E N D
Lo skyline di New York è un monumento il cui splendore non è eguagliato da alcuna piramide o palazzo. Ma i grattacieli americani non sono stati costruiti con fondi pubblici, né per scopi pubblici : sono stati costruiti dall’iniziativa, dall’energia e dal benessere di individui privati per realizzare profitti personali.AYN RAND Alla ricerca della grandezza Sabrina Pittini
Inglese Tour in New York Storia dell’Arte I Grattacieli Italiano Italo Calvino Geografia Stati Uniti Economia Le società Storia New York
Lo Skyscraper La scuola di Chicago La scuola di Chicago è un movimento od una vera e propria scuola di architettura che si è formata a Chicago tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento. L'ambiente in cui si sviluppò fu quello creatosi dopo l'incendio della città del 1871, e ad essa parteciparono due generazioni di architetti ed ingegneri di cui la prima era forte delle esperienze maturate durante la Guerra di secessione americana. La scuola, promosse, l'uso della nuova tecnologia delle strutture in acciaio nella costruzione degli edifici commerciali, e sviluppò anche nuovi canoni estetici, influenzata anche dal corrispondente evolversi delle avanguardie architettoniche in Europa antecedenti al Movimento Moderno. Alcune delle forme e caratteri distintivi della scuola di Chicago sono l'uso della struttura in acciaio come elemento portante degli edifici con murature di rivestimento in terracotta, larghe aree finestrate e ripetitive e un uso limitato della decorazione esterna.. Il primo piano funziona come base, i piani intermedi come un albero di colonne verticali, mentre la cima dell'edificio è sormontata da una cornice semi-tradizionale. La "Chicago window" la (finestra di Chicago) è nata in questa scuola ed è divisa in tre parti: un largo pannello centrale in vetro affiancato a due più strette aperture dello stesso materiale.
I Grattacieli Il grattacielo è un edificio di grandi dimensioni ed espanso in senso verticale verso l'alto, costituito da un gran numero di piani abitabili. L'etimologia del termine, deriva dall'inglese skyscraper, che significa letteralmente "ciò che gratta il cielo". Sin dagli inizi del XX secolo e in tutta l'era moderna e contemporanea, il termine skyscraper indica tuttavia una particolare tipologia di edificio, la più imponente costruzione fisica concepita dagli esseri umani: la torre moderna caratterizzata da una struttura metallica con scansione in piani. Viene considerato un grattacielo qualsiasi edificio di altezza superiore ai 100 metri. Costruzioni di questo tipo sono presenti più o meno in quasi tutte le città del mondo; per questo motivo una serie di architetti di primo piano riunitisi in un consiglio internazionale d'architettura hanno stabilito un'ulteriore distinzione che permettesse di distinguere gli edifici aventi numerosi piani dai veri e propri grattacieli, ancora oggi pochissimi in tutto il mondo. Fu creata così una classificazione ulteriore denominata appositamente supergrattacielo (dall'inglese supertall) e da riferirsi solamente alle megastrutture, cioè a quegli edifici che, per dimensioni e proporzioni, abbiano raggiunto o superato gli 80 piani o che comunque abbiano un'altezza minima di 300 metri. Il primo grattacielo è generalmente considerato quello della Home Insurance Company, di tredici piani, costruito a Chicago nel 1885, superato cinque anni più tardi dal Manhattan Building di New York (sedici piani). A partire dal 1908 iniziò in quest'ultima città una vera e propria competizione, sulla costruzione del più alto edificio al mondo. La rivoluzione industriale e l'introduzione delle macchine favorirono la costruzione di altissime torri in calcestruzzo, vetro e acciaio nell'isola di Manhattan a New York City. Questi edifici raggiunsero successivamente quote di centinaia di metri di altezza dal suolo superando anche i 100 piani.
I grattacieli attualmente si dividono in: • MODELLO A CAMPANILE: L’edificio doveva essere concepito con una base ben ancorata al terreno che doveva elevarsi per non più di 15-17 piani e che doveva occupare tutta l’estensione territoriale del lotto. L’esempio più celebre è il Woolworth Building. • MODELLO A ZIGURAT: L’edificio poteva svilupparsi in altezza teoricamente all’infinito ma con un progressivo arretramento del fronte che doveva culminare con l’apice della costruzione. Questo modello garantiva un’illuminazione naturale , ma permetteva uno sviluppo più dinamico e vertiginoso agli edifici, permettendo agli architetti di poter raggiungere quote considerevoli dell’ordine degli oltre 200 metri di altezza dal suolo. Un esempio è il General Eletric Building. • MODELLO A PLAZA: L’ultimo modello elaborato dai tecnocrati del grattacielo rappresenta la soluzione più tecnologica e complessa dell’elevazione degli edifici nella città moderna. Lo sviluppo della torre , infinito, dà agli architetti e agli scienziati delle costruzioni la possibilità di utilizzare tutta la tecnologia necessaria per poter arrivare ad altezze dell’ordine di centinaia di metri giungendo al mezzo chilometro di altitudine dal suolo. Fra gli edifici più importanti troviamo L’ Empire State Building.
Home Insurance Building L'Home Insurance Building venne costruito nel 1885 a Chicago dall'ingegnere William LeBaron Jenney e fa parte di quel gruppo di edifici, costruiti prima a Chicago, poi a New York a fine Ottocento, che daranno vita alla tipologia del "grattacielo” a causa del loro sviluppo in altezza. Da molti è ritenuto il primo esempio di grattacielo, per le dimensioni, ma soprattutto per l'uso del telaio metallico. Il progettista William LeBaron Jenney fa parte della cosiddetta Scuola di Chicago che negli anni tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX, opera un rinnovamento del linguaggio architettonico, con l'uso dell'acciaio nelle costruzioni, la semplificazione linguistica, l'enfatizzazione della maglia strutturale e la tendenza allo sviluppo in altezza.
Empire State Building Per progettare il grattacielo vennero chiamati gli architetti della corporazione omonima Shreve Lamb and Harmon, un gruppo che si era già distinto negli Stati Uniti per la realizzazione di opere imponenti. La costruzione cominciò nel 1930 e di mese in mese avanzava nel cielo sempre di più tanto che il profilo della struttura era visibile anche a parecchi chilometri di distanza da New York. Terminato in appena 16 mesi dall'inizio dei lavori l'edificio, che era diventato il più alto del Mondo fu subito aperto al pubblico e inaugurato con l'accensione durante un tramonto di maggio del 1931 dell'illuminazione degli ultimi 30 piani effettuata dal presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover premendo un pulsante all'interno della Casa Bianca a Washington. Definito l'ottava meraviglia del mondo l'Empire State Building era alto originariamente 86 piani (di cui l'ottantaseiesimo piano costituisce da allora il famosissimo osservatorio panoramico) culminanti ad una quota di 320 metri. Conta 1575 gradini (nei quali si svolge ogni anno una gara di corsa con tanto di premio) e 6400 finestre. L'Empire State Building deriva il suo nome da quello dello stato di New York (detto appunto The Empire State) ed è stato l'edificio più alto del Mondo per ben 40 anni prima di essere superato nel 1973 dalle Torri del World. Trade Center.
