E N D
1. 1 DEMENZE Demenza: deterioramento delle funzioni cognitive ed intellettive che avevano raggiunto un normale livello nel corso dello sviluppo.
Differenza con oligofrenia: lo sviluppo delle funzioni cognitive ed intellettive non raggiunge nel corso della maturazione dell’ individuo un livello normale
2. 2
3. DEMENZE – Classificazione clinica Malattie neurologiche che possono comportare un deterioramento cognitivo (semplificata)
Corea di Huntigton
Sclerosi multipla ed altre patologie demielinizzanti
Encefalopatie spongiformi
Eredoatassie
Malattia di Parkinson
Paralisi sopranucleare progressiva
Complesso SLA-Parkinsonismo-Demenza (Isola di Guam)
3
4. DEMENZE – Classificazione clinica Demenza come elemento dominante il quadro clinico (semplificata)
Malattia di Alzheimer / demenza senile tipo Alzheimer
Demenze fronto-temporali
Demenza a corpi di Lewy
Malattia di Pick
AIDS
Afasia progressiva 4
5. 5 Nonostante la demenza possa conseguire a numerose condizioni morbose, la maggior parte dei dati epidemiologici dimostrano che le patologie degenerative rappresentano la causa maggiore di demenza.
In particolare, la Malattia di Alzheimer appare essere la condizione piů frequente seguita dalla Demenza Vascolare. Tra le condizioni degenerative, la seconda condizione in termini di frequenza sembra essere la Malattia a Corpi Diffusi di Lewy, seguita a sua volta dalla Demenza Fronto-Temporale.Nonostante la demenza possa conseguire a numerose condizioni morbose, la maggior parte dei dati epidemiologici dimostrano che le patologie degenerative rappresentano la causa maggiore di demenza.
In particolare, la Malattia di Alzheimer appare essere la condizione piů frequente seguita dalla Demenza Vascolare. Tra le condizioni degenerative, la seconda condizione in termini di frequenza sembra essere la Malattia a Corpi Diffusi di Lewy, seguita a sua volta dalla Demenza Fronto-Temporale.
6. 6 DEMENZA di ALZHEIMER Epidemiologia:
7. DEMENZA di ALZHEIMERFattori di rischio Etŕ
Ridotta “riserva neuronale”
Volume cerebrale
Basso livello di istruzione e lavorativo
Ridotta attivitŕ mentale e fisica con l’invecchiamento
Traumi cranici
Inizio della “cascata” amilode e degenerazione neuro-fibrillare
Fattori vascolari
Ipertensione arteriosa
Ipercolesterolemia
Diabete
Obesitŕ
Abitudine al fumo 7
8. DEMENZA di ALZHEIMERNeuropatologia Macroscopico
Atrofia corticale = perdita neuronale + reazione gliale
Microscopico
Placche senili
Degenerazione neurofibrillari
Angiopatia amiloide
Degenerazione granulo-vacuolare – corpi di Hirano 8
9. DEMENZA di ALZHEIMERNeuropatologia Placche senili
Ippocampo, amigdala, neocorteccia (con risparmio relativo delle aree motorie e sensitive primarie
Core centrale di sostanza amiloide (Aß40 ed Aß42 ) circondato da neuriti distrofici
Degenerazione (grovigli – tangles) neurofibrillare
Neuroni corticali (entorinale), ippocampo, amigdala, nuclei basali e del rafe
Filamenti intracitoplasmatici a doppia elica costituiti prevalentemente da proteina tau iperfosforilata
9
10. DEMENZA di ALZHEIMERNeuropatologia Angiopatia amiloide (Aß40 )
Anche non in associazione con AD
Fattore di rischio per emorragie
Degenerazione granulo-vacuolare
Presente anche nell’invecchiamento cerebrale normale, ma particolarmente abbondanti a livello dell’ippocampo e del bulbo olfattorio in AD
Corpi di Hirano: accumuli di filamenti eosinofili
10
11. DEMENZA di ALZHEIMERDalla genetica alla neuropatologia Neurobiologia dell’ Amyloid Precursor Protein (APP) 11
12. DEMENZA di ALZHEIMER - dalla genetica alla neuropatologia - Aumento di Aß42
Aumento APP (gene codificante su cromosoma 21)
Trisomia 21
Mutazioni gene APP
Alterazioni ?- secretasi
Mutazioni geni che codificano per Preseniline 1 e 2
PS-1 cromosoma 14; PS-2 cromosoma 1
Le forme determinate geneticamente
Hanno esordio piů precoce (< 50 anni)
Spiegano circa <1% forme di demenza 12
13. DEMENZA di ALZHEIMER- fattori genetici predisponenti - APO?
proteina coinvolta nel trasporto del colesteolo
Gene su cromosoma 19; tre alleli: 2,3 e 4
Coinvolta nella “clearance” dell’amiloide?
