’8 settembre 1943?
Primo: lo sfaldamento dell’esercito italiano.
Secondo: la liberazione di Mussolini e la nascita della
RSI.
Terzo: la nascita della Resistenza italiana.
15. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa provocň l’8 settembre 1943?
Primo: lo sfaldamento dell’esercito, lasciato senza
ordini (il Re e Badoglio fuggirono a Pescara e poi a
Brindisi): sparare o disarmare di fronte ai tedeschi?
La maggior parte disarmň: portati in Germania
e dichiarati “internati militari” e non prigionieri di
guerra.
Ci furono comunque episodi eroici, come a Cefalonia.
16. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa provocň l’8 settembre 1943?
Secondo: la nascita della RSI. Il 12 settembre i tedeschi
Sul Gran Sasso liberarono Mussolini e Kesserling dichiarň
l’Italia “territorio di guerra”.
Il 23 settembre nasce la RSI con tre propositi:
continuare la guerra al fianco dei nazisti, punire i traditori
e tornare alle origini repubblicane e sociali del fascismo.
17. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa č la Repubblica Sociale Italiana?
E’ un “governo di fatto”: non solo non era il legittimo
governo italiano, ma era voluta e diretta nella
sostanza da Hitler (che scorporň territori italiani
senza grande resistenza).
La Chiesa non la riconobbe mai e il cd. “ritorno alle
origini” non fu decisivo.
18. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
La Germania fece razzia delle risorse materiali
italiane e quando si tenne il processo di Verona l’8
gennaio 1944 contro coloro che firmarono l’ordine
del giorno Grandi si capě che la RSI non aveva alcuna
autonomia e indipendenza dal nazismo.
19. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa provocň l’8 settembre 1943?
Terzo: la nascita della Resistenza italiana. Giŕ il 9
settembre si costituě a Roma il primo Comitato di
Liberazione Nazionale (CLN) formato dai partiti
della cd. “esarchia” (DC, PCI, PSI, PdA, PdL e PL),
seguito dai CLN locali, sia nelle zone occupate che in
quelle liberate.
20. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il Comitato di Liberazione Nazionale di
Roma era cosě composto: Ivanoe Bonomi (Presidente),
Casati per i liberali, Ruini per la democrazia del
lavoro, De Gasperi per la DC, La Malfa per gli
azionisti, Nenni per i socialisti e Amendola per i
comunisti.
21. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa sono i CLN?
I CLN sono anch’essi “governi di fatto”: si auto-
attribuiscono potestŕ governativa originaria a
carattere provvisorio, in concorso con altre autoritŕ,
esercitando in concreto questa potestŕ, all’interno di
una guerra o di una rivoluzione, il tutto allo scopo di
organizzare definitivamente il potere.
22. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il 28 gennaio 1944 si tenne il cd. “Congresso di Bari”,
il primo congresso antifascista europeo e il primo
coordinamento di tutti i CLN.
A Bari tutti decisero di lottare contro il
nazifascismo e di volere autonomia rispetto al
governo regio: non si trasformň, tuttavia, in
“assemblea di governo”, anche perché gli Alleati non
erano convinti e c’erano discussioni anche tra i
partiti dei CLN.
23. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il Congresso, tuttavia, istituě una Giunta Esecutiva
Permanente per il coordinamento delle attivitŕ dei
CLN e, soprattutto, approvň un ordine del giorno, da
un lato, per rinviare la cd. “questione istituzionale”
(Monarchia o Repubblica?) e, dall’altro lato, per
rinviare la partecipazione dei partiti dell’esarchia al
governo regio solo dopo la sostituzione del Re.
24. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il complesso dei CLN era perciň una sorta di
“governo in fieri”: nelle zone occupate aveva
un’organizzazione politico-militare autonoma (solo
dopo collegata col governo ufficiale), nelle zone di
operazione collaborava con il Governo Militare
Alleato e nelle zone restituite continuava una forte
azione di pressione.
25. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il rapporto tra i CLN e il governo Badoglio fu molto
difficile: il governo approvň, tra l’altro, la cd.
