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Servizio Musei e Patrimonio culturale. Torino e i suoi musei. Sette percorsi. Torino e i suoi musei. Questa presentazione ripropone le proposte di percorso nei musei torinesi contenute nell’omonimo opuscolo pubblicato dalla Città di Torino nel 2010.
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Servizio Musei e Patrimonio culturale Torino e i suoi musei Sette percorsi
Torino e i suoi musei Questa presentazione ripropone le proposte di percorso nei musei torinesi contenute nell’omonimo opuscolo pubblicato dalla Città di Torino nel 2010. L’opuscolo è esaurito – e, a due anni e mezzo dalla sua pubblicazione, sarebbe comunque da aggiornare – ma le mappe e i testi sono consultabili sul sito della Città all’indirizzo: http://www.comune.torino.it/musei/percorsi/ Daniele Jalla - Città di Torino
Una visione d’assieme Daniele Jalla - Città di Torino
Perché dei percorsi? Il perché della scelta di organizzare l’opuscolo per percorsi è indicato al suo inizio nello slogan: «Guarda dove sei. Scegli dove andare». Parte dal presupposto che, salvo eccezioni, la visita della città non si limiti ai musei, ma li includa piuttosto in percorsi e che le scelte si facciano «cammin facendo» per prossimità fisica più che tematica. Partendo dal centro di Torino il primo percorso si svolge attorno a Piazza Castello. Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso arancionePiazza Castello, il cuore antico della città Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso rossoIntorno a Piazza Carignano il trionfo del barocco e Torino capitale Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso lillaVia Po, la Mole antonelliana e la collina Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso blu Via Garibaldi e dintorni La strada romana, la Torino militare e la Torino solidale Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso azzurroLungo il Po, natura, scienza e tecnologia Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso verdeL’arte contemporaneae la Torino di oggi, memorie e metamorfosi Daniele Jalla - Città di Torino
Percorso grigioIntorno a Torino: residenze reali e dimore nobiliari Daniele Jalla - Città di Torino
Qualche dato A Torino e nella sua area metropolitana vi sono più sessanta luoghi/istituti tra musei, residenze, centri d’interpretazione, collezioni aperte al pubblico, centri espositivi una decina dei quali situati fuori città. Un grande patrimonio che negli ultimi vent’anni è cresciuto e si è rinnovato, ponendo Torino in una posizione di primato sul piano nazionale. Daniele Jalla - Città di Torino
Un sistema composito Da qualunque punto di vista lo si consideri il Sistema museale torinese è estremamente composito. Tipologia, dimensioni, proprietà, epoca di creazione, collocazione fisica lo rendono sicuramente attrattivo per la ricchezza dell’offerta, ma sono anche all’origine della difficoltà a farne un «sistema». Daniele Jalla - Città di Torino
Sessantasei «musei» • 11 residenze e complessi monumentali • 12 musei di storia e società • 9 musei d’arte contemporanea • 7 musei di scienza e tecnica • 7 musei ecclesiastici • 5 musei di scienze • 4 musei d’arte antica • 3 musei di arte e storia (e arte orientale) • 3 centri espositivi • 2 musei di archeologia • 2 musei di antropologia • 1 museo del cinema Daniele Jalla - Città di Torino
Una multiproprietà • 8 musei e residenze statali • 4 musei civici affidati in gestione alla Fondazione Torino Musei • 4 musei gestiti (direttamente o in convenzione) dalla Città di Torino • 1 museo gestito dall’Amministrazione militare • 2 musei «regionali» • 7 musei universitari (di cui 1 «politecnico») • 9 musei ecclesiastici • 30 musei formalmente «privati» Daniele Jalla - Città di Torino
Un sistema in forte crescita Daniele Jalla - Città di Torino
E anche un pubblico crescente Nel 2010 l’Osservatorio Culturale del Piemonte ha registrato (per 50 di essi) 3.396.030di visite: una cifra significativa, tanto più se confrontata con quella del 1990 (relativa però a solo a 23 musei, in buon parte allora chiusi al pubblico) di 639.385 visitatori. In 20 anni il numero dei musei esistenti a Torino e aperti al pubblico è dunque triplicato e le visite più che quintuplicate. Daniele Jalla - Città di Torino
I tre musei più visitati Daniele Jalla - Città di Torino Tre soli musei superano le 500.000 visite anno totalizzando quasi un terzo del pubblico complessivo del SMM. La media è inferiore in quanto nel caso della Reggia di Venaria si riferisce al periodo 1997-2010. La media dall’apertura della Reggia porta a un totale non dissimile da quello del 2010, tenuto conto del grande afflusso di pubblico nei due anni precedenti.
