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PRINCIPI CRENOTERAPICI NELLE MALATTIE REUMATICHE

PRINCIPI CRENOTERAPICI NELLE MALATTIE REUMATICHE. CRENOTERAPIA.

Faraday
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PRINCIPI CRENOTERAPICI NELLE MALATTIE REUMATICHE

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Presentation Transcript


  1. PRINCIPI CRENOTERAPICI NELLE MALATTIE REUMATICHE

  2. CRENOTERAPIA DEFINIZIONE:Per Idrologia Medica o Crenoterapia si intende quella branca della terapia medica che studia le applicazioni terapeutiche di acque dotate di peculiari azioni farmacologiche e denominate, per convenzione, acque minerali. Per metodologia crenoterapica si intende le modalità di utilizzo di diversi mezzi di cura ( acque , grotte, peloidi ecc. ).

  3. MECCANISMI D’AZIONE DELLA CRENOTERAPIA • Attraverso lo stimolo termico • attraverso meccanismi osmotici (acque ipotoniche e ipertoniche) in grado di indurre adeguate risposte funzionali • attraverso un stimolazione endocrina diretta o indiretta (ADH, ANF, renina, aldosterone, cortisolo, prostaglandine, ecc.) ed una modulazione delle immunoglobuline (IgA, IgG, IgM, IgA secretorie) • attraverso la presenza di particolari mineralizzatori oppure di peculiari caratteristiche chimiche e/o chimico fisiche (radon, termalità, ecc.) in grado di svolgere azione disinfettante (iodio), antiparassitaria (H2S), vasodilatante (CO2) H2S), sedativa (Br), ecc. • attraverso l’attivazione di scambi tra paziente e mezzo termale (passaggio di gas, sali, sostanze attive, scorie metaboliche, ecc.) • attraverso una interferenza su diversi distretti funzionali (modificazione dei liquidi interstiziali, sudorazione, diuresi, movimenti alvini, attivazione sistemi enzimatici lisosomiali, riserva alcalina, stati di ipo-ipercloridia, stato elettrico cutaneo, ecc.) e, talora, anche per “semplice” lavaggio meccanico (calcolosi urinaria) • attraverso modificazione del metabolismo basale o per diretta influenza dello stimolo caldo (bagni, fanghi, grotte sabbiature, ecc.), o per presenza di specifici mineralizzatori (iodio, arsenico, ecc.).

  4. INDICAZIONI D’USO Durata totale terapia: almeno tre settimane due volte/anno organismo allenato a serie di risposte correttive “Fase termale” conseguente o alternata a “Fase farmacologica” Seguire le fasi per evitare “Crisi termale” e/o peggioramenti malattia.

  5. INDICAZIONI D’USO carattere cronico M.R. Applicazioni consigliate per: farmacologia non priva di effetti collaterali redatta corretta diagnosi Applicazioni utili se: definita fase clinica inquadramento globale paziente primaria ( es. Reum. extraarticolari, Artrosi primaria e secondaria, Artropatie da microcristalli, sindrome tunnel carpale ) M.R. con indicazione: secondaria ( es. Spondiloartriti sieronegative ) dubbia ( Artrite reumatoide ).

  6. PRINCIPI DI AZIONE Fango-balneoterapia Bloccato ogni meccanismo di dispersione del calore da parte del corpo Termoassorbimento Bloccata ogni reazione da parte dell’organismo Reazione vasoattiva L’organismo cerca di disperdere il calore con vasodilatazione e sudorazione Termodispersione Azione su tono neuroendocrino, vascolare, sist. nervoso vago-simpatico, metaboliti, ripartizione d’acqua nel’organismo, ecc.

  7. CRENOTERAPIA NEI REUM. EXTRAARTICOLARI Reumatismi extraarticolari: interessano tendini , legamenti, guaine e borse Affezione più frequente reumatismo fibromialgico (primario e secondario) Forma primaria > donne 25 - 45 aa. elevata dolorabilità (trigger points) rigidità mattutina e contratture muscolari Consigliata balneoterapia + esercizi fisici in acqua Alta temp. mezzo termale ostacola binomio dolore-contrattura Liberazione di sostanze ormonali + endorfine = azione analgesica e miglioramento movimenti Aspetto psicologico = minor stress.

  8. CRENOTERAPIA NELL’OSTEOARTROSI Fanghi Bagni Grotte applicazioni diverse a seconda di: patologia, età, limitazione funzionale Terapie riduzione sintomatologia dolorosa e contratture muscolari + esaltazioni processi biologici tissutali Fangoterapia miglioramento escursione articolare con recupero funzionale Migliori risultati in forme poliarticolari (disordini metabilici > lipidici) e in spondiloartrosi 1) immediata ( effetto analgesico, sedativo e decontratturante ) 2) tardiva ( azione su mediatori chimici che agiscono su danno cartilagineo ) Risposte alla terapia: Cicli di 12 - 15 sedute con ritmo quotidiano e pausa ogni 4 - 5 sedute.

  9. CRENOTERAPIA IN ARTROPATIE DA MICROCRISTALLI Indicate solo nelle fasi croniche delle malattie ( gotta tofacea, artrosi uratica, condrocalcinosi, ecc. ) Indicato il ricorso a: Bagni e fanghi solfurei, salso-iodici, cloruro sodici, radioattivi Antroterapia in grotte secche o umide Può determinare modificazioni al metabolismo purinico Attenzione verso i gottosi con metabolismo in equilibrio precario Diminuisce colesterolemia in pazienti ipercolesterolemici Terapia da associare a cura farmacologica con FANS, inibitori sintesi purinica o farmaci uricurici.

  10. CRENOTERAPIA NELLA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE Compressione del nervo mediano nel passaggio del canale del carpo come forma secondaria causato da malattie reumatiche Livello acuto: parestesie, soprattutto notturne di mano, avambraccio, spalla Livello cronico: disturbi trofici ai motori muscoli mano Effetto antiedemigeno, analgesico, antifibrotico, antiflogistico Consigliata fangoterapia ad impacchi Azione trofica sul nervo mediano Dati pubblicati evidenziano persistenza del trattamento fino a tre mesi trattamento riduzione parestesie, riduzione dolore.

  11. CRENOTERAPIA NELLE SPONDILOARTRITI SIERONEGATIVE Efficacia solo secondaria Spondilite anchilosante: fangoterapia e bagni termali→ azione miorilassante Artrite psoriasica: bagni e fanghi sulfurei Miglioramento lesioni cutanee ed articolari Contrastano la rigidità articolare Indicate piscine termali Permettono lavoro in scarico sulle articolazioni (temp. 37-37,5°) Possibile kinesi articolazioni dolenti Risoluzione spasmi muscolari Azione antalgica.

  12. CRENOTERAPIA NELL’ARTRITE REUMATOIDE Utilizzo discusso ed ancora dibattuto Non esistono ancora molti studi sui reali benefici Crenoterapia come terapia di supporto Risultati sui tests favorevoli a fangobalneoterapia, ma senza evidente riduzione indici flogistici Non riferite riacutizzazioni della malattia ( forse per periodo troppo breve follow up ).

  13. Dr. Giuseppe Caruso Tommaso Solli Fisioterapista

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