“circolare Roatta”, con la quale si vietavano tutte le
manifestazioni politiche, si ordinava alle truppe di
procedere contro gruppi di individui che disturbano
l’ordine pubblico come se si trattasse di nemici e si
ordinava di “passare alle armi” i cittadini che
insultano le istituzioni e i militari che li appoggiano.
26. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
D’altro canto, il governo Badoglio non abrogň le leggi
razziali e non chiuse i campi di internamento in
territorio italiano .
Il governo Badoglio non solo volle il ritorno allo
Statuto ma lo fece in modo autoritario: si
introdusse la censura preventiva della stampa e,
fatto gravissimo, mai accaduto, fu intimato su
tutta la Penisola il coprifuoco.
27. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Come si uscě da questa situazione?
Con la cd. “svolta di Salerno”: il 13 marzo 1944
l’URSS riconobbe il governo Badoglio e Palmiro
Togliatti, capo del PCI, tornato dalla Russia il 27, si
espresse in una Salerno devastata dalla bombe a
favore della formazione di un nuovo governo
Badoglio, con la partecipazione dei partiti
antifascisti e il rinvio a fine della guerra della
questione istituzionale.
28. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
La “svolta” o il “patto” di Salerno, pertanto,
prevedeva: dopo la fine delle ostilitŕ, convocazione di
una Costituente; fino ad allora, rinvio della questione
istituzionale; istituzione della “Luogotenenza”,
pensata da De Nicola; ed, infine, entrata dei partiti
dei CLN al governo.
29. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il Re, a questo punto, il 12 aprile 1944 lesse un
proclama alla radio (il cd. “proclama di Ravello”): si
ritira dalla vita pubblica e nomina suo figlio Umberto
“Luogotenente del Regno”, nomina che diventerŕ
effettiva dopo la liberazione di Roma.
30. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
A seguito di questi eventi, si costituě il secondo
governo Badoglio (22 aprile-18 giugno 1944: solo 45
giorni), con la partecipazione, come Ministri senza
portafoglio, di Benedetto Croce, Carlo Sforza e
Palmiro Togliatti.
31. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Si noti che i CLN del Nord, che nel gennaio del 1944
si coordinarono nel CLNAI (Comitato di Liberazione
Alta Italia), nonostante l’evoluzione della situazione,
vollero sempre una forte autonomia operativa e
politica: sino alla liberazione, per esempio, nessun
loro esponente partecipň al governo.
32. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Nonostante questo, non mancarono certo i
collegamenti tra il CLNAI e il Comitato Centrale di
Liberazione Nazionale di Roma (sorto dopo la
liberazione della cittŕ), come non mancarono i
collegamenti con le forze armate nazionali, specie
dopo il trasferimento al Nord del Generale Raffaele
Cadorna, rappresentante del governo presso il
CLNAI.
33. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
L’evoluzione della situazione: dopo che gli Alleati
sfondarono la “linea Gustav”, il 4 giugno 1944 data la
liberazione di Roma.
Il CLN potč uscire dalla clandestinitŕ.
34. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Come era negli accordi, il 5 giugno il Re nominň il
figlio “Luogotenente Generale del Regno”, con il
compito di provvedere a tutti gli affari
amministrativi e per l’esercizio delle prerogative
regie.
35. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosa č la “luogotenenza”?
E’ un istituto, sconosciuto nel nostro ordinamento,
che disciplina di norma solo l’abdicazione e la
reggenza. Solo raramente si č usato per assenza del
Re per motivi bellici, per viaggi all’estero e per
malattia.
36. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
A questo punto, dimessosi Badoglio e insediato al
Quirinale il Luogotenente, si formň il primo governo
presieduto da Ivanoe Bonomi (18 giugno-10 dicembre
1944), presidente dei CLN, nel quale entrarono i
principali esponenti dei partiti antifascisti, tra cui
De Gasperi, Gronchi, Saragat, Tupini e si
confermarono Croce, Sforza e Togliatti.
37. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Perché č importante il primo governo Bonomi?
Perché č il primo formato da esponenti antifascisti e
perché non si forma “nelle stanze” del Re, ma per il
contributo dei partiti democratici riunitesi nei CLN.
38. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il 25 giugno 1944 si approva la cd. “prima
Costituzione provvisoria”, che, dopo la “svolta di
Salerno”, pone le basi del processo costituente.
39. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
La “prima Costituzione provvisoria” si compone di sei
articoli:
art. 1: dopo la liberazione nazionale, le forme istituzionali sarebbero state decise dal popolo italiano, che a tale fine avrebbe eletto una Assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione
40. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
art. 2: si disponevano le elezioni di una nuova Camera dopo la fine della guerra
art. 3: tutti i Ministri e i sottosegretari non dovevano compiere, fino alla convocazione della Costituente, atti che avrebbero pregiudicato la questione istituzionale (č la “tregua istituzionale”)
41. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
art. 4: affida al governo la competenza di adottare gli atti aventi forza di legge fino alla entrata in funzione del nuovo Parlamento
artt. 5 e 6: dettagli.
42. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
L’assetto posto in essere con la “prima Costituzione
provvisoria” caratterizzň la lunga fase fino alla
liberazione, anche quando si costituě il secondo
governo Bonomi (12 dicembre 1944-19 giugno 1945),
che diede gli Esteri a De Gasperi e la Vice-
Presidenza del Consiglio a Togliatti, secondo governo
Bonomi nato per il problema dei rapporti con il
CLNAI e per la questione della epurazione (per la
quale non ebbe l’appoggio del PSI e del PdA).
43. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Prima della liberazione, occorre ricordare due
provvedimenti importanti del secondo governo
Bonomi: estese anche alle donne il diritto di voto e
istituě, il 5 aprile 1945, la Consulta Nazionale, formata
da 400 membri nominati dai partiti del CLN (222), dal
Governo (80), dai sindacati e altri (78) e da membri di
diritto, con il compiti di dare pareri sulle questioni
generali e sui provvedimenti legislativi sottoposti dal
Governo.
44. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il parere della Consulta era obbligatorio in materia
di bilancio, di imposte e in materia elettorale:
proprio grazie al lavoro della Consulta si giunse
all’approvazione della legge elettorale per l’elezione
dell’Assemblea Costituente.
45. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il 25 aprile 1945 č la data dell’insurrezione
nazionale: la Liberazione.
Il 28 aprile Mussolini viene ucciso.
La resa č firmata il 29 aprile.
Il 30 aprile Hitler si suicida.
46. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Secondo lo storico Massimo Salvadori, i dati dei
morti in Italia sono i seguenti: 300.000 Alleati,
500.000 tedeschi, 10.000 civili massacrati dai
tedeschi, 40.000 vittime dei bombardamenti alleati,
2000 fascisti uccisi nei giorni della Liberazione,
36.000 partigiani.
47. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Dopo la Liberazione, si costituě il governo Parri (21
giugno-8 dicembre 1945), Parri che era stato il capo
del CLNAI, con Nenni nominato Ministro per la
Costituente e per la prima volta si diede la Giustizia
a Togliatti.
Il Governo Parri accordň un ordinamento
amministrativo alla Valle d’Aosta: d.lgs.lgt. 7
settembre 1945, n. 545.
48. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Seguě il primo governo De Gasperi (10 dicembre
1945-1 luglio 1946), sotto il quale si tennero le prime
elezioni del dopoguerra, le elezioni di 5680 Consigli
comunali: la scelta di anticiparle rispetto a quella
della Costituente fu molto dibattuta, anche se le
percentuali di voto poi furono all’incirca simili.
Parteciparono alle elezioni comunali circa l’80% degli
aventi diritto.
49. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il primo Governo De Gasperi, inoltre, concesse lo
Statuto alla Regione Sicilia: r.d.lgs. 15 maggio 1946,
n. 455 e approvň nel maggio sempre nel maggio del
1946 il decreto sulle “guarantigie della
magistratura”.
50. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il problema maggiore del primo governo De Gasperi,
tuttavia, era ancora la questione istituzionale:
intanto, si approvň la legge elettorale per la
Costituente (sistema elettorale proporzionale a liste
concorrenti, con recupero dei resti in un collegio
unico nazionale sulla base di liste nazionali di
candidati), che fu alla base delle scelte elettorali
successivi almeno fino al 1993.
51. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Ma il problema era quello istituzionale: siccome tra i
partiti del CLN la prevalenza era per la Repubblica,
si pose il problema degli elettori della DC e dei
liberali, in parte monarchici.
Si pensň, dunque, di affidare ad un referendum e non
alla Costituente la soluzione della questione
Istituzionale. La DC dichiarerŕ la libertŕ di voto.
52. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Cosě si approvň la “Seconda Costituzione provvisoria”,
il d.lgs.lgt. 16 marzo 1946, n. 98, che prevedeva:
il referendum popolare contestualmente alle elezioni per l’Assemblea Costituente.
Se avesse vinto la Repubblica, la Costituente, dopo la sua costituzione, avrebbe dovuto eleggere, con i 3/5 dei membri nelle prime tre votazioni e dopo la maggioranza assoluta, il Capo Provvisorio dello Stato, che svolgerŕ le sue funzioni secondo le norme vigenti in quanto applicabili, fino alla elezione del nuovo.
53. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
davanti al nuovo Capo dello Stato, il governo di deve dimettere e la scelta dell’incarico per il nuovo spettava al Capo dello Stato
fino alla elezione del Capo Provvisorio dello Stato, sempre in caso di vittoria della Repubblica, le sue funzioni erano esercitate dal Presidente del Consiglio in carica il giorno delle elezioni
54. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
in caso di vittoria della Monarchia, sarebbe continuata la Luogotenenza fino alla entrata in vigore delle disposizioni della nuova Costituzione
55. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
durante il periodo della Costituente e fino alla convocazione delle nuove Camere, il potere legislativo restava delegato al Governo, salva, ovviamente, la materia costituzionale e salva la materia elettorale e l’approvazione dei Trattati internazionali, di competenza dell’Assemblea.
56. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
il governo č responsabile dinanzi alla Costituente, che avrebbe potuto obbligare il governo alle dimissioni con una mozione di sfiducia approvata dalla maggioranza assoluta dei membri della stessa Costituente
57. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
la Costituente si dovrŕ riunire entro il 22 giorno successivo alle elezioni e sarŕ sciolta di diritto il giorno di entrata in vigore della nuova Costituzione
lo scioglimento della Costituente doveva comunque avvenire entro 8 mesi dalla prima riunione, prorogabili solo per altri 4 mesi
58. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
per la risposta al referendum dovranno essere indicati due distinti contrassegni: questo perché l’analfabetismo era ancora molto diffuso
59. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
La seconda Costituzione provvisoria, pertanto, fu di
estrema importanza: in essa si “preferiva” la forma
di governo parlamentare.
La Costituente non era ovviamente vincolata da
questo, ma l’influenza fu indiscutibile.
60. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
A questo punto tutto era pronto per le elezioni della
Costituente e per il referendum.
Il Re, tuttavia, decise di rompere la “tregua
istituzionale”: abdicň il 9 maggio 1946 ponendo le
premesse per la successione del figlio, che cinse la
Corona con il nome di Umberto II
61. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Umberto II rimase Re fino alla proclamazione dei
risultati del referendum: fu subito definito da
Calamandrei il “Re di maggio”.
L’abdicazione avvenne per spostare gli equilibri a
favore della Monarchia: con ciň perň si violň il “patto
di Salerno”, la tregua istituzionale, la prima e la
seconda Costituzione provvisoria.
62. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Vittorio Emanuele III, che aveva regnato per ben 46
anni, quanto Vittorio Emanuele II e Umberto I messi
insieme, morě il 28 dicembre ad Alessandria d’Egitto.
La scelta, tuttavia, non pagň.
63. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Secondo molti con l’abdicazione si ha la fine formale
dello Statuto Albertino, anche perché il governo non
presentň le dimissioni, come era invece prassi
affermata.
64. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Sta di fatto che, da un punto di vista giuridico, la
situazione del maggio 1946 non č definibile
chiaramente: Umberto acquisě la qualifica di Re ma
esercitň ancora le prerogative della Luogotenenza:
una sorta di “Re Luogotenente del Regno”, che di per
sé č perň una contraddizione in termini.
65. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il 2 giugno 1946 si tennero le elezioni ed il referendum:
alla Repubblica andarono il 54% dei voti (12,7 milioni), alla Monarchia il 45% (10,7 milioni): le schede tra bianche e nulle furono 1,4 milioni: comunque la Repubblica avrebbe vinto, anche se le bianche e le nulle fossero state tutte monarchiche
66. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il Paese era spaccato comunque a metŕ: a Nord della
XIX circoscrizione compresa (Perugia, Terni, Rieti)
vinse ovunque la Repubblica, a Sud della XX (Roma,
Viterbo, Latina, Frosinone) vinse ovunque la
Monarchia.
De Gasperi il 13 maggio assume la carica di Capo
provvisorio dello Stato.
67. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
quanto alla Costituente, le elezioni diedero i seguenti risultati: su 556 seggi, 207 alla DC (37%), 115 al PSI (20%), 104 al PCI (18%) e via via gli altri partiti minori, tra i quali ebbe un clamoroso insuccesso il Partito di Azione, che ebbe solo 7 eletti, tra cui Calamandrei ma non Bobbio, che per questo si ritirň per sempre dalla politica “attiva”.
68. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Al Re non rimase che la fuga dopo che il 13 giugno
aveva diffuso un messaggio con il quale dichiarň un
“gesto rivoluzionario” quello del governo che tra le
due proclamazioni dei dati del referendum (del 10 la
prima e del 18 giugno la seconda) iscrisse all’ordine
del giorno la questione della delega dei poteri regi al
Presidente del Consiglio.
69. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Al Re prontamente risposte il governo: giudicň
penoso il messaggio del Re e una “responsabilitŕ
gravissima” la fuga a Lisbona, tra l’altro, giustificata
perché proprio il governo, disse il Re, lo aveva messo
nella alternativa di provocare uno spargimento di
sangue o di subire la violenza da parte dello stesso
governo.
70. Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia
Il governo non fece altro che riaffermare che il Re
avrebbe potuto rimanere per discutere le modalitŕ
della successione, oppure, mantenere semplicemente
le sue riserve, anche a proposito della questione del
conteggio o meno delle schede bianche tra quelle
necessarie per raggiungere la “maggioranza degli
elettori votanti” (solo i voti validi o anche quelli
bianchi: solo quelli validi, disse la Cassazione).
71. La democrazia
L’Assemblea Costituente iniziň i suoi lavori il 25
giugno, con un discorso del decano, Vittorio
Emanuele Orlando.
Tra i Costituenti, solo per citarne alcuni: Orlando,
Croce, Bonomi, Nitti, Sforza, Eiunaudi, Ruini, Togliatti,
Moro, La Pira, Dossetti, Pertini, Terracini, Basso,
Ambrosini, Calamandrei, Mortati, Perassi, Iotti, Tosato,
Fanfani, Scalfaro, Silone, Andreotti, Zaccagnini, Valiani,
Rumor, Parri, Saragat, Nenni, Leone, Gronchi, Foŕ, Di
Vittorio.
72. La democrazia
Il 28 giugno č eletto Capo Provvisorio dello Stato
Enrico De Nicola, di fede monarchica, chiaramente
con un intento riconciliatore, come, d’altro canto, lo
stesso intento mosse Togliatti che da Ministro della
Giustizia concesse il 22 giugno la cd. “amnistia
generalizzata”: annullate le sentenze con 5 anni di
reclusione, la pena di morte sostituita con l’ergastolo,
l’ergastolo con 30 anni e tutte le altre pene
ridotte di un terzo.
73. La democrazia
Saragat del PSI fu eletto Presidente dell’Assemblea
Costituente, cui successe Terracini del PCI.
Il 13 luglio 1946 nacque il secondo governo De
Gasperi in carica fino al 28 gennaio del 1947,
formato dai tre partiti di massa alla Costituente
(DC, PSI e PCI) e dai Repubblicani.
74. La democrazia
Il 20 luglio si tiene la prima riunione della
“Commissione per la Costituzione”, la cd.
“Commissione dei 75”, presieduta da Ruini e con
segretario Perassi, che aveva il compito di preparare
il Progetto di Costituzione.
