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L’EVELUZIONE DELL’ UOMO. LAVORO SVOLTO DALLA CLASSE IV B. Scimmia Antropomorfa.
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L’EVELUZIONE DELL’ UOMO LAVORO SVOLTO DALLA CLASSE IV B MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Scimmia Antropomorfa Scomparsi i dinosauri sulla Terra si diffusero uccelli e mammiferi, circa 50 milioni di anni fa comparve un gruppo particolare di mammiferi: i primati. Vivevano sugli alberi, erano piccoli, magri, si nutrivano di bacche e forse anche di insetti,correvano sugli alberi ed erano molto abili ad arrampicarsi su di essi e restare sospesi. Successivamente svilupparono “dita sensibili” per spostarsi in modo più sicuro. Tra i primati comparvero le prime scimmie che avevano la coda lunga per aggrapparsi ai rami lasciando libere le zampe per raccogliere il cibo, musi allungati per fiutare meglio e denti aguzzi per mordere. Vivano in gruppi e curavano i piccoli. Circa 15 milioni di anni fa,nelle foreste umide e piovose dell’ Africa, compar- ve un’ altro genere di primati, simili a noi; per questo chiamati dagli scienziati “scimmie antropomorfe”. Avevano il cervelli più sviluppato ed erano prive di coda, più grosse e forti, con torace largo, spalle flessibili e braccia lunghe e robuste. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Australopiteco Circa 4 milioni di anni fa il clima e l’ambiente cambiò: la foresta si ridusse e si ampliò la savana con vaste distese d’ erba. Le scimmie si adattarono a vivere sul suolo pur non abbandonando del tutto i rifugi sugli alberi diventando bipedi, cioè camminavano sulle zampe posteriori. Gli studiosi hanno chiamato “ OMINIDI”, cioè “quasi uomini” questa specie di scimmie in grado di camminare su due piedi. La loro struttura non superava i 130 cm ed erano bipedi. Avevano una posizione parzialmente eretta, questa presentava vantaggi; per esempio permetteva di vedere al di là dell’ erba alta se qualche predatore era in agguato e di avere le mani libere per lanciare pietre e bastoni. Un’ altra caratteristica importante è il ”pollice opponibile” cioè che si poteva opporre alle altre dita per afferrare gli oggetti con sicurezza. Gli ominidi avevano inoltre un cranio più grande e quindi un cervello più sviluppato rispetto alle scimmie antropomorfe: gli ominidi erano più intelligenti. I primi ominidi vengono chiamati ”AUSTALOPITECHI” cioè ”scimmie del sud” . MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Homo Habilis L’ “HOMO HABILIS” visse circa 2 milioni di anni fa in Africa; rispetto all’ australopiteco, suo processore, porta i segni dell’ evoluzione fisici e mentali, infatti era più alto e con un cervello più sviluppato. Proprio per quest’ultima caratteristica l’Homo Habilis comprese che poteva utilizzare la pietra per creare utensili utili per la sua vita quotidiana e proprio per questo viene considerato dagli studiosi “primo uomo”. Cominciò a lavorare la pietra scheggiandola su un solo lato,creando dei chopper ovvero “lame” più o meno affilate. La pietra più adatta per questa lavorazione, e si presentava facile da scheggiare,era la SELCE. Si può pensare che i nostri antenati siano partiti da schegge di pietra trovati per terra o ottenute nel tentativo di rompere qualcosa e poi successivamente, accorgendosi della loro utilità, hanno cercato di crearli intenzionalmente. L’ Homo Habilis viveva nelle caverne e trovava riparo tra la vegetazione. Comunicava con i suoi simili attraverso gesti e versi e si nutriva di piante, semi e carne di animali già morti, ovvero non cacciati da lui. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Homo Erectus Circa 1,5 milioni di anni fa è comparso sulla Terra, sempre in Africa un genere di essere umano più evoluto di cui lo scheletro è stato ritrovato completo e perfettamente conservato:l’Homo Erectus. L’Homo Erectus, chiamato così perché ormai si muoveva in posizione completamente eretta, misurava circa un metro e settanta centimetri, aveva gambe lunghe ed un bacino stretto, ed il cervello due volte più grande di quello dell’Australopiteco. L’Homo Erectus era capace di scheggiare la pietra su entrambi i lati e creare così utensili di tutti i tipi: - l’amigdala, strumento a forma di mandorla scheggiato su entrambi i lati e arrotondata in fondo per poterlo impugnare, usata per tagliare e rompere; - il raschiatoio, strumento in pietra appuntito usato per conciare le pelli; - la punta, oggetto in pietra scheggiato su entrambi i lati, usato per costruire lance. L’Homo Erectus si nutriva grazie alla caccia, alla pesca ed alla raccolta di frutti e bacche, quando nel territorio in cui viveva non trovava più cibo era costretto a spostarsi, era quindi nomade. Questo tipo di essere umano viveva in piccoli gruppi e si riparava in grotte naturali. Resti di focolari e di ossa di animali bruciate testimoniano che egli sapeva controllare il FUOCO. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
