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Il fenomeno del bullismo

Il fenomeno del bullismo. Le teorie scientifiche. La violenza nasce da una frustrazione (Pavlov, Skinner); per questo è sempre importante coltivare l’autostima;

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Il fenomeno del bullismo

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Presentation Transcript


  1. Il fenomeno del bullismo

  2. Le teorie scientifiche • La violenza nasce da una frustrazione (Pavlov, Skinner); per questo è sempre importante coltivare l’autostima; • L’importanza dei modelli (Bandura); è una teoria comportamentista; se un bambino vede il genitore che picchia un soggetto è indotto a ripetere il gesto soprattutto se il modello è autorevole (es: i modelli di successo in TV); • L’influenza del contesto (Milgram, Zimbardo); esperimento di Zimbardo e del carcere; i fatti in Iraq

  3. Teorie sull’aggressività e la violenza • L’aggressività è insita in ognuno; • Non sempre l’aggressività sfocia nella violenza ma può essere convogliata in maniera positiva (c.d. grinta)

  4. Altre teorie sulla violenza • La pulsione aggressiva; è il paradigma freudiano; si radica sull’impulso di morte; può essere sublimata; • Violenza e narcisismo (Lacan); è sempre un modello freudiano: i narcisisti incalliti non tollerano gli altri (tendenza attuale);la rabbia narcisistica esplode quando si cerca di vendicarsi sugli altri avendone paura, volendoli escludere; bisogna insegnare a sostenere la frustrazione

  5. Altre teorie sulla violenza • La violenza ha a che fare col bisogno di assertività; sin dai primi mesi di vita; si deve insegnare a controllare tali pulsioni, le quali possono essere “raffreddate” dando loro un nome (importanza della parola); • Abusi infantili: generano violenza nei soggetti adulti;identificazione con l’aggressore; • Modello idraulico: è un tratto innato:l’aggressività deve scaricare dopo un accumulo; • Stress e malessere fisico.

  6. Lo sviluppo dell’adolescente • Spesso si attribuisce ai ragazzi una maturità che non possiedono; • Fino a 22 anni la corteccia pre-frontale non è sviluppata; • Anche il cervelletto non si sviluppa prima di quell’età

  7. L’adolescenza: tratti tipici • L’adolescente è alla ricerca della propria identità; • Cerca di costituire una nuova famiglia col proprio gruppo; • Spesso non sa ricevere e chiedere aiuto; • Cerca delle certezze, spesso distorte (branco); • Il trapasso all’adolescenza non è supportato dalla società che dà messaggi distorti; • Spesso si mette alla prova con azioni spericolate; • Spesso non ritrova negli adulti dei modelli; • Spesso è deluso, perde l’autostima, non riesce a coniugare i propri bisogni narcisistici con quelli degli altri

  8. Adolescenza e disagio • Due adolescenti su 10 mostrano una qualche forma di disagio; • Nella metà dei casi si tratta di un disagio superabile; • È necessario cogliere i segnali (in genere i ragazzi sono più chiusi); • Non sempre è utile nelle scuole un centro d’ascolto; • La fase più delicata è quella del passaggio dalle scuole medie alle superiori.

  9. Implicazioni educative • L’adolescente non sa riflettere e prendere decisioni; • È importante che l’adulto gli ponga delle alternative; • L’adolescente culturalizzato riesce a controllare meglio l’impulsività; • Importanza delle regole in famiglia.

  10. Tratti tipici del bullismo • Può avere effetti che durano nel tempo; • Adulti e ragazzi non amano parlarne; • Il rifiuto della scuola può essere dovuto ai compagni; • Per i ragazzi debolezza è sinonimo di inferiorità.

  11. Tratti tipici del bullismo • Anche un ragazzo super-dotato può essere preso di mira(non ha sviluppato una intelligenza emotiva, viene giudicato inferiore); • Bisognerebbe educare alla diversità; • Spesso i ragazzi super-dotati sono oggetto di invidia perché inferiorizzano i coetanei; • Fenomeno della dissonanza cognitiva.

  12. Scuola e bullismo • Il P.O.F. dovrebbe contenere un programma anti-bullismo; • L’insegnante deve insegnare a convivere; • La classe come luogo di vita; • L’essere impopolare genera disistima nel ragazzo che può smettere di studiare.

  13. Scuola e bullismo • L’insegnante deve sempre incentivare le relazioni e le discussioni, nonché conoscere il clima-classe; • L’insegnante deve saper riconoscere le situazioni a rischio bullismo; • Educare all’empatia .

  14. Differenza tra bullismo e altri comportamenti : “lo stuzzicare” • È innocente, spontaneo, scherzoso; • Dura poco; • Avviene tra uguali; • Spiacevole ma sopportabile; • Uno contro uno; • Può essere reciproco.

