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I disturbi specifici di apprendimento. Che cosa sono Strategie e strumenti Normativa Esame di Stato. I disturbi specifici di apprendimento (DSA). Dislessia Disgrafia Disortografia Discalculia Disprassia Disnomia.
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I disturbi specifici di apprendimento Che cosa sono Strategie e strumenti Normativa Esame di Stato
I disturbi specifici di apprendimento (DSA) • Dislessia • Disgrafia • Disortografia • Discalculia • Disprassia • Disnomia
Dislessia: il disturbo riguarda principalmente l’automatizzazione del processo di decodifica del testo scritto . • Disgrafia: la scrittura è difficile come segno, contorta, non c’è percezione del segno grande e del segno piccolo. • Disortografia: ci sono difficoltà nel comporre in modo regolare la parola, frequenti errori ortografici o ci sono delle improprie congiunzioni o separazioni di parole. • Discalculia: corrisponde a specifiche difficoltà di processamento numerico (incapacità di apprendere le tabelline o di automatizzare i calcoli)
Disnomia: incapacità ad usare di ricordare i nomi in modo pertinente, trovando velocemente la parola che corrisponde al pensiero. • Disprassia: difficoltà a mettere in sequenza dati, (mesi, anni, giorni), a ricordare la giusta sequenza di azioni da fare (es. allacciarsi le scarpe, organizzare i loro gesti per un’azione “mirata”)
Cosa significa DSA? • Sono disturbi genetici e congeniti, causati da una variazione del funzionamento dei neuroni delle aree cerebrali deputate alla scrittura, alla lettura e/o al calcolo. • Per queste ragioni non sono guaribili, anche se una diagnosi precoce e la riabilitazione logopedica possono aiutare a compensare, cioè a ridurre le conseguenze funzionali del disturbo. • Si tratta di disturbi “specifici”: ogni disturbo interessa uno specifico dominio di abilità (lettura, scrittura, calcolo) lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. • Si presentano come un fenomeno “a macchia di leopardo”, cioè non c’è mai un caso uguale all’altro, sia per l’intensità, sia perché un ragazzo può presentare più disturbi contemporaneamente (comorbilità) • Comportano una serie di difficoltà trasversali che costituiscono i sintomi secondari dei DSA (nella memoria, nella motricità, nella percezione, nel linguaggio).
Cosa succede ad un alunno dislessico quando legge? • Non si attiva o si attiva in ritardo l’emisfero sinistro del cervello, sede delle funzioni di letto-scrittura, a favore dell’emisfero destro, sede di facoltà più “analogiche” e di processi che privilegiano l’immagine • Il campo visivo esercita un effetto distraente (i dislessici vedono le righe spostarsi, sembra loro che le parole saltino fuori dalla pagina) • Fatica a sincronizzare i processi (di fronte a una domanda ha sempre bisogno di maggior tempo) • Ha difficoltà a riconoscere la corrispondenza grafema-fonema (lettura fonologica) e, soprattutto, ad individuare a vista una parola intera già nota e ad attivare i significati giusti. -
Le strategie di lettura Socdno una riccreadlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrnedlelelertete all’iternnodiunapraloa non ha imprtzaoana a ptato che la pimra e l’ulimtasainonlleagusitapsoizoine. Anchce se le ltteeresnoomsese a csao una peonrsa può leggere l’inetrafasresnezapobiremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstorocelverlo non lgegeongisigonlaleterta ma tiene incosinaderzione la prolaa ne suo inesime. Icnrebidilehe?
Dati sulla dislessia • Riguarda il 4-5% della popolazione scolastica • Nei casi lievi ben recuperati con precoci interventi può risolversi completamente nel 20% dei casi • In età adulta: 45% lettura più fluente e corretta (dislessia compensata), 35% lettura disturbata (dislessia persistente) • La dislessia è quasi sempre associata a uno o più DSA: - 60% dei casi con la disortografia - 43% dei casi con la disgrafia - 44% dei casi con la discalculia
Discalculia • Interviene sugli elementi basali dell’abilità numerica: il riconoscimento immediato di piccole quantità, i meccanismi di quantificazione, la seriazione, la comparazione, le strategie di composizione e scomposizione di quantità, le strategie di calcolo a mente. • rende difficoltose le procedure esecutive per lo più implicate nel calcolo scritto: la lettura e scrittura dei numeri, l’incolonnamento, il recupero dei fatti numerici e gli algoritmi del calcolo scritto vero e proprio.
