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LA SICUREZZA NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE

LA SICUREZZA NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE. Mobility Conference Exhibition 2006 Assolombarda Milano, 30 gennaio 2006. Renato Mari. IL TRASPORTO DI MERCI IN ITALIA.

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LA SICUREZZA NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE

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  1. LA SICUREZZA NEL TRASPORTO DELLE MERCI PERICOLOSE Mobility Conference Exhibition 2006 Assolombarda Milano, 30 gennaio 2006 Renato Mari

  2. IL TRASPORTO DI MERCI IN ITALIA Il traffico complessivo interno delle merci per l’anno 2003 è stimabile in circa 205 miliardi di tonnellate-km, di cui circa il 64% trasportato su strada. In termini quantitativi nel 2003 sono state trasportate su strada più di 130 miliardi di tonnellate-km di merci, di cui il 6% è rappresentato da merci pericolose. Per ferrovia, invece, sempre nel 2003, sono state trasportate circa 23 miliardi di tonnellate-km, pari all’11,6% del traffico totale. La indiscussa prevalenza della modalità stradale è dovuta, principalmente, alla maggiore flessibilità e alla maggiore adattabilità dei mezzi gommati a offrire un servizio porta a porta.

  3. IL TRASPORTO DI MERCI PERICOLOSE IN ITALIA • Il traffico di merci pericolose rappresenta circa il 6-7% del traffico totale di merci in Italia. La grande maggioranza di merce pericolosa trasportata in Italia è rappresentata dai prodotti petroliferi e più in generale, circa il 98% delle merci pericolose trasportate è costituito da materie di: • Classe 3: Liquidi infiammabili (80%); • Classe 2: Gas (11,6%); • Classe 8: Materie corrosive (6,1%). • Nel 2003, l’Italia ha importato merci pericolose per 185 miliardi di tonnellate, per un valore di quasi 37 milioni di euro, e ha esportato 25,5 milioni di tonnellate di merci pericolose, pari a 9 milioni di euro. L’Italia, come noto, importa grandi quantità di materie prime ed esporta molti prodotti lavorati, quindi le quantità di merci pericolose importate sono circa 7-8 volte superiori alle quantità esportate. Le merci pericolose provengono, nel 2003, principalmente dal Nord Africa (oltre 54 milioni di tonnellate), dall’Europa Centro Orientale (oltre 39 milioni) e dal Medio Oriente (31 milioni). Le esportazioni sono dirette verso altri Paesi europei (oltre 4 milioni di tonnellate).

  4. MERCE PERICOLOSA SECONDO LA CLASSIFICAZIONE ADR TRASPORTATA SU STRADA – Anno 2003- Fonte: ISTAT Percentuali su tonnellate

  5. Organismi Normatori per il Trasporto Merci Pericolose ONU ECOSOC IAEA ICAO IMO ECE OCTI Comitato di Esperti sul Trasporto delle Merci Pericolose e sul Sistema Globale Armonizzato di Classificazione ed Etichettatura Prodotti Chimici (GHS) IATA WorkingParty 15 RIDSafetyCommittee DangerousGoods Panel SottoComitato diEsperti sul TrasportoMerci Pericolose SottoComitato diEsperti sul GHS PurpleBook OrangeBook IAEARegolamenti per Materiale Radioattivo SS.6 ICAOIstruzioni Tecniche IATARegolamenti per Merci Pericolose via aerea IMDG CODE ADRAccordo Europeo RIDRegolamento Internazionale AEREO MARE STRADA FERROVIA

