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"... e infine, vi prego di continuare". Torino, 8 febbraio 2009 Aggiornamento servitori insegnanti "Ostruzionismo e sobrietà". servitore insegnante Giorgio Schiappacasse. Proverbio cinese: il tempo migliore per piantare un albero era vent’anni fa. l’altro tempo migliore è adesso.
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"... e infine, vi prego di continuare"
Torino, 8 febbraio 2009 Aggiornamento servitori insegnanti "Ostruzionismo e sobrietà" servitore insegnante Giorgio Schiappacasse Proverbio cinese: il tempo migliore per piantare un albero era vent’anni fa. l’altro tempo migliore è adesso
Una storia Sonno Profondo Si racconta che un giorno era scoppiato un incendio in una casa in cui c’era un uomo che dormiva profondamente. Cercarono di farlo uscire dalla finestra. Niente da fare. Cercarono di farlo passare dalla porta. Niente da fare. Era troppo pesante e corpulento. Erano sulle soglia della disperazione quando qualcuno suggeri: “Svegliatelo cosi esce da solo” Solo i dormienti e i bambini hanno bisogno di aiuto. Svegliati! Oppure deciditi a crescere!
Introduzione Il sistema dei Club sta attraversando una “crisi” nel senso etimologico del termine, momento di “scelta”, “ passaggio”. E' un momento difficile, importante. Il Sistema si sta via via complicando, sta perdendo quella immediatezza, quella semplicità di base che ha conquistato tutti noi! E si sta anche allontanando dalla diretta comprensione delle famiglie. Troppe riunioni, troppe discussioni teoriche e troppo poca pratica concreta della solidarietà, dell'amicizia, dell'amore!!!
Cosa sta succedendo? Non è che tutto il sistema nel suo complesso si stia “professionalizzando”, proprio una delle cose che avremmo voluto evitare? Oppure siamo noi che siamo diventati vecchi e non riusciamo più a “capire”? Il Professore diceva che quando lui non riusciva a tradurre interiormente nella sua lingua quello che un relatore esponeva voleva dire che il relatore non aveva le idee chiare o stava imbrogliando!!
Ci capiscono? Ci facciamo capire ? Che lingua parliamo? La nostra lingua non può essere altro che quella del “cuore”, dell'ascolto, della solidarietà, della sincerità....della semplicità, dell'essenzialità! E' in questa lingua che vogliamo tradurre, sempre, quello che ci viene proposto!!! A volte dimentichiamo. Abbiamo difficoltà !!! Vogliamo ritrovare il nostro ...“cuore”.
Ci fanno da guida i principi etici che il Professore Hudolinci ha comunicato e trasmesso. Ascoltiamoli!! Se possiamo sentire la Sua mancanza come persona, guida e maestro ... il suo spirito, il suo impegno ma soprattutto i “principi” etici di riferimento, i valori sono sempre qui con noi. Sono valori eterni che appartengono a tutti, che appartengono “all'Uomo” e che non ci abbandonano e non ci abbandoneranno mai !!
Vi ricordate il suo ultimo messaggio: “...e continuate a lavorare” ??? Forse, a volte, siamo un po' sordi! Troppo attaccati alle forme e meno presenti alla sostanza, ai valori, all'essenzialità! Forse, a volte, torniamo ad usare termini poco comprensibili, difficili e anche le nostre organizzazioni si allontanano da quella “semplicità essenziale” che sempre ci “stupiva”, ci “spiazzava”, ...ci “svegliava” negli insegnamenti del Professore.
Vi ricordate le sue ....“gentili”....osservazioni che colpivano tutti noi e ci hanno fatto da guida in questi anni?: • il Club appartiene alle famiglie non è tuo....caro! • il cambiamento comincia da me,... da noi!! • il sistema dei Club appartiene alle famiglie non ai professionisti....! • il Club è sovrano e autonomo anche rispetto alle Associazioni! • si collabora con tutti ma nel rispetto delle reciproche autonomie e soprattutto all'interno di una cornice di coerenza rispetto ai principi di base di riferimento! • il Club è una comunità multi famigliare inserita e aperta alla comunità locale • le medicine del Club sono: solidarietà, amicizia, amore... • le regole del Club sono poche: puntualità e costanza, non si fuma durante la riunione e con la tredicesima famiglia il club si moltiplica, più un richiamo alla necessaria attenzione alla riservatezza (almeno una volta l’anno !?!) • tutti ma... proprio tutti sono chiamati a praticare (non predicare) la coerenza prima di tutto!!!
