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Le determinanti della spesa pubblica per l’istruzione in Italia: 1996-2005

Servizio Studi. Le determinanti della spesa pubblica per l’istruzione in Italia: 1996-2005. Aldo Lamberti – Ministero dell’Economia e delle Finanze. XX Conferenza SIEP – Università di Pavia 25-26 settembre 2008. Premessa.

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Le determinanti della spesa pubblica per l’istruzione in Italia: 1996-2005

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  1. Servizio Studi Le determinanti della spesa pubblica per l’istruzione in Italia: 1996-2005 Aldo Lamberti – Ministero dell’Economia e delle Finanze XX Conferenza SIEP – Università di Pavia 25-26 settembre 2008

  2. Premessa La spesa pubblica per l’istruzione può essere influenzata da numerosi fattori di diversa natura che incidono sia sulla domanda, sia sull’offerta di istruzione: • struttura per età della popolazione; • la crescita del reddito; • decisioni politiche esplicitamente dirette al settore dell’istruzione o, più in generale, volte a contenere il disagio sociale connesso con la disoccupazione.

  3. Spese pubblica per l’istruzione

  4. Caratteristiche del sistema scolastico italiano • rapporto addetti- studenti molto elevato rispetto agli altri paesi OCSE ; • salari degli addetti del settore molto più bassi rispetto a quelli degli altri paesi ; (Cfr. “Rapporto intermedio sulla revisione della spesa”, Commissione Tecnica di Finanza Pubblica ottobre 2007; “Education at glance ”, OCSE settembre 2008).

  5. Periodo 1960-1990 tassi di scolarizzazione rapporto addetti-studenti tassi di natalità anni ’80 difficoltà nella programmazione degli organici dinamica salariale contenuta

  6. Spesa pubblica per l’istruzione: scopo dell’analisi Applicare la metodologia utilizzata in Franco (1993) all’analisi dell’andamento della spesa pubblica per l’istruzione nel periodo 1996-2005 per verificare: • se la stabilità della spesa non sia il risultato netto di dinamiche opposte delle sue diverse componenti; • quali siano state le discontinuità rispetto al periodo analizzato da Franco nelle determinanti della dinamica della spesa pubblica per l’istruzione

  7. I dati Criticità:mancanza di dati e di una loro raccolta sistematica, omogenea e informatizzata. Non è stato possibile effettuare l’analisi per il periodo1991-1995 poiché sono stati riscontrati dei “buchi” in questi anni con riferimento ad alcune variabili oggetto di studio. dati 1996-2005 reperiti da fonti diverse: • numero studenti e personale scuola da MPI ; • popolazione, ULA PA e retribuzioni PA da ISTAT; • spese del comparto scuola da Bilancio consuntivo dello Stato.

  8. La metodologia (I) Seguendo Franco(1993): • SI/PIL = (NSS/ POPtot) * (si/pil) NSS/POPtot = (POPgiov/ POPtot) * (NST/ POPgiov) * (NSS/NST) si= (NIS * wi + NAS * wa + ALT)/ NSS w= wp * c dove c= (w/ wp) demografia economia policy scolarizzazione

  9. La metodologia (II) • SI/PIL = A * (B + C) A= (POPgiov/ POPtot * NST/ POPgiov * NSS/NST) B= {(NIS+NAS)/NSS } * wp/pil * c C= {(ALT/NSS)/pil96} * pil96/pil

  10. La metodologia (III) Data una certa identità x = a*b*c*d ∆x= Ca + Cb + Cc + Cd il contributo di ciascun fattore alla crescita della spesa tra l’anno 1 e l’anno 2 è dato da: Ca= ∆a *bm *cm *dm

  11. Criticità La serie dei dati utilizzata presenta un salto in corrispondenza del 2000. Per questo motivo l’analisi verrà effettuata esaminando due sottoperiodi: il primo relativo agli anni 1996-1999 e il secondo agli anni 2000-2005.

  12. Risultati (I)

  13. Risultati (II) Tra il 1996 e il 1999 la spesa complessiva per l’istruzione presenta una leggera flessione rispetto al PIL passando dal 3% al 2,7% circa. Nel periodo 2000-2005 presenta un andamento altalenante con incrementi di una certa entità in corrispondenza del 2001 e del 2003 per poi tornare nel 2005 agli stessi livelli del 2000.

