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D.Lgs. 81/2008. Dr. Nicola Briga – Medico del Lavoro Dirigente Medico SPSAL – ASL Pescara NAPOLI, 9 febbraio 2009. LA PREVENZIONE. Il Datore di lavoro deve effettuare la VALUTAZIONE DEI RISCHI presenti nella propria attività lavorativa. Si devono valutare TUTTI I RISCHI ,
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D.Lgs. 81/2008 Dr. Nicola Briga – Medico del Lavoro Dirigente Medico SPSAL – ASL Pescara NAPOLI, 9 febbraio 2009
LA PREVENZIONE
Il Datore di lavoro deve effettuare la VALUTAZIONE DEI RISCHI presenti nella propria attività lavorativa
Si devono valutare TUTTI I RISCHI, nessuno escluso Quindi : rischi fisici, rischi chimici, rischi biologici, rischi di infortunio, rischi legati alle modalità di lavoro (MMC, movimenti ripetitivi…) e all’organizzazione del lavoro (turni, posture, stress …) detti anche RISCHI PSICO-SOCIALI
COSA SI DEVE VALUTARE? Le 4 categorie potenzialmente rischiose : • ambiente e attrezzature di lavoro 2) progettazione dei compiti
COSA SI DEVE VALUTARE? 3) Carico di lavoro e ritmo di lavoro (eccesso o difetto, impossibilità di controllo, mancanza di tempo) 4) Orario di lavoro (turni, notturno, protratto, non prevedibile)
QUANDO VALUTARE ? • Valutazione di base Va fatta all’inizio di ogni attività lavorativa (quindi deve essere già stata effettuata in tutte le situazioni lavorative in essere) • Aggiornamento della valutazione • A) ogni volta che si verifica un cambiamento nel lavoro che incida sul rischio • B) ogni volta che il progresso delle conoscenze scientifiche , delle normative o delle tecnologie impongano un adeguamento dei livelli preventivi • C) a seguito di infortuni significativi o quado i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità
INDIVIDUATI I RISCHI… METTERE IN ATTO TUTTI GLI INTERVENTI POSSIBILI AL FINE DI ELIMINARE (RIDURRE IL PIU’ POSSIBILE) TALI RISCHI
PROVVEDIMENTI CONSEGUENTI ALLA VALUTAZIONE 1) Interventi tecnici su macchine, attrezzature, impianti, locali. 2) Interventi organizzativi sulle modalità di lavoro (incluse procedure di sicurezza). 3) Interventi di controllo e monitoraggio sui comportamenti e sul mantenimento dei livelli di sicurezza. 4) Uso dei DPI adeguati. 5) Informazione, formazione e addestramento di lavoratori. 6) Sorveglianza sanitaria.
SE NON SI RIESCE AD ELIMINARE I RISCHI COMPLETAMENTE… USO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE: • COLLETTIVI • INDIVIDUALI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE COLLETTIVA: ATTI A TUTELARE CONTEMPORANEAMENTE TUTTI I LAVORATORI
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE: ATTI A TUTELARE IL SINGOLO LAVORATORE
La mancata valutazione dei rischi occupa il primo posto nell’elenco delle violazioni alla normativa di legge che comportano la sanzione più pesante e temuta, cioè la sospensione dell’attività imprenditoriale
LA VALUTAZIONE SI EFFETTUA CON: • INDIVIDUAZIONE DELLE CAUSE DI RISCHIO • VALUTAZIONE E QUANTIFICAZIONE DELLE • CAUSE DI RISCHIO • STUDIO E ADOZIONE DI MISURE IDONEE PER RIDURRE O ELIMINARE I RISCHI
DEFINIZIONE DI RISCHIO Probabilità – possibilitàche si produca una alterazione dello stato di salute, in seguito all’esposizionead un determinato agente nocivo.