l'interesse per la salute della “famiglia” deve essere sempre al primo posto. • l'individuo acquista “significato” nell'interazione continua con la sua famiglia e con il suo sistema sociale di riferimento (comunità locale). • esistono tanti alcolismi quanti sono gli alcolisti! • l'alcol non è importante è importante “l'Uomo”. • quante volte devi provare se non riesci? Prima 7 volte, poi 70 volte 7 e se non basta .... ricomincia! • “l'interdipendenza” è una condizione dell'uomo e va elevata a valore assoluto che se compreso appieno spinge verso il rispetto di se e degli altri, verso la “cura” sia della realtà sociale che dell'ambiente, verso la comprensione e la pace tra i popoli. • il sistema deve rimanere semplice, accessibile e comprensibile a tutti con al centro il Club delle famiglie sovrano nella sua autonomia anche rispetto alle Acat, Arcat, Aicat che sono al Servizio dei Club e non viceversa. • è necessario mantenere una tensione formativa continua che coinvolga tutto il sistema, soprattutto le famiglie. • è indispensabile la “coerenza” intesa come valore per tutti soprattutto per gli “insegnanti” nell'ambito del sistema dei Club (tutti devono essere membri attivi di Club).
attenzione meticolosa ai particolari, ad apparenti dettagli, ai termini, alla comunicazione non verbale. • severità e rigore da una parte ma una grandissima umanità dall'altra. • invito continuo alla pace e poi all'etica e alla spiritualità antropologia (accenni alla meditazione). • trova le tue conclusioni...oggi. Domani ci rifletterai nuovamente, forse cambierai, ma fai le tue scelte, prenditi le tue responsabilità...non rimandare. • ognuno è responsabile... di tutti (ma tutti sono responsabili anche... solo di uno) (facciamo le visite amicali a chi è in difficoltà)
Quanti ....mal di pancia in nome di questi principi, di queste osservazioni, quante discussioni, quante incomprensioni..... eppure era tutto cosi semplice, cosi chiaro !! Ma praticare la coerenza è un'altra cosa. E' difficile, è faticoso, si realizza nella quotidianità, nel tempo e lo si verifica molto di più nelle piccole cose apparentemente insignificanti (ma così fondamentali) che nelle grandi. Io personalmente sono stato “fulminato” dalla visita al Club durante il corso.
Lì ho trovato tutto, ma proprio tutto in modo semplice, immediato, chiaro, limpido nell'immensa umanità che ho respirato. Ho sempre in mente una ragazzina di 18anni che ancora oggi ...... mi insegna, ...mi fa supervisione e ... mi guida !! C'erano certo le difficoltà, i problemi ma si respirava semplicità, aria pulita!! Le cose acquistano, allora, un altro senso e ti accorgi che è per questo che vale la pena.... lavorare,.... impegnarsi,....vivere! Però poi tutto si complicava di nuovo e quello che sembrava chiaro era di nuovo confuso,.. incerto...... poi andavi ad un aggiornamento con il Prof. e la Prof. e questi ...ti “lucidavano a fondo le sinapsi”. Le idee ti si chiarivano immediatamente, tutto era di nuovo chiaro e semplice! E poi...di nuovo e poi.... di nuovo .... non ricordo più quante volte!!!
Chi ci "lucida" oggi le idee? Chi ci riporta alla semplicità? All'essenzialità? A "Chi" riconosciamo questo potere di ridare valore alla semplicità che è in noi? Perché il bello di tutto ciò è che la semplicità di cui parlava il Professore è da sempre in tutti noi, è solo che ci siamo disabituati ad ascoltarla, a valorizzarla.
Abbiamo bisogno di un forte richiamo ai principi di base, alla semplice immediatezza del Club, .....abbiamo bisogno di essere provocati e sostenuti dai “principi”. Abbiamo bisogno tutti di saperci porre in un atteggiamento di umiltà rispetto a questi come discepoli ancora ansiosi di imparare, di schiarirci le idee. Tutti i giorni è necessario fare il punto nave per tracciare la rotta tra gli scogli...... della superbia,... della confusione, ...dell'arrivismo, ...dell'impulsività, ...dell'attaccamento, ...del professionismo, ...della rivalità, ...della competitività,... dall'incoerenza, ...delle gelosie, ...della demoralizzazione, .... della stanchezza, ...del pessimismo.
