E N D
Alcune parole chiave • I BENI sono le cose che servono per vivere e che dobbiamo comperare; alcuni di questi beni sono indispensabili e sono quelli che servono per mangiare, per vestirsi e difendersi dal freddo, per spostarsi, per arredare la casa, per studiare … Altri beni possono dare gioia e piacere, ma non sono altrettanto indispensabili: l’ultimo modello di scarpe da ginnastica, un altro orologio, un’auto sportiva. • CONSUMO – Quando i beni si usano, si consumano e non possono essere più utilizzati: la merenda è stata mangiata, la benzina dell’auto si è consumata, la pila della radiolina si è scaricata; ci sono beni che durano a lungo (una casa può avere una vita di centinaia di anni) e beni che vengono consumati in pochissimo tempo (il pranzo preparato della mensa scolastica). • MATERIE PRIME – I metalli, la carta, il legno, l’acqua, la plastica, il vetro quando sono utilizzati nelle fabbriche per produrre oggetti sono materie prime. In alcune lavorazioni è possibile utilizzare rifiuti selezionati al posto delle materie prime. • RIFIUTI – Se decidiamo di buttare via una cosa che abbiamo usato fino a oggi, questa cosa diventa un rifiuto. Se una parte di ciò che compriamo non ci serve (la scatola dei biscotti, le ossa del pollo, il guscio dell’uovo), allora la buttiamo e diventa un rifiuto. I rifiuti quando sono gettati in grande quantità in un terreno, in un fiume o nel mare possono inquinare (cioè rovinare) l’ambiente e rendere difficile la vita delle piante, degli animali e degli uomini. Questo avviene perché tanti rifiuti messi assieme tolgono l’ossigeno alle piante e agli animali e perché rilasciano nell’acqua, nell’aria e nel terreno sostanze pericolose. Per questo motivo i rifiuti devono essere portati in impianti dove si può recuperarli o dove possono produrre energia o devo possono essere trattati in modo da non costituire pericolo per le piante, gli animali e gli uomini. • ENERGIA – L’energia è qualcosa che produce luce, calore, movimento; abbiamo diversi tipi di energia: solare, chimica, termica, elettrica, .... I motori, i veicoli, le fabbriche, le case hanno bisogno di energia per funzionare, gli esseri viventi ne hanno bisogno per vivere, per muoversi e per fare qualsiasi lavoro e attività. Le città consumano molta energia e la prendono dalle centrali, dai combustibili, dai carburanti. Anche i rifiuti possono essere utilizzati per produrre l’energia che serve alla città. • INQUINAMENTO – Quando i rifiuti o altre sostanze dannose vengono abbandonati e vanno a sporcare l’acqua, l’aria o il terreno, si crea inquinamento. L’acqua, l’aria e il terreno possono, in questo caso, diventare meno adatti per la vita. In alcuni casi l’inquinamento può arrivare al punto di non permettere alle piante, agli animali e agli uomini di respirare, di dissetarsi e di sfamarsi.
Cosa succede quandouna merce diventa rifiuto? • da utile diventa inutile • aveva un prezzo e ora non vale più niente • un oggetto che diventa rifiuto: da pulito diventa sporco • l’abbiamo portato in casa nostra e ora non vale più niente
Che cos’è • L'elemento distintivo fra un rifiuto e qualcosa che non lo è, non può risiedere nella qualità della cosa, né in caratteristiche oggettive, come ad esempio aver cessato di svolgere la sua funzione originaria. Spesso ciò che è rifiuto per un'attività umana può essere risorsa per un'altra attività (es: un vestito di alta moda portato una volta può essere un rifiuto per una attrice famosa, ma l' "abito della festa" per un'altra persona). • Il Decreto legislativo n. 22 del 5/2/1997, conosciuto anche come decreto “Ronchi” dal nome dell’allora Ministro dell’Ambiente, prevede la gestione dei rifiuti attraverso una scala di priorità, in modo da ridurre al minimo lo smaltimento finale dei rifiuti in discarica: • riutilizzo • riciclaggio • recupero come materia prima • recupero energetico come CDR (combustibile derivato da rifiuti) • recupero di energia dai rifiuti tal quali • smaltimento finale in discarica • aggiungendo inoltre che "Il riutilizzo, il riciclaggio e il recupero di materia prima debbono essere considerati preferibili rispetto alle altre forme di recupero ".
Differenziazione, Riduzione, Riuso e Riciclaggio dei rifiuti • La produzione di una grande quantità di rifiuti rappresenta da tempo un grande problema su tutto il pianeta: da un lato è la spia di procedimenti industriali e commerciali che impiegano una quantità eccessiva di risorse rispetto al prodotto finale; dall'altro fa si che lo smaltimento dei rifiuti impieghi territorio e risorse con discariche ed inceneritori. • Indicativo è ciò che nel 1970 un gruppo di studiosi riuniti nel "Club di Roma" annuncia: le risorse della Terra non sono infinite e se non cominciamo a vivere secondo uno stile di vita più sobrio, presto si esauriranno. • La raccolta differenziata, il riciclaggio e il riuso sono facili accorgimenti che si possono adottare comodamente nella vita di tutti i giorni; sono i metodi più praticati per ridurre i rifiuti alla fonte e a destinazione finale.
La gestione dei rifiuti in Europa • In Europa ogni anno si producono circa 1,3 miliardi di tonnellate di rifiuti, escludendo quelli agricoli. Non si devono comunque confondere i rifiuti in generale con quelli urbani. E' quindi necessario approfondire la loro composizione. • Complessivamente i rifiuti si distinguono in: • 29% rifiuti dell'attività estrattiva • 26% rifiuti dell'attività manifatturiera • 22% rifiuti dell'attività di costruzione e demolizione • 14% rifiuti urbani • 5% rifiuti da varie fonti • 4% rifiuti dall'attività di produzione dell'energia (fonte Rapporto Rifiuti 2003 - dati 1997) • La produzione di rifiuti urbani in Europa è pertanto pari a 198 milioni di tonnellate. Considerando la popolazione UE di 375 milioni di abitanti, ogni abitante in Europa produce ogni anno 527 kg di rifiuti. • Rifiuti da smaltire in qualche modo.