  6. Il trasporto delle merci pericolose deve rispettare tutta una serie di norme specifiche che a livello internazionale trovano un momento di unificazione nel “libro arancio” (Orange Book) edito sotto l’egida delle Nazioni Unite. Scopo principale del “libro arancio” è quello di facilitare la libera circolazione delle merci garantendo contemporaneamente la maggiore sicurezza possibile mediante un processo di qualificazione che si sostanzia con raccomandazioni da osservare nell’esercizio dell’attività. Diversamente dalla normativa dell’immissione sul mercato che è regolata da una logica sanitaria volta alla tutela della salute dell’utilizzatore, quella del trasporto è di natura ingegneristica e privilegia, ai fini della sicurezza, considerando anche gli effetti da esposizione solo di breve periodo, cioè di tipo acuto, l’architettura meccanica del sistema di trasporto e il suo equipaggiamento. Ciò non toglie che, come previsto in ogni sistema di gestione della sicurezza, anche la normativa del trasporto dedichi grande attenzione alla valorizzazione delle capacità professionali degli operatori coinvolti nella catena logistica, così come alle problematiche ambientali.

  7. Le raccomandazione dell’ONU si calano quindi nei vari Regolamenti che presiedono rispettivamente al trasporto su strada (ADR), per ferrovia (RID), marittimo (IMO) e aereo (ICAO-IATA) e sono diversamente modulate in funzione delle specificità del sistema di trasporto considerato con riferimento in particolare a: • caratteristiche dei contenitori e modi di imballaggio; • marcatura ed etichettatura; • caratteristiche del mezzo di trasporto; • modalità di esecuzione delle operazioni di carico e scarico; • tipo e specifiche della documentazione di viaggio; • procedure di emergenza.

  8. FORMAZIONE • Conducenti: abilitazione con CFP (v. D.M. 15.05.1997 e successivi emendamenti; Capitolo 8.2 ADR) • Altre persone coinvolte nel trasporto di merci pericolose (Capitolo 1.3 ADR) • Tutto il personale dei vari operatori della catena logistica concernente il trasporto delle merci pericolose deve essere adeguatamente formato sugli adempimenti che regolano questa materia in relazione ai propri compiti e responsabilità. L’attività di formazione deve essere documentata con riscontro sia da parte del datore di lavoro che del lavoratore e consentire di verificare che essa è stata comunque riproposta in tutti i casi di cambio mansione o di nuova assunzione. L’addestramento del personale deve essere periodicamente integrato con corsi di aggiornamento a seguito dell’evoluzione normativa. • Consulente per la sicurezza dei trasporti (D.Lgs. 4.02.200, n. 40; Sezione 1.8.3 ADR)

  9. CERTIFICAZIONE DELLA QUALITA’ La “qualità” è un modo di operare costante che le aziende devono acquisire come fatto culturale, fino a costituire un’autodisciplina che spinge e motiva il “management” aziendale al raggiungimento di risultati e prestazioni. Il concetto di miglioramento continuo è uno dei pilastri portanti della cultura manageriale orientata alla qualità che le norme della serie ISO 9000, comunemente note come “VISION 2000” stanno imponendo. Il sistema della qualità (ISO 9000) si integra a sua volta con quello di gestione ambientale (EMAS, ISO 14000) e con quello della sicurezza (OHSAS 18001 del BSI). L’interpretazione dei vari sistemi di gestione mira a collocarne le diverse componenti in un quadro sinergico, organizzativamente coerente, in cui siano valorizzate tutte le complementarietà possibili in una prospettiva complessa di efficienza ed efficacia.

  10. SECURITY (Capitolo 1.10 ADR) Insieme di misure volte a minimizzare la possibilità di un utilizzo improprio di merci pericolose che possa rappresentare un pericolo per le persone, per l’ambiente e per la proprietà. L’input alla “security è venuto dagli esperti statunitensi impegnati ad aumentare le difese contro il terrorismo a seguito degli attentati dell’11 settembre 2001 alle Torri Gemelle a New York e dell’Aprile 2002 alla Sinagoga di Djerba ove, per l’esplosione, è stato utilizzato un carico di esplosivo a bordo di un veicolo.

