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Spazio adolescenti e famiglia: tu e la tua famiglia di fronte all’impegno di crescere. Parlare di sostanze è possibile insieme DGR 209151 del 30/03/09. Numero accessi: 24 Maschi: 17 Femmine: 7 Numero colloqui: 210
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Spazio adolescenti e famiglia:tu e la tua famiglia di fronte all’impegno di crescere. Parlare di sostanze è possibile insieme DGR 209151 del 30/03/09
Numero accessi: 24 Maschi: 17 Femmine: 7 Numero colloqui: 210 Numero medio di colloqui per caso: 8,75 (min 2 - max 13) Soggetti coinvolti nella consulenza: Solo ragazzo: 3 Solo genitori: 9 Intero nucleo famigliare: 12 Alcuni dati relativi agli accessi
Modalità di accesso Spontaneo: 8 Sert / Alcologia: 6 Servizi sociali: 3 Consultorio: 6 Scuola: 1 Provenienza (distretto) Lecco: 11 Bellano: 6 Merate: 7
Tipologia di abuso prevalente (dichiarato): • Alcool: 8 • THC: 12 • Cocaina: 2 • Eroina: 2
Alcune caratteristiche comuni • Età media dei ragazzi: 17 anni (min 14 max 22) • Difficoltà nel percorso di scuola superiore (anni persi, cambi indirizzo, problemi disciplinari) • “Tensioni” intra-famigliari • Utilizzo sostanze stupefacenti / alcool • Comportamenti a rischio / ricerca sensazioni forti nel gruppo dei pari
Nucleo famigliare • Famiglia con genitori separati: 8 • Famiglia mono parentale (madre): 2 • Famiglia con i due genitori conviventi: 14
Filippo 14 anni: 1° COLLOQUIO “… In effetti non è che io sia uno stinco di santo … ma non è colpa mia se mi piace stare con gli amici e non mi piace stare in casa a guardare loro … in casa mi sembra di scoppiare …. Certo i miei hanno ragione, per stare con gli amici non si dovrebbe sempre sballare e strafarsi di canne … ma non è colpa mia se ho questi amici … e poi quelli troppo a posto non mi piacciono”. (tensione verso l’esterno come evasione dalla noia - gruppo dei pari: importanza evolutiva e rischio di “pressione” del gruppo per sancire appartenenza)
2° COLLOQUIO “… Mia madre mi dice che sono un mezzo delinquente e si incazza perché non vado a scuola e non studio, ma non è colpa mia se quando apro il libro non mi ricordo niente di quello che ho letto … e allora vado a fumarmi una canna… e mia mamma allora dice:- guarda il figlio della mia amica come è bravo …- e allora lì mi incazzo io”. (fallimento del tentativo di realizzare le aspettative genitoriali e rischio depressivo; timore del confronto - rabbia)
3° COLLOQUIO “… I miei dovrebbero capirla che sono così e basta, lasciarmi in pace … Quello che io faccio o non faccio non dovrebbe avere nessun significato per loro … Quello che faccio non dovrebbe avere nessun effetto sul loro star bene o stare male ... Non voglio che stiano in pensiero per quello che faccio o non faccio … Devono capirla e lasciarmi stare”. (desiderio di autonomia e desiderio di rescindere il legame famigliare vissuto come limitazione)
… Certe volte mi sembra di essere due persone diverse, come dott. Jekill e Mr Hide ... Quando si discute in casa mi sembra di esplodere, mentre invece in altri momenti sono calmo e quelli che mi conoscono mi dicono che sono più maturo di quelli della mia età … Non capisco chi sono … e non riesco a decidere chi essere...(ricerca di una identità, bisogno di sapere chi si è veramente)
Una mamma “… mi basta solo vederlo per non sopportarlo, vederlo girare per casa, senza combinare niente … mi verrebbe voglia di dirgli: “ma vai via, sparisci e non farti più vedere”... Infatti stiamo pensando di mandarlo via, in qualche istituto … ma le sembra giusto che ci tratti così? … Ma lo sa che ci ha preso dei soldi in casa?... Da qualche giorno lo controllo ogni volta che torna a casa … io capisco subito … gli dico -guardami bene negli occhi-” (desiderio di allontanamento, difficoltà nel “regolare la distanza”, crollo della fiducia, controllo)
… Prima non era così … è sempre stato bravo a scuola, gli insegnanti erano contenti … poi alle superiori ha cominciato a bigiare la scuola e a farsi bocciare … non me lo sarei mai aspettato da lui … e vuole sempre avere l’ultima parola … non posso più dirgli niente …” (cambiamento rispetto all’infanzia come tradimento delle aspettative)
Un papà “… non c’è niente da fare … io e mia moglie abbiamo provato in tutti i modi … io glielo dico sempre … guarda che sbagli, guarda che la vita non è quella che credi tu … guarda che così non va bene … guarda che anch’io da ragazzo ho fatto stupidate, poi ho capito … ma lui niente, si crede chissà chi, non accetta niente … (impotenza; atteggiamento moralizzante e aumento della distanza affettiva)
… poi non sopporto come tratta sua madre e allora devo andare giù pesante e urlare … … mia moglie mi dice che dovrei essere più calmo, che dovrei parlare con calma con i ragazzi, ma col lavoro che faccio come posso essere calmo e andare dietro a tutti? Alla sera a cena è un litigio continuo e allora meglio stare tutti zitti e basta!” (conflitto e “tentazione di interventi autoritari”)