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2. Organizzazione: dalla definizione classica
E N D
1. 1 Elementi diORGANIZZAZIONEAZIENDALE Angelo Gasparre
DITEA - Facoltà di Economia
Università degli Studi di Genova
2. 2 Organizzazione: dalla definizione classica… Un insieme di persone formalmente costituito per raggiungere fini comuni
La costituzione formale
I fini dell’organizzazione
L’assunto consensualista
La metafora della macchina
3. 3 Organizzazione: …alla “nostra” working definition Una forma di azione collettiva reiterata basata su processi di differenziazione e integrazione tendenzialmente stabili e intenzionali (Ferrante e Zan, 1994)
CHI FA COSA
Divisione del lavoro (differenziazione)
Coordinamento (integrazione)
4. 4 Divisione del lavoro e progettazione organizzativa La progettazione organizzativa (= disegno del sistema di ruoli) nasce da qui
Impatto sinergico
Strutturazione, antidoto al caos
Gestione delle interdipendenze
Vincolo, freno all’innovazione.
5. 5 I meccanismi di coordinamento dell’azione organizzativa Gerarchia (piramide, principio di eccezione)
Norme e procedure (+norme +org.ne?)
Tecnologia (cat. di montaggio, software)
Schemi, programmi d’azione (if, then)
Strategie (informazione, conoscenza, management by objective)
Cultura, valori (N.B.: meccanismo forte!).
6. 6 La prospettiva organizzativa e quella giuridica AZIENDA
“E’ il complesso dei beni organizzati dall'imprenditore per l'esercizio dell'impresa” (art. 2555 C.C.) IMPRENDITORE
“E' imprenditore colui che esercita professionalmente un'attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi” (art. 2082 C.C.)
7. 7 La prospettiva organizzativa e quella economico-aziendale IMPRESA
Un’azienda che:
Produce per il mercato
In condizioni di rischio
Con orientamento al profitto
AZIENDA
Un’ORGANIZZAZIONE che è dotata di:
Coordinazione sistemica
Economicità
Durabilità
Autonomia
Decisionale
Finanziaria
8. 8 Ergo… Nel concetto di azienda la dimensione organizzativa è incarnata dal concetto di coordinazione sistemica
Ma org.ne è un concetto più ampio di quello di azienda e di impresa (sono organizzazioni anche enti che non si configurano come aziende o imprese – es. sindacati, partiti politici, ospedali, carceri, ecc.)
9. 9 Prospettiva organizzativa e dimensioni di analisi La struttura organizzativa, le alternative di progettazione e le varianti strutturali, la gestione delle interdipendenze, ecc.
La cultura organizzativa e il coordinamento culturale, i processi decisionali, ecc.
Il potere come variabile di analisi e come strumento di gestione, la leadership, il conflitto, ecc.
L’ambiente delle organizzazioni, l’organizzazione come sistema aperto, il governo delle relazioni interorganizzative, ecc.
10. 10 1) Struttura organizzativa e progettazione organizzativa I criteri di progettazione:
Funzione
Risultato Le architetture organizzative
Funzionale
Divisionale
Matrice
Processi
11. 11 Il criterio della funzione Privilegia il momento della differenziazione:
Tutti coloro che svolgono la stessa funzione o che hanno e utilizzano nel loro lavoro le stesse conoscenze sono accorpati in un’unica unità org.va (ufficio, reparto, ecc.)
Mecc. di integrazione prevalenti:
Gerarchia, norme, standard, procedure.
12. 12 Una struttura funzionale
13. 13 Struttura funzionale: qualche valutazione Punti di forza
Max specializz., max ec. di scala intrafunz.
Max standardizzazione
Correttivi
Abbreviare catena gerarchica
Organi di staff (ma…). Punti di debolezza
Verticalizzazione, burocratizzazione, lentezza
Scarso coord. orizz. (compartimenti stagni)
Inadeguata se ambiente diventa turbolento
14. 14 Il criterio del risultato Privilegia il momento dell’integrazione:
insieme tutti coloro (i diversi ruoli e le diverse specializzazioni) che sono necessari a perseguire e a raggiungere i risultati desiderati, specificabili in termini di: prodotto, mercato, area geografica, fascia di clientela, creazione di valore
Mecc. di integrazione prevalenti:
Schemi d’azione, programmi, strategie.