APO?4 (soprattutto omozigote) fattore di rischio
60% AD APO?4 vs 24-30% non-AD
Ma corrispondenza non biunivoca
APO?2 fattore protettivo 13
14. DEMENZA di ALZHEIMER- neurotrasmettitori - 14
15. DEMENZA di ALZHEIMER- neurotrasmettitori - Compromissione precoce e preponderante del sistema colinergico pre-sinaptico
? ? acetilcolin-transferasi a livello ippocampale e nella corteccia
? altri sistemi neurotrasmettitoriali
15
16. DEMENZA di ALZHEIMER- diagnosi - Criteri diagnostici
Esclusione demenze secondarie
Valutazione
Clinica
Neuropsicologica
Strumentale
Neuroimaging
CSF
radiotraccianti 16
17. DEMENZA di ALZHEIMER- diagnosi - Criteri diagnostici
Diversi, spesso datati: NINCDS-ARDA (1984)
DSM IV (1989)
… 17
18. DEMENZA di ALZHEIMER - DSM IV - Sviluppo di deficit cognitivi multipli, manifestati da entrambe le condizioni seguenti
Deficit della memoria
Una o piů delle seguenti
Afasia
Aprassia
Agnosia
Disturbo delle funzioni esecutive (programmazione, organizzazione, astrazione, ordinare in sequenza)
I criteri A1 ed A2 causano una compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo, e rappresenta un significativo declino rispetto ad un precedente livello di funzionamento 18
19. 19 Storia naturale della M. di Alzheimer Nonostante una certa variabilitŕ clinica e di decorso, la maggior parte dei pazienti con Malattia di Alzheimer, soprattutto quando la Malattia inizia nell’etŕ piů avanzata, tende a seguire un percorso abbastanza comune e caratterizzato da un fase iniziale in cui predominano i disturbi cognitivi e comportamentali.
Questi ultimi tendono a peggiorare con l’avanzare della Malattia e rappresentano unitamente alla progressiva compromissione funzionale negli atti della vita quotidiana alla istituzionalizzazione del paziente. Nonostante una certa variabilitŕ clinica e di decorso, la maggior parte dei pazienti con Malattia di Alzheimer, soprattutto quando la Malattia inizia nell’etŕ piů avanzata, tende a seguire un percorso abbastanza comune e caratterizzato da un fase iniziale in cui predominano i disturbi cognitivi e comportamentali.
Questi ultimi tendono a peggiorare con l’avanzare della Malattia e rappresentano unitamente alla progressiva compromissione funzionale negli atti della vita quotidiana alla istituzionalizzazione del paziente.
20. DEMENZA di ALZHEIMER- clinica - Sintomi
Il primo segno č generalmente il deficit mnesico
Memoria immediata conservata
Memoria recente compromessa (richiamo differito)
Memoria dichiarativa / esplicita a lungo termine compromessa
Piů precocemente quella anamnestica / autobiografica
Piů tardivamente quella semantica (bagaglio culturale)
Memoria procedurale / implicita compromessa tardivamente
20
21. DEMENZA di ALZHEIMER - clinica - Sintomi
Si associano altri disturbi delle funzioni superiori
disorientamento temporo-spaziale
disturbi del linguaggio: difficoltŕ nella denominazione, nel trovare le parole (anomia, utilizzo di circumlocuzioni), ripetizione delle parole appena sentite (ecolalia), difficoltŕ di comprensione, produzione di discorsi a basso contenuto significativo; afasia
difficoltŕ nel fare i calcoli
Agnosia (prosopoagnosia, anosoagnosia)
Aprassia
Alterazione delle funzioni esecutive (programmazione, esecuzione, controllo) 21
22. 22 La caratterizzazione del disturbo cognitivo necessita di una valutazione neuropsicologica. Questa permetterŕ non solo di contribuire alla diagnosi differenziale ma rappresenta il messo piů adatto per la stadiazione della malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, e soprattutto di valutare l’impatto di eventuali trattamenti oltre che di monitorare l’evoluzione della malattia stessa. La caratterizzazione del disturbo cognitivo necessita di una valutazione neuropsicologica. Questa permetterŕ non solo di contribuire alla diagnosi differenziale ma rappresenta il messo piů adatto per la stadiazione della malattia, soprattutto nelle fasi iniziali, e soprattutto di valutare l’impatto di eventuali trattamenti oltre che di monitorare l’evoluzione della malattia stessa.
