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Relatore: Presidente FILAS Flaminia Saccà. APRIAMO LA MENTE Le Origini Innovazione tecnologica e sistema cultura VITTORIANO Roma, 16 MAGGIO 2008. Indice. Premessa Obiettivi del distretto Il contesto laziale I principali attori del DTC Interventi attuativi del distretto
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Relatore: Presidente FILAS Flaminia Saccà APRIAMO LA MENTE Le Origini Innovazione tecnologica e sistema cultura VITTORIANO Roma, 16 MAGGIO 2008
Indice • Premessa • Obiettivi del distretto • Il contesto laziale • I principali attori del DTC • Interventi attuativi del distretto • Fonti di finanziamento • Considerazioni sul processo di costituzione del distretto • Evoluzione DTC • Prossimi passi • Le condizioni per il successo
Grandi Imprese Filiera produttiva Centri di ricerca Distretto Tecnologico Sistema finanziario Governance Eccellenza in campo scientifico -tecnologico Università Premessa • L’Italia ed il Lazio hanno un particolare ruolo in Europa sui temi del patrimonio culturale sia per la dotazione immensa di risorse, sia per la forte attenzione sui temi della conservazione, restauro, sia per il ruolo di Roma come uno dei più grandi attrattori del turismo culturale del mondo. • L’attenzione dell’ Europa sul 7° Programma Quadro di ricerca riconosce il ruolo focale della ricerca scientifica e della tecnologia applicata al patrimonio culturale sia nel processo di integrazione europea che per l’impatto in vaste aree di sviluppo economico quali il turismo, le costruzioni, l’ambiente e l’educazione. • I Distretti tecnologici nascono da un’azione congiunta fra Regioni e Governo con il fine di promuovere la collaborazione fra grandi e piccole/medie imprese e gli Enti di Ricerca su progetti innovativi. • La creazione di un Distretto è determinata da alcune caratteristiche di base della Regione che lo richiede: il MUR valuta la situazione del territorio, la potenzialità del progetto (capacità di generare indotto, la fattibilità economico-finanziaria) e la capacità di attrarre investimenti. • E’ necessaria la presenza sul territorio di università e centri di ricerca autorevoli, di una diffusa imprenditorialità e di risorse umane altamente qualificate. • Una componente importante del DT è la sua autosostenibilità • economico-finanziaria alla fine del triennio dei finanziamenti pubblici.
Obiettivi del Distretto Tecnologico della Cultura del Lazio cont. 1/2 • Stimolare la nascita di imprese innovative che utilizzino i beni culturali come volano dello sviluppo economico locale; • Favorire un uso privato, ma regolamentato dal pubblico e ad alto valore aggiunto economico del patrimonio culturale, creando delle comunità di pratica fra gli attori del sistema; • Creare processi e infrastrutture abilitanti per supportare gli attori della filiera dei bbcc; • Incrementare le collaborazioni tra grandi imprese (GI) e piccole e medie imprese (PMI); • Incrementare nuove aziende, o aggregazioni di aziende esistenti, di cui una quota del 30% in grado di accedere ai finanziamenti per l’innovazione tecnologica, operanti nei diversi comparti del settore dei Beni Culturali fra dirette e indirette; • Potenziare le capacità di generare innovazioni mirate e specifiche di settore, attraverso il cofinanziamento di progetti di sviluppo, ammodernamento e/o acquisizione di impianti e dispositivi da parte di Università e centri di ricerca/OdR/strutture del MiBAC del Lazio; • Attrarre capitali privati, competenze eccellenti e imprese internazionali ad alta tecnologia, attraverso strumenti innovativi di private equity/venture capital in operazioni finanziarie nel capitale di rischio;
Obiettivi del Distretto Tecnologico della Cultura del Lazio cont. 2/2 • Rafforzare il valore giuridico dei brevetti laziali, di cui il 30% legato allo sviluppo di tecnologie per la sicurezza e la protezione dei beni culturali e sostenere la diffusione delle competenze delle imprese all’interno della frammentata filiera dei beni culturali; • Creare nuova imprenditoria capace di realizzare una gestione economica del patrimonio culturale sia sul piano della valorizzazione e fruizione che dei sistemi innovativi di messa in sicurezza dei beni culturali; • Promuovere e favorire il trasferimento tecnologico attivando azioni come la raccolta e la diffusione di opportunità di innovazione con impatto sul business, focalizzando lo sforzo sull’efficacia della comunicazione per stimolare l’interesse e il follow up con prodotti diversificati in funzione delle caratteristiche delle imprese destinatarie; • Ampliare l’offerta del turismo culturale sia tramite forme di fruizione virtuali e multimediali sia attraverso strumenti di marketing esperienziale, in grado di supportare l’esperienza di visita in tutte le sue fasi; • Reindirizzare e distribuire su aree più vaste i flussi turistici che attualmente si concentrano in un numero ristretto di siti e sono condizionati dalla forte polarizzazione sulla capitale individuando e sperimentando strumenti per la fruizione e valorizzazione di luoghi periferici regionali maggiormente in grado di attirare operatori e turisti, dove applicare l’innovazione con successo.