Come sono smaltiti i rifiuti in Europa ? • Nonostante gli sforzi nel recupero e nel riciclaggio, la discarica resta la soluzione ancora più praticata per il 54% dei casi. • Il 27% dei rifiuti urbani entra nella filiera del riciclaggio o del compostaggio. • Il 19% restante dei rifiuti è avviato all'incenerimento con o senza recupero di energia (termovalorizzatori).
LA SITUAZIONE ITALIANA • L'Italia produce ogni anno 29 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani (dato 2001). La politica della gestione rifiuti è ancora fortemente orientata alle discariche dove viene stoccato il 67,1%. • Il 24,2% dei rifiuti segue altre strade (compostaggio, riciclaggio), • mentre solo il restante 8,7% dei rifiuti viene incenerito tramite gli inceneritori o termovalorizzatori. • Nella diapositiva successiva viene descritta la situazione in maniera dettagliata tramite una tabella.
Produzione dei rifiuti urbani e speciali nel 2002 espressa in milioni di tonnellate. Fonte: APAT, Lo stato dell’ambiente, 2004. • Legenda • a – Esclusi gli inerti non pericolosi da costruzione e demolizione (C&D) • c – Esclusi i rifiuti speciali non determinati
IL SACCO NERO • Plastica: imballaggi e manufatti • Vetro: imballaggi e vetro piano • Legno: imballaggi e ingombranti • Carta: imballaggi e carta grafica • Alluminio: imballaggi e manufatti • Metalli: imballaggi e manufatti • Componente organica: scarti da cucina • Sottovaglio: minutaglie Che cosa contiene ?
Quando e come nasce l’emergenza ambiente • Le abitudini della popolazione europea, e più in generale della popolazione appartenente al nord del mondo, ha subito un grande cambiamento in seguito allo sviluppo industriale. Questo tipo di sviluppo, sotto la spinta della conquista del mercato, ha portato al limite lo sfruttamento delle risorse naturali, il cui consumo, è stato fino a qualche anno fa considerato a costo nullo. Nel corso degli ultimi decenni tuttavia, sulla base della constatazione delle condizioni di acuto degrado dell'ambiente naturale, sia a livello locale, sia a livello planetario, si è manifestata da parte dei cittadini, una forte domanda di protezione e salvaguardia dell'ambiente. Quanto sopra descritto è stato seguito dall'evoluzione normativa. • Il 25/1/1957, fu firmato il Trattato di Roma che istituiva la Comunità Economica Europea (CEE). • La creazione della Comunità Europea, aveva come obiettivo principe lo sviluppo in campo economico e l'unità nella regolazione dei mercati, con riguardo all'ambiente. • Nel 1972 la Conferenza dei Capi di Stato riconosce un "limite alla crescita" : l'ambiente non è più considerato un bene libero di essere sfruttato. • Nasce la necessità di attuare una politica comune dell'ambiente e nasce il primo programma d'azione comunitaria in materia ambientale con riferimento al periodo 1973-1977. • Recentemente è entrato in vigore il VI Programma che ha come riferimento temporale il 2000-2010 con lo scopo di finalizzare l'attività di tutti gli attori sociali al raggiungimento dello sviluppo sostenibile, anche attraverso l'ampliamento degli strumenti per la tutela dell'ambiente. • Le aree prioritarie sono quattro: • cambiamento climatico • natura e biodiversità • ambiente e salute • uso sostenibile delle risorse naturali e gestione dei rifiuti. • In ordine all'ultima area il Programma sottolinea che "Uno degli aspetti più problematici della politica ambientale dell'UE è l'inesorabile accumulo di rifiuti; il Programma "Ambiente 2010: il nostro futuro, la nostra scelta" propone di sganciare la produzione di rifiuti dalla crescita economica, ad esempio ponendo maggiore attenzione sul riciclaggio e sulla prevenzione, da perseguire mediante una politica integrata dei prodotti.
La legge in materia • Legge 475/88 prevede, a partire dal 1° settembre 1990, l'obbligatorietà per i Comuni di organizzare la raccolta differenziata dei Rifiuti Urbani, dando l'avvio alla raccolta generalizzata di vetro, carta, plastica, ecc.; istituisce i Consorzi Nazionali Obbligatori per il riciclaggio dei contenitori o imballaggi per liquidi, in vetro, metallo e plastica. • D.Lgs. 22/1997 (Decreto Ronchi) si fonda su due principi di ordine generale: • - considerare il rifiuto come risorsa da utilizzare • - gestire i rifiuti secondo una scala di priorità • L'articolo 3 tratta la prevenzione della produzione di rifiuti, introduce principi ed individua strumenti per la riduzione della quantità, volume e pericolosità dei rifiuti attraverso un approccio che prenda in considerazione tutto il ciclo di vita dei prodotti: progettazione, fabbricazione, distribuzione, commercializzazione, consumo e post-consumo, lo sviluppo di tecnologie pulite, promozione di ecobilanci, promozione di accordi e contratti di programma.
Le tipologie dei rifiuti • I rifiuti sono classificati, secondo l’origine, in rifiuti urbani e rifiuti speciali e secondo le caratteristiche di pericolosità in rifiuti non pericolosi e rifiuti pericolosi (urbani e speciali), che contengono al loro interno un’elevata dose di sostanze inquinanti pericolose e che quindi devono essere raccolti, trasportati e smaltiti con la massima sicurezza. Nella seguente tabella sono riportati alcuni esempi:
Gli imballaggi • Per imballaggio si intende il prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a contenere, proteggere, movimentare, consegnare, presentare determinate merci, dalle materie prime ai prodotti finiti. • I materiali di cui gli imballaggi sono principalmente costituiti corrispondono a quelli che oggi sono oggetto della raccolta differenziata dei rifiuti (carta e cartone, plastica, vetro, legno, acciaio e alluminio). • Da indagini merceologiche sulla nostra spazzatura risulta, infatti, che essi costituiscono il 40% del volume dei nostri rifiuti e il 30% del peso. • Qui sotto sono riportate le principali tipologie di imballaggi. Le aziende che producono e utilizzano imballaggi hanno un ruolo molto importante poiché sono corresponsabili della gestione ambientale. Quest’ultima, infatti, si fonda sul principio della “responsabilità condivisa” tra tutti gli operatori economici. Resta però fondamentale la partecipazione di tutti i cittadini alla corretta gestione del recupero dei rifiuti di imballaggio.
