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Mai più violenza sulle donne in tutto il mondo …. Il lavoro che stiamo per presentare riguarda il significato e il valore dell’ “Essere donna”!. La prima parte illustra la condizione della donna nei secoli. La seconda parte illustra le condizioni di Eva tra Oriente e Occidente.
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Il lavoro che stiamo per presentare riguarda il significato e il valore dell’ “Essere donna”! • La prima parte illustra la condizione della donna nei secoli. • La seconda parte illustra le condizioni di Eva tra Oriente e Occidente. • La terza parte presenta il maltrattamento, il silenzio, la rabbia, ma anche le urla disperate di chi si ribella.
Cosa vuol dire essere donna ? Per donna non intendiamo solamente sposa, madre, nubile, pura, impura, peccatrice, straniera ma PERSONA!
La donna nell’età classica GRECIA La donna era totalmente sottomessa all’uomo, trascorreva l’intera giornata a casa, dirigendo i lavori domestici e organizzando la vita familiare. Usciva solo per partecipare alle feste religiose, inoltre veniva esclusa dall’educazione, sia intellettuale che fisica. ROMA La donna comincia ad acquisire molti più diritti e privilegi soprattutto grazie al progressivo indebolimento dei valori legati alla patria potestas.
La donnanell’età Medioevale Nel mondo medievale la donna era considerata un essere inferiore, cosa che era confermata e ribadita dalla Chiesa nel diritto canonico. Infatti, se fino a S. Tommaso la donna era stata “cosa necessaria all’uomo”, con i Padri della Chiesa, essa diviene “ la porta dell’Inferno”.
La donna nell’Umanesimo “Sempre fu ornamento di gravità et riverenza in una donna la taciturnità, sempre fu costume et indizio di pazzerella il troppo favellare. Adunque a te piacerà tacendo più ascoltare che favellare e favellando mai comunicare e nostri segreti ad altri, ne troppo mai investigare i facti altrui.” Anonimo
La donna nel Seicento e nel Settecento Nel Seicento e nel Settecento le donne acquisiscono una libertà maggiore rispetto alle epoche precedenti. Termina la segregazione della donna, nasce la società dei salotti e della mondanità. I matrimoni sono maggiormente basati sull’affetto e la lealtà. La donna che non riesce a sposarsi vive in una situazione assai precaria: nasce la figura della zitella.
La donna nell’Ottocento Neanche l’Ottocento, con la profonda rivoluzione sociale data dalla crescente industrializzazione, riuscì a modificare la posizione della donna nella società. Numerose furono le battaglie civili per i diritti delle donne, tra cui quella delle “suffragette”, che chiedevano il diritto di voto universale, ossia anche per le donne.
Ma passò molto tempo prima che le donne europee potessero esprimere la loro opinione votando. Il primo paese europeo fu la Svezia, nel 1866, ma per la maggior parte degli altri Paesi le donne aspettarono il 1945!
La donna nel Fascismo Per consolidare il proprio regime autoritario Mussolini adottò una politica anti-femminista che impose alla donna l’esclusivo ruolo di madre-casalinga. Il ruolo della donna era meramente procreativo.
La donna nel Novecento Nel novecento la donna comincia ad essere consapevole della sua condizione e dà inizio a dei movimenti di riforma, cercando di far valere i suoi diritti. Si vengono così ad affermare, prima negli Stati Uniti e poi in Europa, i movimenti femministi.
Il viaggio di Eva tra Oriente e Occidente Viaggio nella vita quotidiana delle donne, sfruttate in: Cina Giappone Islam India Africa Etiopia Guatemala
La donna in Giappone Le donne giapponesi hanno salari inferiori a quelli degli uomini. Sono impossibilitate a fare carriera. Le donne servono da "tappabuchi" nel mercato del lavoro: vengono impiegate come mano d'opera a basso costo, temporanea o part-time.
La condizione della donna cinese Nascere donna in Cina non è affatto un privilegio: viene persino negato il diritto di essere madre. Nelle campagne si è diffusa soprattutto l’idea di preferire un figlio maschio ad una femmina.
La donna islamica Le donne sono costrette ad indossare il burka che annulla il loro corpo e la loro dignità. La donna non può viaggiare, guidare, andare al ristorante da sola. Deve vivere velata. “E’ un fantasma della società”. Nel mondo islamico è molto diffusa la mutilazione genitale femminile praticata alle bambine da sei anni in su. L’infibulazione viene praticata dalle anziane con metodi barbari nelle campagne.
La donna indiana Le donne vengono sfruttate nelle attività domestiche e percepiscono salari inferiori agli uomini, svolgono lavori durissimi e a volte subiscono torture sessuali e stupri. Le figlie sono considerate un peso per la famiglia e nelle aree rurali del sud spesso la nonna paterna si incarica di avvelenare la neonata, mai registrata all’anagrafe. Una figlia può essere considerata motivo di cattiva reputazione per la famiglia.
