320 likes | 1.04k Views
LA RELAZIONE ATTEGGIAMENTO e COMPORTAMENTO. La relazione tra atteggiamento e comportamento. Generalmente, ciò che pensiamo e proviamo influenza il nostro modo di agire. Se ci piace il regista Nanni Moretti , magari andremo a vedere il suo ultimo film.
E N D
LA RELAZIONE ATTEGGIAMENTO e COMPORTAMENTO
La relazione traatteggiamento e comportamento Generalmente, ciò che pensiamo e proviamo influenza il nostro modo di agire. Se ci piace il regista Nanni Moretti, magari andremo a vedere il suo ultimo film. Se ci piacciono gli U2, compreremo il loro ultimo disco In realtà questo legame tra atteggiamenti e comportamento non è così semplice e lineare.
LA PRIMA GENERAZIONE DI STUDI: ESISTE UNA RELAZIONE TRA ATTEGGIAMENTO E COMPORTAMENTO? • Inizialmente, la relazione tra atteggiamento e comportamento veniva data per scontata, fino agli anni ’60. • Allport (1935): • “gli atteggiamenti determinano ciò che ciascun individuo vede e sente … pensa e … vuole fare”. Studi di LaPiere (1934)
I PRIMI DUBBI CIRCA LA RELAZIONE ATTEGGIAMENTO- COMPORTAMENTO • L’esperimento di LaPiere (1934) La Piere viaggiò attraverso gli USA insieme con una coppia di immigrati cinesi. Durante il suo esperimento osservò come in 250 dei 251 hotel visitati la coppia veniva trattata in maniera cortese. Successivamente scrisse una lettera a ciascuno di questi hotel, chiedendo se sarebbero stati disposti ad ospitare persone cinesi: in più del 90% delle lettere veniva risposto di no.
IMPLICAZIONI E LIMITI DELL’ESPERIMENTO DI LAPIERE • I risultati di LaPiere misero pesantemente in discussione l’assunzione, fino ad allora condivisa, circa la relazione esistente tra atteggiamento e comportamento • Vari LIMITI dell’esperimento di LaPiere: • Non vi era nessuna certezza che la persona che aveva materialmente accolto i cinesi fosse la stessa persona che aveva risposto alla lettera
ULTERIORI CONFERME DEI RISULTATI DI LAPIERE • Corey (1937): atteggiamenti e comportamenti verso il copiare agli esami • De Fleur & Westie (1958): atteggiamenti e comportamenti verso le persone di colore • Wicker (1969): analizzando i risultati di 45 studi diversi, la correlazione media tra atteggiamenti e comportamenti risultava di 0.15. Più tardi Wicker (1971) propone esplicitamente di abbandonare il concetto di atteggiamento
LA SECONDA GENERAZIONE DI STUDI: IN QUALI CONDIZIONI ESISTE UNA RELAZIONE TRA ATTEGGIAMENTO E COMPORTAMENTO? • Un problema di misura? Come misurare atteggiamenti e comportamenti? • Un problema di definizioni? Quali atteggiamenti predicono quali comportamenti? • Un problema contestuale? In quali condizioni gli atteggiamenti predicono i comportamenti e in quali condizioni non li predicono?
Non sempre avere un atteggiamento di favore o sfavore porta ad un comportamento coerente ESEMPIO Avere un orientamento sfavorevole all’uso dell’auto privata negli spostamenti urbani e un atteggiamento positivo verso i mezzi pubblici non è garanzia del fatto che domattina l’auto resterà a casa
Fishbein e Azjen (1974) fanno notare come ci sia di solito una differenza nel livello di generalità/specificità tra le misure di atteggiamento e comportamento ATTEGGIAMENTOmolto generale(ad esempio, l’atteggiamento generale verso la religione) COMPORTAMENTO molto specifico(ad esempio, la frequenza alla messa domenicale) Si potrebbe mai prevedere la presenza assidua alla messa domenicale solamente da un atteggiamento generale positivo verso la religione?