  14. Risultati (III) demografia vs. scolarizzazione • 1996-1999 l’incidenza della popolazione in età scolare sulla popolazione complessiva è diminuita (dal 24 al 22 per cento) mentre il tasso di scolarizzazione è passato dal 65 al 68 per cento; • 2000-2005 il rapporto tra popolazione in età scolare e popolazione complessiva si è ridotto dal 22 al 20,5 per cento mentre il tasso di scolarizzazione è aumentato di circa 5 punti percentuali (dal 69 al 74 per cento); • la percentuale di studenti delle scuole statali ha subito una leggera flessione nel primo sottoperiodo considerato per poi assestarsi intorno all’ 86% del totale degli studenti nell’intero periodo 1996-2005.

  15. Risultati (IV) Policy Il numero degli addetti del settore è sostanzialmente stabile nei due sottoperiodi considerati. • 1996-1999: rapporto addetti studenti aumenta da 12,3 a 12,7 per cento studenti (aumenta sia il rapporto insegnanti studenti da 10,4 a 10,5 per cento studenti, sia il rapporto altri addetti studenti da 1,9 a 2,2 ogni cento studenti); • 2000-2005 il rapporto addetti studenti diminuisce passando da 14,4 a 14,2 per cento studenti (il rapporto insegnanti studenti aumenta ancora un po’ da 10,8 a 10,9 per cento studenti mentre il rapporto altriaddetti studenti diminuisce da 3,6 a 3,3 per cento studenti).

  16. Risultati (V) Tra il 1996 e il 1999 ci sono una flessione del rapporto tra le retribuzioni medie dell’intero settore pubblico e il PIL pro-capite (da 1,82 a 1,72 per cento ) e un peggioramento della posizione relativa dei dipendenti dell’istruzione rispetto agli altri dipendenti pubblici (il rapporto tra le retribuzioni medie degli addetti dell’istruzione e quelle dell’intero settore pubblico è sceso da 0,90 del 1996 a 0,85 del 1999). Tra il 2000 e il 2005 il rapporto tra le retribuzioni medie dell’intero settore pubblico e il PIL pro-capite è aumentato passando da 1,68 a 1,76 punti percentuali mentre il rapporto tra le retribuzioni medie degli addetti dell’istruzione e quelle dell’intero settore pubblico è ulteriormente diminuito da 0,79 del 2000 a 0,78 del 2005. Le altre spese diverse dalla retribuzioni sono aumentate nel 1996-1999 da 1,6 a 1,8 per cento rispetto al PIL pro-capite reale mentre nel 2000-2005 sono diminuite di 0,2 per cento rispetto al PIL pro-capite reale.

  17. Contributi 1996-99 L’effetto riduttivo dei fattori demografici viene per gran parte compensato dall’effetto accrescitivo della scolarizzazione L’aumento dell’occupazione viene più che compensato dalla diminuzione delle retribuzioni medie sia dell’intero settore pubblico, sia degli addetti del settore istruzione

  18. Contributi 2000-2005 Il contributo negativo alla variazione della spesa dei fattori demografici viene quasi interamente compensato da quello positivo della scolarizzazione Rispetto al sottoperiodo precedente si ha un andamento diverso dell’occupazione e delle retribuzioni: > il numero degli addetti del settore istruzione diminuisce leggermente; > il rapporto tra le retribuzioni medie dell’intero settore pubblico e il pil pro-capite aumenta (anche se diminuisce il rapporto tra le retribuzioni medie del settore istruzione e quelle dell’intero settore pubblico).

  19. 1996-99 vs. 2000-2005 La spesa complessiva per l’istruzione, nel decennio considerato, è diminuita di 0,3 punti percentuali rispetto al PIL. La diminuzione della spesa è avvenuta soprattutto nel periodo 1996-1999 mentre nel periodo 2000-2005 è rimasta pressoché invariata.

  20. 1960-90 vs. 1996-2005 • Confrontando i risultati ottenuti da Franco (1993) con quelli ottenuti nel presente lavoro, si evince che nei due periodi considerati c’è stata una netta inversione di tendenza nell’andamento della spesa per l’istruzione: mentre nel periodo 1960-90 la variazione è stata positiva (+1,64% rispetto al PIL), nel periodo 1996-2005 la variazione della spesa è di segno negativo (-0,31% rispetto al PIL). • Gli indicatori utilizzati mostrano lo stesso segno nei due periodi considerati ad eccezione del tasso di pubblicizzazione dell’istruzione che registra una leggera flessione nel periodo 1996-2005. • I contributi della scolarizzazione e dell’occupazione sono decisamente più elevati nel periodo 1960-90 mentre con riferimento ai salari si può notare l’ulteriore peggioramento nel periodo 1996-2005 della posizione relativa dei dipendenti dell’istruzione rispetto agli altri dipendenti pubblici.

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