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Marco Vagnozzi Il gioco nella formazione degli adolescenti. Riflessioni teoriche ed esperienze sul campo. Da dove nasce e come si sviluppa questo lavoro:. Interesse per le riflessioni teoriche sul gioco Esperienza formativa come educatore per il Centro di Solidarietà di Genova
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Marco VagnozziIl gioco nella formazione degli adolescenti. Riflessioni teoriche ed esperienze sul campo
Da dove nasce e come si sviluppa questo lavoro: • Interesse per le riflessioni teoriche sul gioco • Esperienza formativa come educatore per il Centro di Solidarietà di Genova • Riflessioni sull’impiego del gioco e su alcuni aspetti legati all’attività dell’educatore
Cosa s’intende per “formazione”? • “Formazione” è un termine dal significato molto ampio [Kaiser, 2006], ma in questo caso è inteso come processo relazionale e co-costruttivo, che consente la libera partecipazione individuale • Questo processo si può qui tradurre come “educazione tra pari” (peer education): attività di prevenzione del disagio e promozione della salute tra gli adolescenti [Buzzi et al., 2009]
Il gioco nella formazione degli adolescenti e nelle attività di prevenzione I momenti ludici sono stati inseriti in percorsi di formazione e peer education, realizzati nell’anno scolastico 2008-2009, che comprendevano molte altre attività [ES: informazione, discussione, focus group, video-training ecc.]. Sono serviti come momento propedeutico o come fase intermedia.
Tipologie di giochi formativi • Giochi di riscaldamento o “rompighiaccio” • Giochi di presentazione e conoscenza • Giochi di fiducia • Attivitàdinamiche e di coordinazione • Giochi di ruolo(Role-playing)
Aspetti pedagogici dei giochi • Attivazione di un gruppo • Espressione delle emozioni e “intelligenza emotiva” [Goleman, 2005] • Pluri-prospettivismo. Confronto dei diversi punti di vista. • Narrazione e memoria [Bruner, 2001] • Intelligenza interpersonale (comprensione, cooperazione, gestione dei conflitti ecc.) • Problem solving in contesti realistici
Metodi di valutazione • Questionari di ingresso: aspetti informativi (definizione di “salute”, aspetti medici e legali ecc.), interesse e motivazione a partecipare, aspettative verso il progetto • Questionari di uscita: aspetti informativi (cambiamento nella percezione del problema), impressioni sugli incontri realizzati e sugli strumenti utilizzati (video, discussioni ed appunto giochi).
Le impressioni dei ragazzi sulle attività ludiche • Iniziale scetticismo, poca volontà di partecipare ai giochi, scarsa comprensione di essi • Successivamente c'è stato un grande coinvolgimento a livello emotivo • Alla fine il gioco è risultato stimolante e molto utile per “cementare” il gruppo • I giochi sono stati riutilizzati dai ragazzi negli interventi di formazione coi loro coetanei
L’educatore nel mondo odierno (I) “Dobbiamo cercare di dare un taglio alle nostre speranze di continuità. Slancio! Dobbiamo vedere ogni situazione e istante come un’unità. Differente, indipendente. Un lavoro in corso” [Eggers, 2002] La postmodernità è contrassegnata dal crollo delle certezze. Le nuove generazioni sono esposte ad una sovrabbondanza di segni, di immagini di superficie [Jameson, 2007], faticano a costruire in modo unitario e coerente la propria identità.
L’educatore nel mondo odierno (II) • Informare non basta. Occorre lavorare con i ragazzi sulla decostruzione dei messaggi a cui sono quotidianamente esposti. • E’ necessario pro-gettare, nel senso etimologico del termine. • E’ importante mettersi in gioco, agendo secondo una prospettiva di distanza educativa [Buber, 2009] • E’ possibile (ed anzi necessario) aprirsi a nuovi orizzonti formativi e comunicativi
La “distanza educativa” • Saper mediare tra fermezza e “complicità”, tra strutturazione e libertà [Buber, 2009]. • “Distanza dal ruolo” non come abbandono di esso, ma come possibilità di sperimentazione all'interno del ruolo stesso. [Goffman, 2003]. • “Spirito utopico”: oscillazione ideale fra un lucido realismo ed uno slancio al futuro, al non-ancora-compiuto [Bloch, 2005]. Ciò significa avere e generare fiducia nell’educando.
Il futuro: i giochi multimediali ? • Consentono un apprendimento realistico ed attivo • Rispondono alle aspettative dei “nativi digitali” • Sono emotivamente coinvolgenti ma...... Il mondo della formazione, legato ancora ad una visione tradizionale, ignora l'universo video-ludico o mantiene nei suoi confronti un approccio estremamente critico
Conclusione Glieducatorioggidovrebberotentaredicomprendereappienol’universodei “natividigitali”. Per “mettersi in gioco” ancheilmondodell’educazionedovrebbeguardarealleformedicomunicazionegiovanile, in particolareaglistrumenti del Web 2.0
Riferimenti bibliografici J. BRUNER, A. JOLLY, K. SYLVA (a cura di), Il gioco, 4 voll., Armando, Roma 1981. R. BUZZI, F. LEO, N. VACCAMORTA, M. VAGNOZZI, Perché non rischiare? Forme di relazione e di espressione corporea nella promozione della salute e nella prevenzione al disagio in adolescenza, Erga, Genova 2009. S. CAPRANICO, Role playing. Manuale ad uso di formatori ed insegnanti, Raffaello Cortina, Milano 1997. D. DEMETRIO, L'educazione non è finita. Idee per difenderla, Raffaello Cortina, Milano 2009. E. FINK, Oasi del gioco, Raffaello Cortina, Milano 2008. E. GOFFMAN, Espressione e identità, Il Mulino, Bologna 2003. D. GOLEMAN, Intelligenza emotiva, Rizzoli, Milano 2005. J. HUIZINGA, Homo Ludens, Einaudi, Torino 2005. A. KAISER, Genius ludi: il gioco nella formazione umana, Armando, Roma 1995. S. LOOS, Novantanove giochi cooperativi, EGA, Torino 1989. M. PACIARONI, Gioco, virtualità, simulazione. Nuove prospettive tra cultura videoludica ed apprendimento, Eum, Macerata 2008. L. VYGOTSKIJ, Pensiero e linguaggio, Giunti, Firenze-Milano 2007.
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