15. 15 Una struttura divisionale
16. 16 Un es. di struttura ibrida
17. 17 La struttura divisionale:qualche valutazione Punti di forza
Responsabilizzazione sui risultati
Visione d’insieme, apprendimento org.vo
Decentralizzazione del processo decisionale
Focalizzazione sul cliente-utente Punti di debolezza
Moltiplicazione delle posizioni
Rischio troppa autonomia
Basso coordinamento a livello macro
Correttivi
Staff centrali per le politiche macro organizzative
Direzioni operative interdivisionali
Competizione interdivisionale.
18. 18 Due criteri: funzione + risultato Combinazione dei primi due:
processi di differenziazione basati su una combinazione incrociata di differenziazione per funzione e per risultato
Mecc di integrazione prevalenti:
Cultura, valori professionali.
19. 19 Una struttura a matrice
20. 20 La struttura a matrice:qualche valutazione Punti di forza
Flessibilità
+ (in teoria) tutti i vantaggi della funzionale e della divisionale Punti di debolezza
Doppia dipendenza
Intercambiabilità del ruolo (non è da tutti!).
21. 21 La logica orizzontale (per processi) Se l’obiettivo (risultato) è la creazione di valore
La struttura è creata intorno ai processi (*) (flussi informativi e attività sequenzialmente interdipendenti) core, interfunzionali, che creano valore per i clienti
Mecc. di integrazione prevalenti
Strategie, valori, m.b.o., cultura (del cliente, del miglioramento continuo).
22. 22 (*) Il processo Insieme di attività volte alla realizzazione di un prodotto o di un servizio
Il processo offre un riferimento chiaro rispetto a cui:
Valutare l’impostazione dei flussi e delle modalità lavorative
Mantenendo sotto controllo il livello di prestazioni dell’organizzazione rispetto a:
Qualità
Costi
Tempi
23. 23 Una struttura per processi
24. 24 La struttura per processi Punti di forza
Flessibilità, bassi time to market
Favorisce la visione d’insieme
Promuove il teamwork e la cooperazione
Focalizzazione sulla creazione di valore Punti di debolezza
Individuazione dei processi core
Rivoluzione culturale (assetti di potere, sistemi di ricompensa, formazione, ecc.)
Skill relazionali
Bassa specializzazione
25. 25 Organizzare per processi Tendenziale annullamento dei confini intra- e inter- organizzativi
La progettazione org.va e la valutaziene delle performance sono team-based I process owner hanno responsabilità totale sui processi di competenza
Ampia delega decisionale ai membri dei team di processo
Formazione trasversale, creatività, problem solving, logica collaborativa.
26. 26
27. 27 2) Cultura organizzativa e comportamento organizzativo Cultura organizzativa: è il “modo di pensare” (e “di essere”) di un’organizzazione, risultato di processi di socializzazione delle risposte organizzative considerate “vincenti”
Simboli
Valori
Assunti
Grado di consapevolezza, efficacia e costosità dei processi di coordinamento culturale
NB: La cultura è un meccanismo di coordinamento dell’azione organizzativa “forte”
28. 28 Un insieme di simboli, valori e assunti
29. 29 3) Potere… Rispetto
Autorità
Dipendenza
Carisma
Scambio
Supremazia
Fama
Prestigio Manipolazione
Conflitto
Arrivismo
Lotta
Controllo
Fascino
Ascendente
Ricatto
30. 30 Ma allora il potere è una cosa sporca! Non sempre… ! Il concetto ha una doppia valenza
Potere come strumento dell’attività politica:*
Mediazione, negoziazione, ricerca dell’equilibrio, rottura degli equilibri, composizione del conflitto…
Strumento di governo, leva di gestione
Antidoto alla paralisi organizzativa
Supporto per il cambiamento
…
Si tratta della concezione aristotelica: potere come strumento per produrre ordine dalla diversità (la politica origina dalla diversità di interessi) evitando forme di governo autoritarie
31. 31 Potere: qualche avvertenza È utile per comprendere una fenomenologia (e dei comportamenti) altrimenti non spiegabili
È una chiave di lettura del fenomeno organizzativo
Tutto (quasi tutto) si può leggere in chiave di potere
Ma non tutto è effettivamente il risultato di potere (lotte di p., scambio di p., ecc.)