La Scoperta del Fuoco Sicuramente l’uomo conobbe e temette il fuoco fin dalla sua comparsa sulla Terra, assistendo a incendi ed eruzioni vulcaniche. Col passare del tempo continuando ad osservare questo fenomeno non fu più terrorizzato e forse ha anche osato avvicinarsi fino a toccare la fiamma. Fu però l’Homo Erectus a raccogliere tizzoni ardenti e portarli nei suoi rifugi, e siccome non sapeva riaccenderlo lo alimentava con altra legna per conservarlo. L’utilizzo del fuoco è stata la più grande conquista del Paleolitico. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Homo Sapiens Circa 125.000 di anni fa in Africa ed in Europa comparve l’Homo Sapiens, un nostro antenato più evoluto dei suoi predecessori, con un cranio ancora più sviluppato. Gli scienziati hanno chiamato l’Homo Sapiens UOMO DI NEANDERTHAL dal nome della valle tedesca dove sono stati ritrovati i suoi resti fossili, NEANDER. L’uomo di Neanderthal era forte e robusto infatti sopravvisse ai gelidi inverni dell’era glaciale. Cacciava grandi animali e raccoglieva vegetali, era abile nel costruire utensili che utilizzava per conciare le pelli. Probabilmente viveva in piccoli gruppi, che si spostavano alla ricerca di cibo ed aveva i suoi ripari nelle caverne e sotto rocce sporgenti. Sappiamo che l’uomo di Neanderthal seppelliva i morti, la sepoltura era semplice e arricchita con cose appartenenti al defunto o oggetti ornamentali come un cerchio di corna di stambecco. L’uomo di Neanderthal si estinse in un tempo abbastanza lungo, per cause non ancora chiarite. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
L’Uomo accende il Fuoco In principio l’uomo conobbe il fuoco solo osservando i fenomeni naturali, poi se ne impadronì raccogliendo tizzoni ardenti con cui accendeva i primi focolari che cercava di mantenere costantemente accesi ed infine imparò ad appiccarlo, questa grande scoperta spetta all’Homo Sapiens. Si pensa che involontariamente, percuotendo tra loro due pietre di selce, le scintille siano cadute su ramoscelli e foglie secche e che queste si siano incendiate. Oppure potremmo pensare che mentre l’Homo Sapiens strofinava tra loro due legnetti, e che questi si siano scaldati a tal punto da prendere fuoco. Il focolare divenne il centro della vita per gli uomini delle caverne, le famiglie si riunivano davanti ad esso per cuocere il cibo e per riscaldarsi. Passare il tempo insieme avrà sicuramente portato anche,a poco a poco, allo sviluppo di un linguaggio più ricco, non fatto solo di gesti ma anche di parole. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Homo Sapiens Sapiens Circa 50.000 anni fa comparve sulla Terra l’Homo Sapiens Sapiens (uomo sapiente), chiamato uomo di CRO – MAGNON dal nome della località francese dove sono stati ritrovati i suoi resti fossili. Quest’uomo era molto intelligente, sapeva adattarsi ai cambiamenti del clima e dell’ambiente e presto si diffuse in tutto il pianeta. Noi apparteniamo a questa specie. L’uomo di Cro-Magnon era un abile cacciatore, anche di grandi prede, fabbricava armi e altri attrezzi, soprattutto coltelli e raschiatoi, sapeva anche fabbricare utensili più complessi come archi e frecce per la caccia, arpiono per la pesca e gioielli. Con l’Homo Sapiens Sapiens nacque l’arte, infatti egli scolpiva statuette. Egli viveva nelle caverne e sulle loro pareti sono stati ritrovati graffiti, pitture ed incisioni che raffigurano animali e scene di caccia. Queste pitture di certo non furono realizzate per abbellire le pareti delle caverne, visto che si trovavano negli angoli più bui ed oscuri delle stesse, ma evidentemente avevano uno scopo “magico”: raffigurare gli animali e la loro cattura era considerato un buon augurio per la caccia. MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Paleolitico Il Paleolitico o “età della pietra antica” è il periodo in cui l’uomo realizzò attrezzi scheggiando la pietra, con esso inizia la PREISTORIA. Nel Paleolitico gli uomini vivevano in caverne naturali, e affidavano la loro sussistenza alla caccia alla pesca e alla raccolta di frutti e bacche, AUSTRALOPITECO HOMO HABILIS HOMO ERECTUS HOMO SAPIENS 3,5 milioni di anni fa 2 milioni di anni fa 1,5 milioni di anni fa 125.000 anni fa MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
Neolitico Il Neolitico o “età della pietra nuova” ossia il periodo in cui l’uomo comincia a creare oggetti ottenuti non più tramite scheggiatura ma anche attraverso la levigatura. In questo periodo l’uomo imparò a coltivare e ad allevare; infatti dalla sola caccia pesca e raccolta di frutti siamo passati a qualcosa di più complesso: l’agricoltura e l’ allevamento. Grazie all’ agricoltura e l’allevamento l’uomo non è più costretto a spostarsi continuamente: da nomade diventa sedentario. La scoperta dell’ agricoltura la dobbiamo alle donne, che si occupavano della raccolta di semi e dei frutti, notarono che dai semi, caduti sul terreno, davano origine a nuove piante. HOMO SAPIENS SAPIENS L’AGRICOLTURA E L’ALLEVAMENTO MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno
I LAVORI degli UOMINI del NEOLITICO MARINO GAIA docenti Zeni Buonanno