Il contesto laziale • Il Lazio si caratterizza per: • la quantità/qualità dei beni culturali presenti sul territorio regionale; • la sua incidenza sul totale delle attività economiche (nel 2006 i visitatori dei musei, monumenti ed aree archeologiche di proprietà dello Stato nella regione Lazio sono stati 11.141.998 determinando un introito di 39.994.622,25 Euro); • la qualificata attività di ricerca svolta da organismi sia pubblici sia privati di rilevanza internazionale, quali le Università, i Centri di ricerca ed i Poli tecnologici, che costituiscono un’infrastruttura integrata, in grado di sostenere i processi innovativi, multidisciplinari e multitecnologici, tipici del settore. Il sistema tecnico – scientifico • Alta concentrazione di ricercatori pubblici impegnati nel settore beni culturali. • La più alta produzione di laureati nei settori scientifico culturali interessati. • Presenza di 5 Università pubbliche • Presenza di Università private: Università Luiss Guido Carli; Libera Università Maria SS. Assunta – LUMSA; il sistema delle università pontificie. • Presenza degli Istituti Centrali del MIBAC: ICR; ICPL; ICCD; ICCU • Presenza:CNR; ENEA; INFN Criticità: scarso dialogo e sinergia con il mondo imprenditoriale per le difficoltà degli EdR ad orientare la loro attività verso le esigenze delle PMI locali (limiti delle imprese nell’identificare ed esplicitare i propri bisogni di innovazione e nell’intercettare le tecnologie utili ai propri processi produttivi) Il sistema delle imprese • Presenza di importanti società di servizi nell’ICT e di qualificate e innovative aziende del settore • Grande esperienza nel campo dell’audiovisivo • Tessuto produttivo dinamico di piccole e medie imprese. Il Lazio guida la leadership dell’incremento del numero di imprese(+135,1%) registrate per le attività legate al settore dei beni culturali. • Registrate 1800 imprese coinvolte nella filiera • Presenza di un comparto edile ad alta specializzazione per la realizzazione di grandi opere nel settore del patrimonio culturale, di sofisticati interventi di restauro e per la creazione di nuovi contenitori museali contemporanei. Criticità:la frammentazione dell’offerta nell’ambito dei beni culturali rende necessario uno sforzo strutturato di politica settoriale. Sottoutilizzazione del capitale umano, delle conoscenze e delle potenzialità di innovazione.