Woolworth Building Con i suoi 58 piani, è uno dei grattacieli più vecchi e famosi di New York. Ancora oggi è uno dei cinquanta edifici più alti degli Stati Uniti e uno dei venti più alti di New York. Progettato in stile neogotico (revival stilistico) dall’architetto Cass Gilbert, nel 1910, l’edificio fu costruito da GunvaldAus. In pianta l’edificio è una grossa U, in modo da massimizzare la luce all’interno dello stesso. Data la somiglianza con le cattedrali gotiche europee, all’inaugurazione la struttura venne etichettata dal reverendo S. Parker Cadman “la Cattedrale del Commercio”. Il soffitto all’interno è un mosaico di vetro colorato in stile bizantino/primo cristiano. Il marmo e il bronzo attorno alle cassette postali, agli ascensori sono ovviamente in stile gotico. E’ rimasto l’edificio più alto del mondo fino alla costruzione del 40 Wall Street e del Chrysler Building nel 1930.
Italo calvino Italo Calvino nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, un villaggio vicino all’Avana (Cuba) da padre agronomo e madre botanica; riceve un’educazione rigorosamente laica. Nel 1925 la famiglia Calvino ritorna in Italia, a Sanremo, dove Calvino vive “fino a vent’anni in un giardino pieno di piante rare ed esotiche”. Compiuti gli studi liceali, Italo Calvino viene avviato dai genitori agli studi di Agraria, che non porta a compimento. Per quanto, tenti di seguire la tradizione scientifica familiare, ha già «la testa alla letteratura». Inoltre, a interrompere gli studi si intromette la guerra. Dopo l'8 settembre 1943, Calvino si sottrae all'arruolamento forzato nell'esercito fascista e si aggrega ai partigiani della Brigata Garibaldi. Dopo la liberazione, aderisce al Partito Comunista Italiano, collabora a giornali e riviste e si iscrive alla Facoltà di Lettere di Torino, dove nel 1947 si laurea con una tesi su Joseph Conrad. A Torino collabora al «Politecnico» di Vittorini, ed entra a far parte del gruppo redazionale della casa editrice Einaudi. Nel 1947 esordisce come scrittore, pubblicando Il sentiero dei nidi di ragno. A questo romanzo, con cui si rivela il più giovane e dotato tra gli scrittori neorealisti, segue il volume di racconti Ultimo viene il corvo (1949). Negli anni Cinquanta e Sessanta svolge le funzioni di dirigente nella casa editrice Einaudi e intensifica sempre più la sua attività culturale e il suo impegno nel dibattito politico-intellettuale, collaborando a numerose riviste. Si impone nel panorama letterario italiano, come il più originale tra i giovani scrittori. Tra il 1959 e il 1967 dirige, insieme a Vittorini, l'importante rivista culturale letteraria «Il Menabò», in cui pubblica interventi caratterizzati da un impegno di tipo etico-conoscitivo, quali Il mare dell'oggettività (1959) e La sfida del labirinto (1962). Nel 1963, anno della Neoavanguardia, pubblica, oltre a Marcovaldo ovvero Le stagioni in città, il racconto costruito ancora su schemi di tipo tradizionale La giornata di uno scrutatore, con cui si chiude il ciclo apertosi all'incirca un decennio prima.
Nel 1964 si apre una nuova fase della vita e della carriera di Italo Calvino: sposa l'argentina Judith Esther Singer e si trasferisce a Parigi, da dove continua a lavorare per l'Einaudi, e dove viene a contatto con gli ambienti letterari e culturali più all'avanguardia. Nel 1965 esce il volume Le Cosmicomiche, a cui segue nel 1967 Ti con zero, in cui si rivela la sua passione giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche. Intanto cresce il suo successo e il suo prestigio in tutto il mondo. Negli anni Settanta, Calvino pubblica numerosi interventi, prefazioni e traduzioni in molte lingue, e collabora prima al «Corriere della Sera», poi alla «Repubblica». Nel 1979 esce il romanzo Se una notte d’inverno un viaggiatore, che diviene subito un best seller. Nel 1985, avendo ricevuto l'incarico di tenere una serie di conferenze negli Stati Uniti alla Harvard University, prepara le Lezioni Americane, che tuttavia rimarranno incompiute e saranno edite solo postume nel 1988. All'inizio di settembre, infatti, Italo Calvino muore all'ospedale di Siena, colpito da un'emorragia celebrale.
La poetica Nella prima fase della sua produzione, collocabile all’interno del movimento neorealista, Calvino mostra una lucida capacità rappresentativa della realtà che coniuga impegno politico e letteratura in modo spontaneo e leggero. Calvino principalmente cercava l’oggettività, ma senza mai “cadere” in pura cronaca: è sempre presente la dimensione mitico-fiabesca che permette all’autore di far intravedere la realtà sotto le spoglie del sogno. Calvino,in questa prima fase, dà l’avvio all’operazione di sdoppiamento dei piani interpretativi che contraddistingue la sua produzione: da una parte il livello puramente narrativo, semplice e comprensibile da tutti i lettori, dall’altra quello visibile solo dai lettori più smaliziati. Questa scelta è compiuta,all’inizio, su precise basi ideologiche, in seguito, con la contaminazione di forme colte e popolari. Il romanzo più significativo di questa fase è Il sentiero dei nidi di ragno. Nella seconda fase della produzione, Calvino, fu attirato dalla letteratura popolare, con particolare attenzione al mondo delle fiabe. L’impianto è ormai totalmente abbandonato al fiabesco e la narrazione procede secondo due livelli di lettura: quello di immediata fruizione e quello allegorico-simbolico, in cui sono presenti numerosi spunti di riflessione. Accanto alla produzione allegorico-simbolica, Calvino continua comunque un tipo di narrazione che descrive la realtà quotidiana. Riprende ad esaminare il ruolo dell’intellettuale nella società, constatando la sua assoluta impotenza di fronte alle cose del mondo. La scrittura fantascientifica più significativa è Le cosmocomiche. Nella terza fase della sua produzione, intorno agli anni Sessanta, Calvino aderisce ad un nuovo modo di fare letteratura, intesa ora come artificio o come gioco combinatorio.
Per lo scrittore ligure è necessario rendere visibile ai lettori la struttura stessa della narrazione, per accrescere il loro grado di consapevolezza. In questa nuova fase produttiva, Calvino; si avvicina ad un nuovo tipo di scrittura che potrebbe essere definita combinatoria, perché il meccanismo stesso che permette di scrivere assume un ruolo centrale all’interno della produzione: Calvino infatti è convinto che ormai l’universo linguistico abbia soppiantato la realtà e concepisce il romanzo come un meccanismo che gioca artificialmente con le possibili combinazioni della parole. Il primo prodotto di questa nuova concezione della letteratura è Il Castello dei destini incrociati (1969). L’intento di Calvino è di smascherare i meccanismi che stanno alla base di tutte le narrazioni, creando così un romanzo che va oltre se stesso, in quanto riflessione sulla propria natura e configurazione. Mediante questo “esercizio di stile” Calvino esemplifica quali sono i modelli e gli stilemi del romanzo moderno (da quello della neoavanguardia a quello neo-realistico, da quello esistenziale a quello fantastico surreale).