Le problematiche connesse ai rifiuti (1) • L’energia è il “motore” che alimenta i cicli di materia all’interno dell’ecosfera. L’acqua, l’aria, la terra, gli organismi viventi e gli elementi chimici si spostano continuamente all’interno di ciascuna sfera della Terra e da una sfera all’altra dell’ecosfera stessa. • In ogni ciclo non c’è né produzione, né distruzione o perdita di materia, ma solo trasformazione continua. E ogni scarto diviene una risorsa per le fasi successive del ciclo. • L’energia contenuta in un organismo vivente si trasforma e, al termine del suo ciclo vitale, si degrada. Ad esempio, parte di un vegetale diviene cibo e viene quindi trasformata in energia chimica, parte si decompone nel terreno. • C’è perciò un “degrado entropico” (è il calore dissipato nell’ambiente non utilizzabile per compiere un lavoro, indicato nella figura) ad ogni cambiamento della materia.
Le problematiche connesse ai rifiuti (2) • I meccanismi alla base dell’attività umana stanno trasformando in flussi lineari processi che naturalmente sono ciclici. Si consumano velocemente troppo risorse e si producono altrettanto velocemente sostanze che, pur non essendo tutte necessariamente nocive (per esempio l’anidride carbonica), non sono “consumate” (o lo sono troppo poco) e quindi non riescono a rientrare nei cicli. L’economia umana crea così un flusso continuo che va dalle sorgenti planetarie di materia ed energia ai pozzi planetari dove si concentrano rifiuti e inquinamento. • Se di dimensioni limitate, i flussi lineari riescono ad essere riassorbiti dai cicli naturali, ma quando le loro dimensioni diventano eccessive, l’equilibrio è disturbato, spesso in maniera irreversibile. La ciclicità dei fenomeni naturali pone quindi inevitabilmente all’uomo vincoli molto rigidi nell’uso delle risorse. • Ad esempio, se prendi un chilogrammo di carta straccia, come quella dei giornali usati, e la sottoponi ad un procedimento di riciclaggio, ottieni nuova carta riutilizzabile, la carta riciclata, ma in quantità inferiore al chilo originale. La differenza si perde nell’acqua e nelle scorie. Anche se alla fine la massa del materiale in circolazione è sempre un chilo, una parte di essa è irrecuperabile, perché troppo dispersa o diluita.
Le problematiche connesse ai rifiuti (3) • Il nostro sistema economico genera, quindi, molti effetti negativi nel senso di un forte aumento dell’entropia: • tutte le volte che non ricicliamo, perdiamo definitivamente la materia-energia; • siamo abituati ad usare massicciamente le risorse non rinnovabili; • produciamo energia, ad esempio con una centrale termoelettrica, in quantità molto minore di quella che utilizziamo per produrla; • immettiamo nell’ambiente materia (rifiuti e scorie) che non recuperiamo, contribuendo così alla degradazione dell’ambiente stesso. Ed anche se recuperiamo, c’è comunque un aumento dell’entropia. • Per avere un’idea del disordine irreversibile che produciamo e della quantità di energia che perdiamo, prova a visitare una discarica e osserva lo spettacolo che si presenta davanti a te: un groviglio maleodorante di vetri rotti, lattine, lamiera, ferro, plastiche, avanzi di cibo … • Come e quando questi rifiuti potranno essere riordinati e riassorbiti nei cicli naturali? • L’umanità deve operare scelte responsabili, pensando ad un vero e proprio “bilancio energetico” e sapendo di avere un’esigenza principale: la conservazione e il ripristino delle condizioni ambientali ad un livello accettabile. • Il rischio, altrimenti, sarà quello di correre sempre più velocemente verso un “disordine” irreversibile ed autodistruttivo.
La gestione dei rifiuti • L'importanza sociale e ambientale di una corretta ed efficiente gestione dei rifiuti si può evincere dallo stato delle strade in caso di sospensione o di malfunzionamento del servizio come è successo recentemente a Napoli. • Per gestione dei rifiuti si intende l'insieme delle politiche volte a gestire l'intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro sorte finale, e coinvolgono quindi: la raccolta, il trasporto, il trattamento (riciclaggio o smaltimento), il riutilizzo dei materiali di scarto, solitamente prodotti dall'attività umana, nel tentativo di ridurre i loro effetti sulla salute dell'uomo e sull'ambiente, compreso il controllo di queste operazioni, delle discariche e degli impianti di smaltimento dopo la chiusura. • Un interesse particolare negli ultimi decenni riguarda la riduzione degli effetti dei rifiuti sulla natura e sull'ambiente e la possibilità di recuperare risorse da essi, e la riduzione della produzione di rifiuti stessi.
La raccolta • In generale la “raccolta” rappresenta l’operazione di prelievo dei rifiuti, di cernita (scelta, selezione, differenziazione) e di raggruppamento dei rifiuti per il loro trasporto. • Per “raccolta differenziata” si intende quella raccolta in cui i rifiuti vengono separati secondo le caratteristiche omogenee delle merci che li costituiscono (una tale selezione risulta fondamentale per il trattamento successivo degli stessi rifiuti). Ecco quanta energia contribuiamo a risparmiare facendo la raccolta differenziata:
Il riciclaggio • Riciclare significa ottenere merci nuove da quelle usate risparmiando energia e materie prime che verrebbero nuovamente sottratte alla terra. • I materiali ottenuti dal riciclaggio dei rifiuti che serviranno per la costruzione di nuovi oggetti, prendono il nome di materie prime secondarie.
