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Chioggia, 22 maggio 2009 La tutela delle acque fluviali, lagunari e marine. Il Servizio Idrico Integrato: interventi per la prevenzione ed il disinquinamento. Ing. Fabio Strazzabosco Direzione Tutela Ambiente Servizio Sistema Idrico Integrato. Pianificazione e Inquadramento normativo.
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Chioggia, 22 maggio 2009 La tutela delle acque fluviali, lagunari e marine Il Servizio Idrico Integrato: interventi per la prevenzione ed il disinquinamento Ing. Fabio Strazzabosco Direzione Tutela Ambiente Servizio Sistema Idrico Integrato
Pianificazione e Inquadramento normativo • Decreto Legislativo 152/2006 • Legge Regionale 27.03.1998, n. 5 e s.m. e i. • Legge Regionale 16.04.1985, n. 33 e s.m. e i. • Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto • Piano Regionale Risanamento Acque • Piano di Tutela delle acque (adottato con DGR 4453 del 29/12/2004) • Piano Direttore 2000 per la salvaguardia della Laguna di Venezia e del suo bacino scolante • Accordo integrativo per il disinquinamento del bacino del Fratta Gorzone • Piani d’Ambito delle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale del Servizio Idrico Integrato
Autorità d’AmbitoTerritoriale Ottimaledefinite dalla L.R. 5/1998 • Il territorio della Regione Veneto è suddiviso nei seguenti Ambiti Territoriali Ottimali: • Alto Veneto • Veneto Orientale • Laguna di Venezia • Polesine • Bacchiglione • Brenta • Valle del Chiampo • Veronese • Interregionale Lemene
Pianificazione regionale sovra Ambito Il Piano Regionale di Risanamento Acque Approvato con provvedimento del Consiglio Regionale del 01.09.1989, n. 962. Obbiettivi: redatto ai sensi della Legge n. 319/1976 (legge Merli) e della Legge n. 650/1979. Disciplina gli scarichi delle fognature urbane su tutto il territorio regionale. Individua le aree più vulnerabili e fissa diversificati gradi di protezione del territorio, con riguardo all’uso dei corpi idrici e alla salvaguardia delle falde acquifere sotterranee. Prevede i vari schemi fognari per gli impianti di potenzialità superiore ai 5000 a.e. fissando 35 ambiti per la gestione di fognatura e depurazione Il Piano di Tutela delle Acque Adottato con DGR 4453/2004 costituisce uno specifico piano di settore e deve essere redatto ai sensi dell’art. 121 del D.lgs. 152/06 e approvato dalle Regioni entro il 31.12.2008. Obbiettivi: Il Piano di tutela contiene, oltre agli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale, le misure necessarie alla tutela qualitativa e quantitativa del sistema idrico. Contiene in particolare: i risultati dell’attività conoscitiva; l’individuazione degli obiettivi di qualità ambientale e per specifica destinazione; l’elenco dei corpi idrici a specifica destinazione e delle aree richiedenti specifiche misure di prevenzione dell’inquinamento e risanamento; le misure di tutela qualitative e quantitative tra loro integrate e coordinate per bacino idrografico; l’indicazione della cadenza temporale degli interventi e delle relative priorità; il programma di verifica dell’efficacia degli interventi previsti; gli interventi di bonifica dei corpi idrici; l’analisi economica e le misure previste al fine di dare attuazione alle disposizioni di cui all’art. 119 del D.Lgs 152/06 concernenti il recupero dei costi dei servizi idrici; le risorse finanziarie previste a legislazione vigente.
Lo stato della riorganizzazione del Servizio Idrico Integrato nella Regione Veneto
Lo stato della riorganizzazione del Servizio Idrico Integrato nella Regione Veneto Stato attuale PRIMA DELLA della RIFORMA L.R. 5/98 DEI SERVIZI IDRICI 580 COMUNI 8 ATO REGIONALI 1 ATO INTERR. 281 281 gestioni in gestioni in econom econom . . 47 47 aziende aziende 18 GESTORI 328 328 GESTIONI GESTIONI
Aspetti vincolanti nell’utilizzo della risorsa idrica a fini potabili • Elenco delle risorse idriche salvaguardate per uso idropotabile (Modello Strutturale) • Tutela quantitativa delle acque sotterranee (recenti indirizzi del Piano di Tutela regionale adottato) • Vincoli legati alla vulnerabilità della risorsa e a fonti soggette a fenomeni di inquinamento (puntuale o diffuso della falda, acque superficiali) • La gestione degli usi della risorsa idrica potenzialmente “conflittuali” : • Idropotabile (prioritario) • Agricolo • Industriale • Idroelettrico (trattenute a monte nei bacini d’invaso) • Salvaguardia ambientale (vincoli legati all’entità dei prelievi da falda o da acque superficiale)
Orientamento della pianificazione regionale nel settore fognario - depurativo • Ampliare ed adeguare gli schemi fognario - depurativi per il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale e per il raggiungimento degli obiettivi per corpi idrici a specifica destinazione secondo le scadenze previste dalle Direttive Comunitarie. • Favorire il collegamento tra reti fognarie contermini al fine di convogliare i reflui verso impianti di depurazione di media-grande taglia che assicurino un trattamento più spinto ed economie gestionali di scala. • Incentivare il riutilizzo delle acque reflue depurate. • Sostenere il ricorso ad Accordi di Programma (quale ad esempio quello per il bacino del Fratta - Gorzone) tra gli Enti locali e le Associazioni di categoria per la soluzione di particolari problematiche ambientali dovute a precise pressioni antropiche sui corpi idrici. • Garantire la protezione dall’inquinamento delle aree regionali più sensibili (quali la fascia della ricarica, la Laguna di Venezia ed il suo bacino,…..). • Assicurare il trattamento del “diffuso urbano “ (acque di prima pioggia, acque di dilavamento, …).
