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Comunicazione Attiva. CORSO DI FORMAZIONE PER LA GESTIONE DELLE ASSEMBLEE PUBBLICHE E PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANISMI DELIBERANTI NEGLI ISTITUTI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA. Prof. Carlo Di Marco Università degli studi di Teramo. L’ASCOLTO. un momento del processo della comunicazione.
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Comunicazione Attiva CORSO DI FORMAZIONE PER LA GESTIONE DELLE ASSEMBLEE PUBBLICHE E PER IL FUNZIONAMENTO DEGLI ORGANISMI DELIBERANTI NEGLI ISTITUTI DI DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA Prof. Carlo Di Marco Università degli studi di Teramo
L’ASCOLTO un momento del processo della comunicazione
PER ASCOLTARE NON BISOGNA FARE NULLA «facere» è un fenomeno spontaneo e coincide semplicemente con lo “stare a sentire” qualcuno che parla L’ASCOLTO Il termine “ascolto”, nell’uso corrente, viene associato ai concetti di passività e naturalezza
MA L’ASCOLTO NATURALE……. si limita all’aspetto verbale delle comunicazione (si ascoltano solo le parole dell’interlocutore) è condizionato dall’istintiva tendenza di chi ascolta a pensare subito a cosa rispondere, invece di accogliere fino in fondo ciò che l’altro dice
EFFETTI DEL CATTIVO ASCOLTO SU CHI ASCOLTA SU CHI PARLA Sentirsi incompreso e inascoltato esprimere il proprio pensiero prima di aver capito bene Avere una visione distorta dell’assemblea o della riunione in cui si trova agire sulla base di ciò che si crede di aver capito Rinuncia a prendere la parola ancora di concordare su delle idee mal comprese Sentirsi inadatto e rinuncia alla partecipazione di eseguire male un lavoro per non voler ammettere di non aver capito e così via
L’ASCOLTO ATTIVO E’ UNA DELLE TECNICHE DELL’ASSERTIVITA’ caratteristica del comportamento umano che consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l'interlocutore.
MODALITA’ DELL’ASCOLTO ATTIVO AGIRE PER FACILITARE LA COMUNICZIONE. CHI ASCOLTA DEVE: capire che cosa vuol comunicare l’interlocutore capire a quale scopo lo sta comunicando cercare di individuare e rimuovere eventuali ostacoli al libero fluire della comunicazione evitare di interpretare soggettivamente i messaggi dell’interlocutore far capire che ha capito
TECNICA DELL’ASCOLTO ATTIVO NON SI ASCOLTANO SOLO I CONTENUTI ESPRESSI DALLE PAROLE, ANCHE VARI E DIVERSI SEGNALI: non guarda mai negli occhi chi parla sembra non poter stare fermo IL NON ASCOLTO. Chi non ascolta, di solito, ha sempre troppo da fare non mostra interesse viene costantemente interrotto (telefonate, visite), fraintende a proprio vantaggio non è abbastanza umile fa troppe domande interrompendo chi parla
ASCOLTA!!!!!!!!...Si fa così: MANIFESTAZIONI DELL’INTERESSE Ciò che sto dicendo, ti interessa? Lo vedo dai tuoi comportamenti: contatto visivo (guardami!); linguaggio del corpo (non dare segni di impazienza o di disagio); non interrompere, non distrarti RICHIESTE MIRATE Si può interloquire, come no? Ma per facilitare la comunicazione: invito a iniziare la conversazione; incoraggiamenti a continuare il discorso; richiesta di informazioni (meglio se brevi); stimoli ad approfondire certi passaggi per capire meglio ciò che viene detto;
HO ASCOLTATO BENE? SONO STATO ATTIVO? SI, SE HAI CREATO EMPATIA fiducia attraverso l’attenzione ai contenuti e la comprensione degli stati d’animo (le passioni); reattivo: chi ascolta deve inviare continuamente feedback volti a ottenere più informazioni; selettivo: ottimizzare il processo della comunicazione individuando gli argomenti rilevanti stimolando l’interlocutore a concentrarsi su questi. RICHIESTE MIRATE Si può interloquire, come no? Ma per facilitare la comunicazione: invito a iniziare la conversazione; incoraggiamenti a continuare il discorso; richiesta di informazioni (meglio se brevi); stimoli ad approfondire certi passaggi per capire meglio ciò che viene detto;
DOVE ERI? NON TI HO VISTO! DAVANTI A TE, NON POTEVI VEDERMI ABBATTERE I MURI! Sistemare la sala riunioni in modo che tutti si vedano negli occhi; Eliminare il tavolo della presidenza!