Lezioni Americane Nel Giugno del 1984 Calvino viene invitato a tenere ad Harvard delle relazioni la cui particolarità è l'assoluta libertà nella scelta del tema. Nell'Aprile del 1985 termina la stesura della "leggerezza", tra Maggio e Giugno le si affiancano anche la "rapidità", la "molteplicità", "l'esattezza" e la "visibilità". La sesta e ultima sezione, la "consistency", rimane incompiuta perché Calvino muore poco prima di partire. Il libro incompiuto viene pubblicato dapprima solo in America e dopo tre mesi arriva anche in Italia. Le "Lezioni americane" sono anche un riepilogo, una sintesi di quindici anni di saggistica; mette sulla carta la sua idea di come dovrebbe essere la letteratura. Nelle "Lezioni americane" è presente una coppia di autori, Lucrezio e Ovidio, che incarnano il primo l'unicità e il secondo la molteplicità. Si farebbe presto a dividere le opere di Calvino in questo modo, ma è invece più importante capire questo: la figura di Lucrezio è il simbolo della scomponibilità del mondo in elementi primi e inalterabili, mentre quella di Ovidio della loro incessante trasmutabilità. L'universo di Lucrezio è discontinuo ma padroneggiabile con la mente mentre quello di Ovidio è un proliferare di forme concrete e definite. E' vero che la materia è discontinua ed il mito è continuo, ma si può sempre metterli in relazione: nell'immaginazione di Calvino le forme di Ovidio nascono dal caos di Lucrezio, perché ogni cosa obbedisce ad un principio di analogia che è il vero tessuto connettivo del mondo.
NY PER UN GIORNO Di ITALO CALVINO tratto dal testo “Eremita a Parigi. Pagine autobiografiche” Pubblicato da Mondadori nel 1994 L’ARRIVO La noia del viaggio è largamente ripagata dall’ emozione dell’ arrivo a New York, la più spettacolare visione che sia data di vedere su questa terra. I grattacieli affiorano grigi nel cielo appena chiaro e sembrano enormi rovine d’una mostruosa New York abbandonata di qui a tremila anni. Poi poco a poco si distinguono i colori diversi da qualunque idea che uno se ne faceva, e un complicatissimo disegno di forme. Tutto è silenzioso e deserto, poi si cominciano a veder scorrere le auto. L’aspetto grigio e massiccio e fine secolo delle case dà a NY, come nota subito Ollier, l’aria da città tedesca. NEW YORK NON E’ ANCORA L’AMERICA Questa frase che avevo letta in tutti i libri su New York te la ripetono dieci volte al giorno, ed è vera, ma cosa importa? E’ New York, qualcosa che non è né del tutto America né del tutto Europa, che ti comunica una carica d’energia straordinaria, che ti senti subito in mano come se ci fossi sempre vissuto, e in certi momenti, specie a uptown dove più si sente la vita di massa dei grandi uffici e fabbriche di abiti fatti, ti piomba addosso che pare ti schiacci. Naturalmente, uno appena è sbarcato qui, pensa a tutto fuor che a tornare indietro.
IL VILLAGE Forse faccio male a restare al Village. E’ così poco New York, pur essendo nel centro di New York. E’ così somigliante a Parigi, ma in fondo si capisce che è una somiglianza involontaria che fa di tutto per credersi volontaria. Tre strati sociali diversi al Village: la borghesia benpensante soprattutto dei palazzi nuovi che sorgono anche qui; i natives italiani che di fronte all’invasione degli artisti (cominciata negli anni Dieci perché qui si spende meno) fanno resistenza e spesso si azzuffano (a primavera risse e arresti in massa da parte della polizia hanno diradato il flusso di turismo domenicale da parte dei newyorkesi degli altri quartieri) ma intanto è sui bohemians e sull’atmosfera bohemien che campano e mandano avanti le loro botteghe; e i bohemians che ora sono chiamati dal volgo tutti beatniks, più sporchi e scostanti, uomini e donne, di tutti i confratelli parigini. Intanto la fisionomia del quartiere è minacciata dalle speculazioni edilizie che impiantano anche qui i grattacieli. Ho firmato una petizione per la salvezza del Village a una ragazzetta attivista che raccoglieva firme a un angolo della Sixth. Siamo molto attaccati al nostro quartiere nei del Village. Abbiamo anche due giornali tutti per noi: The Villager e The Village’s Voice. 24 NOVEMBRE
IL MUSEO GUGGENHEIM In queste settimane argomento d’obbligo di tutte le conversazioni newyorkesi è il nuovo museo disegnato da Frank Lloyd Wright per ospitare la collezione Salomon Guggenheim, da poco inaugurato. Tutti lo criticano; io ne sono un sostenitore fanatico ma mi trovo quasi sempre isolato. E’ una specie di torre a spirale, una rampa continua di scale senza gradini, con una cupola di vetro. Salendo e affacciandosi si ha sempre una vista diversa con proporzioni perfette, dato che c’è una sporgenza semicircolare che corregge la spirale, e in basso c’è una fettina d’aiola ellittica e una vetrata con uno spicchio di giardino, e questi elementi, mutando sempre a ogni altezza ci si sposti sono un esempio di architettura in movimento di esattezza e fantasia uniche. Tutti dicono che l’architettura sovrasta la pittura ed è vero ( pare che Wright odiasse i pittori), ma che importa: uno va lì per prima cosa per vedere l’architettura, e poi anche i quadri uno li vede sempre illuminati bene uniformemente che è la prima cosa. C’è il problema del pavimento sempre inclinato che costituisce un problema per come far star in piedi il quadro. L’hanno risolto appendendo i quadri non al muro ma a bracci di ferro che si sporgono avanti dal muro al centro del quadro. Di fatto la collezione Guggenheim non è miracolosa, a parte la formidabile raccolta di Kandisky che avevamo già vista a Roma e ci sono molti pezzi di second’ ordine. (Non come il non vasto Museum of Modern Art che sono tutti capolavori da levare il fiato, o anche le bellissime sale di pittura moderna al Metropolitan, sconciate purtroppo da un orrendo Dalì che la gente fa la coda per guardarlo). Tutti sono poi d’accordo nel criticare l’esterno del Museo Guggenheim ma a me piace anche quello: è una specie di vite o asse di tornio, perfettamente in armonia con l’interno.
SI RIDE SULLA MORTE Sulla mancanza di senso della morte degli americani molto si è detto. L’altra sera a Harlem, in un locale detto Baby Grand ( pianoforte a mezzacoda) dove si fa del jazz, un comico negro molto noto attaccava il suo numero scherzando sulla morte di Errol Flynn, e sui funerali nella generale ilarità. Altro motivo continuo di satira e di umorismo del comico negro è la questione raziale, la polemica coi segregazionisti. NATALE Vi risparmio la descrizione della cosa fantasmagorica che è il Natale in questa città, perché le avete lette centomila volte e di mio non potrei metterci che l’assicurazione che è molto di più di quanto si possa immaginare e mai si è vista una festa permeare di più la vita di una città; non è più una città: è Natale, Natale nella civiltà del consumo è diventato la grande festa del consumo; l’ossessionante Santa Claus ( babbo Natale) che vedi in carne ed ossa sulle soglie di tutti i negozi con la campanella in mano, è raffigurato in ogni manifesto, in ogni vetrina, su ogni porta, è l’inesorabile dio del Consumo che ti impone l’allegria e il benessere a ogni costo. 2 GENNAIO 1960
A CAVALLO PER LE VIE DI NEW YORK Per la prima volta in vita mia monto a cavallo. Domenica mattina a Central Park. Ma lo stable è piuttosto lontano da Central Park a west e devo percorrere appena montato in sella un lungo tratto di 89 th St. e traversare un paio di avenues. Cavalco alto sui tetti delle automobili che sono obbligate a rallentare dietro il passo del cavallo. Provo il trotto e anche un po’ il galoppo, che è più facile. Intorno,nell’area meravigliosamente serena di NewYork(nessuna città al mondo ha l’aria così limpida e il cielo così bello) i grattacieli. Nei prati del Park corrono i soliti scoiattoli. La mia accompagnatrice, leggera sul suo cavallo, mi grida istruzioni tecniche che non capisco. Ho il senso di dominare New York come non mai, e a tutti quelli che vengono a New York raccomanderò per prima cosa di fare un giro a cavallo. Questa signora, che è la moglie d’uno scrittore, l’ho conosciuta ieri a un party dove ero guess of honour (c’era anche Eric Maria Remarque con la moglie PauletteGoddard che è molto invecchiata da Tempi moderni, però con degli occhi, uno spirito, insomma molto simpatica, invece con suo marito s’è formata subito una corrente di reciproca antipatia) ebbene questa qui, una giovane invece ebrea ma con contatto con la natura, dice a proposito del Baron in the Trees che lei ama tanto to ride ma non rides mai perché il marito non la porta mai, e che io certamente so to ride bene. Le dico che non sono mai stato a cavallo in vita mia e così abbiamo combinato per l’indomani mattina e mi hanno prestato anche un paio di stivaletti messicani. È chiaro che questa è the ride way of approach to America, perché bisogna percorrere storicamente tutto lo sviluppo dei mezzi di comunicazione e poi arriverò alla Cadillac.