Seguiti da… Daniele Jalla - Città di Torino Nessun museo o residenza si colloca nella fascia dei 400.000-300.000 visitatori e solo tre altri si collocano nella fascia tra 100.000-200.000. significativamente si tratta di tre Residenze Sabaude, di cui una è anche museo.
E, sotto i 100.000 visitatori, da… Daniele Jalla - Città di Torino Nella fascia 75.000-100.000 si collocano, oltre il Museo dell’Automobile (chiuso per lavori nel 2010, tre Musei/Centri espositivi di arte contemporanea. Nel 2010 solo la GAM ha numeri inferiori alla media.
Tra i 20 e i 50.000 visitatori Daniele Jalla - Città di Torino
Nel Settecento Nel Settecento il panorama museale torinese è relativamente modesto per una città capitale : accanto all’Orto Botanico, aperto nel 1729, dal 1739 esisteva il Museo Accademico nel Palazzo dell’Ateneo con le sue collezioni di antichità, fisica, anatomia e di “curiosità”. Il Museo di Storia Naturale mancava ancora di una sede, mentre le Collezioni reali, costituite a partire dal XVI secolo, non avevano al tempo né forma né status museale, pur essendo oggetto di visita e di apprezzamento da parte degli eruditi e dei visitatori della città. Daniele Jalla - Città di Torino
Nel primo Ottocento Nel 1801 il Museo di Storia Naturale trova sede nel Collegio dei Nobili che già ospitava l’Accademia delle Scienze. Il “Palazzo dei Musei” dal 1824 ospita le collezioni egizie acquisite dai Savoia, unite – negli anni immediatamente successivi – a quelle di antichità dell’Università, dando così vita al “Regio Museo di Antichità greco-romane ed egizie” in seguito “Museo egizio e di antichità greco-romane”. Daniele Jalla - Città di Torino
Il sistema Carlo-albertino • Nel 1832 l’apertura della Reale Galleria in Palazzo Madama è il primo passo della creazione del cosiddetto “Sistema Carlo-albertino” di cui nel 1837 entrano a far parte la “Reale Armeria di armi antiche e moderne” in stretto rapporto con il “Medagliere del Re” e della “Biblioteca reale” nello spazio della Galleria del Beaumont di Palazzo Reale, e, nello stesso anno, la “Galleria della Regia Accademia Albertina di Belle Arti”. Daniele Jalla - Città di Torino
Il periodo post-unitario Nel 1864 nel “Palazzo dei Musei” riapre anche la Regia Pinacoteca, trasferita da palazzo Madama che dal 1848 era divenuto sede del Senato Subalpino. Nel 1863 viene fondato il “Museo Civico” di via Gaudenzio Ferrari 1, da cui nel 1895 si stacca la Galleria d’Arte Moderna che trova sede “provvisoria” nella Palazzina dell’Esposizione nazionale di Belle Arti di corso Siccardi, nello spazio attualmente occupato dalla GAM. Daniele Jalla - Città di Torino
Il Museo del Risorgimento Parte delle collezioni civiche danno origine al “Museo nazionale del Risorgimento”, voluto fin dal 1878 come monumento al Re (Vittorio Emanuele II, morto in quell’anno), costituito in Ente morale nel 1902, al tempo sotto l’alta sorveglianza del Municipio, e infine aperto alla Mole Antonelliana nel 1904. Daniele Jalla - Città di Torino
I musei universitari Lo spostamento della Regia Pinacoteca nel Palazzo dei Musei porta al trasferimento, nel 1872, del Museo di Scienze Naturali a Palazzo Carignano (che vi resterà fino al 1936). A fine secolo i Musei universitari di Anatomia e di Antropologia Criminale dalla sede originaria di via Po sono trasferiti nel Palazzo degli Istituti Anatomici, a fianco del Museo d’Igiene e dei Gabinetti di Fisica e Chimica della cosiddetta “Città della Scienza” costruita ai limiti di San Salvario per ospitare le nuove Facoltà scientifiche. Daniele Jalla - Città di Torino