La disgrafia • Riguarda il 20% della popolazione scolastica (non sempre DSA) • La disgrafia è una difficoltà di scrittura che coinvolge la riproduzione dei segni alfabetici e numerici.
Cosa succede all’alunno disgrafico quando scrive? • La sua mano scorre con fatica sul foglio e l’impugnatura della penna è spesso scorretta • non rispetta i margini del foglio, lascia spazi irregolari tra i grafemi e tra le parole, non segue la linea di scrittura e procede in “salita” o in “discesa” rispetto al rigo • La pressione della mano sul foglio non è adeguatamente regolata; talvolta è troppo forte e il segno lascia un'impronta marcata anche nelle pagine seguenti del quaderno, talvolta è troppo debole e svolazzante.
Sono frequenti le inversioni nella direzione del gesto che si evidenziano sia nell’esecuzione dei singoli grafemi che nella scrittura autonoma, che a volte procede da destra verso sinistra • presenta difficoltà notevoli anche nella copia e nella produzione autonoma di figure geometriche ( tende a “stondare” gli angoli e a non chiudere le forme) • il livello di sviluppo del disegno è spesso inadeguato all’età; la riproduzione di oggetti o la copia di immagini è molto globale e i particolari risultano poco presenti
La copia di parole e di frasi è scorretta; sono presenti inversioni nell'attività grafo-motoria ed errori dovuti a scarsa coordinazione oculo-manuale. • Le dimensioni delle lettere non sono rispettate, la forma è irregolare • Anche il ritmo di scrittura risulta alterato; il bambino scrive con velocità eccessiva o con estrema lentezza, ma la sua mano esegue movimenti a “scatti”, senza armonia del gesto e con frequenti interruzioni.
Disortografia • La disortografia è la difficoltà a tradurre correttamente i suoni che compongono le parole in simboli grafici • Riguarda il 2-8% della popolazione scolastica
Cosa succede ad un alunno disortografico? • Commette errori fonologici: i grafemi (segni) che utilizza non corrispondono ai fonemi (suoni) Esempi - "bala" - la "p" è stata sostituita dalla "b" (scambio di grafemi) - "pla" - manca una "a" (omissione di lettere) - "palala" - è stata aggiunta la sillaba "la" (aggiunta di sillabe) - "lapa" - sono state invertite le sillabe (errore di inversione)
Fa altri errori (non fonologici): Esempi: • "lago" al posto di "l'ago" (errore di omofona non omografa, suono uguale ma si scrive diversamente); • "in fatti" al posto di "infatti" (errore di separazione); • "avolte" al posto di "a volte" (errore di fusione) • "qucina" al posto di "cucina" (errore di grafema omofono) • "ha casa mia" al posto di "a casa mia" (errori con l'h) • "cavalo" al posto di "cavallo" - errore di doppie • "in fatti" al posto di "infatti" (errore di separazione); • "apri" al posto di "aprì" - errore di accentazione
La diagnosi • E’ importante intervenire precocemente sui segnali premonitori fin dalla scuola dell’infanzia (difficoltà di linguaggio e della programmazione motoria) • E’ possibile formulare una diagnosi alla fine della seconda classe della scuola primaria • La struttura che rilascia la certificazione può essere sia pubblica che privata • Introduzione di un modello unificato • La diagnosi suggerisce strumenti e misure, ma è il docente a scegliere in rapporto al ragazzo • DSA e DSH
Cosa può fare l’insegnante? • Accoglienza • Programmazione didattica personalizzata • Valutazione
Accoglienza ed integrazione • Stabilire una buona relazione con l’alunno facendogli capire che si è interessati alle sue difficoltà • Stimolare l’alunno a partecipare alle decisioni che riguardano il suo percorso didattico • Creare occasioni nelle quali si parli della dislessia e creare l’occasione nella quale gli alunni con DSA riescano a dichiararsi alla classe • Incontrare i genitori degli allievi con DSA