THE ACTOR’S STUDIO Spesso al martedì o al venerdì mattina vado all’Actor’s Studio che è in una specie di tugurio nella zona del porto, è c’è sempre molti attori qualcuno anche famoso e directors che siedono intorno, con Lee Strasberg lì in mezzo, e degli attori ogni volta mettono su un breve play o una scena, per studiare dei problemi, e poi spiegano ai colleghi i problemi che hanno incontrato nella recitazione e gli altri discutono e criticano e Strasberg dice la sua e spesso fa una vera e propria lezione. Tutto questo è gratuito naturalmente, è un club di esperimenti e discussioni tra attori. Oppure ci sono degli esercizi inventati da Strasberg che si chiamano A Private Moment, cioè un attore senza niente di scritto rappresenta un suo problema personale, cioè vedi uno a letto, che si alza lentamente, poi è preso dalla disperazione, bestemmia, cerca di dormire ancora, si alza va alla finestra, è disperato, mette un disco, è un po’ meno disperato, ecc. Poi discutono ecc. E’ una roba piuttosto buffa, questo Strasberg (che era uno di quel gruppo di teatro nei Thirties che c’era anche Clifford Odets e compagnia bella) è fissato nell’idea della sincerità interiore, che l’autore deve feel, il che mi pare una gran balla, la domanda rituale quando recitano una scena d’autore è: “but in that moment wereyouworking on yourownproblem or no a stage problem?” perché l’identificazione di un problema psicologico proprio con il problema rappresentato e raccomandato come il non plus ultra. Insomma un’ennesima riprova della debolezza di pensiero americana, però è un posto dove si respira un’atmosfera pulita, di passione di miglioramento, ed è anche un posto che simboleggia meglio qualunque altro le componenti dello spirito americano newyorkese: la componente russa (stanislavskiana in questo caso) giunta qui per via degli ebrei, mischiata con la componente freudiana di sincerità interiore, radicata sulla vecchia componente protestante di confessione pubblica, il tutto saldato dalla fondamentale componente pedagogica anglosassone per cui si crede che tutto possa essere insegnato. All’Actor’s Studio due attori americani, marito e moglie, che hanno visto a Spoleto quel mio piccolo play, l’unico che ho scritto in vita mia, mi hanno chiesto di rappresentarlo lì, e l’abbiamo tradotto insieme e lo daranno tra qualche settimana, ma io sarò già in California.
New York dal XVI secolo ad oggi Nel XVI secolo, l’arcipelago viene occupato da tribù pellerossa della famiglia degli Algonchini, che, vivono di pesca, caccia e coltivano mais, zucche e fagioli. L’unica traccia che hanno lasciato nella moderna New York è il nome dell’ isola centrale, che deriva da Mannahatta, “isola delle colline”. Nel Cinquecento il re di Francia Francesco I incarica il fiorentino Giovanni da Verrazano di cercare un passaggio verso l’Asia a nord del Nuovo Mondo. Verrazano, esplora la baia nel 1524 e intuisce subito il valore della sua scoperta. Il fatto però resta isolato e solo dopo più di ottant’anni, nel 1609, l’inglese Henry Hudson, entra nella baia e percorre il fiume che prenderà il suo nome. Nel 1624, la Compagnia della Indie Occidentali fonda Nuova Amsterdam sull’isola di Manhattan; Peter Minnewit, acquista l’isola nel 1626 dalla tribù indiana dei Canarsi e vi insedia coloni fiamminghi e valloni. Nuova Amsterdam cresce lentamente: la sua prosperità si fonda sul commercio delle pelli di castoro, lontra e visone e sul tabacco, coltivano nelle aree attualmente occupate dal Greenwich Village e dall’ Upper East Side. Prima del 1603 sbarcano i primi schiavi africani. Alcuni agricoltori olandesi si stabiliscono nelle fattorie dei dintorni, soprattutto a Brooklyn, Harlem, Yonkers e nel Bronx. La rivalità marittima tra olandesi d inglesi si conclude con la vittoria di questi ultimi. Nel 1664 Nuova Amsterdam si arrende senza resistenza agli inglesi e cambia il nome in New York. Il commercio viene diversificato e la farina diventa una della principali voci dell’ esportazione: ciò spiega perché, nello stemma di New York campeggiano barili di farina tra quattro pale di mulino. All’inizio della lotta per l’indipendenza i commercianti newyorkesi svolgono un ruolo importante boicottando i prodotti inglesi. La città, che il 9 luglio 1776 si unisce alle dodici colonie inglesi, diviene la roccaforte dei lealisti. Nel 1783, alla fine delle ostilità, quando con il trattato di Versailles gli Stati Uniti vengono ufficialmente riconosciuti, il generale George Washington entra da vincitore a New York. Nel 1789, il primo presidente, George Washington, presta giuramento sulla Bibbia al balcone della Federal Hall. La città per quell’anno è la capitale degli Stati Uniti. Nel 1790, la sede del governo federale viene trasferita a Filadelfia e, nel 1797, il governo dello Stato di New York (diverso da quello della città) si insedia ad Albany. Nei primi decenni del XIX secolo, il porto diviene il più importante del paese. Nel 1807 Robert Fulton vara sull’ Hudson la prima nave a vapore; nel 1818 si instaura il primo collegamento regolare transoceanico tra New York e Liverpool.