23. DEMENZA di ALZHEIMER- clinica - Sintomi
Si associano disturbi del comportamento:
alterazioni del ritmo sonno-veglia
Mancanza della cura di sé (lavarsi, mangiare:inizialmente aumento dell’ apporto di cibo, nelle fasi successive riduzione con progressiva perdita di peso),
comportamenti e linguaggio bizzarri e socialmente non accettabili, puň essere apatico o agitato e delirante (delirio di gelosia, delirio paranoico) 23
24. DEMENZA di ALZHEIMER- clinica - Sintomi
Comparsa di segni neurologici: disturbi della deambulazione e dell’equilibrio, perdita del controllo degli sfinteri, presenza di segni di liberazione (presenza del segno del grugno, segno della calamita, riflesso palmo-mentoniero). Raramente, presenza di crisi epilettiche.
All’ ultimo livello della malattia il paziente č apatico, inerte, bisognoso di assistenza continua.
Tra le possibili cause di morte: infezione ricorrente (polmonite ab-ingestis, infezione piaghe da decubito..) ? aspettativa di vita dalla diagnosi dipende dall’ assistenza
24
25. DEMENZA di ALZHEIMERMini Mental State Examination Costituito da 11 items che valutano le principali funzioni cognitive
Tempo necessario: 5-10 minuti
Il punteggio massimo raggiungibile č 30.
Un punteggio compreso fra 24 e 30 indica un fisiologico decadimento delle funzioni cognitive di scarsa importanza.
Per contro punteggi inferiori a 23 possono denotare disturbi cognitivi tanto piů gravi quanto piů il punteggio č basso.
Correzione per etŕ e scolaritŕ
26. Mini Mental State ExaminationOrientamento In che anno siamo ?
In che stagione siamo ?
In che mese siamo ?
In che giorno del mese siamo ?
In che giorno della settimana siamo ?
In quale Stato siamo ?
In quale Regione siamo ?
In quale cittŕ (o paese) siamo ?
dove si trova adesso (casa, stanza della casa, ... )
a quale piano ci troviamo ?
27. Mini Mental State ExaminationMemoria, attenzione e calcolo Chi somministra il test pronuncia i seguenti tre nomi: casa, pane, gatto, al ritmo di uno al secondo. Chieda poi al soggetto in esame di ripeterli (1 punto per ogni risposta esatta).
Successivamente se non li ricorda tutti, ripeterli fino alla memorizzazione (max 6 volte).
Far sottrarre 7 da 100 per cinque volte consecutive assegnando 1 punto per ogni sottrazione corretta (fermarsi a 65)
Far ripetere la parola CARNE al contrario (assegnare 1 punto per ogni lettera correttamente posizionata)
Far eseguire entrambe le prove valutando solo la prova migliore
Chiedere al soggetto in esame se si ricorda i tre nomi memorizzati in precedenza, ed assegnare 1 punto per ogni nome ricordato.
