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INDICE. Non tutti hanno un linguaggioIl termine ?Segni"Sign Language Structure: William StockoeDoppia articolazione: Cheremi e FonemiLivello morfologicoCaratteristiche dei nomiCaratteristiche dei verbiLivello SintatticoIl discorso in lingua dei segniIconicit?: propriet? pervasiva dei segni
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1. COM’E’ FATTA UNA LINGUA DEI SEGNI Studentessa Macrì Viviana 71385
2. INDICE Non tutti hanno un linguaggio
Il termine “Segni”
Sign Language Structure: William Stockoe
Doppia articolazione: Cheremi e Fonemi
Livello morfologico
Caratteristiche dei nomi
Caratteristiche dei verbi
Livello Sintattico
Il discorso in lingua dei segni
Iconicità: proprietà pervasiva dei segni
I neuroni specchio
Le lingue dei segni inscritte nel nostro codice genetico
3. Non tutti hanno un linguaggio Il linguaggio è proprio dell’uomo. Ogni essere che ha un linguaggio possiede anche la voce, ma non tutti gli esseri che hanno una voce possiedono un linguaggio. E questo il caso dei nati sordi i quali sono sempre anche muti. Essi possono si emettere qualche suono vocale, ma non hanno alcun linguaggio (Ibidem, 536b)
4. Il termine “Segni” Le lingue dei segni sono i codici visivo-gestuali in uso presso le diverse comunità sorde del mondo.
Il termine “Segni” si afferma nel corso degli anni ’70 come un’etichetta che sostituisce altre denominazioni: “gesti”, “forme mimico-gestuali”.
Si vuole marcare una differenza tra forme di gestualità che accompagnano le parole e un sistema comunicativo paragonabile alla lingua vocale.
5. SIGN LANGUAGE STRUCTURE: WILLIAM STOCKOE Nel libro di William Stockoe (1960) si pone l’accento sulla possibilità di applicare i metodi della linguistica allo studio dei segni.
Fino agli anni ’90 è prevalso il desiderio di sottolineare le caratteristiche delle lingue dei segni simili a quelle delle lingue vocali.
Paul Jouison pone le basi per uno studio che colga i caratteri essenziali e la struttura dei segni in piena autonomia.
6. Doppia articolazione: Cheremi e Fonemi I cheremi sono le unià minimali di cui è composto un segno e appartengo a quattro tipi:
Essi sono paragonati ai fonemi, unità di seconda articolazione della lingua vocale
7. Livello morfologico La combinazione tra i cheremi permette di passare dal livello delle unità prive di significato, a quello delle unità dotato di un significato grammaticale o lessicale: Il livello morfologico
8. Caratteristiche dei nomi I nomi della lingua dei segni si differenziano sulla base:
9. Caratteristiche dei verbi Possiamo raggruppare i verbi della LIS (Lingua Italiana dei Segni) in tre classi:
1. articolati sul corpo (non presentano inflessioni per marcare la persona e l’accordo)
2. articolati nello spazio neutro con due punti di articolazione (si sfrutta la direzione del movimento per marcare la persona e l’accordo)
3. articolati nello spazio neutro con un punto di articolazione (il luogo di articolazione coincide col soggetto e col paziente dell’azione)
10. Esempio di articolazione dei verbi
11. Livello sintattico L’ordine dei costituenti che compongono una frase è legato:
E’ il topic (l’elemento più importante) della frase che in genere viene anticipato
12. Esempio di sintassi
13. Il discorso in lingua dei segni L’asse sintagmatico non è un’asse lineare, i componenti della lingua dei segni si articolano anche in maniera simultanea.
Oltre agli articolatori manuali, vi sono altri articolatori che contribuiscono a veicolare aspetti importanti dell’informazione
Anche nelle lingue vocali la multimodalità è un fatto evidente:
14. Iconicità: proprietà pervasiva dei segni Per iconicità si intende una relazione di somiglianza tra segno e referente
Osservando un segno come TAVOLO sembra di poter scorgere un legame tra la forma del segno (configurazione a mano aperta) e la “superficie” del tavolo.
15. I neuroni specchio La base neuropsicologica delle attività linguistiche in segni, coinvolge un tipo di neuroni che facilitano la presenza di tratti iconici: i neuroni specchio.
Essi sono specializzati in compiti percettivi legati ad attività manipolative e strumentali.
16. Le lingue dei segni inscritte nel nostro codice genetico Studi sull’ontogenesi del linguaggio confermano che in una prima fase dell’acquisizione della lingua i bambini udenti si servono di un sistema misto, vocale-gestuale, che lascia spazio alla lingua vocale solo intorno ai venti mesi.
Le lingue dei segni sarebbero un sistema comunicativo inscritto nel nostro codice genetico, caratterizzante le nostre prime forme di comunicazione, oggi prima lingua nelle persone sorde
17. Bibliografia Armostrong,D.F.,Stockoe W.e Wilcox, S.E.(1995), Gesture and the nature of language, Cambridge University Press, Cambridge
Jouison, P.(1995), Ecrits sur la langue des signes française, Editions L’Harmattan, Paris.
Russo, T.,Pizzuto, E. e Giuranna R (2001), Italian sign language poetry: iconic properties and structural regularities, in Sign Language Studies, 2.1,fall 2001,pp. 84-112
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