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I fenomeni migratori: aspetti quantitativi e qualitativi. Cooperativa Tempo Libero 5 marzo 2007. I cambiamenti normativi. Legge n. 943/86 Legge Martelli: n. 39/1990 Decreto Dini: n. 489/1995 Legge Turco Napolitano: n. 40/1998 Testo unico sull’immigrazione: d.l. 286/98
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I fenomeni migratori: aspetti quantitativi e qualitativi Cooperativa Tempo Libero 5 marzo 2007
I cambiamenti normativi • Legge n. 943/86 • Legge Martelli: n. 39/1990 • Decreto Dini: n. 489/1995 • Legge Turco Napolitano: n. 40/1998 Testo unico sull’immigrazione: d.l. 286/98 • Legge Bossi-Fini: n. 189/2002 • D.l. 241/2004 (Disposizioni urgenti in materia di immigrazione) Legge 271/2004 Regolarizzazioni: circa 1,1 milioni di soggetti, 650 mila nel 2003 Clandestini/irregolari
Le presenze: aspetti quantitativi • In 10 anni il numero risulta più che triplicato • Diversa distribuzione territoriale • Cambia la geografia delle presenze • È ridimensionato “l’effetto metropoli” • Più dei 4/5 presenti per lavoro (46,6%) e per famiglia (36,5%) • Età media: più bassa di 11 anni rispetto agli italiani (30/41,7 anni); i minori incidono per più di 1/5 sulla popolazione straniera
Dal censimento del 2001 (1milione e 600 mila soggetti), calcolando il tasso di incrementi, si arriva a 2,6 milioni di presenze regolari (il 90% da Pfpm); • al 1° gennaio 2006: 2.670.514 residenti (+ 268.000 unità rispetto al 2005 – incremento 11%) • Incidenza sulla popolazione complessiva: 4,5% (8,8% in Germania, 6,6% in G. B.) • Presenze non legali: dal 44% del 1994 al 10-15% del 2004 • 1.350.588 maschi e 1.319.926 femmine
Crescita delle acquisizioni di cittadinanza (28.659 nel 2005) • Distribuzione territoriale: Il 25% risiede in Lombardia (l’11% in prov di Milano) • Incidenza: Lombardia (7,0%), Emilia-Romagna e Veneto nel nord (6,9%); Umbria (6,8%) nel Centro; Abruzzo (3,4%) al sud
Nati in Italia: 51.971 nel 2005, pari al 9,4% del totale dei nati in Italia (+6,2% rispetto all’anno precedente, in cui erano 48.925); a nord l’incidenza dei nati str. sul totale dei nuovi nati è 14,5% presenze stabili
Legata alle vicende economiche e storico-politiche che si succedono a livello internazionale • Prevalenza dell’Europa (43,9%) seguita da Africa (29), Asia (16,1), America (10,7) e Oceania (0,3) • Presenze dell’Europa centro-orientale più che raddoppiate in tre anni (in particolare ucraini, rumeni, albanesi) • Prime 3 cittadinanze: 36% del totale; prime 16: 50% • Diversa distribuzione sul territorio
Alcuni aspetti qualitativi • Crescita delle presenze dei nuclei famigliari; dai “single” alle seconde generazioni. • Recupero degli equilibri di genere (per la femminilizzazione di alcune professioni molto richieste; per i ricongiungimenti familiari). Alcuni gruppi nazionali hanno ancora una prevalenza maschile • Fenomeno delle coppie miste • Aumenta la quota degli insediamenti stabili (più alta per albanesi e filippini, più bassa per rumeni, polacchi, brasiliani)
Il panorama bresciano • Aumento dei soggetti provenienti dai Pfpm (il 74% del totale) • Diminuzione dal 2002 al 2003 degli irregolari (“sanatoria”) • Brescia al 2° posto in regione per numerosità delle presenze (128mila su un totale di 775mila, pari al 16,5%). Al 1° posto Milano (351mila) seguono Bergamo (84mila) e Varese (c.ca 43 mila) In quattro anni e mezzo la Provincia di Brescia ha accresciuto del 117% il numero delle presenze immigrate sul proprio territorio, la cui incidenza è salita dal 14,3% al 16,4% sul totale regionale.
