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“Bambini inappetenti, genitori in ansia!” Come aiutare i bambini ad instaurare un buon rapporto con il cibo Dott.ssa Claudia Mazzoni.
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“Bambini inappetenti, genitori in ansia!” Come aiutare i bambini ad instaurare un buon rapporto con il cibo Dott.ssa Claudia Mazzoni
“In una contrada che si chiamava Bengodi si legano le vigne con le salsicce e avevasi un'oca a denaro e un papero per giunta; ed eravi una montagna tutta di formaggio parmigiano grattugiato, sopra la quale stavan genti che niuna altra cosa facevano che far maccheroni e ravioli e cuocerli in brodo di capponi, e poi li gittavan quindi giù, e chi più ne pigliava, più se n'aveva; e ivi preso correva un fiumicel di vernaccia, della migliore che mai si bevve, senza avervi dentro una gocciola d'acqua” Boccaccio Bisogni che cambiano.......
“Il rapporto che la nostra società ha instaurato con il cibo sembra legarsi ad una sopravvivenza di carattere affettivo emotivo , più collegata alla crescita psicologica dela persona che a quella meramente fisica” Oggi.............
E' a partire da questo intreccio di significati che bambini e ragazzi possono utilizzare il cibo come mezzo di comunicazione nei confronti di genitori ed educatori
Per mangiare bene occorre creare UN BUON CLIMA a tavola! Uno sguardo ai comportamenti educativi................
È proprio la tavola il luogo privilegiato dei conflitti! I figli soprattutto se piccoli non hanno altro modo di richiamare l'attenzione! E' pur vero che.......
È bene ricordarsi che..... • Si mangia con tutti i sensi • I pasti NON sono il posto giusto per educare i figli • Il ruolo di guida spetta ai genitori ( responsabilità dell'alimentazione dei figli) • I bambini sono competenti dal punto di vista alimentare, ma il ruolo guida spetta comunque ai genitori • Il bambino che trova posto sul seggiolone deve cominciare a tenere conto della collettività!
Un buon cibo è quello che contiene gioia, piacere, bellezza, qualità Si può fare insieme al bambino “esperienza del buon cibo “ ( odorare, gustare, guardare...) E ancora si può, mentre si fa la spesa coinvolgerli e spiegare loro le ragioni di quell'acquisto Preparare, manipolare il cibo insieme a loro ( tempo in cucina)
Non esiste, da un punto di vista pedagogico, un galateo particolare a tavola, ma un progetto educativo dei genitori che comprende anche il momento del pasto ( es. si sta insieme per il piacere di stare insieme e non semplicemente perchè “è buona norma”!) E il galateo?
Per un genitore è frustrante vedere il figlio che non mangia il cibo che gli abbiamo preparato ed è da qui che si genera il conflitto ma i conflitti con i figli riguardo all'alimentazione costituiscono un'occasione unica di maturazione e di crescita per la famiglia E i conflitti a tavola?
Frasi da non usare..........questione di buone prassi nella comunicazione
E' bene ricordarsi che i bambini hanno papille gustative decisamente molto sensibili e sono in grado di individuare il retrogusto molto più degli adulti, per cui il bambino è per definizione più schizzinoso !!! Bambini schizzinosi........
Si possono generare buone abitudini alimentari ricordando che il ruolo guida è sempre dei genitori! Si può dire ad un figlio:”senti Paolo, sono due mesi che mangi solo cotolette di pollo. Ci fa piacere che tu mangi qualcosa che ti piace , ma così pensiamo che non vada bene. Da domani devi mangiare quello che mangiamo noi. Probabilmente non sarai contento, ma è così!” tuttavia................
Non esistono regole e prescrizioni universali; in ogni famiglia è bene trovare la soluzione più adatta a quel contesto
L'importante è tenere conto che i disturbi alimentari riguardano il rapporto del bambino con se stesso, con i familiari e con la vita e MAI il rapporto con il cibo
Alcuni suggerimenti se il bambino mangia poco.... • Non ha senso costringere il bambino a mangiare, lo farebbe solo per far contenti i genitori, evitando, però l'espressione del conflitto ( quadro nevrotico) • Coinvolgere la rete d rapporti • Chiedersi quando è comparso il fenomeno • Analizzare in modo critico l'atteggiamento nei confronti dell'alimentazione • Trascorrere tempo con il bambino osservandone altri ambiti di vita
Vedere se all'asilo o a scuola mangia • Se il problema perdura è comunque possibile richiedere il parere di uno specialista
Il cibo-latte inizia ad esistere per il bambino come oggetto affettivo o meglio uno dei termini privilegiati del suo primitivo linguaggio con la madre e successivamente con l'intero contesto familiare Per quali motivi ?
Il cibo può dunque diventare il simbolo privilegiato della relazione affettiva e l'atto nutritivo metafora dello scambio d'amore
La relazione nasce insieme all'alimentazione ! Possiamo dire che.......
La relazione affettiva DEVE evolversi : “ la mamma offre qualcosa di buono anche senza cibo” ......segue E' importante ricordare che.....
“......in questo modo il bambino ricava affetti e pensieri che lo aiutano a sopportare l'assenza materna”
Quando il conflitto può finire nel piatto!......... • In periodi di difficoltà di crescita ( separazioni, distacchi, cambiamenti) • Quando i genitori sono troppo iperprotettivi ed agiscono in funzione evitante il conflitto stesso non permettendo l'esprimersi di quei sentimenti di oppositività che regolano ogni relazione • In presenza di bruschi cambiamenti nella vita affettiva e relazionale • Quando le aspettative dei genitori sono troppo elevate
“un mutamento nella modalità di nutrirsi porta spesso con sé una comunicazione, un messaggio che non va trascurato” E' importante sapere che......
Cosa fare? • Non soffermarsi solamente sul “sintomo cibo“ • Porsi in ascolto di ciò che attraverso il cibo viene comunicato • Trasformare il disagio comunicato attraverso il cibo in dialogo e narrazione