2 PRINCIPI FONDAMENTALI(Ajzen & Fishbein 1977) Aggregazione:utilizzare più di un indicatore per misurare atteggiamenti e comportamenti(misure aggregate – indice composito di comportamento da correlare a misura di A.). Att: “Sei favorevole all’ambiente?”. SI! Comp1: “Cerchi di consumare poca benzina”. SI! Comp2: “Hai la tessera del WWF?”. NO! Compatibilità:: considerare atteggiamenti e comportamenti che abbiano lo stesso livello di specificità(misurare atteggiamento vs comportamento che si vuole prevedere) Att: “Qual è il tuo atteggiamento verso la preghiera?” Comp: “Hai pregato la settimana scorsa?” (religione)
Quindi più l’atteggiamento è specifico, più sarà capace di predire il comportamento a cui è legato. ESPERIMENTO Davidson e Jaccard (1979), in una ricerca fatta sull’uso della pillola anticoncezionale, rilevarono in un campione di donne atteggiamenti generali(atteggiamento verso il controllo delle nascite) e atteggiamenti specifici (atteggiamento verso l’uso della pillola per un periodo limitato di tempo). Dopo due anni ricontattarono le stesse donne per sapere se avessero fatto uso della pillola nel tempo intercorso. Come previsto, l’atteggiamento specifico, al contrario di quello generale, fu un buon predittore del comportamento.
Dopo 2 anni Tipo di atteggiamento Comportamento uso pillola Attegg. Controllo nascite .08 Attegg. Contraccettivi orali.32 Attegg. Uso di contraccettivi orali .53 Attegg. Più specifico sull’uso della pillola periodo limitato.57
STUDI EMBLEMATICI Aggregazione: Weigel & Newman (1976) W & N hanno misurato gli atteggiamenti pro-ambientali attraverso le risposte ad una serie di item di un questionario. Successivamente un loro collaboratore ha misurato una serie di differenti comportamenti pro-ambientali nei partecipanti (firmare varie petizioni e convincere anche un amico a farlo, ripulire una strada, riciclare carta e vetro). Presi singolarmente, i vari comportamenti correlano poco con la misura di atteggiamento. La correlazione aumenta fino a .62quando si prende in considerazione l’intero insieme dei comportamenti
Atteggiamenti specifici per il comportamento che si intende prevedere Ma non basta!
LA TERZA GENERAZIONE DI STUDI: IN CHE MODO GLI ATTEGGIAMENTI PREDICONO IL COMPORTAMENTO? • La Teoria dell’Azione Ragionata (Theory of Reasoned Action, TRA) di Fishbein & Ajzen (1975) • La Teoria del Comportamento Pianificato (Theory of Planned Behavior, TPB) di Ajzen (1991) • Il modello MODE (Motivation and Opportunity as DEterminants) di Fazio (Fazio 1990)
Teoria dell’azione ragionata - Questa teoria è stata formulata da Fishbein e Azjen (1975) ed è la teoria più influente elaborata per spiegare come gli atteggiamenti possono guidare il comportamento attraverso una ponderata valutazione delle intenzioni - Ciò che è importante è l’intenzione ad agire (ciò che ci si propone di fare -intenzione- è il miglior modo per prevedere il ciò che si farà) - Studia il comportamento ragionato: implica la consapevolezza/conoscenza delle conseguenze (componenti cognitive del comportamento) - Studia il comportamento volontario
TTRA e TPB - Premesse fondamentali • Studia il comportamento ragionato: implica la consapevolezza/conoscenza delle conseguenze (componenti cognitive del comportamento) • Studia il comportamento volontario • La teoria è “sufficiente”, cioè comprende tutte le variabili necessarie a spiegare il comportamento
Le intenzioni comportamentali sono determinate principalmente da 2 fattori NORME SOGGETTIVE ATTEGGIAMENTO Verso un dato comportamento Credenze su come gli altri giudicano il comportamento che vorremmo mettere in atto
Atteggiamento verso l’azione Intenzione comportamentale Comportamento Norme soggettive LA TEORIA DELL’AZIONE RAGIONATATRA
Credenze comportamentali Troppa carne causa colesterolo Atteggiamento verso il comportamento Negativo consumare troppa carne Intenzione comportamentale Non mangerò troppa carne Credenze normative Stile di vita familiare alimentare sano Norma soggettiva Adeguarsi allo stile familiare Comportamento Mangio anche pesce