Lo smaltimento • L’ ultima fase del ciclo di vita dei rifiuti è lo smaltimento con cui si intende una serie di iniziative atte a mettere in sicurezza in modo definitivo la frazione residua del procedimento di gestione dei rifiuti. • Nella seguente tabella sono riportate alcune operazioni relative allo smaltimento dei rifiuti (maggiori informazioni verranno date nelle pagine successive):
Quattro idee geniali • La riduzione rientra nelle quattro priorità introdotte dal Decreto “Ronchi” del febbraio 1997, le cosiddette “4 R” e cioè: • Riduzione: minore produzione di rifiuti. La riduzione dei rifiuti è una scelta primaria nell’ambito delle politiche di produzione e di consumo compatibili con l’ambiente. In questo senso i produttori sono chiamati: • all’impiego di tecnologie pulite che nella produzione dei beni utilizzino meno materie prime, meno energia e producano meno scarti; • diminuisce il flusso dei rifiuti destinati a smaltimento finale rimettendo sul mercato un bene già usato (che altrimenti finirebbe in discarica) e riduce il consumo di materie prime per la produzione di un bene nuovo. • Il riciclaggio consiste nel recupero di materiali di scarto o di rifiuto riutilizzabili in un nuovo ciclo produttivo e avviene dopo un processo di differenziazione dei rifiuti, si osserva quindi che il materiale utilizzato è considerato rifiuto da chi se ne disfa. • Riutilizzo. Non è specificatamente normato dal Decreto. La definizione riportata sul vocabolario Zingarelli della lingua italiana, con riutilizzare intende: "utilizzare di nuovo cose già usate destinandole ad usi anche diversi dal primitivo (esempio: un giornale vecchio per incartare). • E' evidente che il riutilizzo: • allunga il ciclo di vita dei beni in accordo con un uso più sostenibile delle risorse; • diminuisce il flusso dei rifiuti destinati a smaltimento finale rimettendo sul mercato un bene già usato (che altrimenti finirebbe in discarica) e riduce il consumo di materie prime per la produzione di un bene nuovo. • Recupero: valorizzazione del rifiuto per ricavare materia seconda o energia. I rifiuti non riutilizzabili o riciclabili possono essere bruciati per ricavare energia o per produrre come “materia seconda” oggetti completamente diversi da quelli di partenza. Questa soluzione è ampiamente diffusa nell’industria dove lo scarto di una produzione diventa materia impiegata per un altro ciclo di lavorazione.
Il riuso • Esiste una pratica, ormai scarsamente applicata, che consente dei risparmi notevoli a livello energetico e un abbattimento quasi totale dei livelli di inquinamento ed è il cosiddetto riuso. • In che cosa consiste? E’ molto semplice: prendiamo ad esempio una bottiglia di vetro. Una volta utilizzata potrebbe essere riconsegnata al negoziante, ritirata dallo stesso produttore, e dopo essere stata sterilizzata, rimessa in commercio.
La gestione dei rifiuti:INDICE • 1 Principi del sistema integrato italiano • 2 La prevenzione dei rifiuti • 3 Il trattamento dei rifiuti • 4 La filiera della raccolta differenziata • 4.1 Riciclaggio dei rifiuti • 4.2 Compostaggio della frazione umida • 5 La filiera della raccolta indifferenziata • 5.1 Trattamento a freddo dei rifiuti • 5.2 Trattamento termico dei rifiuti • 5.2.1 Incenerimento con recupero energetico • 5.2.2 Pirolisi e gassificazione • 5.3 Discarica • 6 Conclusioni, costi e ruoli nel sistema integrato • 6 La tariffa rifiuti • 8 La raccolta differenziata • 10 Collegamenti esterni
Principi del sistema integrato italiano • La strategia adottata dall'Unione Europea e recepita in Italia con il DL Ronchi del '97 (abrogato e sostituito con il DL 152/06 Parte IV) affronta la questione dei rifiuti delineando priorità di azioni all'interno di una logica di gestione integrata del problema. Esse sono, come descritto nella predetta parte IV negli articoli 180 e 181 nell' ordine di priorità definito dall'articolo 179: • Criteri di priorità (Art 179) • Sviluppo di tecnologie pulite. • Ideazione e messa in commercio di prodotti che non contribuiscano o diano un contributo minimo alla produzione di rifiuti ed all'inquinamento. • Miglioramenti tecnologici per eliminare la presenza di sostanze pericolose nei rifiuti. • Ruolo attivo delle amministrazioni pubbliche nel riciclaggio dei rifiuti e loro utilizzo come fonte di energia. • Prevenzione della produzione di rifiuti (Art. 180) • Corretta valutazione dell'impatto ambientale di ogni prodotto durante il suo intero ciclo vitale. • Capitolati di appalto che considerino l'abilità nella prevenzione della produzione. • Promuovere accordi e programmi sperimentali per prevenire e ridurre la quantità e pericolosità dei rifiuti. • Attuare il DL 18 Febbraio 2005 n. 59 e la direttiva 96/61/CE specifica per la riduzione e prevenzione integrate dell'inquinamento. • Recupero dei rifiuti (Art 181) • il riutilizzo, il reimpiego ed il riciclaggio. • Produzione di materia prima secondaria trattando i rifiuti stessi. • Favorire tramite misure economiche e capitolati nelle gare d'appalto il mercato dei prodotti reimpiegati. • Uso dei rifiuti per produrre energia (recupero energetico: ossidazione biologica a freddo, gassificazione, incenerimento).
Principi del sistema integrato italiano (2) • Pertanto, se il primo livello di attenzione è rivolto alla necessità di prevenire la formazione dei rifiuti e di ridurne la pericolosità, il passaggio successivo riguarda l'esigenza di riutilizzare i prodotti (es. bottiglie) e, se non è possibile il riuso, di riciclare i materiali (es. riciclaggio della carta). • Infine, solo per quanto riguarda il materiale che non è stato possibile riutilizzare e poi riciclare (come ad esempio i tovaglioli di carta) e il sottovaglio (ovvero la frazione in piccoli pezzi indistinguibili e quindi non riciclabili di rifiuti, che rappresenta circa il 15% del totale), si pongono le due soluzioni del recupero energetico tramite sistemi a freddo o a caldo, come la bio-ossidazione (aerobica o anaerobica), la gassificazione, la pirolisi e l'incenerimento oppure l'avvio allo smaltimento in discarica. • Dunque anche in una situazione ideale di completo riciclo e recupero vi sarà una percentuale di rifiuti residui da smaltire in discarica o da ossidare per eliminarli e recuperare l'energia. Da un punto di vista ideale il ricorso all'incenerimento ed alle discariche indifferenziate dovrebbe essere limitato al minimo indispensabile. • La carenza di efficaci politiche integrate di riduzione, riciclo e riuso fanno dello smaltimento in discarica ancora la prima soluzione applicata in Italia ed in altri paesi europei. Per quanto riguarda il recupero, esistono progetti ed associazioni che si occupano dello scambio di beni e prodotti usati (per esempio Freecycle).