CLASSIFICAZIONE DEI RISCHI • RISCHI PER LA SICUREZZA (infortuni) • RISCHI PER LA SALUTE (malattie professionali )
ELEMENTI CARATTERIZZANTI UN INFORTUNIO SUL LAVORO: 1. OCCASIONE DI LAVORO 2. DANNO PSICO-FISICO (TEMPORANEO O PERMANENTE) 3. CAUSA VIOLENTA
ELEMENTI CARATTERIZZANTI • UNA MALATTIA PROFESSIONALE: • OCCASIONE DI LAVORO • DANNO PSICO-FISICO PERMANENTE • CAUSA PROLUNGATA NEL TEMPO
CAUSE DETERMINANTI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI • mancanza di formazione ed informazione • sottovalutazione del rischio da parte del lavoratore • condizioni stressanti per il lavoratore
CAUSE DETERMINANTI INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI • mancanza o erroneo uso di dispositivi di protezione • impiego di attrezzi inadeguati o non appropriati al lavoro • ciclo di lavoro irrazionale o condizioni ambientali non idonee
RISCHI PER LA SICUREZZA • AREE DI TRANSITO – SPAZI DI LAVORO – SCALE • MACCHINE – ATTREZZI MANUALI • MANIPOLAZIONE – MOVIMENTAZIONE ED IMMAGAZZINAMENTO DI OGGETTI • IMPIANTI ELETTRICI
RISCHI PER LA SICUREZZA • APPARECCHI A PRESSIONE • RETI E APPARECCHI DISTRIBUZIONE GAS • APPARECCHI DI SOLLEVAMENTO • MEZZI DI TRASPORTO • PRESENZA DI ESPLOSIVI ED INFIAMMABILI • SOSTANZE CHIMICHE
RISCHI PER LA SALUTE PRESENTI IN AMBITO LAVORATIVO • AGENTI FISICI • AGENTI CHIMICI • AGENTI BIOLOGICI • ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
FATTORI DI RISCHIO DI TIPO FISICO • RUMORE • VIBRAZIONI • CONDIZIONI CLIMATICHE E MICROCLIMA • VIDEOTERMINALI • ILLUMINAZIONE • LASER • RADIAZIONI IONIZZANTI • RADIAZIONI NON IONIZZANTI
RUMORE • FATICA UDITIVA • SORDITA’ • EFFETTI EXTRAUDITIVI
VIBRAZIONI • OSTEOARTROPATIE • ANGIONEUROSI • SORDITA’
FATTORI CLIMATICI E AGENTI ATMOSFERICI
MICRO e MACROCLIMA • Disagio • Collasso cardiocircolatorio • Colpo di sole e colpo di calore • Congelamento e assideramento
UOMO - VIDEOTERMINALE POSTO DI LAVORO AL V.D.T. INSIEME CHE COMPRENDE LE ATTREZZATURE VDT, SEDIA, PIANO DI LAVORO, AMBIENTE DI LAVORO CIRCOSTANTE
SCHERMO Buona definizione Grandezza sufficiente Distanza media visiva 60-80 cm. Immagine stabile Orientabile ed inclinabile No riflessi e riverberi • TASTIERA Inclinabile 10-15 gradi Superficie opaca Spazio sufficiente Simboli leggibili e a contrasto
PIANO DI LAVORO Superficie poco riflettente Dimensioni sufficienti Supporto per documenti stabile e regolabile • SEDILE DI LAVORO Stabile Altezza regolabile (distanza ginocchio-pavimento) Schienale regolabile Basamento a 5 razze Poggiapiedi
RISCHIO VDT • RISCHI PER LA VISTA • PROBLEMI LEGATI A POSTURA ED AFFATICAMENTO FISICO-MENTALE • CONDIZIONI ERGONOMICHE E DI IGIENE AMBIENTALE
2. FATTORI DI RISCHIO DI TIPO CHIMICO • SOLIDI POLVERI FIBRE • LIQUIDI • AERODISPERSI FUMI GAS VAPORI
FATTORI CHIMICI • VIE DI PENETRAZIONE: • INALAZIONE • CONTATTO CUTANEO • INGESTIONE
APPARATO RESPIRATORIO • BRONCOPNEUMOPATIE • TUMORI POLMONARI • PATOLOGIE D’ORGANO “BERSAGLIO” • ALTRI TUMORI
ALLERGENI RESPIRATORI • ASMA BRONCHIALE • ALVEOLITE ALLERGICA
ALLERGENI CUTANEI DERMATITI DA CONTATTO IRRITATIVE ALLERGICHE (DIC) (DAC)
3. FATTORI DI RISCHIO BIOLOGICO • VIRUS • BATTERI • MICOFITI ZOONOSI
4. FATTORI LEGATI ALL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO • MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI • FATICA FISICA E MENTALE • MONOTOMIA • RITMI • RIPETITIVITA’ • TURNAZIONI
MOVIMENTAZIONE MANUALE DI CARICHI • Attività che comportano la M.M.C. con i rischi, tra l’altro, di lesioni dorso-lombari. • Operazioni di trasporto o di sostegno di un carico comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare. • Lesioni dorso-lombari a carico delle strutture osteo-tendinee e nervo-vascolari.
MOVIMENTAZIONE MANUALE CARICHI • PATOLOGIE DEL RACHIDE VERTEBRALE