  11. 9 Gennaio 1998 - Federchimica - Direzione Generale Protezione Civile e Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno - Dipartimento Protezione Civile della Presidenza Consiglio dei Ministri Firma Protocollo di intesa S.E.T. 1 Febbraio 1998 Attivazione del S.E.T.

  12. INTERVENTI S.E.T. Livello 1: informazione sui prodotti Livello 2: esperti di prodotto sul luogo dell’incidente Livello3: squadra mobile aziendale (generalmente 3 persone) sul luogo dell’incidente con equipaggiamento per emergenze chimiche a bordo di veicolo specificatamente attrezzato

  13. CENTRO DI RISPOSTA NAZIONALE S.E.T. Il Centro di Risposta Nazionale S.E.T. è situato a Porto Marghera e si interfaccia con i punti di controllo delle aziende aderenti all’iniziativa, con i Centri di Risposta europei ICE e con le Pubbliche Autorità (Comandi Regionali e Provinciali dei Vigili del Fuoco) mediante linea telefonica dedicata.

  14. Il S.E.T. si sviluppa nell’ambito del programma ICE (International Chemical Environment) del CEFIC, coerentemente ai principi del Programma Responsible Care gestito in Italia da Federchimica. La sua matrice si riconosce perciò nell’impegno volontario delle imprese a promuovere iniziative volte al miglioramento continuo per la sicurezza, la salute e l’ambiente che nel caso specifico si calano in un contesto di “emergenze chimiche nel trasporto” per fornire assistenza alle Pubbliche Autorità.

  15. 20 Ottobre 2000 Federchimica e AssICC (Associazione Italiana Commercio Chimico) firmano la convenzione di partecipazione di AssICC al S.E.T. AssICC partecipa al S.E.T. con nove aziende arricchendo l’iniziativa con l’apprezzato contributo di un importante settore della nostra economia.

  16. 2 Marzo 2001 Federchimica e TRENITALIA - Divisione Cargo firmano la convenzione di partecipazione di TRENITALIA - Divisione Cargo al S.E.T.

  17. 15 giugno 2004 Federchimica e REMPEC di Malta firmano il Protocollo di intesa per assicurare, facendo leva sul S.E.T., il supporto di esperti di aziende di Federchimica, alle Unità di Assistenza del Mediterraneo, coordinate dal REMPEC per incidenti in mare coinvolgenti prodotti chimici. L’iniziativa si inquadra nell’ambito della Convenzione di Barcellona che ha assegnato al REMPEC, in quanto Centro di Risposta per la gestione delle emergenze da inquinamento nel Mediterraneo, facente capo al Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP) e all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO), la responsabilità di organizzare e dirigere gli interventi di soccorso. La ratifica del Protocollo, che ha una connotazione internazionale, è anche un importante riconoscimento politico per Federchimica, il cui ruolo di proporsi, attraverso il S.E.T., quale Centro di riferimento, a supporto delle Pubbliche Istituzioni, di un sistema integrato per la gestione delle emergenze chimiche nel trasporto, ne esce rafforzato.

  18. Sambruson di Dolo Corleto Perticara Copertura territoriale e tempi di intervento da parte delle imprese chimiche aderenti al S.E.T. Legenda: Squadre di intervento di: Impresa chimica aderente al S.E.T. Impresa partecipante al S.E.T. Territorio coperto: Entro 2 ore Entro 4 ore

  19. BANCA DATI • La banca dati contiene le seguenti informazioni: • elenco delle aziende aderenti al S.E.T. e delle aziende partecipanti • elenco dei prodotti delle aziende aderenti (nome prodotto, numero UN, punto di contatto e sito) • repertorio dei prodotti dell’industria chimica nazionale (“CheminItaly”, promosso da Federchimica e Istituto per il Commercio Estero) • elenco dei punti di contatto delle aziende aderenti e partecipanti (località, telefono, e-mail) • elenco dei siti delle aziende aderenti e partecipanti (località, livello di intervento, orari) • elenco dei Comandi Provinciali VF (provincia, telefono, fax, e-mail) • elenco dei Centri di Risposta europei ICE (località, telefono, fax, e-mail) • schede CEFIC TremCard (istruzioni per i conducenti) • schede CEFIC EriCard (istruzioni per le squadre di emergenza) • sistema Tomes Plus modulato su più banche dati, per informazioni chimiche e tossicologiche relative a migliaia di prodotti • banca dati sicurezza trasporti (in preparazione)