28. Mini Mental State ExaminationLinguaggio e abilitŕ prassico-costruttiva Indicate al soggetto un orologio ed una matita e chiedetegli di dirne il nome (2 punti)
Far ripetere: "Sopra la panca la capra canta“ (1 punto)
Date al soggetto il seguente comando: "Prendi un foglio con la mano destra, piegalo a metŕ e mettilo sul tavolo" (3 punti)
Scrivete su di un foglio la frase "Chiudi gli occhi" poi fatela leggere al soggetto in esame chiedendogli di fare quello che legge (1 punto)
Chiedere al soggetto di scrivere una frase con soggetto e verbo (1 punto)
Dopo aver ricopiato il disegno qui riportato, chiedete al soggetto di ricopiarlo a sua volta (1 punto se sono presenti tutti gli angoli dei poligoni e la loro sovrapposizione)
29. DEMENZA di ALZHEIMER- neuroimaging - RMN encefalo
Atrofia corticale diffusa poco significativa a scopo diagnostico
Atrofia dell’ippocampo ed entorinale; ingrandimento corno temporale del ventricolo laterale
MA
Potere diagnostico sul singolo caso richiede misure quantitative per distinzione con
Invecchiamento fisiologico
MCI
Altre forme di demenza 29
30. DEMENZA di ALZHEIMER- CSF - Tau totale (T-tau), Tau fosforilata (P-tau), Aß42
? T-tau: sensibilitŕ 84%, specificitŕ (anziani normali) 91%; specificitŕ (altre demenze) 80% se combinata con P-tau
? Aß42 : sensibilitŕ 89%, specificitŕ (anziani normali) 90% rofia corticale diffusa poco significativa a scopo diagnostico
Combinazioni di indici migliorano sensibilitŕ e specificitŕ (in particolare vs MCI, vedi dopo) 30
31. DEMENZA di ALZHEIMER- PET - 18F-Fluorodesossiglucosio (FDG) PET
Ipometabolismo parietale e del cingolo posteriore
Ipometabolismo ippocampale per diagnosi differenziale con MCI (vedi dopo) 31
32. Senile Dementia Alzheimer-typeDAT vs SDAT Invecchiamento fisiologico, DAT e SDAT: stesse alterazioni neuropatologiche
Invecchiamento ? DAT e SDAT per il “carico” lesionale
DAT ? SDAT solo per etŕ insorgenza: = 65 vs > 65
MA
DAT progredisce piů rapidamente
Carico lesionale proporzionale a deficit cognitivo in DAT ma non in SDAT 32
33. Mild Cognitive Impairment Petersen 2001 Compromissione
solo della memoria (MCI amnesico)
Una funzione cognitiva, ma non la memoria
Piů funzioni cognitive, ma non la memoria
Memoria ed una o piů funzioni cognitive
Non
Compromissione vascolare
Disturbi del movimento
Disturbi psichici o comportamentali 33
34. Mild Cognitive Impairment Petersen 1999 MCI amnesico
Disturbo della memoria soggettivo, riferito dal famigliare o rilevabile al colloquio col medico
Stato funzionale (attivitŕ di base e strumentali della vita quotidiana) nella norma
Funzioni cognitive generali nella norma
Memoria anormale per l’etŕ (< 1.5 DS nei test di memoria)
Assenza di demenza 34
35. Mild Cognitive Impairment- eterogeneitŕ clinica - MCI amnesico
MCI domini cognitivi multipli
MCI dominio singolo, non memoria DA
DA
Demenza multinfartuale
Demenza fronto-temporale
Demenza a corpi di Lewy
Demenza vascolare
Afasia progressiva primaria
Malattia di parkinson
DA 35
36. 36
37. Mild Cognitive Impairment- fattore di rischio- 37
38. 38
39. Delirium (confusione mentale) Delirium = stato confusionale acuto vs Demenza = stato confusionale cronico
Esiste un continuum tra le due condizioni?
Delirium “subclinico” (non identificato come tale, non rimosse le cause) puň perdurare
Le cause del delirium possono essere dei fattori di rischio per demenza: ipossia, ipoglicemia
Demenza fattore di rischio per delirium
Fluttuazione dei sintomi in alcune forme di demenza (demenza a corpi di Lewy)
39
40. Delirium - clinica Esordio acuto
Ore o giorni
Informazioni da fonti esterne
Decorso con fluttuazioni
Periodo anche breve (24 ore)
Intervalli lucidi
Deficit attentivo
Difficoltŕ nella focalizzazione, mantenimento e spostamento
Difficoltŕ nel mantenimento di una conversazione e nell’obbedire a comandi
Alterazioni del pensiero
Discorsi disorganizzati, scarsamente comprensibili e non coerenti; passaggi da un argomento all’altro; argomenti non rilevanti
Alterazione dello stato di coscienza
Restringimento, con fluttuazioni della vigilanza
Deficit cognitivi
Difetti multipli: orientamento temporo-spaziale, memoria, linguaggio
Dispercezioni
Allucinazioni o illusioni nel 30% dei pz
Alterazioni psicomotorie
Iper: agitazione, ipervigili
Ipo_ attivitŕ motoria ridotta, letargia
Alterazione ciclo sonno-veglia
Insonnia, sonno frammentato, sonnolenza diurna, inversione del ciclo sonno-veglia
Alterazione dello stato emotivo
Comune ed intermittente
Paura, ansia, irritabilitŕ, rabbia, depressione, apatia, euforia, delirio paranoico 40
41. Delirium – fattori predisponenti Variabili demografiche
> 65 anni
Maschi
Stato cognitivo
Demenza
Anamnesi + per delirio
Depressione
Stato funzionale
Non indipendenza
Immobilitŕ
Basso livello di attiivitŕ
Storia di cadute
Compromissione sensoriale
Riduzione dell’acuitŕ visiva
Ipoacusia
Riduzione dell’apporto
Di liquidi
Di cibo
Farmaci / tossici
Politerapia con farmaci neuro- e psicoattivi
Abuso alcolico
Condizioni mediche concomitanti
Patologie multiple
Insufficienza renale ed epatica
Cerebrovasculopatia
Squilibri metabolici
Trauma / fratture
Infezioni 41
42. 42
43. Invecchiamento vs demenza 43
44. Invecchiamento vs demenza 44
45. Depressione nell’anziano Peculiaritŕ del quadro sintomatologico depressivo nell’anziano
Mancata espressione di sentimenti di tristezza
Irritabilitŕ, tendenza al ritiro sociale
Prevalenza di sintomi somatici (astenia, dolore)
Preoccupazioni per lo stato di salute (ipocondria), altre paure
Forme lievi (o problema dei criteri diagnostici ?)