Ricercatori impegnati nel sistema della ricerca nel patrimonio culturale • Il settore dei beni culturali comprende al suo interno una complessa e articolata compagine settoriale, composta da discipline afferenti al comparto umanistico e scientifico, per un totale di circa 1300 ricercatori pubblici. • La rete di Atenei presente nel territorio laziale comprende: 9 atenei, di cui 5 pubblici e 4 privati. • Università pubbliche: • Università degli studi di Roma “La Sapienza” • Università degli studi di Roma “Tor Vergata” • Università degli studi di “Roma 3” • Università degli studi della Tuscia di Viterbo • Università degli studi di Cassino Università private: • Università Luiss Guido Carli • Università pontifice • Organismi di Ricerca: • L’istituto Centrale del Restauro • L’istituto Centrale di Catalogazione e Documentazione • L’istituto Centrale della Patologia del Libro • Centro di Fotoriproduzione, Legatoria E Restauro • Consiglio Nazionale Delle Ricerche – Cnr • L’Ente per Le Nuove Tecnologie, l’Energia e l’Ambiente – Enea • Istituto Nazionale di Fisica Nucleare - Infn
Piattaforme informatiche avanzate Formazione La filiera economica dei Beni Culturali in Italia • L’analisi della filiera dei Beni Culturali ed il riconoscimento delle sua articolazione composita ma al tempo stesso frammentaria richiede un approccio innovativo nella formulazione dei meccanismi di governance del DTC, capace di comprendere ed integrare le differenti richieste e necessità dei numerosi attori coinvolti quali il sistema delle imprese, il sistema tecnico-scientifico e il pubblico, soggetto che guida e stimola la domanda stessa. Gestione economica Conservazione Conoscenza Fruizione • Infrastrutture per il trasporto turistico • Servizi aggiuntivi e sistemi di pagamento • Gestione spettacoli ed eventi • “Macchina pubblica” per la tutela e la gestione • Sicurezza (preventiva e investigativa) • Tecnologie museali e ricostruttive • Mappe satellitari, contenuti per telefonia mobile e “location based-service” • Editoria e new media • Strumentazione per l’individuazione e la diagnostica conoscitiva • Studiosi del patrimonio culturale • Centri di ricerca • Diagnostica • Nuovi materiali per il restauro e la costruzione di edifici innovativi • Tecnologie per la digitalizzazione e per la classificazione • Monitoraggio • Tecnologie per la sicurezza
Il patrimonio culturale statale per regioni Musei, monumenti ed aree archeologiche statali, 2004 Il Lazio possiede il patrimonio culturale più ampio del paese (Fonte: MIBAC)
Le istituzioni coinvolte • I soggetti promotori del distretto sono il MUR, il MISE (fondi CIPE), il MIBAC e la Regione Lazio (in particolare l’Assessorato Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione e Turismo e la Filas – Finanziaria Laziale di Sviluppo) firmatari dell’Accordo di Programma Quadro costitutivo del distretto. • Le principali istituzioni della Regione Lazio coinvolte nel progetto sono: • Assessorato allo Sviluppo Economico, Ricerca, Innovazione, Turismo; • Assessorato alla Cultura, Spettacolo, Sport • Assessorato al Bilancio ed alla Programmazione • Le principali istituzioni in fase di coinvolgimento operativo del progetto: • Tutte le strutture e gli uffici del MiBAC a livello centrale e territoriale competenti nelle aree tematiche interessate dalle attività del Distretto (Direzioni generali e Regionale, Istituti centrali e territoriali) • Università laziali • CNR • ENEA • Le principali istituzioni da coinvolgere nel progetto: • I Comuni del Lazio ad alto valore di patrimonio dei Beni Culturali • Le Amministrazioni Provinciali del Lazio
Gli stake-holders del DTC • A livello territoriale è indispensabile il contributo operativo dei seguenti “stake-holders”: • Istituti Centrali del MiBAC • Direzione Regionale per i beni culturali e paesaggistici del Lazio • Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Lazio • Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio di Roma • Soprintendenza per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico • Soprintendenze per i beni archeologici • Soprintendenza per i beni archivistici • Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Romano • Pontificia Commissione per i beni Culturali della Chiesa • Ufficio Nazionale per i Beni Culturali Ecclesiastici • AMEI – Associazione Musei Ecclesiastici Italiani