Didattica personalizzata (Pdp) • Il piano didattico personalizzato (PdP) è uno strumento con il quale i docenti del CdC scelgono: - la programmazione individualizzata - i criteri di valutazione - gli strumenti compensativi - le misure dispensative
Suggerimenti per la didattica • Rendere sempre consapevole l’alunno dei suoi progressi, facendogli notare che è in grado di applicare conoscenze che non possedeva prima • Variare le attività (affaticamento) • Favorire l’apprendimento attraverso il canale visivo con diagrammi, mappe mentali e concettuali (le mappe vanno preparate dal docente o da chi lo segue a casa nel caso di dislessia) • Prima di spiegare anticipare il significato di parole “chiave” • Non dettare appunti ma fornire fotocopie o file • Dare più tempo per l’esecuzione del compito • In caso di lettura in classe, far lavorare in coppia gli alunni e il compagno leggerà per il dislessico • Se possibile fornire registrazioni per riascoltare le lezioni • Ridurre i compiti assegnati a casa • Evitare di farlo copiare dalla lavagna
Fotocopie • Usare un’ interlinea 1,5-2, il carattere Arial o Comic • Scrivere in stampato maiuscolo o minuscolo (da concordare con l’alunno) • Evitare sottolineature, grassetto, il testo giustificato • Non utilizzare testi con più di 100/150 parole • Usare frasi brevi • Alleggerire sempre la parte testuale a favore di schemi e immagini
Valutazione • Le verifiche devono prevedere tempi di svolgimento più lunghi oppure una riduzione delle richieste o un adattamento delle modalità • Occorre privilegiare il più possibile verifiche orali a contenuto limitato • Segnare gli errori ortografici ma non valutarli • Consentire lo svolgimento delle prove di produzione scritta a computer (Word con correttore ortografico) • Programmare le verifiche orali • Usare la calcolatrice e i formulari, leggere all’alunno lentamente il testo del problema e/o fornirgli i dati • Se disnomico, consentire all’alunno di consultare una mappa durante l’interrogazione
Esame di Stato • Si applicano le misure dispensative e gli strumenti compensativi indicati dal CdC nel PdP • Gli alunni devono sostenere tutte le prove scritte • I candidati possono usufruire di dispositivi per l’ascolto dei testi delle prove scritte o dell’ausilio di un insegnante che legga a voce alta per loro
Cosa fa il referente DSA? • Le funzioni del “referente” sono, in sintesi, riferibili all’ambito della sensibilizzazione ed approfondimento delle tematiche, nonché del supporto ai colleghi direttamente coinvolti nell’applicazione didattica delle proposte.
fornisce informazioni circa le disposizioni normative vigenti; • fornisce indicazioni di base su strumenti compensativi e misure dispensative al fine di realizzare un intervento didattico il più possibile adeguato e personalizzato; • collabora, ove richiesto, alla elaborazione di strategie volte al superamento dei problemi nella classe con alunni con DSA; • offre supporto ai colleghi riguardo a specifici materiali didattici e di valutazione; • cura la dotazione bibliografica e di sussidi all’interno dell’Istituto; • diffonde e pubblicizza le iniziative di formazione specifica o di aggiornamento; • fornisce informazioni riguardo alle Associazioni/Enti/Istituzioni/Università ai quali poter fare riferimento per le tematiche in oggetto; • fornisce informazioni riguardo a siti o piattaforme on line per la condivisione di buone pratiche in tema di DSA; • funge da mediatore tra colleghi, famiglie, studenti (se maggiorenni), operatori dei servizi sanitari, EE.LL. ed agenzie formative accreditate nel territorio • informa eventuali supplenti in servizio nelle classi con alunni con DSA