La prevenzione dei rifiuti • La prevenzione dei rifiuti consiste in un insieme di politiche volte a disincentivare, penalizzare economicamente o addirittura vietare la produzione di materiali e manufatti a ciclo di vita molto breve e destinati a diventare rifiuti senza possibilità di riuso. • Soggetti interessati possono quindi essere tanto le imprese quanto i comuni cittadini, incentivati a ridurre a monte la produzione dei rifiuti, ad effettuare la raccolta differenziata. • Oltre ad uno stimolo "etico", tali soggetti possono anche essere incentivati da una riduzione della TaRSU (tariffa sui rifiuti), ad esempio quando ricorrano al compostaggio domestico (si consideri che la frazione organica è comunque una parte molto significativa dei rifiuti delle famiglie. • Vedi Tabella riassuntiva delle “Misure miranti a ridurre la produzione di rifiuti.
Misure miranti a ridurre la produzione di rifiuti Da parte delle ditte produttrici • Eliminare i contenitori inutili e sostituire la vaschetta di polistirolo con il cartone. • Studiare imballaggi facili da assemblare e smontare. • Reintrodurre gradualmente le bottiglie di vetro o di plastica riutilizzabile con vuoto a rendere. • Disincentivare l’uso delle lattine e introdurre il cauzionamento. • Produrre beni più durevoli. • Definire il ciclo di vita del prodotto già in fase di progettazione e poi di fabbricazione per: curare la scelta di materiali e il ciclo produttivo, prevedere il tipo di rifiuto che ne risulterà e quindi il metodo di smaltimento o di riutilizzo e riciclaggio. • Usare meno materiali per la produzione con risparmio di materie prime. • Dare corrette informazioni sulla qualità dei prodotti (etichette). Da parte del cittadino (ecoconsumatore) • Munirsi di una borsa della spesa di stoffa anziché usare sportine di plastica. • Acquistare contenitori di vetro, meglio se a rendere. • Preferire cibi venduti sfusi in sacchetti di carta. • Comprare detersivi in polvere in contenitori di cartone anziché di plastica. • Acquistare merci con imballaggi ridotti. • Non utilizzare posate, piatti, bicchieri a perdere. • Non usare confezioni monouso (marmellate, burro, ecc.) • Raccogliere separatamente carta, vetro, plastica, metalli. • Utilizzare prodotti durevoli (di qualità superiore). • Riutilizzare più volte i beni di consumo prima di gettarli (rimettere a nuovo, riaggiustare, scambiare, ecc.). • Imparare a leggere le etichette per avere corrette informazioni sulla qualità dei prodotti e la composizione dei materiali di imballaggio (utili per la raccolta differenziata). Da parte delle amministrazioni e degli enti competenti • Predisporre i contenitori per la raccolta differenziata. • Creare incentivi per evitare i rifiuti superflui. • Creare incentivi per migliorare i procedimenti tecnici. • Promuovere tecnologie pulite con strumenti legislativi, Ecoaudit, Ecolabel • Informare i cittadini e sensibilizzarli al problema.
Il trattamento dei rifiuti • Il trattamento dei rifiuti consiste nell'insieme di tecniche volte ad assicurare che i rifiuti, qualunque sia la loro sorte, abbiano il minimo impatto sull'ambiente. • Può riguardare sostanze solide, liquide o gassose, con metodi e campi di ricerca diversi per ciascuno. • Le pratiche di trattamento dei rifiuti sono diverse tra paesi sviluppati e paesi in via di sviluppo, tra città e campagna e a seconda che i produttori siano residenziali, industriali o commerciali. • Il trattamento dei rifiuti per gli utenti residenti e istituzionali nelle aree metropolitane è solitamente responsabilità delle autorità di governo locale, mentre il suo trattamento per utenti commerciali e industriali è solitamente responsabilità di colui che ha prodotto i rifiuti. • Lo schema indicato nella pagina successiva riassume le modalità e le filiere per il trattamento dei rifiuti solidi urbani secondo le attuali politiche di gestione in Italia. • Naturalmente, si tratta di uno schema teorico che non sempre, non completamente e non dappertutto è attuato allo stesso modo e soprattutto è solo una delle possibili modalità di gestione dei rifiuti. Evoluzioni tecniche e/o differenti indirizzi e priorità di gestione dei rifiuti possono comportare modifiche sostanziali allo schema, ma esso fornisce comunque uno schema di massima e le corrette terminologie riguardanti l'argomento.
La filiera della raccolta differenziata • I rifiuti raccolti in maniera differenziata possono sostanzialmente essere trattati, a seconda del tipo, mediante due procedure: • riciclaggio, per le frazioni secche; • compostaggio, per la frazione umida.
Il riciclaggio dei rifiuti • Il riciclaggio comprende tutte le strategie organizzative e tecnologiche per riutilizzare come materie prime materiali di scarto altrimenti destinati allo smaltimento in discarica o distruttivo. • In Italia, il tasso di raccolta differenziata sta gradualmente crescendo (è oggi intorno al 22,7% per merito, soprattutto, delle regioni del Nord, dove supera il 35%), ma è ancora inferiore alle potenzialità. Soluzioni particolarmente efficienti come la raccolta differenziata porta a porta, ove adottate, permettono di incrementare notevolmente la percentuale di rifiuti riciclati. • A titolo di confronto, si consideri che in Germania il tasso di raccolta differenziata raggiungeva nel 2004 ben il 56% a livello nazionale. • Numerosi sono i materiali che possono essere riciclati: metalli, carta, vetro e plastiche sono alcuni esempi; vi sono tuttavia complessità associate ai materiali cosiddetti "poliaccoppiati" (cioè costituiti da più materiali differenti) come ad esempio flaconi di succhi di frutta o latte, nonché per oggetti complessi (per esempio automobili, elettrodomestici ecc): non sono tuttavia problemi insormontabili e possono essere risolti con tecnologie particolari, in parte già adottate anche in Italia. • Particolare è il caso della plastica, che come noto esiste in molte tipologie differenti e può essere costituita da molti materiali differenti (PET, PVC, polietilene ecc.). Tali diversi materiali vanno gestiti separatamente e quindi separati fra loro: questa maggior complicazione in passato ha reso l'incenerimento economicamente più vantaggioso del riciclo. Oggi tuttavia appositi macchinari possono automaticamente e velocemente separare i diversi tipi di plastica anche se raccolti con un unico cassonetto, pertanto l'adozione di queste tecnologie avanzate permette un vantaggioso riciclo. • Purtroppo in alcuni casi la plastica (in genere quella di qualità inferiore) viene comunque avviata all'incenerimento anche se dal punto di vista energetico e ambientale non è certo la scelta ottimale.
