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Sulle orme del passato. Istituto Comprensivo scuola media “Paolo di Tarso” Bacoli. A Cuma… seguendo il volo di una colomba. Un’alba di tanti secoli fa, traboccante di profumi e brillante di colori.
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Sulle orme del passato Istituto Comprensivo scuola media “Paolo di Tarso” Bacoli
A Cuma…seguendo il volo di una colomba Un’alba di tanti secoli fa, traboccante di profumi e brillante di colori. Un gruppo di vele viene avanti, spinte da un leggerissimo vento… quand’ecco nel cielo uno splendore abbagliante. Cento e cento occhi scrutano l’orizzonte: una colomba dalle ali scintillanti è discesa quasi a sfiorare le vele della nave ammiraglia, poi assume la guida della spedizione. Gli indovini di tutte le navi non hanno bisogno di consultarsi per interpretare il volere di Zeus. I signori dell’ Olimpo stavano indicando la rotta verso l’ ignoto. L’apparizione di una collina, dovette apparire un miracolo: quella piramide tronca ricordò agli uomini dell’equipaggio l’Acropoli di Atene. Scesero dalle navi, s’ inginocchiarono e baciarono quella terra che avrebbe fatto di quel luogo una città forte, giusta e portatrice di civiltà. Così nacque Cuma
Cuma nella storia Sulle origini della citta', l'ipotesi piu' verosimile e' che fu fondata intorno all'VIII sec. a.C. dagli abitanti della vicina Pitekusa (Ischia) provenienti dalle citta' euboiche di Calcide ed Eretria. Cuma divenne ben presto una citta fiorente e potente, estendendo i suoi confini sul golfo flegreo e partenopeo. La storia di Cuma, con la sua caduta nelle mani dei Sanniti (421 a.C.), si fonde con quella di Dicearchia Verso la fine della repubblica, quando Puteoli divenne il principale porto di Roma, Cuma perse la sua importanza in breve tempo e fu ricordata solo come luogo tranquillo, solitario e di culto per la presenza dell'antro oracolare della Sibilla. Nel Medio Evo divenne dimora di predoni che furono debellati da una lega campana nel 1207, con la totale distruzione della citta'.
Quello che resta dell’antica Cuma Dell’antica Cuma, della sua organizzazione sociale e territoriale, oggi restano solo alcune parti: quella sacra dell’acropoli; quella pubblica del foro e delle terme,quella molto significativa della necropoli e quella, infine, delle strutture monumentali quali l’ Arco Felice, l’ anfiteatro, la tomba a tholos, la crypta romana, i resti della murazione antica.
Antro della Sibilla Scoperta nel1932, il monumento venne riconosciuto come l’antro oracolare della Sibilla Cumana; studi recenti mettono però in discussione questa interpretazione e individuano nell’ antro un’ opera di ingegneria militare, un camminamento destinato a proteggere il sottostante approdo. Sulla terrazza esterna, infatti,erano posizionate le catapulte e le altre macchine belliche utilizzate per la difesa del porto
Chi è la Sibilla ? Nell’ antichità greca e latina le Sibille erano giovani vergini che svolgevano attività mantica in stato di trance . L’ origine dell’ appellativo è avvolto nel mistero né sappiamo con esattezza quante e quali fossero le Sibille. Una delle più famose era la Cumana, detta anche Amaltea. La Sibilla è una delle figure più intriganti e misteriose della letteratura latina. Ella svolgeva la sua attività oracolare nei pressi di un antro comunemente conosciuto come “ antro della Sibilla”. La sacerdotessa , ispirata dal dio, vaticinava in esametri greci, su foglie di palma
Cripta romana Una galleria che congiungeva la città bassa con la zona portuale dell’Acropoli. Illuminata da una serie di pozzi aperti nella volta, la galleria presenta ad est un imponente vestibolo rettangolare con quattro nicchioni per statue. Il rivestimento è in blocchetti di tufo e la volta, alta 23 metri, crollò nel 553 d. C., ad opera dei bizantini, allora in guerra contro gli Ostrogoti.
CAPITOLIUM Eretto in epoca sannitica, il tempio fu completamente ristrutturato in epoca romana. I giganteschi busti marmorei di Giove, Giunone e Minerva sono oggi al Museo Archeologico di Napoli e sono datati tra la fine del I sec. d. C. e gli inizi del secolo seguente
TEMPIO DEI GIGANTI È collocato di fronte al “Capitolium”. Sulle sue strutture sorge ora una casa colonica. Realizzato tra la fine del I sec. d. C. e gli inizi di quello seguente, l’edificio era probabilmente destinato ad accogliere i membri dell’amministrazione municipale e trae il suo nome dal ritrovamento di un colossale busto di Giove conservato nel Museo Archeologico di Napoli
TEMPIO DI APOLLO Sulla parte bassa dell’Acropoli sorge il Tempio di Apollo Innalzato su una terrazza ampliata dai greci, ingloba nel podio i resti degli edifici sacri di epoca greca e sannita
TEMPIO DI GIOVE Probabilmente consacrato a Demetra fu edificato nel V secolo a. C. nel punto più alto dell’Acropoli. Divenne poi basilica, restando aperto al culto fino al 1207, anno della distruzione della città. Sul podio si elevava un muro in opera reticolata interrotto da tre ingressi aperti sulla gradinata del prospetto
VASCA BATTESIMALE La zona centrale del podio conserva i resti della cella, le cui pareti interne erano divise da semicolonne laterizie che inquadravano alcune nicchie poi chiuse. Sembra che il tempio fosse circondato da portici o pilastri che lo dividevano in cinque navate.
TERME DEL FORO Situate nei pressi del Foro, risalgono agli inizi del II secolo d.c. e disponevano di due ingressi aperti a sud e a est. Gli ambienti riscaldati si allineavano secondo l’abituale successione di “tepidarium”, “sudatio” e “calidarium”.
Arco Felice lL’ArcoFelice, sotto il quale scorreva l’antica viaDomitiana, congiungendosi con la via Appia, era l’arteria di comunicazione più rapida con Roma. Si prolungava anche fino a Pozzuoli e Napoli, mentre un’altra diramazione conduceva a Cuma e a Miseno. La leggenda vuole che chi passando sotto l’arco, baci la propria amata, sarà felice per tutta la vita.