  20. MEMORIZZAZIONE/CONSULTAZIONE INCIDENTI Questa funzionalità utilizza le sezioni “analisi incidenti” e “caricamento dati” e permette a tutti i soggetti autorizzati (CRN S.E.T., Aziende S.E.T., Federchimica e Vigili del Fuoco) di inserire direttamente, per la parte di competenza, informazioni su incidenti in cui sono coinvolti. Il complesso delle informazioni mutuate da queste sezioni consente di costituire la Banca-Dati Incidenti. Oggi sono memorizzati circa 380 incidenti da cui sarà possibile effettuare estrapolazioni analitiche per individuare efficaci misure di prevenzione.

  21. IL VALORE DELLE INIZIATIVE VOLONTARIE Il S.E.T. nasce e si muove nel concetto di “azione volontaria” che l’industria chimica nel mondo, attraverso il Programma Responsible Care, ha messo in atto nei confronti delle istituzioni rivelandosi un utile strumento di dialogo tra pubblico e privato, oltre che un’opportunità per catalizzare alleanze tra le diverse realtà locali e coagulare, nella sua sfera di competenza, iniziative varie di formazione e gestione del rischio chimico anche sotto il profilo sanitario.

  22. La valorizzazione dei comportamenti volontari rientra a pieno titolo tra le principali linee di azione identificate da Federchimica per favorire la crescita e lo sviluppo dell’attività industriale in armonia con il territorio e dare concretezza al concetto di “sviluppo sostenibile”. A differenza dei tradizionali strumenti di “comando e controllo” che in ogni Paese da sempre rappresentano la base della politica ambientale influenzando direttamente i comportamenti dei soggetti interessati, attraverso prescrizioni e condizionamenti, quelli volontari hanno il merito di responsabilizzare maggiormente interi settori produttivi innescando effetti trainanti anche su altri comparti.

  23. SQAS (Safety and Quality Assessment System) Sistema per la valutazione uniforme dei modelli organizzativi e gestionali delle Imprese e delle Agenzie di intermediazione dell’autotrasporto, dei Vettori ferroviari, dei Gestori delle stazioni di lavaggio, dei magazzini, ecc., con riferimento non solo ai criteri della qualità, ma anche agli aspetti di sicurezza, salute ed ambiente coerentemente con i principi di miglioramento continuo del Programma Responsible Care. La valutazione viene eseguita dagli Ispettori dell’Istituto di certificazione avvalendosi di un apposito questionario CEFIC. Al termine del processo di valutazione, l’Ispettore invia il rapporto al CEFIC per posta elettronica (attraverso un software autorizzato). Entro 30 giorni, il CEFIC rende pubblico il rapporto sul sito www.sqas.org e rilascia l’attestato (senza alcun tipo di giudizio) all’Impresa sottoposta a valutazione. Il Committente può consultare il rapporto sul data-base del CEFIC e utilizzare i metodi di calcolo predisposti dal sistema per valutare la percentuale di conformità delle singole sezioni del questionario. L’iniziativa offre perciò all’utenza la possibilità di dialogare con il fornitore del servizio, valutare la sua offerta, analizzarne in sede contrattuale gli aspetti di maggiore interesse ed eventualmente intervenire per renderla più mirata alle proprie esigenze, concordare tempi e modi di miglioramento, verificare attuazione ed efficacia di quanto concordato.