La donna in Etiopia Ogni anno migliaia di bambine subiscono l’infibulazione, barbaro rito tribale a cui è impossibile sottrarsi.Alle neonate viene praticata quando hanno solo sette giorni di vita e se la mamma non è d’accordo le anziane del villaggio agiscono di nascosto.Nonostante essa sia vietata dalla legge, è voluta dalla società tribale.
La donna in Guatemala Le donne in Guatemala sono tre volte discriminate in quanto femmine, povere e non di razza ispanica. Intrecciano braccialetti e collanine destinate ai turisti per un dollaro al giorno. Così riescono a sfamare i loro bambini. Lo fanno da sempre: cucinano, spazzano, lavano, e, tra un bucato e l’altro si bruciano gli occhi al telaio.
Le donne in Africa Le donne africane camminano per ore come muli in fila indiana, a portare acqua, legna o combustibile naturale per dissetare e scaldare la famiglia. Oppure, se hanno la fortuna di avere uno stipendio, vengono chiuse a chiave nelle fabbriche e al primo incendio muoiono bruciate vive. Se rimangono incinte sono costrette a lavorare in piedi, in ambienti tossici che favoriscono gli aborti spontanei.
Le varie forme della violenza “Il maltrattamento continua a essere, una pratica diffusa, una forma di tirannia ……”
Cultura della violenza sessuale La violenza sessuale è frutto di una cultura maschilista, finalizzata al controllo del ruolo sociale della donna all’interno della società esistente. La violenza contro le donne ha una sua specificità incontestabile: la repressione e il controllo passano attraverso il CORPO.
Il corpo NON è della donna: appartiene al sistema dell’uomo. Le viene sottratto per diventare un bene commerciabile e di consumo. Per l’uomo il corpo della donna rappresenta uno strumento di espressione del potere, merce di scambio attraverso la prostituzione, oggetto di consumo attraverso la pornografia.
Per la donna il CORPO NON E’! Da sempre è stata addestrata a viverlo come un tabù divenendo possesso dell’uomo e del sistema produttivo. L’uso del corpo, come strumento di repressione, non è solo fisico ma colpisce la componente più intima dell’identità femminile rendendo la donna schiava e plasmandola secondo le sue necessità.
Manifestazione della violenza sessuale Solo un quarto degli stupri avviene per strada e solo nel 18% dei casi il violentatore è sconosciuto alla vittima. Oggetto di uno stupro o di un tentato stupro è il 2,6% delle donne fra i 14 e i 59 anni. Un dato che rimane stabile e costante negli anni. La strada è il luogo delle violenze nel 27% dei casi.
Cronaca E le istituzioni? Quante ragazze in tribunale si sono sentite dire che lo stupro se lo sono cercato, che sono state provocanti, che è il loro atteggiamento ad essere scandaloso, non quello di chi le ha violentate, POVERINO, costretto dalla loro disponibilità. E poi ci sono i mezzi di comunicazione che di violenza sessuale ne parlano solamente quando possono costruire il caso, quando possono giudicare. Intanto le donne vengono relegate nel ruolo di vittime.
VITTIME DELLA VIOLENZA, della strumentalizzazione che viene loro costruita addosso dalla paura di denunciare i loro persecutori.
MATRIMONI FORZATI La cultura di molti Paesi prevede la consuetudine dei matrimoni forzati. Essi costituiscono una violazione dei diritti umani e comportano rapporti sessuali senza consenso e violenze fisiche. In Kenya, negli ultimi due anni, almeno sessanta donne sono state uccise con atti di violenza domestica, prese a calci, schiaffeggiate, vittime di abusi sessuali da parte dei loro mariti per il modo di cucinare o per gelosia. “Per milioni di donne la propria casa non è un paradiso ma un luogo di terrore .”
Tradizioni e torture Le mutilazioni genitali femminili costituiscono una violazione dei diritti all’integrità fisica negando alle donne la gratificazione del proprio corpo.
Le donne spesso sono torturate in stato di detenzione, vengono violentate dai soldati come “trofei di guerra”, sono comprate e vendute per alimentare il mercato della prostituzione, schiavizzate come lavoratrici domestiche.
Cronaca Dodici soldati mi violentarono uno dopo l’altro; dopo di che mi venne data un’ora di pausa. Poi seguirono altri dodici soldati. Erano tutti allineati fuori dalla stanza aspettando il loro turno. Sanguinavo e provavo così tanto dolore che non mi reggevo in piedi. Il mattino seguente ero troppo debole per alzarmi … Non riuscivo a mangiare. Provavo molto dolore e la mia vagina era gonfia. Piangevo e piangevo, chiamando mia madre.