La raccolta differenziata porta a porta • La raccolta differenziata dei rifiuti è generalmente organizzata attraverso il cosiddetto sistema multipostazione che prevede la collocazione per strada di tre/quattro contenitori, i cassonetti, ognuno relativo ad una o più tipologie di rifiuti in cui i cittadini possono conferire i propri dopo averli preventivamente differenziati. • Esistono interessanti sperimentazioni alternative al tipo di raccolta vigente, che sono riuscite a far ottenere ottimi risultati in termini di raccolta differenziata. Nel Veneto una ventina di Comuni, riuniti nel Consorzio Priula, hanno deciso di intraprendere la " raccolta porta a porta" dei rifiuti urbani: in questo modo hanno ottenuto dal 2000 al 2005 la diminuzione del rifiuto secco, quello che viene portato in discarica, da 277 Kg pro capite a 90 Kg, nonché il totale recupero di tutti i materiali raccolti con la raccolta differenziata, anch'essa più che raddoppiata visto che è passata dal 33,74% al 75,63%. • La raccolta differenziata "porta a porta" ha di diverso rispetto al sistema dei cassonetti stradali il fatto che questi "spariscono" e che i cittadini devono depositare i loro rifiuti, separati per tipologia e posti in appositi sacchetti od altri contenitori differenziati, in orari ben precisi presso il proprio portone; rifiuti che poi verranno prelevati dagli addetti dell'Azienda di Igiene Urbana. • Recentemente anche in alcune zone storiche di Firenze è in atto una sperimentazione di questo tipo. Firenze è il primo capoluogo di regione ad attuare, almeno in via sperimentale, questo sistema di raccolta.
Il compostaggio della frazione umida • Il compostaggio è una tecnologia biologica usata per trattare la frazione organica dei rifiuti raccolta differenziatamente (anche detta umido) sfruttando un processo di bio-ossidazione, trasformandola in ammendante agricolo di qualità da utilizzare quale concime naturale: da 100 kg di frazione organica si ricava una resa in compost compresa nell'intervallo di 30-40 kg. • Tramite digestione anaerobica viene ottenuto anche del biogas che può essere bruciato per produrre energia elettrica e calore; in tal modo è possibile diminuire il livello di emissioni inquinanti della discarica e migliorarne la gestione approfittando anche della conseguente diminuzione dei volumi legata al riciclo dell'umido.
La filiera della raccolta indifferenziata • I rifiuti raccolti indifferenziatamente sono naturalmente molto più difficili da trattare di quelli raccolti in modo differenziato. Possono essere seguite tre strade principali: • Trattamenti a freddo, ovvero separazione e parziale recupero di materiali, biostabilizzazione e conferimento in discarica. • Trattamenti a caldo ovvero incenerimento tal quale o a valle di separazione e produzione di CDR e conferimento in discarica. • Conferimento diretto in discarica (oggi molto usato ma certamente da evitarsi). • In ogni caso è evidente che gli inevitabili scarti di questi processi finiranno per forza di cose in discarica.
Trattamento a freddo dei rifiuti • Scopo dei processi di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati o residui (ossia i rifiuti che rimangono dopo la raccolta differenziata) è di recuperare una ulteriore parte di materiali riciclabili, ridurre il volume del materiale in vista dello smaltimento finale e di stabilizzare i rifiuti in modo tale che venga minimizzata la formazione dei gas di decomposizione ed il percolato (residuo liquido filtrato attraverso la massa dei rifiuti). Da questi processi (fra cui il compostaggio), si ricava in genere sia materiali riciclabili, sia il biogas, cioè, in pratica, metano. • Il principale tipo di trattamento a freddo è il Trattamento meccanico-biologico (TMB). Esso separa la frazione organica ed i materiali riciclabili: permette quindi una ulteriore riduzione dell'uso delle discariche e degli inceneritori, il tutto con emissioni inquinanti nettamente inferiori rispetto a tali impianti. Infatti tratta i rifiuti indifferenziati a valle della raccolta differenziata, incrementando il recupero di materiali. In Germania, ad esempio, impianti TMB sono diffusi da circa una decina d'anni. • Dati relativi al quantitativo di rifiuti trattati in Italia tramite TMB e riferiti al 2004 indicano un totale di 7.427.237 t di rifiuti, con un picco nelle regioni del sud 3.093.965 t. L'incidenza percentuale del dato relativo al 2004 indica un valore pari al 20,5% del totale di rifiuti smaltiti tramite biostabilizzazione e produzione di CDR. • Il TMB può essere utilizzato anche per produrre CDR (combustibile derivato dai rifiuti): è questa l'applicazione principale che ne viene fatta in Italia, soprattutto al sud. In questo caso viene rimosso solamente l'umido ed i materiali non combustibili (vetro, metalli) mentre carta e plastica sono confezionati in "ecoballe" da incenerire: in questo modo il trattamento a freddo si intreccia con quello termico.
Trattamento termico dei rifiuti • Fra i processi di trattamento a caldo (o termico) dei rifiuti, si distinguono tre processi di base: • Combustione (incenerimento) • Pirolisi • Gassificazione • Tutte queste tecnologie producono residui, a volte speciali, che richiedono smaltimento, generalmente in discarica. • Sia in Italia che in Europa, gli impianti di trattamento termico di gran lunga più diffusi per i rifiuti urbani sono gli inceneritori.