  24. L’azienda chimica richiede al vettore di essere valutato SQAS Il vettore richiede all’Ente certificatore di testarlo ai fini dell’SQAS Il questionario SQAS è disponibile nel data-base del CEFIC Valutazione SQAS da parte dell’Ente certificatore Il vettore dà l’autorizzazione alla pubblicazione dei dati Valutazione/reazione dell’industria chimica CEFIC - SQAS Strada • Processo di valutazione NO SI SI • Il CEFIC mette a disposizione del valutatore gli strumenti SQAS (questionario, linee guida, programma informatico); • Il CEFIC accredita i valutatori; • Il CEFIC gestisce il data-base.

  25. “SECURE-TRANS” “Secure Trans” è un’iniziativa dell’INAIL volta a garantire la sicurezza nella logistica di prodotti pericolosi. E’ un sistema multimediale (www.securetrans.it), a disposizione dei Soggetti interessati: • Autotrasportatori, per migliorare la conoscenza del trasporto di merci pericolose e per interagire con le Autorità Pubbliche nella prevenzione di eventuali incidenti che potrebbero avvenire nel sistema viario del Paese; • Autorità Pubbliche, per aumentare la prevenzione del rischio logistico.

  26. “Secure Trans” è suddiviso in 4 Sezioni più un’Introduzione che illustra i motivi del Programma e gli Organizzatori: 1.a Sezione: “Manuale dell’Autotrasportatore di Prodotti Pericolosi” (scaricabile in formato PDF o disponibile su CD-Rom) illustra valori, comportamenti, conoscenze ed esperienze operative inerenti al trasporto di merci pericolose. 2.a Sezione: illustra la normativa di riferimento, permettendo di identificare le schede di istruzioni scritte per il conducente (“Tremcard”) idonee al carico trasportato. E’ in fase di elaborazione un sistema analogo per le Schede ERIC. 3.a Sezione: “Analisi e valutazione della Compatibilità dei Prodotti Pericolosi”, permette di verificare la compatibilità delle merci trasportate, evidenziando con un segnale verde o con un segnale rosso la correttezza o meno del carico misto. 4.a Sezione: “Trasporto in cisterne”, contiene l’anagrafica, su base volontaria, delle targhe degli automezzi dedicati al trasporto di merci pericolose, associate ad un recapito telefonico per un contatto immediato che permetta di reperire in tempi brevi informazioni sul carico e sullo speditore.

  27. Sistema integrato di sicurezza nel trasporto PREVENZIONE GESTIONE EMERGENZE Omologazione Pannelli Specifiche costruttive Etichette Formazione professionale Istruzioni scritte per il conducente (Tremcard) Certificazione (ISO 9001) Assicurazione responsabilità civile (Convenzione UNIDROIT) Schede per squadre di intervento (ERICard) Consulente per la sicurezza dei trasporti SIGEM Security SECURE TRANS Controlli SQAS SET

  28. Commissione di coordinamento delle attività sul trasporto delle merci pericolose La Commissione, istituita con D.M. 11 ottobre 2005, ha l’obiettivo di assicurare un’attenzione efficace e coordinata dei compiti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti in materia. Organi della Commissione sono: Comitato direttivo: è formato da Rappresentanti del Dipartimento Trasporti Terrestri, del Dipartimento per la Navigazione ed il Trasporto Marittimo ed Aereo e del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Gruppo di consultazione: è formato da Rappresentanti degli Enti interessati (p.es. Trenitalia, Ferrovie Nord Cargo, ANAS, RINa, APAT, ecc.), delle Associazioni di categoria (Federchimica, 4 Associazioni designate dal Comitato Centrale dell’Albo degli Autotrasportatori, Assoporti, Assologistica, ecc.)