Gli interventi attuativi INTERVENTO I: Centro di Eccellenza composto da una Anagrafe delle Competenze e da un Polo di Innovazione Regionale Diffuso su Tecnologie e Materiali finalizzato anche allo sviluppo di artigianato artistico di qualità Finalità: sistematizzare le competenze afferenti al comparto tecnologie per i Beni Culturali; individuare nuove tecnologie e materiali da applicare nel settore dei Beni e delle attività Culturali della Regione; sostenere la crescita di competitività sul mercato delle medie e piccole imprese attraverso la comprensione delle esigenze di innovazione delle stesse. Finalità: promuovere l’applicazione diffusa delle metodologie per la digitalizzazione e le altre tecnologie ICT connesse da applicare nel settore dei beni culturali della Regione, permettendo la sperimentazione di strumenti per la fruizione e valorizzazione di luoghi periferici regionali in un’ottica complessiva di assistenza al turista offrendo strumenti di narrazione, comprensione e maggior godimento dei luoghi e delle opere culturali. INTERVENTO II: Piattaforme digitali e tecnologie innovative per la valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale. Progettazione e allestimento di porte di accesso tematiche (Virtual Heritage Centers) Finalità: favorire la valorizzazione e la fruizione a livello nazionale ed internazionale dell’enorme patrimonio artistico non accessibile al pubblico, migliorando al contempo le condizioni di conservazione e catalogazione delle opere immagazzinate. Il progetto potrà contribuire attivamente anche all’innalzamento dell’offerta turistica e culturale del territorio laziale. INTERVENTO III: Valorizzazione dei depositi e magazzini di musei o collezioni attraverso l’utilizzo di nuove tecnologie per la tutela, la fruizione, il trasporto e la sicurezza. Realizzazione del “museo impossibile” Finalità: favorire la crescita della competitività e della redditività dei beni e delle attività culturali attraverso l’adozione di strategie di marketing, le applicazioni ICT, lo sviluppo editoriale dei contenuti secondo una logica di qualità totale dell’offerta. INTERVENTO IV: Prototipazione e infomediary per il trasferimento tecnologico
Obiettivi e finalità • Gli interventi sono finalizzati a: • valorizzazione dei beni e delle attività culturali della Regione Lazio attraverso l’applicazione di nuove tecnologie durante le differenti fasi dell’esperienza di fruizione e divulgazione del patrimonio storico – artistico – archeologico locale; • creazione di nuovi percorsi di sviluppo per il “turismo culturale” e per il comparto delle tecnologie multimediali (uno dei punti di forza dell’economia della Regione Lazio e della città di Roma) attraverso percorsi dimostrativi delle nuove tecnologie legate ai materiali, alla conservazione e al restauro, alla fruizione e alla modellistica economica del settore dei Beni Culturali; • favorire la crescita della competitivitàdei sistemi territoriali del Lazio legati ai Beni Culturali; • aggregare il mondo delle imprese, della ricerca pubblica e privata, degli Enti locali territoriali sulla tematica individuata; • realizzare progetti strategici di ricerca in collaborazione con il CNR, le Università regionali e altri Enti di ricerca; • promuovere innovativi approcci nel trasferimento delle conoscenze e delle tecnologie al mercato.
Fonti di finanziamento • Il Distretto Tecnologico della Cultura ha a disposizione una serie di fonti finanziare finalizzate a sostenere la realizzazione delle diverse attività per la ricerca e l’innovazione, quali: • Comunitarie (VII Programma Quadro della ricerca; Programma Quadro per la competitività e l'innovazione); • Nazionali (Fondi CIPE 3/2006 per il periodo 2005/2009; Fondi MUR ai sensi del D. Lgs. 297/99 e del D.M. 593/00; Fondi MIBAC programmatici per condivisione del Distretto Tecnologico della Cultura); • Regionali (POR 2007-2013 Regione Lazio - Asse I “Ricerca, Innovazione e rafforzamento della base produttiva ”per il sostegno finanziario; legge regionale 2/85; legge regionale 10/01 art. 18; il Fondo per lo Sviluppo Economico, la Ricerca e l’Innovazione, istituito con la Legge Regionale n. 4 del 28 aprile 2006 art. 182; legge regionale 4/2006 - Art. 56 comma 7; il Fondo per la Ricerca Scientifica, istituito con la Legge Regionale n. 9 del 17 febbraio 2005, art. 41, comma 1). • I finanziamenti di fonte regionale e nazionale potranno essere affiancati da risorse provenienti da altri enti pubblici, Università, ed Enti di Ricerca nonché da soggetti privati quali imprese, fondazioni e istituzioni bancarie e finanziarie. • La costituzione del DTC si basa su un investimento pubblico dello Stato e della Regione previsto in 40 milioni di euro nel periodo 2008-2010 che sarà in grado di attivare, attraverso il meccanismo del co-finanziamento, un investimento privato di circa 30 milioni di euro a cui si aggiungeranno ulteriori fondi del Ministero dell’Università e della Ricerca, per un totale di circa 100 milioni di Euro