Il quadro depressivo influisce sulle capacitŕ di attenzione, in particolare di distribuzione della stessa, ed interferisce sulle capacitŕ mnesiche
46. Fattori di rischio per la depressione nell’anziano Lutto
Disturbo del sonno
Disabilitŕ
Precedente depressione
Genere femminile
Cole & Dendukuri, Am J Psychiatry 2003
47. Demenza vs pseudodemenza (depressione) Pseudodemenza Consapevolezza dei familiari
Data insorgenza precisa
“Medicalizzazione” precoce
Rapida progressione sintomi
Pz lamenta perdita cognitiva
Disturbi cognitivi ben definiti
Enfatizza l’inabilitŕ
Sottolinea i fallimenti
Demenza Inconsapevolezza dei familiari
Data insorgenza vaga
“medicalizzazione “ tardiva
Lenta ma costante progressione
Pz non lamenta perdita cognitiva
Disturbi cognitivi vaghi
Dissimula l’inabilitŕ
Persevera nel tentativo di portare a termine i compiti 47
48. Demenza vs pseudodemenza (depressione) Pseudodemenza Non cerca di aiutarsi
Spiccate modificazioni affettive
Perdita delle capacitŕ sociali
Non peggioramento notturno
Frequenti risposte “non so”
Perdita della memoria a breve ed a lungo termine simile
Perdita memoria per avvenimenti specifici
Variabilitŕ della performance
Demenza Cerca di aiutarsi con appunti, ..
Tranquillo, non preoccupato
Conservazioni capacitŕ sociali
Peggioramento notturno
Frequenti risposte errate
Perdita della memoria a breve piů grave di quella a lungo termine
Non ,,
Costante riduzione della performance 48
49. DEMENZA di ALZHEIMER- trattamenti sintomatici - Inibizione dell’ acetilcolinesterasi
Compromissione precoce delle vie colinergiche (vedi dopo)
Antagonisti dei recettori NMDA (N-metil-D-aspartato): memantina
Ruolo nell’apprendimento e nella memorizzazione
Glutamato citotossico
Efficacia non provata
Controllo dei sintomi comportamentali
Antipsicotici atipici: olanzapina, risperidone
Evitare neurolettici tipici e benzodiazepine 49
50. DEMENZA di ALZHEIMER- trattamenti sintomatici - 50
51. DEMENZA di ALZHEIMER- trattamenti sintomatici - 51 Farmaci efficaci nel trattamento sintomatico AD lieve o moderata
Ben tollerati, gli effetti collaterali GE possono essere minimizzati dall’assunzione con il cibo
Sospendere quando ?