  29. L’INTERMODALITA’Trasporto combinato strada-mare D.D. 18.11.2005: “Norme integrative per il trasporto di merci pericolose sulle navi mercantili in viaggi nazionali”. E’ una forma di “Better Regulation” per la semplificazione delle procedure relative al trasporto delle merci pericolose su veicoli imbarcati che consente di operare in conformità alle norme ADR considerando, nei casi e alle condizioni previsti, la relazione mare, una logica estensione di quella terrestre.

  30. L’INTERMODALITA’Trasporto combinato di merci per ferrovia La legge 1.08.2002, n. 166, recante disposizioni in materia di Infrastrutture e Trasporti, ha previsto all’art. 38, comma 6, l’istituzione presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del “Fondo per la contribuzione agli investimenti per lo sviluppo del trasporto merci per ferrovia” (con particolare riferimento al trasporto merci combinato e di merci pericolose) ed agli investimenti per le “autostrade viaggianti”. Il D.P.R. 22.12.2004, n. 340 ha dato attuazione agli strumenti di incentivazione previsti dall’art. 38 della L. n. 166/02. Con Decreto interministeriale 20.05.2005 sono stati determinati incentivi e contributi al trasporto ferroviario combinato e di merci pericolose. Al Decreto interministeriale ha fatto seguito, per chiarirne le modalità applicative, la Circolare prot. N. DGTF/707/div. 3 del 22.07.2005 recante le indicazioni e i moduli di cui alla procedura per l’accesso ai contributi erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti.

  31. GHS (Sistema di Armonizzazione Globale) La differenza di diversi sistemi di classificazione delle materie pericolose, peraltro non sempre giustificata in relazione alle diverse attività regolamentate, ha portato nel 1992 a Rio de Janeiro, in sede di Conferenza delle Nazioni Unite su “Ambiente e Sviluppo sostenibile”, all’approvazione dell’Agenda 21 che riassume gli impegni assunti. Tra essi, al Capitolo 19, quello per una corretta gestione delle sostanze dal punto di vista ambientale, articolato in sei Programmi di azione di cui uno intitolato “Armonizzazione della classificazione e dell’etichettatura dei prodotti chimici”.

  32. OBIETTIVI E CAMPO DI APPLICAZIONE Obiettivo del GHS è promuovere, a livello mondiale, un sistema armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche pericolose organizzato sulla comunicazione del rischio mediante etichette, schede di sicurezza e simboli facilmente comprensibili. • Il sistema GHS, adottato dalle Nazioni Unite nel luglio 2003, si applica a: • trasporto • immissione sul mercato • ambiente di lavoro

  33. L’implementazione del GHS, i cui lavori si sono conclusi a fine 2002, è subordinata alla volontà politica dei Paesi e delle Organizzazioni internazionali. Il Summit Mondiale per lo Sviluppo Sostenibile (WSSD) nel Piano di azione adottato il 4 settembre 2002 a Johannensburg ha espresso l’auspicio di confidare che tale processo possa realizzarsi pienamente entro il 2008. La Commissione Europea ha deciso di implementare il GHS contemporaneamente all’entrata in vigore del nuovo “Regolamento sulle Sostanze Chimiche – R.E.A.CH.”, ristrutturando così tutti i criteri di classificazione ed etichettatura finora in vigore.