Non potevo oppormi ai soldati perché mi avrebbero uccisa. Che altro potevo fare? Ogni giorno, dalle 2 del pomeriggio alle 10 di sera, i soldati si allineavano fuori dalla mia stanza e dalle stanze delle altre sei donne che c’erano. Non avevo neanche il tempo di lavarmi al termine di ogni assalto.
Di sera riuscivo solo a chiudere gli occhi e a piangere. Il mio vestito strappato si sarebbe sbriciolato a causa della crosta formata dal seme secco dei soldati. Mi lavavo con acqua calda e pezzi di vestito per essere pulita. Tenevo premuto il vestito sulla mia vagina come un impacco per alleviare quel dolore e il gonfiore.
Avevo 17anni. Li avevo festeggiati in un ospedale psichiatrico perché avevo tentato di togliermi la vita svariate volte. Quando dopo un anno uscii, mia madre pensò di mandarmi in Calabria e di avvertire un suo caro amico, Italo, di darmi un'occhiata.... All'epoca, ero bella e sola!
Dopo un mese, una sera, Italo venne per invitarmi fuori. Era vecchio per me, aveva quasi 40 anni. Mi rifiutai dicendogli che sarei andata a letto. “Da sola?'", mi chiese. “Certo, da sola”, gli risposi. Cominciò a farmi un mucchio di domande; cominciò ad avvicinarsi, a toccarmi. Mi ribellai, ma lui era più forte. Caddi sul letto, con lui sopra. Cercò di violentarmi, ma io non volevo.... A quel punto presi delle forbicine che erano sul comodino e le strisciai sul suo viso. Lui urlò, il sangue era dappertutto. Corsi fuori e gridai aiuto!
Mi portarono in caserma. Mia madre venne e urlò contro di me: "Cos'hai combinato? Non ti vergogni?" “Io devo vergognarmi, mamma?” “Taci! Taci! La gente non deve sapere!” “Già, la gente non deve sapere! Ma se ormai sono sulla bocca di tutti!”. Fuggimmo come se la colpa fosse mia. Per 32 anni non sono più tornata; poi due anni fa arrivai in quel maledetto paese, ma questa volta non mi vergognavo, avevo capito che non ero colpevole ma vittima.
Per la Giustizia Italiana sono stata condannata a 18 mesi per avere sfregiato il mio aggressore. Lui a 10 anni per tentata violenza. Dopo 5 anni era già fuori, LUI. • Mi è rimasta una paura che non so descrivere. In ogni uomo che si avvicina vedo un orco, non ho fiducia negli uomini. Nonostante ciò mi sono sposata ed ho anche dei figli. Ho cercato di rendere la mia vita uguale a quella di tutte le altre donne ma solo chi ha provato sulla sua pelle la violenza comprende di cosa sto parlando.
La rivolta delle donne Franca Viola, una ragazza appena diciottenne, venne rapita e violentata da un mafioso della zona. Un fatto che, a quel tempo, non era considerato “grave”: bastava infatti che lo stupratore sposasse la vittima perché si estinguesse il reato di violenza sessuale. E invece lei, Franca Viola, ebbe la forza e il coraggio di dire per la prima volta “No”, divenendo per tutte le donne il simbolo di una rinascita della condizione femminile.
“Mi sposai e decisi di condurre una vita dedita alla normalità lontana dai riflettori. Il consiglio che voglio darvi è di stare sempre attenti, ma prendere ogni decisione seguendo sempre il proprio cuore”.
Dopo sedici anni dal fatto la legge 442 del 5 agosto 1981 cancellava l'articolo 544 del C.p. mettendo fine alla possibilità di estinzione del reato di violenza sessuale per susseguente matrimonio.
I diritti umani delle donne sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali. La violenza sessuale e tutte le forme di molestia e sfruttamento sessuale, incluse quelle derivanti da pregiudizi culturali e da traffici internazionali, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere eliminate. Della vita non si fa mercato …!
I messaggi sono Per i testimoni della violenza domestica: Aiutare le donne vittime della violenza a rompere il silenzio. Aiutare le donne a sottrarsi alla vittimizzazione
Per le donne vittime della violenza: Rompi il muro di silenzio che circonda la violenza domestica! Non tollerare la violenza! Esiste un rimedio! Cerca il modo per scoprirlo.
Per gli uomini Aggressori: La violenza domestica distrugge la vita di chi la esercita come quella della sua vittima.
Lavoro Realizzato dalle alunne del Liceo delle Scienze Umane IV A Balano Giusy Brunno Sonia Calandrino Vincenza Cervellione Brenda Di Stefano Maria Teresa Forte Luna Romano Lucia Rosciglione Vanessa Varvaro Maria Vivona Cinzia IV B Cusumano Lorena Di Stefano Ambra