Incenerimento con recupero energetico • L'incenerimento è una tecnologia consolidata che permette di ottenere energia elettrica e fare del teleriscaldamento sfruttando i rifiuti indifferenziati o il CDR. • Questi vengono bruciati in forni inceneritori e l'energia termica dei fumi viene usata per produrre vapore acqueo che, tramite una turbina, genera energia elettrica. • La quantità di energia elettrica recuperata è piuttosto bassa (19-25%), mentre quella termica è molto maggiore. Tale energia è tuttavia minima a confronto con l'energia che si può risparmiare mediante il riciclaggio, che resta sempre l'opzione da preferire e incentivare rispetto a tutte le altre.
Pirolisi e gassificazione • La pirolisi e la gassificazione sono dei trattamenti termici dei rifiuti che implicano la trasformazione della materia organica tramite riscaldamento a temperature variabili (a seconda del processo da 400 a 1200 °C), rispettivamente in condizioni di assenza di ossigeno o in presenza di una limitata quantità di questo elemento. • Gli impianti che sfruttano tali tecnologie in pratica, piuttosto che fondarsi sulla combustione, attuano la dissociazione molecolare ottenendo in tal modo molecole in forma gassosa più piccole rispetto alle originarie (syngas) e scorie solide o liquide. • In confronto agli odierni inceneritori i rendimenti energetici possono essere maggiori se il syngas ottenuto viene bruciato in impianti ad alto rendimento e/o ciclo combinato (dopo opportuni trattamenti per eliminare eventuali vari residui, fra cui polveri, catrami e metalli pesanti a seconda del rifiuto trattato), mentre l'impatto delle emissioni gassose risulta sensibilmente ridotto. In particolare il rendimento in produzione elettrica può arrivare, a detta di alcuni produttori, a oltre il doppio del più moderno inceneritore. • Nonostante la tipologia di rifiuti trattabili sia la stessa degli inceneritori (per alcuni tipi di impianto), tuttavia sono pochi gli impianti di questo genere che trattano rifiuti urbani tal quali: molto spesso infatti riguardano frazioni merceologiche ben definite quali plastiche, pneumatici, scarti di cartiera, scarti legnosi o agricoli oppure biomasse in genere. Questi impianti più specifici sono maggiormente diffusi. Ciò nonostante vi è chi ritiene che gli impianti di pirolisi e di gassificazione siano destinati a sostituire in futuro gli attuali inceneritori anche per i rifiuti urbani, diffondendosi ulteriormente e divenendo i principali trattamenti termici di riferimento. • Va anche osservato che in genere gli impianti di pirolisi e/o gassificazione sono più piccoli degli inceneritori, cioè ciascun impianto tratta un minor quantitativo di rifiuti. Questo comporta alcuni vantaggi: anzitutto si evita il trasporto dei rifiuti per lunghe tratte, responsabilizzando ciascuna comunità locale in merito ai propri rifiuti (smaltiti in loco e non "scaricati" a qualcun altro). In secondo luogo la flessibilità e la minor taglia degli impianti permette facilmente di aumentare la raccolta differenziata e ridurre il quantitativo di rifiuti totali, politiche difficilmente attuabili con inceneritori da centinaia di migliaia di tonnellate annue che necessitano di alimentazione continua. Infine anche i costi di realizzazione ed i tempi di ammortamento dovrebbero essere inferiori.
La discarica • Il principale problema delle discariche è la produzione di percolato e l'emissione di gas spesso maleodoranti, dovuti alla decomposizione della frazione organica. Entrambi i problemi possono essere risolti rimuovendo la frazione organica mediante raccolta differenziata o pretrattando i rifiuti con il trattamento meccanico-biologico a freddo esposto in precedenza, riducendo fra l'altro anche i volumi da smaltire. La discarica può essere così usata per smaltire tutti i residui del sistema integrato di gestione dei rifiuti con un impatto ambientale minimo. • Oggi tuttavia vengono spesso avviati in discarica rifiuti indifferenziati o comunque contenenti materiali utili (vetro, carta, plastica, ecc.) senza alcun pretrattamento; questa è certamente una soluzione semplice, comoda, economica ma ambientalmente sbagliata, e - purtroppo - in alcuni casi facilmente controllabile dalla malavita.
Conclusioni, costi e ruoli nel sistema integrato • La combustione dei rifiuti non è di per sé contrapposta o alternativa alla pratica della raccolta differenziata finalizzata al riciclo, ma dovrebbe essere solo un eventuale anello finale della catena di smaltimento. Inoltre è ovvio che, se un inceneritore viene dimensionato per bruciare un certo quantitativo di rifiuti, dovrà essere alimentato per forza con quel quantitativo, impedendo di fatto la riduzione dei rifiuti e l'aumento ulteriore della raccolta differenziata. • Per ragioni tecnico-economiche la tendenza è oggi quella di realizzare inceneritori sempre più grandi, con la conseguenza di alimentare il "turismo dei rifiuti" (cioè il trasporto di rifiuti anche da altre province se non da altre nazioni) con il conseguente inquinamento. In Italia questo fenomeno è stato accentuato dai forti incentivi statali che hanno favorito l'incenerimento a scapito di altre modalità di smaltimento più rispettose dell'ambiente. • In Italia si sono inceneriti nel 2004 circa 3,5 milioni di t/anno su un totale di circa 32 milioni di tonnellate di RSU totale prodotto, cioè circa il 12% (per un confronto con altri paesi europei si veda Inceneritore); tale pratica specie al Nord è in aumento, e in Lombardia ad esempio raggiunge il 34%. • Ciò che balza all'occhio è il grande ricorso allo smaltimento in discarica, che è in diminuzione (dal 2001 al 2004, al Nord -21%, al Sud -4% e al Centro -3%), ma che interessa attualmente in tutto circa il 56,9% dei rifiuti urbani prodotti (45% al Nord, 69,5% al Centro, 73,2% al Sud); si stima che sul totale nazionale il 76% sia rifiuto da raccolta indifferenziata e il 24% siano residui dai diversi processi di trattamento: biostabilizzazione, CDR, incenerimento, residui da selezione delle R.D.), con conseguenze ambientali che si vanno aggravando soprattutto nel Sud, dove i pochi impianti di trattamento finale sono ormai saturi e la raccolta differenziata stenta a decollare: gli inceneritori sarebbero perciò, secondo alcuni, da aumentare (soprattutto al Sud). • Tuttavia, se si considera che nei comuni più virtuosi la raccolta differenziata supera già adesso l'80%, si deduce che persino al Nord essa è ancora molto meno sviluppata di quanto potrebbe e che in alcune aree del Nord gli impianti di incenerimento sarebbero perfino sovradimensionati. Pertanto, il timore di alcuni è che non si potrà sviluppare appieno la raccolta differenziata e il riciclo per consentire agli inceneritori di funzionare senza lavorare in perdita, oppure si dovranno importare rifiuti da altre regioni. • Una considerazione importante è infatti che gli investimenti necessari per realizzare i termovalorizzatori sono molto elevati (il costo di un impianto in grado di trattare 421.000 t/anno di rifiuti è valutabile in circa 375 milioni di euro, cioè circa 850-900 € per tonnellata di capacità trattatabile), e il loro ammortamento richiede, tenendo anche conto del significativo recupero energetico, circa 20 anni; perciò costruire un impianto significa avere l'«obbligo» (sancito da veri e propri contratti) di incenerire una certa quantità minima di rifiuti per un tempo piuttosto lungo. • Infine, è interessante notare che la spesa per abitante dei comuni che fanno ampio ricorso all’incenerimento è nettamente superiore a quella dei comuni molto virtuosi nella raccolta differenziata e che, anche città molto grandi come San Francisco sono riusciti a superare il 50% nella raccolta differenziata.