Nel 1817 lo Stock Excharge sostituisce la Borsa, che dal 1792 si svolgeva all’aperto in Wall Street. Una commissione elabora un piano regolare a scacchiera, ripartito in streets e avenues. Verso il 1860 il primato della città negli Stati Uniti è indiscutibile. Nel 1856 oltre 300 ettari di terreno, al centro di Manhattan, vengono riservati alla creazione di un vasto parco, Central Park, destinato a migliorare la qualità della vita dei cittadini e ultimato nel 1880. Il reclutamento durante la guerra di secessione provoca violente sommosse, i DraftRiots. Inaugurato nel 1883, il Brooklyn Bridge collega le due zone più popolose dell’agglomerato urbano. Più che mai New York è la porta del Nuovo Mondo e la statua della Libertà accoglie gli emigranti all’ingresso nel porto. La città si è ormai talmente estesa che il problema dei trasporti diventa pressante: i tram della metà del secolo e la metropolitana sopraelevata, vengono elettrificati tra il 1890 e il 1905; a integrare la rete, nel 1904 viene creata la metropolitana sotterranea. Nel 1898 la città è formata da cinque boros( quartieri): Manhattan, Brooklyn, Bronx, Queens, Staten Island. Il tutto forma la “ Greater New York”, la città più popolosa degli Stati Uniti, con 3.5 milioni di abitanti. Il 24 ottobre 1929 si verifica a Wall Street il crollo dei titoli di borsa, sopravvalutati da sfrenate speculazioni. A New York la depressione economica degli anni Trenta è molto grave nonostante il compimento di grandi progetti come il primo ponte sull’Hudson River, l’Empire State Building, il grattacielo della Chrysler e l’avvio del cantiere per la costruzione del Rockefeller Center. La vittoria nel 1945 accentua il ruolo internazionale della città, sede dell’appena nata Organizzazione delle Nazioni Unite, la cui sede viene terminata nel 1953. Nel 1975 New York e sull’orlo del fallimento perché il sindaco, ha speso tutti molto nello sviluppo dei servizi sociali. Le banche gli rifiutano i prestiti e lo Stato di New York risolve il problema creando, con l’aiuto delle banche, la Municipal Assistance Corporation (Big MAC); questa impone alla città un’austerità economica che comporta un peggioramento dei servizi pubblici. Eppure New York ospita un centro finanziario e una capitale culturale senza uguali e nuovi grattacieli sorgono modificando lo skyline di Manhattan.
Le società • Quando decidiamo di avviare un’impresa con fini commerciali, cioè con l’obiettivo di ricavarne un profitto, possiamo farlo da soli, e abbiamo un’impresa individuale, oppure con altri, e abbiamo una SOCIETA’. • La società nasce dal contratto di due o più persone, che conferiscono beni e servizi per l’esercizio in comune di un’attività economica, allo scopo di dividerne gli utili. Se vogliamo costituire una società dobbiamo decidere anche quale forma societaria le vogliamo dare. Esistono infatti diverse forme di società, e sono i soci che scelgono liberamente la forma che preferiscono adottare. • Le possibili forme societarie tra cui i soci possono scegliere sono: • Le società di persone (SnC-società in nome collettivo; SaS-società in accomandita semplice) • Le società di capitale (SpA-società per azioni; SRL-società a responsabilità limitata; SAPA-società in accomandita per azioni) • Le società cooperative, che hanno finalità mutualistiche
SOCIETA’ DI PERSONE • Le società di persone sono caratterizzate da un forte rapporto di fiducia tra i soci. Queste società hanno autonomia patrimoniale imperfetta, ciò significa che i soci rispondono in maniera SOLIDALE, ILLIMITATA, SUSSIDIARIA delle obbligazioni sociali, quando il capitale societario non è sufficiente per far fronte alle obbligazioni assunte dalla società, ciascun socio risponde verso i creditori della società con il proprio patrimonio personale, anche per la parte dovuta dagli altri soci nel caso questi non siano in grado di farlo. • Le società di persone devono essere costituite con atto scritto tra i soci: scrittura privata autentica dal notaio, oppure atto pubblico. Successivamente la società deve essere iscritta nel Registro delle imprese. Nell’ Atto costitutivo delle società di persone devono essere indicati: • I dati anagrafici relativi ai soci (nome e cognome, luogo e data di nascita, domicilio e cittadinanza) • La ragione sociale (costituita dal nome di uno o più soci con l’indicazione del rapporto) • Gli amministratori • La sede • L’oggetto sociale • La durata della società (che può essere prorogata dai soci) • I conferimenti di ciascun socio, il loro valore, e le modalità di valutazione • Le norme di ripartizione degli utili • La quota di ciascun socio negli utili e nelle perdite • Le norme non stabiliscono un capitale minimo che i soci devono portare nella società, in quanto per i creditori la garanzia principale è rappresentata dal loro patrimonio personale. Sono gli stessi soci a decidere quanto apportare alla società a titolo di capitale iniziale, sotto forma di denaro, di beni (immobili, arredi etc.) o di attività lavorativa. L’utile d’esercizio viene suddiviso tra i soci in proporzione al capitale posseduto, secondo quanto stabilito dagli accordi sociali
SnC La società in nome collettivo è una diffusissima forma di società di persone. La sua ragione sociale deve contenere in maniera obbligatoria nome e cognome di uno o più soci, e l’indicazione di SnC. Nelle società in nome collettivo vige il divieto di concorrenza da parte di ciascun socio nei confronti della società, a meno che non vi sia il consenso degli altri soci. Nella società in nome collettivo il compito di amministrare spetta al socio, o ai soci, nominati amministratori. Un’altra caratteristica di questo tipo di società è costituita dalla trasmissibilità delle quote di capitale agli eredi in caso di morte di un socio; la legge stabilisce, in tal senso, che la quota della società non è automaticamente trasferibile agli eredi se così non è stato stabilito nel contratto sociale. In assenza di patti diversi, in caso di morte di un socio gli altri soci possono liquidare la quota degli eredi, oppure continuare la società con gli eredi oppure possono decidere lo scioglimento della società.
SaS • Alla società in accomandita semplice si applicano tutte le norme riguardanti le società in nome collettivo, salvo che per la presenza di due categorie di soci: • I soci accomandatari (o soci di lavoro) che rispondono solidamente e illimitatamente per le obbligazioni assunte dalla società (solo se possono essere amministratori della società) • I soci accomandanti (o soci di capitale) che rispondono in maniera limitata alla loro quota di partecipazione al capitale sociale; le quote di partecipazione dei soci accomandanti sono trasmissibili agli eredi in caso di morte dei soci, ma possono collaborare con la società sotto la direzione dei soci accomandatari amministratori. • La ragione sociale deve contenere in maniera obbligatoria nome e cognome di uno dei soci accomandatari e l’indicazione di Sas.
SOCIETA’ DI CAPITALE • SpA • Le società di capitale hanno autonomia patrimoniale perfetta: la responsabilità dei soci è limitata alla quota di capitale conferita nella società. • La società per azioni è la società di capitale per eccellenza, adatta a imprese di medie e grandi dimensioni. A tale proposito, la legge stabilisce che per costituire una SpA è necessario un capitale minimo di 120 mila euro e che le quote di partecipazione dei soci sono costituite da azioni. In questo tipo di società vige il principio dell’autonomia patrimoniale perfetta e, quindi, della responsabilità limitata dei soci. • La costituzione della SpA può avvenire con un contratto tra i soci o per atto unilaterale. In ogni caso la costituzione deve avvenire per atto pubblico, che è un documento redatto da un notaio o da un’altra figura di pubblico ufficiale autorizzato ad attribuire al documento stesso pubblica fede nel luogo dove l’atto è formato. • Formalmente deve essere redatto un documento, chiamato atto costitutivo, nel quale viene manifestata esplicitamente la volontà dei soci di costituire la società e dare quindi vita al rapporto sociale. • All’atto costitutivo deve essere allegato lo statuto, che è quella parte del contratto nel quale sono stabilite e riportate tutte le regole necessarie per il corretto funzionamento della società. • La SpA è effettivamente costituita solo quando si siano adempiute le seguenti attività richieste dalla legge: • Stipulazione dell’atto costitutivo • Omologazione dell’atto costitutivo da parte del competente Tribunale • Iscrizione della società nel Registro delle imprese • Ma, affinché la società sia regolarmente costituita occorre, inoltre, che il capitale sociale sia sottoscritto per intero e che almeno il 25% dei conferimenti in denaro sia versato presso un istituto di credito.