Per far questo si suddivise in tre Sottocommissioni:
diritti e doveri, ordinamento, diritti e doveri
economici
75. La democrazia
Fu creato anche un “Comitato di redazione”, il cd.
“Comitato dei 18”, per la redazione finale del testo.
Giŕ il 31 gennaio 1947 il Progetto fu presentato dalla
Commissione dei 75 all’Assemblea, che, tuttavia, il 10
febbraio dovette discutere del Trattato di pace di
Parigi: Croce, Orlando e Eiunaudi erano contro, ma
prevalse ancora lo spirito di concordia, anche se in tutto
il Paese si osservarono 10 minuti di silenzio.
76. La democrazia
Il 2 febbraio 1946, dopo la scissione
socialdemocratica di Saragat, nasce il terzo governo
De Gasperi, in carica fino al 31 maggio sempre del
1947, l’ultimo con la presenza contemporanea della
DC, del PSI e del PCI.
Il 10 marzo 1947 ci fu un contrasto tra Orlando e
Mortati sulle norme di principio, molto interessante
per la visione diversa dei due “grandi” giuristi.
77. La democrazia
Il 24 marzo si approvň l’articolo che poi sarebbe
divenuto l’art. 7 della Costituzione, con il consenso
del PCI, realizzando secondo molti uno dei piů alti
momenti di consenso in Costituente.
Nel 1949 Salvemini ebbe a dire che l’Italia era una
Nazione di clericali mezzi comunisti e di comunisti
mezzi clericali!
78. La democrazia
Intanto, perň, la situazione in Sicilia diventa sempre
piů pesante e difficile da gestire: si ricordi, su tutto,
la strage di Portella della Ginestra del 1 maggio
1947.
79. La democrazia
Il 31 maggio 1947 si forma il quarto governo De
Gasperi in carica fino 23 maggio 1948: č il governo
della svolta, perché con questo inizia l’era del
centrismo, che durerŕ fino al primo governo Moro
del 1963.
Nasce la “conventio ad excludendum” rispetto al PCI:
non tornň mai piů al Governo.
80. La democrazia
Il 22 dicembre 1946 si approvň la Costituzione della
Repubblica italiana: 453 voti a favore, 62 contrari,
nessuno astenuto.
81. La democrazia
La Costituzione della Repubblica italiana:
artt. 1 e 139: Italia democratica e repubblicana
art. 2: diritti inviolabili
art. 3: principio di eguaglianza formale e sostanziale
art. 5: unitŕ, indivisibilitŕ, decentramento
art. 11: apertura verso l’esterno
82. La democrazia
La Costituzione, per Aldo Moro, č una “piramide
rovesciata” che realizza una sorta di “socialitŕ
progressiva”: dall’individuo alla famiglia, dalla
famiglia alle associazioni, dalle associazioni ai partiti
e ai sindacati, dai partiti ai Comuni, alle Regioni e
su fino allo Stato.
83. La democrazia
I Costituenti scelsero il parlamentarismo e non il
presidenzialismo, scelsero il regionalismo e non il
federalismo.
Il senso dei lavori della Costituente č dato dalle tre
firme poste in calce alla Costituzione: De Nicola,
Terracini e De Gasperi.
84. La democrazia
Se errore fecero i Costituenti, questo fu quello di
fidarsi eccessivamente dei Parlamenti futuri, cui si
rinviň l’attuazione degli istituti piů innovativi del
nuovo ordinamento, come le Regioni, la Corte
costituzionale e il referendum popolare, solo per
citarne alcuni.
85. La democrazia
Come disse ancora Piero Calamandrei, era come dare
in appalto ai lupi la costruzione dell’ovile!
86. La democrazia Per altri, inoltre, la Costituzione era frutto di
“troppi” compromessi: bellissimo il dibattito tra
Calamandrei e Togliatti:
il primo raccontň la storia di un uomo di
mezza etŕ che piaceva alle donne: alcune lo
preferivano con tanti capelli, altri con pochi,
risultato che rimase senza; il secondo, in
risposta, citň Dante: “facesti come quei che va
di notte, che porta il lume dietro e sé non
giova,ma dopo sé fa le persone dotte”.