Credenze comportamentali Un motorino diminuirebbe i tempi di spostamento Atteggiamento verso il comportamaento Mi piacerebbe comprare il motorino Intenzione comportamentale Comprerò il motorino Credenze normative I genitori non sempre sono d’accordo Norma soggettiva I miei genitori approvano l’acquisto Comportamento Compro il motorino
La Teoria del Comportamento Pianificato (Theory of Planned Behavior, TPB) di Ajzen (1991)
Le intenzioni comportamentali sono determinate principalmente da 3 fattori ATTEGGIAMENTO Verso un dato comportamento NORME SOGGETTIVE Credenze su come gli altri giudicano il comportamento che vorremmo mettere in atto CONTROLLO COMPORTAMENTALE PERCEPITO Facilità o difficoltà di attuare un comportamento
Atteggiamento verso l’azione Intenzione comportamentale Comportamento Norme soggettive Controllo comportamentale percepito LA TEORIA DEL COMPORTAMENTO PIANIFICATO - TPB
Credenze comportamentali Un motorino diminuirebbe i tempi di spostamento Atteggiamento verso il comportamaento Mi piacerebbe comprare il motorino Intenzione comportamentale Comprerò il motorino Credenze normative I genitori non sempre sono d’accordo Norma soggettiva I miei genitori approvano l’acquisto Comportamento Compro il motorino Controllo comportamentale percepito Mi posso comprare il motorino Credenze sul controllo Posso guadagnare i soldi per comprarlo
Modello MODE(Motivation and Opportunity as Determinants) Fazio[1986; 1990; 1995] postula l’esistenza di due percorsi differenti che collegano l’atteggiamento al comportamento Modalità di elaborazione spontanea Modalità di elaborazione volontaria Riflette sui costi e i benefici di un determinato comportamento Riflessione consapevole su qual è il proprio atteggiamento verso quella particolare azione Gli atteggiamenti possono guidare il comportamento senza che l’individuo consideri gli atteggiamenti relativi e senza che abbia consapevolezza di come questi stiano influenzando il comportamento
Modalità di elaborazione spontanea In questo percorso la variabile cruciale è l’accessibilità dell’atteggiamento: più un atteggiamento sarà accessibile, più sarà capace di predire il comportamento spontaneo Cosa ne pensate dell’attore George Clooney? O di Nicole Kidman? Se vi piacciono molto ci sarà un’associazione forte tra l’oggetto e la sua valutazione L’atteggiamento può essere dunque richiamato facilmente e velocemente dalla memoria
Accessibilità e attivazione automatica degli atteggiamenti (Fazio, 1986) • Prevedere atteggiamenti verso oggetti sociali o di tipo politico • ACCESSIBILITÀ dell’ATTEGGIAMENTO • Velocità con la quale l’atteggiamento viene richiamato alla memoria anche in modo automatico • Fattore cruciale nel determinare il grado di corrispondenza • L’atteggiamento attivato automaticamento distorce la percezione dell’oggetto e il comportamento deriva da queste percezioni senza l’intervento di alcun processo si ragionamento cosciente
Accessibilità e attivazione automatica degli atteggiamenti (Fazio, 1986) • Prevedere atteggiamenti verso oggetti sociali o di tipo politico • FORZA dell’ATTEGGIAMENTO • Stabilità nel tempo • Resistente alla persuasione • Coerenza con il comportamento • Connessioni forti con altri atteggiamenti verso oggetti simili
Fazio e Williams [1986] condussero una serie di interviste per indagare l’atteggiamento dei soggetti verso due candidati alle elezioni americane, registrando: • tipo di risposta • tempo trascorso per rispondere • (minor tempo di risposta= maggiore accessibilità: forza dell’associazione tra • candidato e atteggiamento Dopo le elezioni i soggetti, nuovamente contattati, riferirono a quale candidato avevano dato il proprio voto. Risultati: miglior predittore del comportamento elettorale risultò essere la velocità di emissione del giudizio: i soggetti che avevano risposto velocemente non avevano cambiato idea al momento del voto.