Il Regio Museo Industriale Il panorama museale torinese è anche caratterizzato dalla presenza del “Regio Museo Industriale”, da cui, nel 1906, prenderà origine, fondendosi con la Regia Scuola d’Applicazione per gli Ingegneri, il Politecnico. Dal 1872 ha sede in Via dell’Ospedale, nell’isolato corrispondente all’attuale Piazzale Valdo Fusi. Lo affiancano nell’ultimo quarto del secolo altri musei “didattici” come il Museo Commerciale Arnaudon, di proprietà civica, il Museo Pomologico Burdin, il Museo di Apicoltura e Bachicoltura ecc. e, dal 1874, il Museo Nazionale della Montagna al Monte dei Cappuccini. Daniele Jalla - Città di Torino
Agli inizi del Novecento Daniele Jalla - Città di Torino
Il Palazzo del Re Fa parte dell’elenco anche il Palazzo del Re, visitabile “per i forestieri” tutti i giorni dalle 9 alle 17 e “per i cittadini” nelle stesse ore, ma solo il giovedì e la domenica. Mancano all’appello alcune delle collezioni universitarie che né le guide, né le statistiche includeranno nel novero dei musei nei decenni a venire, cosicché il numero di quelli che oggi includeremmo in un elenco dei “musei” è in realtà leggermente superiore, anche se non supera le 20 unità. Daniele Jalla - Città di Torino
Tra le due guerre Nei decenni successivi il numero dei musei non cresce, ma muta in parte la loro collocazione nel tentativo di dare degna sistemazione alle collezioni: • nel 1935 il Museo Civico d’Arte Antica trova sede in Palazzo Madama, • nel 1936 il Museo del Risorgimento (ospitato dal 1928 nel Palazzo del Giornale del Valentino, quando lascia la Mole per consentirne il consolidamento strutturale) viene riallestito in Palazzo Carignano Daniele Jalla - Città di Torino
Tra le due guerre (2) Per fare posto al Museo del Risorgimento il Museo di storia naturale dell’Università viene trasferito nel frattempo presso l’Ospedale di San Giovanni Vecchio, dove viene aperto anche il Museo universitario di Etnografia e Antropologia. La vita museale tra le due Guerre è comunque molto vivace e alcune importanti mostre – come quella dedicata al Barocco piemontese, ma non solo – segnano positivamente la scena culturale torinese. Daniele Jalla - Città di Torino
Dal 1945 agli anni Sessanta Nel dopoguerra, la distruzione del Padiglione di corso Siccardi porta, ma solo nel 1959, alla riapertura della Galleria d’Arte Moderna, uno dei pochi edifici realizzati nel Novecento per essere museo insieme a quello costruito nel 1961 per ospitare il Museo Nazionale dell’Automobile le cui collezioni, raccolte da Carlo Biscaretti di Ruffia, in precedenza erano state ospitate nello Stadio Comunale, stante la dichiarata indifferenza della FIAT a creare a Torino un museo dell’auto. Daniele Jalla - Città di Torino
1961-1970 Il 1961 sollecita interventi (non sempre indovinati) per aprire al pubblico oltre ai musei, residenze e monumenti. Nel 1970 l’Elenco dei musei e delle Gallerie d’Italia realizzato dall’Istituto Accademico di Roma comprende 15 musei e residenze in Torino: si sono infatti aggiunti, il Museo del Cinema (privato) aperto in Palazzo Chiablese, il Museo Pietro Micca (“civico” a un anno dalla sua apertura) e il Museo Egizio, che si è separato da quello di Antichità, pur restando nella stessa sede. Daniele Jalla - Città di Torino
Verso gli anni Ottanta Nell’Elenco sono anche presenti i Castelli di Agliè, Moncalieri, Santena, Stupinigi, il Museo Martini di Pessione, l’Antiquarium di Collegno. Una ventina di “musei” in tutto, pochi meno di quelli presenti alla fine degli anni Ottanta, anche dopo il quindicennio di straordinario rilancio della vita culturale, iniziato quando, alla metà degli anni Settanta, l’avvento delle giunte di sinistra porta a una rivitalizzazione della vita culturale cittadina. Daniele Jalla - Città di Torino
Musei & mostre (1975-1985) L’ Amministrazione comunale ai musei predilige l’attività espositiva (dalla mostra su “Torino fra le due guerre” del 1978 a quella sulla “Cultura figurativa e architettonica negli Stati Sardi” del1980, senza dimenticare la retrospettiva dedicata a Calder nel 1983, per citare tre pietre miliari nella storia delle esposizioni torinesi di quegli anni) che prende slancio e che ha il suo fulcro nella Mole Antonelliana, trasformata in sede espositiva temporanea, con la sua lunga serie di mostre innovative e di successo. Daniele Jalla - Città di Torino