Aspetti quantitativi e tipologia della presenza 12.700 10.600 9.200 7.700 6.300 10.900 19.300 107.300 10.600 5.500 86.300 4.200 56.800 46.700 45.300
Le aree e i paesi di provenienza Evoluzione delle presenze al 1° luglio degli anni 2004 e 2005 Presenze per Paesi al 1.7.2005
Irregolari Albania 1.970 Marocco 1.610 Romania 870 India 840 Irregolari per macroaree al 1° luglio 2005
Le principali caratteristiche strutturali ’01 ’02 ’03 ’04 ’05 Uomini 61,2 63,7 59,7 55,1 64,0 Donne 38,8 36,3 40,3 44,9 36,0 Under 30 27,4 32,9 27,6 28,8 29,9 Over 40 20,8 17,3 21,1 20,1 23,2 Cattolici 16,7 19,3 23,0 28,1 17,9 Musulmani 51,5 59,9 47,8 41,7 49,8 Nessun titolo (*) 10,9 16,7 18,3 10,8 10,0 Laurea e simili 11,8 13,2 6,7 9,1 13,1 (*) Titolo di studio raggiunto
Le condizioni lavorative 2001 2002 2003 2004 2005 Disoccupato 7,8 9,1 8,5 7,6 5,7 Studente 0,6 2,1 2,0 1,7 1,8 Casalinga 16,2 8,2 13,8 9,5 11,0 Reg. tempo determinato 7,3 8,6 14,5 19,4 16,5 Regolare tempo parziale 2,7 2,0 6,6 3,9 4,7 Regolare full-time 41,6 44,7 36,2 36,8 40,3 Irregolare stabile 8,2 8,2 2,6 5,0 3,8 Irregolare precario 3,9 5,4 3,3 5,3 4,2 Lavoratore parasubordinato 1,8 3,5 1,5 2,4 2,8 Imprenditore -- -- -- -- 0,8 Autonomo regolare 8,0 5,5 8,9 6,6 7,4 Autonomo irregolare 2,0 2,7 2,1 1,6 1,1
Tipo di lavoro Brescia Lombardia 1. Operai generici nell’industria 36,5 16,3 2. Operai edili 14,1 13,3 3. Addetti alla ristorazione/alberghi8,4 10,6 4. Operai generici nel terziario 6,3 7,3 5. Addetti alle pulizie 4,1 4,4 6. Operai agricoli e assimilati4,0 2,9 7. Mestieri artigianali 3,8 5,2 8. Assistenti domiciliari3,7 6,1 9. Addetti alle vendite e servizi 3,4 2,8 10. Domestici ad ore 3,3 7,2 Altro 12,1 23,6 Non dichiara 0,3 0,5
Condizione abitative, di stato civile e familiare degli stranieri ultraquattordicenni provenienti da PFPM Condizione abitativa 2001 2002 2003 2004 2005 % Solo o con famiglia 61,3 63,0 63,3 57,5 63,5 di cui: % casa di proprietà 8,2 7,4 10,8 11,0 14,3 % In coabitazione 29,3 26,1 24,4 22,3 24,4 % Sistemazione precaria 3,5 4,3 3,9 10,1 7,3 % Centro d’accoglienza 2,0 1,1 1,6 1,0 1,3 % Sul luogo di lavoro 3,9 5,6 6,8 9,2 3,7 Stato civile e famigliaU ’03 U ’04 U ’05 D ’03 D ’04 D ’05 % Celibi o nubili 46,7 35,2 37,9 28,5 26,3 26,2 % Coniugati 50,1 62,4 59,9 63,0 61,2 64,6 % Solo senza figli 20,9 15,5 12,3 22,8 20,5 15,8 % Con partner e figli 23,0 22,2 25,8 40,3 35,5 43,8
Alcune indicazioni per l’integrazione • Fenomeno migratorio come fenomeno strutturale • Garanzia di pari opportunità e riduzione dei rischi di discriminazione e di esclusione sociale spazi di cittadinanza (cittadinanza economica/sociale; diritti individuali/diritti collettivi) • Eterogeneità delle presenze (a scuola: 191 nazionalità su 195) • Politiche a favore delle seconde generazioni • Fase temporale del processo migratorio rivendicazioni, soprattutto religiose; percorsi migratori (“socializzazione anticipatoria”); politiche migratorie • Dalla gestione dell’emergenza alla gestione della convivenza; universalismo/relativismo
Chi sono i minori stranieri ? • minori nati in Italia ma con cittadinanza non italiana • minori immigrati con la famiglia • minori ricongiunti (in età scolare o dopo aver iniziato il processo di apprendimento scolastico in un altro paese) • minori non accompagnati (e presi in carico da progetti educativi realizzati in Italia) • minori rifugiati o richiedenti asilo • minori arrivati per adozione internazionale • figli di coppie miste