La tariffa rifiuti • In Italia la produzione annua complessiva di rifiuti è di circa 30 milioni e mezzo di tonnellate; ciò significa che mediamente ogni cittadino italiano, neonati compresi, produce un chilogrammo e mezzo di rifiuti al giorno, circa 500 chili l’anno, pari a un volume di circa 42 milioni di metri cubi che corrispondono ad una quantità sufficiente per ricoprire sotto uno strato di un metro e mezzo di rifiuti una intera provincia italiana di media grandezza. • La Tariffa di Igiene Ambientale (TIA) costituisce elemento di grande novità e di profondo cambiamento dei rapporti tra cittadino-utente, amministrazione pubblica e fornitore dei servizi di igiene urbana. • L’art.49 del D.Lgs.22/97 abroga la precedente Tassa rifiuti (TaRSU). Con il passaggio da tassa a tariffa, con cui viene attuato il principio del “chi inquina paga”, il metodo di calcolo non considera più soltanto la superficie dell’abitazione, ma la quantità dei rifiuti effettivamente prodotti da ciascun individuo. • In tal modo si persegue non solo l’obiettivo di limitare l’aumento della produzione dei rifiuti e di incentivare comportamenti virtuosi da parte degli utenti (la riduzione e il riutilizzo), ma anche quello di migliorare la qualità del servizio. Come fare, allora, per pagare di meno? Applicando la prima Erre – cioè la Riduzione – anche il sacchetto peserà di meno nel cassonetto!
Un grande aiuto all’ambiente e ai cittadini Sono molti i vantaggi della raccolta differenziata e, per questo, deve essere incoraggiata e potenziata in tutti i comuni della regione. • Aiuta l'economia, permettendo di riutilizzare materiali preziosi e di ridurre i costi di smaltimento. Consente inoltre di utilizzare alcune parti di rifiuti per recuperare energia elettrica e calore. • Aiuta l'ambiente, riducendo sensibilmente i rifiuti che vengono smaltiti in modo differenziato. • Aiuta la salute, eliminando dai rifiuti quelle parti che sono pericolose, che richiedono sistemi di smaltimento più accurati. • Aiuta i cittadini, perché tutti abbiamo interesse a vivere in una città più pulita e in un ambiente più sano.
Separati in casa • RIDURRE LA QUANTITÀ DEI RIFIUTI È UNA NECESSITÀ E DEVE DIVENTARE UN IMPEGNO DI TUTTI. • Dobbiamo buttare meno e buttare meglio. È un percorso che comincia in casa attraverso comportamenti facili da adottare e criteri semplici da seguire. Basta seguire alcuni accorgimenti che vi suggeriamo qui.
Quando si fa la spesa Al momento di scegliere i prodotti, attenzione alle confezioni: • dare preferenza a imballaggi semplici e ridotti • preferire i formati famiglia a quelli monodose • preferire prodotti concentrati • usare le ricariche dei detersivi • preferire merci fabbricate con materiali riciclati • evitare gli usa e getta (piatti, posate di plastica, rasoi) • preferire contenitori con vuoto a rendere, pile ricaricabili e imballaggi recuperabili (riutilizzandoli il più possibile) • fare la spesa con una borsa di stoffa (un sacchetto in meno da buttare o conservare)
La raccolta differenziata in casa • Quando un prodotto non è più riutilizzabile, il materiale di cui è composto può ancora costituire una risorsa utile e preziosa. • Per questo è importante separare i rifiuti che produciamo in casa, avviandoli al servizio di raccolta differenziata già divisi, in modo da facilitare i processi di lavorazione e trasformazione per produrre nuovi materiali riciclati, e diminuire quindi il prelievo in natura. È IMPORTANTE CONOSCERE IL MODO CORRETTO DI SEPARARE I RIFIUTI
La raccolta differenziata in ufficio • Il primo passo è verificare se la raccolta differenziata è già in atto sul posto di lavoro e, in caso contrario, promuoverla. Ecco tutto quello che possiamo riciclare al lavoro: • carta e cartone • componenti di fotocopiatrici • penne • carta carbone • cartucce esaurite • toner • nastri stampanti • piccoli oggetti in plastica e bakelite • DVD • In più, stampando fronte e retro o utilizzando entrambi i lati del foglio si riduce a metà il consumo personale di carta.
Secco oppure Umido • Questo tipo di raccolta differenziata comporta un'immissione di materiali differenti fra di loro, che normalmente in altri tipi di raccolte differenziate vengono recuperati separatamente, all'interno di un unico cassonetto favorendo la selezione degli stessi alla fine dell'intero processo. • Di solito nei comuni in cui si svolge questo tipo di raccolta non vengono utilizzate le campane separate della carta o del vetro e lattine o della plastica perché tutto viene raccolto insieme e separato alla fine. Modalità di servizio e raccolta: • conferimento diretto degli utenti presso l'apposito contenitore distribuito sul territorio comunale. Destinazione finale: • invio agli impianti per la selezione e poi recupero e riciclaggio distinto per frazioni di materiali.