DIRITTTI E DOVERI DEGLI AZIONISTI • Gli azionisti, o soci, di una SpA sono quei soggetti che possiedono titoli azionari della stessa società. • La qualità di socio implica la nascita di diritti o doveri. Tra i diritti dei soci figurano: • Il diritto al dividendo, cioè alla quota parte di utile per azione posseduta • Il diritto alla ripartizione dell’eventuale residuo attivo, in caso di scioglimento della società • Il diritto di opzione, cioè il diritto dell’azionista di sottoscrivere le nuove azioni emesse dalla società • Il diritto di partecipazione e di intervento nell’assemblea • Il diritto di voto, esercitato in proporzione al numero di azioni possedute • I doveri dei soci sono relativi al versamento dei conferimenti e all’esecuzione delle prestazioni accessorie.
GLI ORGANI SOCIALI DI UNA SOCIETA’ • L’assemblea • L’assemblea degli azionisti costituisce l’organo volitivo e deliberativo della società. Esse è un organo collegiale, costituito dai soci o da loro rappresentanti, nel quale le decisioni vengono prese a maggioranza. • La convocazione dell’assemblea è di competenza degli amministratori o del consiglio di gestione, i quali devono emettere un avviso che deve essere pubblicato anche nella Gazzetta Ufficiale almeno quindici giorni prima del suo svolgimento. Qualora la società dovesse essere in liquidazione, la convocazione spetta ai liquidatori. • L’avviso di convocazione dell’assemblea deve contenere l’indicazione del giorno, dell’ora, del luogo e l’ordine del giorno posto in discussione. • L’obbligo di convocazione vale: • Convocazione annuale per l’approvazione del bilancio • Mancanza della maggioranza degli amministratori e quindi necessità di nomina di nuovi amministratori • Necessità di integrare il collegio sindacale • Qualora si sia verificata una perdita del capitale sociale per oltre un terzo • La convocazione dell’assemblea spetta al presidente del Tribunale quando ne è fatta richiesta dai soci che rappresentino almeno un decimo del capitale sociale e nessuno degli organi vi ha provveduto. La convocazione spetta invece all’amministratore giudiziario quando vi siano state irregolarità di amministratori o di sindaci denunciate da soci che rappresentino almeno un decimo del capitale sociale.
In base alla composizione possiamo avere: • Assemblea generale • Assemblea speciale • In base all’oggetto della deliberazione, l’assemblea si distingue in: • Ordinaria • Straordinaria • L’assemblea ordinaria deve essere convocata almeno una volta all’anno entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio sociale. All’assemblea ordinaria partecipano i possessori di azioni con pieno diritto di voto. Non possono invece partecipare i possessori di azioni a voto limitato e i possessori di azioni di risparmio. • La costituzione dell’assemblea ordinaria è regolare: • In prima convocazione, se è rappresentata almeno la metà del capitale sociale • In seconda convocazione, qualunque sia la parte di capitale rappresentata; delibera sugli oggetti che dovevano essere trattati nella prima, con il voto favorevole della maggioranza dei presenti. • L’assemblea straordinaria, alla quale hanno diritto di partecipare tutti i soci, con la sola esclusione dei possessori di azioni di risparmio, delibera: • In prima convocazione essa delibera con il voto favorevole della maggioranza assoluta del capitale sociale o della maggioranza più elevata eventualmente prevista dallo statuto • In seconda convocazione l’assemblea straordinaria è regolarmente costituita con la partecipazione di oltre un terzo del capitale sociale. Le delibere sono valide se prese con il voto favorevole di almeno i due terzi del capitale rappresentato in assemblea • In terza convocazione è invece sufficiente che le delibere vengano assunte con il voto favorevole di tanti soci in rappresentanza di almeno un quinto del capitale, a meno che l’atto costitutivo non stabilisca una maggioranza diversa
Gli amministratori • Gli amministratori hanno l’esclusiva responsabilità della gestione dell’impresa e possono, pertanto, compiere tutte le operazioni necessarie per il conseguimento dell’oggetto sociale. • Essi costituiscono il potere esecutivo della società e sono dotati di forti poteri decisionali. La loro nomina è di competenza dell’assemblea, ma i primi sono nominati direttamente nell’atto costitutivo. Gli amministratori possono anche essere scelti tra non soci, durano in carica tre anni e sono rieleggibili, ma possono, anche, essere revocati dall’assemblea in qualunque momento. • In caso di accettazione della nomina, gli amministratori devono chiedere, entro 30 giorni, l’iscrizione nel Registro delle imprese. La determinazione del numero di amministratori viene fatta dai soci in sede di atto costitutivo, che può prevedere: • Un amministratore unico • Più amministratori che costituiscono il consiglio di amministrazione
Il collegio sindacale • Il collegio sindacale è un organo di controllo dell’amministrazione. Esso svolge le seguenti funzioni: • Vigila sull’osservanza della legge e dello statuto • Vigila sul rispetto dei principi di corretta amministrazione • Esercita il controllo sindacale • Il collegio sindacale viene nominato per la prima volta nell’atto costitutivo e successivamente viene eletto dall’assemblea, che nomina anche il presidente, ed è composto da un minimo di tre a un massimo di cinque membri, più due membri supplenti.
LA BORSA La Borsa è il mercato dove venditori ed acquirenti possono negoziare valori, valute estere, servizi e merci. La borsa diventa un importante luogo dove mettere in contatto le aziende, che cercano risorse per sostenere la propria produzione, e gli investitori. Già nel Medioevo, la borsa riuniva mercanti e notai che si dedicavano alle attività mercantili e finanziarie. Bruges, nelle Fiandre occidentali, è la prima città europea a dotarsi di un luogo fisico per lo scambio. La rivoluzione industriale portò in Italia la nascita della borse moderne, che seguirono l’esempio di Bruges. (Milano, Torino, Roma etc.) Possiamo distinguere due tipologie di mercato in base ai servizi ed ai prodotti scambiati: LA BORSA VALORI E LA BORSA MERCI. La Borsa valori è il mercato in cui vengono scambiati strumenti finanziari già in circolazione, quali obbligazioni, azioni, etc. Nella borsa merci la compravendita riguarda merci di diverso tipo, poste in opportuni magazzini. Qui gli acquirenti ed i venditori possono scambiarsi le polizze di deposito, che garantiscono la presenza della merce ed il diritto di ritiro. La compravendita di titoli in circolazione è regolamentata da precise regole; superato il sistema dall’asta a chiamata, dove gli agenti si scambiavano titoli cartacei, il mercato si svolge attraverso un circuito telematico in cui è possibile scambiare anche titoli di Stato ed obbligazioni. Il mercato finanziario è strutturato in piazze finanziarie, nella quali sono trattate diverse prestazioni finanziarie. La più grande piazza finanziaria è New York, dove si trova il Nyse, il Nasdaq e l’Amex. Tra le altre importanti piazze finanziarie si ricordano quella di Tokyo e quella di Londra ( la più importante in Europa). La Borsa di Milano, chiamata anche Piazza Affari, controlla i principali mercati italiani.