Alcuni dati • Censimento 2001: 284.224 minori, pari al 21,3% della popolazione straniera residente; Di questi, 159.000 sono nati in Italia • Stime all’inizio 2005: 491.000 minori (17,6% del totale degli stranieri residenti) • Concentrazione territoriale significativa al nord (65,1% delle presenze)
Alcuni dati sulla scuola • Alunni stranieri: nell’a.s. 2005/2006 sono 430.000 (10 anni fa: 50.000) • In numeri assoluti: Milano, Roma, Torino, Brescia • Rispetto agli ordini di scuola: • Incidenza sulla popolazione scolastica: 4,8%
Le presenze nelle scuole di Brescia • Alunni stranieri: nell’a.s. 2005/2006 sono 17.830 (più che raddoppiati rispetto all’a.s. 2000/01) • Incidenza sulla popolazione scolastica: a livello provinciale 10%
Le sfide • La comprensione linguistica • La gestione delle separazioni;l’ambivalenza del viaggio • La vita nel contesto familiare; la definizione/ridefinizione dei ruoli e dei legami familiari • Le relazioni con i pari; l’utilizzo degli spazi e dei servizi del territorio • La gestione della propria differenza • La gestione della solitudine e del disagio • La gestione delle aspettative • Gli episodi di discriminazione definizione/ridefinizione della propria identità
I bambini e i ragazzi stranieri… • Devono ridefinire la propria identità • La definizione della loro identità, le modalità e la qualità del loro inserimento dipendono anche da ciò che offre la società d’accoglienza modello di integrazione • Devono far fronte alle richieste della famiglia e della scuola, a volte in contrasto fra di loro
La famiglia… • In mancanza di una rete parentale o di vicinato è spesso socialmente isolata (in particolare le madri) • Propone ai figli modelli a volte inadeguati al nuovo contesto di vita • Ridefinizione dei ruoli all’interno e con l’esterno • Si assiste ad un rovesciamento dei ruoli • Si creano problematiche di genere e di equilibrio interno • I figli tendono a rifiutare le forme di integrazione subalterna dei genitori • I genitori puntano sulla realizzazione dei figli • Disagi che scaturiscono in conflitti intergenerazionali
La scuola… • Aumento della complessità e delle differenziazioni interne alle classi • Necessità di coinvolgere i genitori • Lettura in termini di disinteresse • Incontro/scontro con diversi modelli educativi • Esigenza di colmare il prima possibile le “lacune” • Senso di impotenza e/o di solitudine degli insegnanti • Situazione a “macchia di leopardo” • Esiste un modello di integrazione condiviso?
Concludendo..le questioni in gioco • Garantire pari opportunità; uguaglianza delle possibilità a partire dalle peculiarità di ogni soggetto • Riflettere sul modello di integrazione e sulle dinamiche dell’incontro fra diversità • Creare interventi che permettano la diffusione delle “buone pratiche” • Tutelare la pluralità delle identità • Garantire agli insegnanti e alle altre figure educative una formazione specifica • Conoscere il fenomeno con un’attenzione alle seconde generazioni e ai processi di scelta scolastica e lavorativa • Conoscere i processi di inclusione/esclusione scolastica e sociale