Nuova progressione della malattia
Non indicato il trattamento di MCI
Farmaci sintomatici
Difficoltŕ nell’individuare MCI che convertiranno in AD
52. DEMENZA di ALZHEIMER- trattamenti sperimentali - 52 Inibizione ß-secretasi
Stimolazione a-secretasi
Immunizzazione passiva o attiva nei confronti Aß
Inibitori della deposizione di Aß
Inibizione della fosforilazione di tau
53. DEMENZA di ALZHEIMER- trattamenti inefficaci - 53 Anti-infiammatori
Statine
Estrogeni
Anti-ossidanti (vit. E)
54. DEMENZA VASCOLARE Demenza non-degenerativa, causata da una cronica insufficienza dell’ apporto vascolare
Supportano la diagnosi (ma non necessariamente sempre presenti):
presenza di fattori di rischio vascolare
anamnesi di accidenti cerebrovascolari anche minori (ed eventualmente segni neurologici)
presenza di segni strumentali (neuroimmagini ? TC od RMN encefalo)
Demenza vascolare ed Alzheimer possono coesistere! 54
55. DEMENZA VASCOLARE- sottotipi (NdR: importanza neuroradiologia per l’inquadramento dei sottotipi) - Demenza multi-infartuale (MID)
Infarti multipli e completi nei territori di distribuzione corticale e sottocorticale dei grossi vasi
Demenza da singoli infarti strategici
Strategici = in aree funzionalmente importanti pe le prestazioni cognitive (giro angolare, proencefalo basale, talamo..)
Demenza da ipoperfusione
Danno ipossico acuto, cronico o ripetuto
Demenza emorragica
Emorragie intraparenchimali (capsulare) o extraparenchimali (emorragia subaracnoidea, ematoma subdurale cronico) 55
56. DEMENZA VASCOLARE - DSM IV - Sviluppo di deficit cognitivi multipli, manifestati da entrambe le condizioni seguenti
Deficit della memoria
Una o piů delle seguenti
Afasia
Aprassia
Agnosia
Disturbo delle funzioni esecutive (programmazione, organizzazione, astrazione, ordinare in sequenza)
I criteri A1 ed A2 causano una compromissione significativa del funzionamento sociale o lavorativo, e rappresenta un significativo declino rispetto ad un precedente livello di funzionamento 56
57. Demenza vascolareRequisiti di base Criteri diagnostici NINDS-AIREN VaD probabile
Presenza di demenza
Evidenza di malattia cerebrovascolare
Correlazione temporale dei due disturbi Nonostante siano note le diversitŕ tra la demenza vascolare e la Malattia di Alzheimer sul piano patogenetico e clinico, la distinzione tra le due forme non č quasi mai agevole. Infatti, non sempre il quadro demenziale appare strettamente legato alla lesione infartuale in pazienti con storia di ictus mentre č reperto frequente in pazienti con un quadro “tipico” di M. Alzheimer la presenza di lacune o di leucoaraiosi. Tale sovrapposizione rende ragione del fatto che č spesso utilizzata la diagnosi di Demenza Mista riferendosi a quei casi nei quali le due condizioni sembrano coesistere.Nonostante siano note le diversitŕ tra la demenza vascolare e la Malattia di Alzheimer sul piano patogenetico e clinico, la distinzione tra le due forme non č quasi mai agevole. Infatti, non sempre il quadro demenziale appare strettamente legato alla lesione infartuale in pazienti con storia di ictus mentre č reperto frequente in pazienti con un quadro “tipico” di M. Alzheimer la presenza di lacune o di leucoaraiosi. Tale sovrapposizione rende ragione del fatto che č spesso utilizzata la diagnosi di Demenza Mista riferendosi a quei casi nei quali le due condizioni sembrano coesistere.
58. DEMENZA VASCOLARE Sindrome demenziale (DSM-IV)
Malattia cerebrovascolare:
Segni focali e neuro-radiologici (vedi dopo)
Relazione tra demenza e malattia cerebrovascolare
Inizio della demenza entro 3 mesi dopo uno stroke riconosciuto
Peggioramento improvviso o progressione a gradini
Storia instabilitŕ e frequenti cadute spontanee
Deficit neurologici focali
Paralisi pseudobulbare
Segni extrapiramidali
Cambiamenti della personalitŕ e dell’umore, abulia, depressione, incontinenza emotiva, deliri
58
59. Demenza vascolare Neuropsicologia
compromissione irregolare delle varie funzioni cognitive (multinfartuale), deficit fronto-sottocorticale (encefalopatia vascolare sottocorticale).
Neuroimaging:
infarti singoli in aree strategiche (talamo, lobo temporale infero-mediale) o multipli in aree di confine, lacune nuclei della base, lesioni estese della sostanza bianca sottocorticale (leucoaraiosi) alla TC o RM (scale di valutazione visive, misure volumetriche).