LE AZIONI • Le azioni sono quote di partecipazione al capitale della società. Esse esprimono la misura della partecipazione di ciascun socio al capitale della società e incorporano i diritti che ne conseguono. Oltra al valore nominale, la azioni hanno anche un valore reale o di mercato, e che, può essere pari, inferiore o superiore rispetto a quello nominale. Le azioni, che devono essere sottoscritte da uno degli amministratori, devono indicare: • La denominazione, la sede e la durata della società • La data dell’atto costitutivo e della sua iscrizione, nonché l’ufficio del Registro delle imprese dove la società è iscritta • Il valore nominale e l’ammontare del capitale sociale • I diritti e gli obblighi particolari a esse inerenti • Le azioni svolgono una funzione economica importantissima: la mobilizzazione del capitale. Sono negoziabili con facilità, soprattutto se sono quotate alla Borsa valori. • Per sottoscrivere le azioni, i soci devono effettuare: • Conferimenti in denaro • Conferimenti in natura • Conferimenti in denaro e prestazioni accessorie
Ci sono vari tipi di azioni: • AZIONI ORDINARIE, sono il principale tipo di azioni in cui viene ripartito il capitale sociale. Ciascuna azione ordinaria conferisce: • Il diritto al dividendo, ossia a una parte proporzionale degli utili netti e del patrimonio netto risultante dalla liquidazione • Il diritto di voto in assemblea • In presenza di altre tipologie di azioni, le azioni ordinarie non possono rappresentare meno della metà del capitale sociale. • Azioni privilegiate, comportano, rispetto a quelle ordinarie, i seguenti vantaggi stabiliti nello statuto: • Vantaggi nella ripartizione degli utili • Nella ripartizione del capitale sociale • Il loro ammontare non può superare il 50% del capitale sociale; esse hanno diritto di voto nell’assemblea ordinaria, ma l’atto costitutivo può limitare il diritto di voto nell’assemblea straordinaria. • Azioni di risparmio, possono essere emesse solo dalle società quotate in Borsa e sono privilegiate: • Nella ripartizione degli utili • Nella ripartizione del capitale sociale • Il loro ammontare non può superare il 50% del capitale sociale; esse non danno però né il diritto di convocazione né quello di intervento alle assemblee. • Azioni a favore dei dipendenti, si tratta di azioni speciali che possono essere emesse dalla società nel caso in cui questa decida una assegnazione straordinaria di utili ai propri dipendenti.
Gli Stati Uniti d’America (USA) si trovano nel continente dell’America Settentrionale. Confinano a Nord con il Canada, a Est con l’Oceano Atlantico, a Ovest con l’Oceano Pacifico e a Sud col Messico. Sono il 4° Paese più vasto del mondo dopo Russia, Canada e Cina. Sono formati da 50 Stati più un distretto federale (Distretto della capitale). Stati Uniti
Le coste atlantiche sono pianeggianti, paludose e ricche di vegetazione tropicale, dove vi è la Pianura Costiera; a Ovest di questa vi sono i Monti Appalachi, non molto alti con vette arrotondate. Superati verso Ovest, si apre una sterminata pianura, coincidente in gran parte col bacino del Missisipi e dei suoi affluenti che occupa un terzo del territorio. Un altro terzo del Paese è occupato dai monti: verso la costa pacifica, le Montagne Rocciose sono altipiani maestosi, con ampi valichi, più alte a Sud; verso Ovest si trovano vasti altipiani endoreici ed alcune depressioni; ancora più verso la costa si trova la Sierra Nevada, e infine la Catena Costiera. I fiumi principali della costa pacifica sono il Colorado a sud, il Columbia vicino al confine canadese e lo Yukon nell’Alaska. A Sud, il confine con il Messico è segnato per un lungo tratto dal Rio Grande, che prende poi il nome messicano di Rio Bravo. Il confine con il Canada è segnato, a Est, dai Grandi Laghi, ovvero, da Ovest a Est, il Lago Superiore, il Michigan, l’Huron, l’Erie e l’Ontario.
AGRICOLTURA. Solo il 21% del territorio è destinato a uso agricolo, e solo il 3% della popolazione attiva lavora su esso, eppure l’agricoltura statunitense è la più ricca e la più sviluppata del mondo per quantità e qualità della produzione. Il paesaggio agrario è contrassegnato a fasce (belts): nella regione centrale si coltiva mais, più a Nord-Ovest e a Sud si coltiva frumento e nel Sud-Est del Paese si coltiva cotone; inoltre, si coltivano anche barbabietole da zucchero, e nella regione californiana sono diffuse le colture mediterranee. Gli USA hanno il primato mondiale per i cereali e per la soia. Le pianure centrali sono la maggior area agricola del mondo. La prosperità in questo settore dipende da una serie di fattori: 1. l’abbondata meccanizzazione; 2. l’impiego di sementi selezionate e adatte ai diversi climi; 3. la diffusione del sistema d’irrigazione; 4. l’intervento dello Stato che ha finanziato grandi opere di bonifica.
ALLEVAMENTO: Diverse aree sono destinate al pascolo brado, questo per l’allevamento di bovini: con i suoi capi bovini e suini, gli USA sono 1° nella produzione mondiale di carne e 2° in quella del latte. ALTRE RISOSE DEL SETTORE PRIMARIO: La pesca è praticata specialmente nelle acque settentrionali. Gli USA sono 2° al mondo nella produzione di carbon fossile e di gas naturale, e 1° per l’energia nucleare.
INDUSTRIE: Gli USA primeggiano nel settore secondario basandosi sulle forti risorse in campo agricolo e minerario: sono 1° nella produzione di alluminio, di magnesio, di molibdeno e 2° per l’argento, l’oro e il rame. Gli USA sono 2° nella produzione di acciaio e in quella automobilistica dopo il Giappone. Le industrie meccaniche e chimiche incontrano oggi qualche difficoltà, ma gli Americani hanno investito grandi capitali nell’automazione e nella ricerca scientifica, sviluppando settori più moderni: elettronica, informatica, aeronautica e astronautica. Le industrie automobilistiche sono concentrate nella zona dei Grandi Laghi; le industrie alimentari sono diffuse nelle Pianure Centrali; le industrie meccaniche, aeronautiche ed elettroniche sono localizzate lungo la costa pacifica. Per motivi politici ed economici, gli USA hanno sviluppato una potente industria degli armamenti. Nonostante tutto, l’industria americana ha una bassa produttività e gravi problemi di disoccupazione ,per il motivo della sempre più utilizzata automazione.