  34. R.E.A.CH. (Registration, Evaluation and Authorization of CHemicals)Una nuova normativa sulle sostanze chimiche La Comunità Europea ha presentato il 29 ottobre 2003 un nuovo Regolamento che delineerà la futura politica di gestione in ambito europeo delle sostanze chimiche, dove le sostanze “esistenti” e le sostanze “nuove” saranno sottoposte ad un unico regime, basato su tre elementi fondamentale: - Registrazione che imporrà ai Produttori/Importatori di fornire informazioni sulle sostanze chimiche prodotte/importate > 1t/a e di provvedere all’uso e alla gestione di esse in maniera sicura. I documenti richiesti nella fase di Registrazione sono: il “Dossier Tecnico” contenente informazioni sulle proprietà, usi, classificazione ed etichettatura di ogni sostanza; il “Rapporto sulla Sicurezza Chimica (C.S.R.) per le sostanze prodotte/importate >10 t/a, che riporterà la valutazione del rischio sulla base degli scenari di esposizione/uso. - Valutazione durante la quale le Autorità degli Stati Membri, in collaborazione con l’Agenzia Chimica Europea, valuteranno il dossier di registrazione e potranno richiedere all’Industria, per le sostanze chimiche che presentano maggiori preoccupazioni, di fornire ulteriori informazioni. - Autorizzazione degli usi di alcune sostanze ad elevata pericolosità (C.M.R. – Cancerogeni, Mutageni, Tossici per la Riproduzione di categoria 1 e 2; P.B.T. - Persistenti, Bioaccumulabili, Tossici; v.P.v.B. - Molto Persistenti e Molto Bioaccumulabili; Distruttori Endocrini e sostanze che possono presentare rischi per l’uomo e per l’ambiente analoghi a quelli presentati da C.M.R. di categoria 1 e 2, P.B.T. e v.P.v.B. non classificati come tali). L’entrata in vigore del Regolamento R.E.A.CH. è prevista per il 2007 e dovrebbe entrare a pieno regime nel 2018 (entro 2010 per sostanze > 1000 t/a e C.M.R. > 1t/a; entro 2013 per sostanze prodotte/importate > 100 t/a; entro 2018 per sostanze prodotte/importate > 1t/a). In considerazione dei ritardi dei lavori da parte della Commissione e della creazione dell’Agenzia, il Parlamento europeo, nell’autunno 2006, in seconda lettura della proposta di Regolamento, potrebbe votare il rinvio di un anno della sua entrata in vigore, confermando il 2007 come data di pubblicazione.

  35. OBIETTIVO DEL R.E.A.CH. Garantire un elevato livello di tutela della salute umana e dell’ambiente e, al contempo, assicurare un funzionamento efficiente del mercato interno e la competitività dell’industria chimica europea rispetto al quadro internazionale, introducendo anche elementi che siano di stimolo per la ricerca e l’innovazione.

  36. RIFORMA DELL’AUTOTRASPORTO DI PERSONE E COSE Legge Delega 1 marzo 2005, n. 52 e relativi decreti legislativi. D.Lgs. 21.11.2005, n. 286: disposizioni per il riassetto normativo in materia di liberalizzazione regolata dell’attività di autotrasporto. Contenuti privilegiati del D.Lgs., n. 286/2005: - superamento delle tariffe obbligatorie a forcella; - affermazione principio responsabilità del vettore e del committente per violazione delle disposizioni sulla sicurezza della circolazione; - individuazione sistemi certificazione di qualità per le imprese più sensibili; - introduzione strumenti di controllo più efficaci; - previsione della formazione e della carta di circolazione del conducente (recepimento Direttiva 2003/59/CE)

  37. NUOVA POLITICA PER LE MERCI - Ottimizzazione delle potenzialità delle infrastrutture (la linea ad alta velocità/alta capacità Milano-Roma-Napoli rappresenta una grande opportunità per riequilibrare il nostro sistema di trasporto sulla più importante direttrice del Paese sulla quale si produce il 50% della ricchezza nazionale); - Tariffazione d’uso delle infrastrutture; - Mercati liberalizzati e regolati; - Servizi; - Contratti di lavoro.

  38. LOGISTICA COME FATTORE PRODUTTIVO E STRATEGIA DI IMPRESA La logistica è un complesso sistema di equazioni che coinvolge il sistema delle reti, il sistema economico, il sistema delle informazioni, il sistema della ottimizzazione degli spazi. Un sistema di equazioni che trova nella qualità, nell’offerta, nell’efficienza delle varie modalità di trasporto l’unico comune denominatore.

  39. TRASPORTO IN SICUREZZA !?!

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