Ma da sola, non basta!
Altre variabili
Nesso di causalità
32. 32 Assetti e dinamiche di potere Potere: è la capacità di A di far fare qualcosa a B che quest’ultimo non avrebbe fatto senza l’intervento del primo (R. Dahl)
Autorità
Tradizionale
Normativo-simbolica
Carismatica
Scambio
Influenza
33. 33 Leadership Capacità di influenzare i comportamenti dei collaboratori, motivandoli nel raggiungimento degli obiettivi aziendali, ricorrendo non all’autorità formale ma a carisma e/o competenze riconosciute
tendendo conto che…
“Non ci sono cattivi reggimenti,
solo cattivi comandanti”
(Napoleone Bonaparte)
34. 34 Teorie sulla leadership(Mc Gregor): la teoria X Di norma l’uomo non ama il lavoro e tende ad evitare di impegnarsi per quanto gli è possibile
Di conseguenza la massima parte dei dipendenti deve essere corretta, controllata, guidata e minacciata di sanzioni al fine di ottenere gli sforzi necessari verso il conseguimento degli obiettivi organizzativi
D’altronde, sono gli stessi dipendenti che preferiscono essere guidati per evitare responsabilità poiché, essendo scarsamente ambiziosi, mirano soprattutto alla sicurezza nel lavoro
Soltanto i capi, quindi, possono assumersi responsabilità di decidere e di organizzare i vari fattori produttivi
35. 35 Teorie sulla leadership(Mc Gregor): la teoria Y Il lavoro è un’attività naturale che impegna l’uomo verso obiettivi a cui è naturalmente orientato
La capacità di esercitare doti di immaginazione, ingegnosità, creatività nella soluzione di problemi org.vi è vista positivamente ed è incentivata
I dipendenti possono essere coinvolti e responsabilizzati se il sistema di ricompense è adeguato
Esiste la possibilità che il perseguimento degli obiettivi org.vi sia visto dai dipendenti come un modo per conseguire i propri
I capi, quindi, devono progettare contenuti del lavoro coerentemente con questo assunto, essendo consapevoli delle determinanti della motivazione e del comportamento individuale
36. 36 Attenzione! L’atteggiamento maturato nei confronti dei propri collaboratori costituisce una “profezia autoavverantesi”
L’atteggiamento maturato (teoria X o Y) si riflette nei comportamenti (stile di direzione) adottati con il collaboratore
Il collaboratore si adegua allo stile di direzione comunicato dal capo, mettendo in atto comportamenti conseguenti
L’evidenza dei comportamenti del collaboratore rafforza l’atteggiamento (la teoria) del capo
37. 37 4) Organizzazioni, ambiente organizzativo, transazioni Ambiente organizzativo: porzione di sfondo (sistema economico) con la quale l’organizzazione intrattiene sistematici rapporti di scambio
Esternalizzazione (outsourcing)
Costi di transazione
Scelte di make or buy
Relazioni nel reticolo
Gestione dei confini
…
38. 38 Le parole dell’organizzazione Adhocrazia
Attivazione
Autorità
BPR
Burocrazia
Clan
Competenze
Confini org.vi
Cooperazione
Coordinamento
Cultura
Differenziazione
Divisione
Divisione del lav.
Fordismo
39. 39 I maestri dell’organizzazione Chris Argyris
Chester I. Barnard
Alfred D. Chandler
Ronald H. Coase
Michel Crozier
Richard M. Cyert
Paul J. Di Maggio
Erhard Friedberg
Alvin Gouldner
Frederick I. Herzberg
James March
Abraham H. Maslow
Henry Mintzberg Douglas C. North
William G. Ouchi
Walter W. Powell
Edgar H. Schein
Philip Selznick
Herbert A. Simon
James D. Thompson
Max Weber
Karl E. Weick
Oliver E. Williamson
…