  15. Tratti tipici del bullismo • Tormentare la vittima; • Ferire deliberatamente, in modo calcolato; • Persistere nelle azioni che diventano ripetitive; • È una lotta ineguale basata sul sentimento di impotenza della vittima e sul potere del bullo; • È una lotta impari di vari contro uno; • Bulli e vittime non si scambiano i ruoli (relazioni fisse)

  16. Conseguenze del bullismo • Se persiste, sofferenze complesse e durature; • Difficile tornare amici come prima; • Isolamento, solitudine, no appartenenza al gruppo; • Il gruppo è dominato da un clima basato sulla minaccia e l’ insicurezza; • Clima di sfiducia, scarsa spontaneità e amicizia

  17. Errori da evitare • Non colpevolizzare (es. il gioco della guerra non è guerra); • Crescere con l’idea di non valere (porta alla depressione o può esserne la conseguenza)

  18. Lo stereotipo del bullo • Il “Franti” di De Amicis; • Il bullo “nascosto”, che diventa tale in un determinato contesto, a causa di un giudizio distorto e condiviso da un gruppo (spesso noi facciamo degli alunni ciò che sono)

  19. Chi è il bullo • Categoria ristretta di ragazzi che incute paura e gode di una popolarità; • Tipico è il “terzetto”; • Mancanza di empatia, insensibilità ai sentimenti degli altri, difficoltà a creare rapporti (incompetenza sul piano sociale); • Forte bisogno di dominare sugli altri, non vedono il punto di vista degli altri; • Sicuri di sé, scarsamente sfiorati da dubbi sul loro valore; • Fisicamente forti; • Spesso non sono stati educati a controllare l’aggressività

  20. Chi è il bullo • Bambini puniti, repressi o sgridati da genitori impulsivi; • Attratti dalla violenza e dalla trasgressione; • Bulli passivi o sobillatori; • Non si prendono la responsabilità delle loro azioni; • Si abituano a trovare gratificazioni dalle loro azioni di devianza (problema dell’intervento diretto e non indiretto sui comportamenti antisociali)

  21. Caratteristiche della vittima • Bambini tranquilli, riservati, sensibili, facili al pianto; • Schivi e timorosi che tendono a non reagire di fronte alle provocazioni, cercano l’appoggio negli adulti; • Più ansiosi e insicuri della media dei coetanei, scarsa stima di sé, spesso isolati; • A volte iper-protetti nell’infanzia o, al contrario, trascurati; • Diversi (ragazzi con disabilità, per esorcizzare la diversità); • Ragazzi predisposti alla depressione

  22. Vittime provocatrici • Bambini irrequieti, ansiosi e aggressivi che creano tensione e si comportano in modo irritante; • Impulsivi; • Più deboli, fisicamente, dei bulli; • In realtà sarebbero dei bulli se fossero più forti e organizzati

  23. Possibili conseguenze per le vittime • Soffrono di un complesso di inferiorità, pensano di non meritare, si aspettano di fallire, si rendono antipatici, si deve stimolarli a interloquire; • Hanno difficoltà ad affermare i loro diritti; invece di difendersi scappano; • Non osano prendere l’iniziativa, evitano le attività di gruppo; • Possono accusare disturbi psico-somatici; • Diventano sospettosi

  24. Possibili conseguenze per i bulli • Possono essere circondati da ammiratori, ma l’opinione degli altri su di loro non è quasi mai positiva; • Se si fissano in questo ruolo e se gli altri attribuiscono loro quel ruolo sarà difficile liberarsene; sono temuti ma non hanno veri amici; • Il comportamento dei bulli è quasi sempre un sintomo di un problema sottostante; • Sono aggressivi, non tollerano le regole

  25. Possibili conseguenze per i bulli • Non provano interesse per ciò che gli adulti propongono loro a scuola; • Mancano di fiducia in se stessi, non sanno avvicinare gli altri in forma non violenta; • Violenza e intimidazione sono i soli modi che conoscono e di cui dispongono per stabilire delle relazioni con gli altri

  26. Importante • Se i ragazzi non imparano a vivere insieme non riescono ad apprendere; • La scuola si ritrova a risolvere questioni complesse perché il contesto familiare è variegato; • Il bullismo spesso nasce per noia

  27. Interventi sul bullismo • contesto di vita, famiglia e scuola; lettura di testi letterari e non riguardanti il bullismo • Role-playing; strategie di discussione (es. “del semaforo”); • Il”circolo di qualità”

  28. Il circolo di qualità • Identificare il problema; • Discutere liberamente (brainstorming); • Proporre soluzioni; • Provare una soluzione considerata praticabile; • Revisione, perfezionamento.

  29. Lo IAFRUS • Io = ognuno parla a titolo personale; si terrà conto di tutti i pareri; • Attivo = ognuno collabora ascoltando attivamente; • Fiducia = si può contare sugli altri; • Rispetto = non ci deve essere il rifiuto dell’altro come interlocutore; • Umorismo: allentare la tensione senza offendere; • Scelta: ognuno decide cosa dire

  30. Qualche trucco per il moderatore • Dite chiaramente che siete il moderatore; • Date l’esempio; • Date importanza a ciò che viene detto; • Stimolate i comportamenti positivi; • Lasciate spazio ai ragazzi; • Lasciate la possibilità a tutti di esprimere compiutamente il proprio pensiero; • Concludere l’incontro con una nota positiva

  31. Come aiutare la vittima • Training dell’assertività; insegnare a resistere, ad affermare i propri diritti, dichiarando le proprie intenzioni; • Far imparare affermazioni assertive; • Resistere ai raggiri e alle minacce; • Come abbandonare una situazione di bullismo; • Accrescere l’autostima; • Ottenere l’appoggio degli astanti; • Rimanere calmi in situazioni stressanti; • Riflettere su eventuali atteggiamenti o comportamenti provocatori

  32. Come aiutare il bullo • Orientare verso forme di gratificazione e soddisfazione diverse; • Insegnare ad esprimere l’aggressività in altri modi controllati (es: arti marziali); • Discutere in classe di ciò che accade, aumentando la consapevolezza; • Far emergere dai ragazzi le regole della convivenza partendo da fatti accaduti; • Riorganizzare le risorse personali; • Sfruttare le parti “buone” di ognuno; • Analizzare filmati sul bullismo; role playing

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