Solo "i principi" ci possono difendere da questi scogli, dalle tempeste e da rotte infide e pericolose. Non era forse questa la rotta (la rotta dei “principi”) che ci indicava il Professore e che affascinava tutti noi?.... e non era questa la rotta che ci indicava quando ha sentito il bisogno di introdurre il concetto della Spiritualità Antropologica e di Etica? Dentro di lui, così come dentro di noi, tutto questo era già chiaro, ma è necessario evidenziarlo, portarlo a livello della consapevolezza per confermarlo, promuoverlo e proteggerlo.
Come direbbe la tradizione zen questi sono i nostri “spiriti guida”: • Lo spirito del rispetto (rei no kokoro) • (rispetto per chi ci ha preceduto e insegnato, per chi condivide la strada insieme a noi, per chi verrà dopo di noi!) • Il non profitto (mushotoku) • (essere “veramente” in quello che si fa, qui ed ora, senza “preoccuparsi” del risultato! …è la “via” l’importante…non il punto d’arrivo) • Insieme per progredire (jita kyo ei) • (chi è che dà ? chi è che riceve?) • Pensare al di là del pensiero (hishiryo) • (l’intuizione e l’azione devono sgorgare nel medesimo istante! Al di là della tecnica …“il cuore” !) • Mantenere la “mente” (spirito) del principiante (shoshin) • (nella mente del principiante ci sono molte possibilità, in quella dell’esperto …poche!)
Gruppi di lavoro: centrati sul compito, si sciolgono una volta terminato oppure rinnovano il compito (agili, poco formali, tutti guardano ..verso…, sanno godere dei successi altrui….., creativi, si parla del presente …) Gruppi istituzionali : lavorano per garantire la propria esistenza, spesso dimenticano il compito (burocratici, formali, guardano a se stessi, poco creativi, si parla del passato o di un futuro che non c’è)
Il centro di salvataggio In un paese …lontano…lungo una costa rocciosa, in un punto in cui i naufragi erano piuttosto frequenti, sorgeva un tempo un piccolo e sgangherato centro di salvataggio, costituito da un capanno e una sola barca. A gestirlo c’erano poche persone, ma molto “attente”, le quali sorvegliavano costantemente il mare e, senza troppo riguardo per la propria incolumità, erano pronte a sfidare coraggiosamente la tempesta al primo segnale di pericolo. Molte vite erano state salvate in questo modo e il centro divenne famoso. A mano a mano che la fama aumentava, la gente della zona insistette per offrire la propria collaborazione a un’opera tanto preziosa. Essi donarono tempo e denaro, tanto che il numero degli iscritti aumentò, furono acquistate nuove barche i istruiti altri equipaggi. La capanna stessa fu sostituita da un edificio confortevole, in grado di provvedere alle necessità di coloro che venivano salvati e, com’è prevedibile, dato che non tutti i giorni avviene un naufragio, esso divenne un ritrovo popolare, una specie di circolo sociale.
Col passere del tempo, i soci furono sempre più impegnati con le attività ricreative, e sempre meno interessati alle operazioni di salvataggio, anche se sugli stemmi che portavano spiccava il motto originale. In realtà quando qualcuno veniva effettivamente salvato, era una gran seccatura, perché si trattava di gente sporca e malridotta, che insudiciava i mobili e i tappeti. Ben presto le attività sociali del club divennero cosi numerose E quelle di salvataggio cosi scarse che durante una riunione ci fu una levata di scudi da parte di alcuni, i quali insistevano affinché si ritornasse allo scopo originale del centro. La proposta fu messa ai voti e gli agitatori, che si rilevarono una piccola minoranza, furono invitati ad andarsene dal club e crearne uno nuovo.
Ed è proprio quello che essi fecero,, un po’ più avanti, lungo la costa, con tanto altruismo e ardimento che, dopo poco, il loro eroismo li rese famosi. Arrivarono cosi nuovi collaboratori, la loro baracca fu ristrutturata… … e il loro idealismo smorzato. Se vi capita di passare da quelle parti, troverete tutta una serie di circoli esclusivi disseminati lungo la costa. Ciascuno di essi è giustamente fiero Delle sue origini e delle sue tradizioni. Da quelle parti avvengono ancora i naufragi, ma nessuno ci bada. Vi racconto un’altra storia quella del ” giardino perfetto”…ricordatemelo!!