Problematiche di interesse regionale per il settore fognario - depurativo • La disciplina normativa degli scarichi e della tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei (il Piano di Tutela) • In disinquinamento del Bacino del Fratta - Gorzone • La salvaguardia della Laguna di Venezia e il Progetto Integrato Fusina
Bacini serviti dai depuratori afferenti al collettore consortile
Il disinquinamento del Bacino del Fratta – Gorzone La scelta della Regione del Veneto: Convogliare gli scarichi dei depuratori in un unico collettore e trasferire i reflui depurati a valle della fascia di ricarica della falda acquifera. Il progetto del “TUBONE” • il progetto generale è stato predisposto nel 1985 e prevedeva la realizzazione in due fasi successive individuate nei tronchi Trissino-Lonigo e Lonigo-Cologna Veneta; • entrambi gli stralci sono stati realizzati; • primo stralcio finanziato con fondi F.I.O. 1985; • secondo stralcio finanziato con fondi CIPE. Motivazioni alla base della scelta • Necessità di proteggere la fascia di ricarica delle falde acquifere di Almisano. • Razionalizzare e minimizzare l’impatto dei cinque depuratori consortili delle valli dell’Agno e Chiampo sull’ambiente idrografico • Assicurare, nel punto di scarico dei reflui depurati, condizioni di miscelazione, ossigenazione e diluizione tali da permettere lo sviluppo di quei fenomeni cosiddetti di “autodepurazione residua” che trasformano i reflui in acque rigenerabili. • Rimediare in tempi brevi alla situazione di degrado che si era andata consolidando nell’area delle valli dell’Agno e Chiampo.
Progetto Integrato Fusina • Linee di adduzione e riuso • Attualmente l’impianto di Fusina riceve, indistintamente, reflui civili ed industriali (Mestre, Marghera e Mira) tramite un collettore • Il progetto prevede di • differenziare la linea civile (tipo A) dai reflui di origine industriale (tipo B) • utilizzare il collettore fognario comunale per il recapito dei soli reflui di tipo “A” • realizzare una nuova rete di collettamento all’impianto per il recapito delle acque industriali di tipo “B1” le le acque meteoriche di tipo “B2” • realizzare una linea separata di adduzione delle acque di drenaggio dei marginamenti industriali tipo “B3” • realizzare una rete di distribuzione delle acque da riutilizzare per usi non potabili, che garantisca l’approvvigionamento idrico per gli impianti di raffreddamento di Porto Marghera e la connessione all’acquedotto CUAI in previsione di un riutilizzo industriale/duale esteso della risorsa idrica disponibile
Progetto Integrato Fusina Classificazione reflui • Attualmentel’impianto di Fusina tratta circa 100.000 mc/d di acque miste • scarichi civilidi Mestre, Marghera e Mira • scarichi industrialidi Porto Marghera • Nel nuovo assetto (potenzialità prevista pari a 150.000 mc/d) confluiranno: • Reflui di tipo “A”reflui civili, acque meteoriche urbane, acque della nuova zona commerciale di Porto Marghera e del Mirese • Reflui di tipo “B1”effluenti industriali dell’area di Porto Marghera • Reflui di tipo “B2”acque di pioggia dall’area industriale di Marghera • Reflui di tipo “B3”acque di falda inquinate drenate a tergo delle conterminazioni lungo le sponde dei canali industriali realizzate dal Magistrato delle Acque di Venezia e dall’Autorità Portuale di Venezia
MP Progetto Integrato Fusina Fiume Sile MoSAV Ca’ Solaro Trattamento e riuso acqueSchema generale Pretrattamento reflui B PORTO MARGHERA RIUSO PIF Postrattamento reflui A Pretrattamento reflui A Trattamento reflui A Postrattamento reflui B Finissaggio Scarico
Sostenibilità nell’uso della risorsa idrica • Orientamento della pianificazione regionale delle risorse idriche verso la sostenibilità: • Estensione e interconnessioni della rete acquedottistica: • Riduzione dei prelievi puntuali e regolamentazione di quelli privati • Riduzione delle perdite in rete • Riduzione dei sollevamenti e delle perdite di carico • Centralizzazione degli impianti di depurazione ed orientamento verso il riutilizzo • Il distretto conciario • Il progetto integrato Fusina
Conclusioni • E’ in corso la riorganizzazione del Servizio Idrico Integrato mediante l’accentramento delle gestioni, secondo l’orientamento della normativa nazionale e comunitaria; • Per il conseguimento di tale realizzazione risulta fondamentale l’orientamento stabilito dalla pianificazione regionale nel settore acquedottistico e fognario depurativo; • In tal senso la Regione Veneto investe una pluralità di risorse per infrastrutture strategiche per lo sviluppo e la tutela ambientale del territorio, in particolare nel disinquinamento del bacino del Fratta – Gorzone e nella tutela della Laguna di Venezia mediante il Progetto Integrato Fusina; • L’orientamento della pianificazione regionale rilevante per il Servizio Idrico Integrato, di cui al Piano di Tutela delle Acque e al Modello Strutturale degli Acquedotti, è orientata all’utilizzo sostenibile della risorsa idrica, mediante regolamentazione e salvaguardia delle fonti di prelievo, con imposizione di opere di mitigazione a tutela delle falde acquifere; tutela dei corpi idrici ricettori delle acque di scarico e orientamento verso il riutilizzo della risorsa idrica.