SETTORE TERZIARIO: In questo settore spiccano la fitta rete dei trasporti, le attività assicurative e finanziarie e l’industria dello spettacolo. Un’attrattiva turistica crescente è esercitata dai molti e vasti Parchi Nazionali e dalle industrie del divertimento (ad esempio, la Disney). Le dimensioni di molte imprese industriali e commerciali sono gigantesche, soprattutto nel settore alimentare, meccanico e dell’informatica. Il dominio dei mercati ha un triplice aspetto: economico, militare e politico. Nella situazione internazionale, gli USA si trovano a essere la potenza mondiale dominante. In sintesi, l’economia statunitense ha dimensioni mondiali: gli USA sono il paese che produce di più nell’agricoltura e nell’industria, che ha i maggiori consumi di energia, di materie prime e di prodotti di ogni tipo, che ha la più forte potenza militare. Le ragioni di questo sviluppo sono diverse: 1. la vastità del territorio, adatto all’agricoltura e alle attività umane, e la sua varietà di paesaggi; 2. la varietà dei climi; 3. le ricchezze minerali e le abbondanti fonti di energia; 4. l’arrivo di ondate di immigrati; 5. un sistema economico che ha favorito la proprietà privata, la libera iniziativa e la concorrenza, l’applicazione pratica delle scoperte scientifiche e delle invenzioni tecniche; 6. lo sfruttamento prima delle terre tolte agli indiani d’America e poi di vasti territori agricoli e minerari posseduti in altri continenti da società multinazionali americane.
SITUAZIONE POLITICA Gli Stati Uniti d’America nacquero nel 1776 da 13 colonie resesi indipendenti dalla Gran Bretagna dandosi una Costituzione democratica di tipo federale. Oggi, il sistema di governo è quello di una repubblica presidenziale, formata da 50 Stati più il Distretto della capitale: · il potere esecutivo federale è affidato a un Presidente, eletto dai delegati dei cittadino ogni 4 anni; il Presidente sceglie e nomina i membri del Governo, chiamati Segretari di Stato (ministri); · il potere legislativo spetta al Parlamento (il Congresso), formato dalla Camera dei rappresentanti e dal Senato; ·ognuno dei 50 Stati elegge un Governatore e un proprio Congresso, e gode di autonomia per le questioni interne, ma deve seguire le leggi federali emanate dal Congresso Nazionale; · la Corte Suprema, composta dai giudici nominati dal Presidente, decide sulle vertenze dei cittadini e degli Stati contro l’Unione. Un’altra ragione della prosperità americana è il sistema politico che si basa sull’alternanza al potere di due partiti, il repubblicano e il democratico: il primo è favorevole a ridurre gli interventi statali nell’economia e nell’assistenza sociale, lasciando così libera l’iniziativa privata, il secondo vuole regole per proteggere i ceti più deboli e iniziative per il sostegno dell’economia. Gli USA sono il 3° paese del mondo per popolazione, dopo Cina e India. Fino a poco tempo fa si credeva nel “melting pot” (= crogiolo), cioè una fusione totale di popoli e razze. Oggi, invece, ciascun gruppo etnico conserva le proprie caratteristiche culturali, sociali e religiose.
CITTA’ La città USA è prevalentemente urbana: più di tre quarti degli Statunitensi vivono in città, e la popolazione si addensa principalmente verso le coste. Una enorme conurbazione è la megalopoli atlantica, che si estende per 700 km lungo la costa nord-atlantica e nella pianura retrostante; va da Boston a Washington, comprendendo New York, Filadelfia e Baltimora. I collegamenti aerei tra New York e Washington sono fittissimi.
WASHINGTON. E’ la capitale federale, compresa nel Distretto Federale della Columbia. Ha la Casa Bianca (sede del Presidente) e il Campidoglio (sede del Congresso). E’ un grande centro amministrativo, dove tra i maggiori edifici ministeriali primeggia il grandissimo Pentagono (sede del Ministero della Difesa). E’ anche centro culturale e turistico. NEW YORK. Oltre a essere la città più importante degli USA ne è anche il simbolo: primo centro della finanza mondiale con la Borsa di Wall Street e con le direzioni delle maggiori multinazionali; è anche, con il celebre Palazzo di vetro, sede dell’ONU. E’ situata sull’estuario ramificato del fiume Hudson, parte in terraferma e parte su isole. Si divide in cinque quartieri: Manhattan, Bronx, Brooklin, Queens e Richmond. Manhattan, che è un’isola, ospita la maggiore concentrazione di grattacieli del mondo. New York è uno dei porti, degli scali aerei e dei nodi ferroviari più importanti del mondo, è un centro industriale e un grande polo di attrattive culturali. Gli Americani la chiamano “Big Apple” (= Grande Mela). Nel porto, la Statua della Libertà è divenuta un simbolo della città e della Nazione. La composizione della popolazione è cosmopolita. Il contrasto fra i quartieri ricchi e quelli poveri è cresciuto.
CHICAGO. E’ sulle rive del Lago Michigan, ed è il più grande centro ferroviario e il maggior porto fluviale americano, e il maggior mercato mondiale di cereali. Ha numerosissimi laboratori per ricerche industriali. DETROIT. E’ anch’essa sul Lago Michigan, ed è la “capitale dell’automobile”. LAS VEGAS. E’ una città particolare, situata in pieno deserto; la sua economia è basata quasi esclusivamente sul gioco d’azzardo e sul turismo. CITTA’ SULLA COSTA PACIFICA. San Francisco è situata su una isoletta del Pacifico, in California; è scossa con grande assiduità da improvvisi e fortissimi terremoti. La maggiore città del Pacifico è Los Angeles: con Hollywood e Beverly Hills è la città dell’industria del cinema; inoltre è stata definita una “città fatta dalle autostrade”. A Nord, a poca distanza dal confine canadese, si trova Seattle: qui hanno sede la grande compagnia aerospaziale Boeing e il colosso dell’elettronica Microsoft.
Tour in New York • Sightseeing in New York • Legth: sixdays • Departure from Rome, Arrival to New York • Means of transports: airplane and bus • Meals are included • 1.000 $ per person • 1st DAY- BARI-ROME-NEW YORK • Meet at the airport of Bari-Palese at 9.00 o’clock and departure to Rome at 11.00 by flight Alitalia N. 94106. • Arrival in Rome at 12.30. next flight to New York at 13.30. • Arrival in New York at about 11.00 pm. • Accommodation in the Hilton Hotel ****.
2nd DAY- NEW YORK-MIDTOWN Meet the tour guide after breakfast, then visit St. Patrick Cathedral (is a decorated Neo-Gothic-style, located on the east side of Fifth Avenue between 50th and 51st Streets in midtown Manhattan) and Museum of Modern Art whit more than 100.000 works from artists such as Picasso, Monet, Matisse and Warhol. Lunch in “Spaghetti” in the city centre. In the afternoon reach Empire State Building (has one of the most popular outdoor observatories in the world, having been visited by over 110 million people) and walk down Fifth Avenue (is lined with fashionable department stores and specialty shops). Return to hotel and dinner. Night free. 3rd DAY- NEW YORK-SOHO After breakfast, meet the tour guide at 9.00 a.m., then visit to SoHo. To enjoy stylish art galleries, boutiques and bristos housed in historic cast iron buildings among cobblestone streets. Aperitif in the bistrò and after walk down First Avenue. Return to hotel and dinner. Night free.
4th DAY-NEW YORK-CHINATOWN Drive to Chinatown then visit to the Financial district. Day free. At 18.00, return to hotel for dinner. Night free. 5th DAY-NEW YORK,SIGHTSEEING TOUR Visit to the city by bus. Meet at 10.00 a.m. at Times Square. En route stop at Central Park (is a public park at the center of Manhattan in New York City). It is a wonderful time to set on foot and discover what the five boroughs have to offer. Time for lunch at 14.00. Afternoon free. Dinner at the restaurant and night free. 6th DAY-NEW YORK,ROME,BARI Meet at 9.00 a.m. and departure from the New York “JFK” airport. Arrival in Rome at 1.00 o’clock, next flight to Bari.