Caratteristiche del DT • Progetto proposto dalla Regione, supportato da specifici studi e analisi di base comprendenti la mappatura degli attori, la definizione degli obiettivi, l’individuazione dei canali di finanziamento, il contesto di sviluppo • Coerenza con le Linee Guida del Governo in materia di Politica Scientifica e Tecnologica • Presenza di aziende leader nel settore • Presenza dei principali attori pubblici • Presenza di una struttura di governance • Competenze e finanziamenti pubblici e privati • Previsione a medio e lungo termine dell’autosostenibilità del Distretto Processo di attuazione del DT Definizioni criteri di erogazioni risorse Protocollo d’Intesa Preliminare di intenti APQ Definiti da ciascuna regione in collaborazione con MUR Stipula tra il MUR e la Regione Studio di fattibilità Definisce gli aspetti operativi e finanziari del distretto. Firmato dai ministeri promotori e dalla regione
Lo Studio di Fattibilità del DT • Lo studio di fattibilità del DT ha lo scopo di verificare l’esistenza di una massa critica in termini di risorse umane, finanziarie, industriali, tecnologiche e scientifiche che metta in risalto le connessioni e relazioni operative tra il sistema della ricerca e il sistema delle imprese. • Lo Sdf viene presentato dalla regione proponente al MUR e viene condiviso dai soggetti firmatati dell’APQ. Analisi del contesto socio-economico normativo Domanda e offerta di innovazione sul territorio Contenuti SdF Obiettivi strategici e interventi da realizzare Governance per la gestione e il coordinamento Fattibilità finanziaria
Evoluzione del DT • L’organizzazione strategica, operativa e gestionale prevede secondo le indicazioni del MUR la costituzione di una Fondazione (o Consorzio) incaricato di gestire e coordinare le attività del distretto favorendo la cooperazione tra aziende e il sistema pubblico della ricerca. • Il percorso giuridico e amministrativo necessario alla realizzazione di una Fondazione o società consortile è di lunga attuazione, pertanto nella fase iniziale il DTC è stato affidato temporaneamente dalla Regione a FILAS, società delle rete specificatamente orientata ai temi di innovazione tecnologica; tra le sue principali funzioni dovrà indirizzare, promuovere, programmare, coordinare e valutare le azioni da svolgere. • Tale soggetto gestionale operativo dovrà contribuire a superare le criticità del contesto iniziale di intervento, come: • contorni labili di identità della filiera dei Beni Culturali come settore industriale; • necessità di forte riorientamento dei modelli di domanda per favorire lo sviluppo del distretto secondo le logiche definite; • grado di sensibilità delle imprese basso (presumibile) nei confronti di questo modello di evoluzione del settore. • Il DT avrà durata triennale durante la quale verranno emanati una serie di bandi indirizzati alle PMI e agli Enti di Ricerca, che potranno partecipare singolarmente o in aggregazioni. Gli interventi finanziati dovranno rispettare fra le varie condizioni quella dell’autosostenibilità, infatti una volta esauriti i fondi pubblici il DT dovrà sostenersi autonomamente.
Le condizioni per il successo • Le condizioni che garantiranno l’attivazione del processo di avvio, sviluppo, crescita e autosostenibilità saranno fortemente connesse all’attuarsi di determinate condizioni, quali: • Percorso graduale di costruzione del distretto con coinvolgimento “informato e consapevole” delle imprese, del mondo scientifico e di quello più genericamente legato al settore dei beni culturali • Partecipazione di tutti gli stakeholders alla realizzazione del distretto nel suo complesso e dei singoli interventi • Individuazione di un nucleo iniziale di “pionieri” con forte motivazione per la realizzazione di strutture e iniziative di avvio • Attivazione della domanda attraverso progetti pilota ed iniziative innovative nei beni culturali • Una regia forte e raccordata tra istituzioni ed imprese che condivida visione ed obiettivi di medio termine • Intense attività di comunicazione da parte del distretto verso l’esterno (responsabili beni culturali, opinion leader) e l’interno (imprese, Università, EdR) • Attivazione ed erogazione dei finanziamenti secondo le tempistiche previste dai cronoprogrammi di ogni intervento.