Alterazioni irregolari alla PET
60. DEMENZE FRONTO-TEMPORALI Possono essere incluse patologie che condividono un interessamento prevalente dei lobi frontale e temporale, ma neuropatologicamente (e clinicamente) diverse
Rispetto ad Alzheimer
Meno frequenti (1:4 – 1:11)
40-49: 2.2 *10 -5 (vs 0 per DAT); 50-59: 3.3 *10 -5 (vs 3.3 per DAT); 60-69: 8.9 *10 -5 (vs 88.9 per DAT)
Etŕ media di esordio piů precoce, generalmente < 70 aa
Maggiore e piů precoce compromissione comportamentale e del linguaggio
Minore e piů tardiva compromissione mnesica
60
62. DEMENZE FRONTO-TEMPORALI Demenza fronto-temporale
Atrofia frontale e temporale ma possibile compromissione della SN (= segni parkinsonismo);
Accumuli di fibrille tau
Forme sporadiche, ma anche forme familiari (cromosoma 17: DFTP17 )
Demenza (Malattia) di Pick
Atrofia frontale e temporale con risparmio dei 2/3 posteriori del giro temporale superiore + possibile interssamento del caudato
Corpi di Pick: inclusioni argirofile costituite da fibrille tau
Paralisi sopranucleare progressiva
Degenerazione cortico-basale 62
63. DEMENZE FRONTO-TEMPORALI- score di alterazione del comportamento frontale - 63
64. Demenza sotto-corticale: demenza associata ad una patologia dei gangli della base Demenze corticali Disturbo della memoria
Disturbo del linguaggio
Difficoltŕ nei calcoli
Disturbo nella programmazione del gesto
Disturbo nell’astrazione
Disturbi motori tardivi Demenze sotto-corticali Disturbo della memoria variabile
Lentezza processi mentali
Ridotta iniziativa
Depressione
Disturbi motori importanti 64
65. Demenza sotto-corticale: demenza associata ad una patologia dei gangli della base Malattia di Parkinson
Paralisi sopranucleare progressiva
Degenerazione cortico-basale
Corea di Huntigton Demenza a corpi di Lewy
(Demenza di Alzheimer)
Demenze fronto-temporali
Demenze fronto-temporali
Corea di Huntigton 65
66. DEMENZA A CORPI DI LEWY Patologia emergente: 20% delle demenze degenerative
Presenza di corpi di Lewy (accumuli fibrillari di sinucleina) oltre che nelle sedi tipiche per IPD anche a livello corticale
Fluttuazioni dei deficit cognitivi (vigilanza ed attenzione); brevi episodi confusionali precoci, diurni e notturni; disturbo mnesico costante e grave.
Frequenti dall’inizio le allucinazioni, specie visive
Segni extrapiramidali (acinesia ed ipertonia plastica)
Segnalate: cadute, sincope, perdite di coscienza transitorie, sensibilitŕ ai neurolettici, deliri di persecuzione, allucinazioni si alro tipo, REM behaviour disorder, depressione 66
68. 68 Demenze in corso di: Trauma cranico
Ripetuto: demenza pugilistica (non reversibile, verosimile un meccanismo patogenetico microvascolare) ma connidera anceh ruolo del trauma come innesco della cascata amiloide)
Unico con formazione di ematoma sub-durale cronico: reversibile con lo svuotamento dell’ ematoma
Esposizione a tossici (Piombo) o carenziali (deficit vit. B12)
Infezioni
AIDS dementia complex: puň essere la maggiore o l’ unica manifestazione della malattia: riduzione/perdita della memoria a breve termine, deficit dell’ attenzione, disturbi del linguaggio, apatia accompagnati da disturbi motori: iperreflessia osteo-tendinea, segno di Babinski, segni di liberazione (riflesso del grugno..), ipostenia degli arti inferiori fino alla paraplegia, incontinenza urinaria e fecale (N.B associazione con segni midollari).
Sifilide
Idrocefalo normoteso (idrocefalo cronico dell’adulto)
Triade sintomatologica
Disturbo della marcia
Disturbi sfinterici
Deficit cognitivo
Rilievo TC / RMN di idrocefalo + segni di riassorbimento transependimale
Reversibile con il posizionamento di una derivazione ventricolo-peritoneale
Corea di Huntington
69. DEMENZA E GUIDA Valutazione individualizzata
I problemi maggiori insorgono abitualmente dopo 3 anni dalla diagnosi 69
70. DEMENZA - ESAMI 70
71. DEMENZA - ESAMI 71