La Regione e i musei Unica rilevante novità in campo museale è l’apertura nel 1984, su impulso della Regione Piemonte, del Museo d’Arte Contemporanea di Rivoli che acquisisce subito un rilievo nazionale e internazionale, mentre la costituzione, nel 1978, del Museo Regionale di Scienze Naturali, per la valorizzazione delle collezioni scientifiche universitarie, a parte la realizzazione di una mostre temporanee, fatica a decollare e resta tuttora un problema aperto. Daniele Jalla - Città di Torino
Gli anni Ottanta Anche la “riforma” dei Musei civici, avviata fin dalla prima giunta Novelli, procede con molta fatica e lentezza e senza portare a grandi cambiamenti (salvo l’apertura del Museo di Numismatica, Etnografia e Arti Orientali (aperto nel 1988 e chiuso nel 2001). A caratterizzare il decennio sono soprattutto le conseguenze del tragico incendio del Cinema Statuto del 1983 che portano a un progressiva chiusura dei musei per adeguarli alle norme di sicurezza, interpretate e applicate a Torino con particolare rigore. Daniele Jalla - Città di Torino
I Musei civici Gli anni Ottanta sono dunque anni molto difficili per tutti i musei torinesi, tra chiusure per lavori e una sostanziale inerzia la cambiamento (che essi condividono con la maggior parte dei musei italiani) nonostante le mostre mantengano viva la scena culturale cittadina. Per quanto riguarda i Musei civici, nel 1982 chiude la Galleria d’Arte Moderna (riaprirà nel 1993) e nel 1988 il Museo Civico d’Arte Antica a Palazzo Madama (riaperto al pubblico nel 2006). Daniele Jalla - Città di Torino
I progetti FIO A metà anni Ottanta sono gettate le basi per il futuro rilancio del patrimonio culturale grazie agli apporti economici straordinari dei progetti F.I.O. (1982-1988) che avviano gli interventi di restauro e adeguamento funzionale di Palazzo Madama, di Palazzo Reale, del Castello del Valentino, della Villa della Regina, di Venaria Reale (parzialmente), del Castello di Rivoli, della Palazzina di Caccia di Stupinigi, del Castello di Agliè, del Castello di Racconigi, del Castello di Moncalieri per un valore complessivo di 130 miliardi di lire del tempo. Daniele Jalla - Città di Torino
La svolta degli anni Novanta Nei primi anni Novanta ha inizio una fase di rinnovamento dei musei che porta alla creazione dell’Istituzione della Galleria d’Arte Moderna e al suo riallestimento, all’avvio del riallestimento di Palazzo Madama, alla scelta della Mole Antonelliana come nuova sede del Museo del Cinema, all’avvio del progetto di restauro della Reggia di Venaria, alla tormentata scelta di riallestimento del Museo Egizio, alla proposta di trasferimento della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale, al riallestimento della Rocca del Borgo Medievale, all’apertura delle Residenze Sabaude di Racconigi e Moncalieri. Daniele Jalla - Città di Torino
1995-1999 Nascono anche nuovi soggetti, come la Fondazione Sandretto Rebaudengo nel 1995 (inizialmente con sede di Guarene) e la Fondazione Palazzo Bricherasio nel 1997. Sono aperti al pubblico, nel 1997, il Castello di Racconigi e quello di Agliè, la Reggia di Venaria (parzialmente), riapre la Pinacoteca Albertina, nel 1999 il Castello di Moncalieri, Palazzo Cavour e A come Ambiente. Una felice stagione di mostre anima la vita museale e attira sempre nuovo pubblico. Daniele Jalla - Città di Torino
Cresce anche il pubblico Il pubblico accompagna e sostiene il rinnovamento: tra il 1990 e il 2000 si ha un tasso di crescita doppio rispetto a quello nazionale che pure nel frattempo aumenta del 100%. Le risorse disponibili, pubbliche e private, consentono di vivacizzare l’attività dei musei edi promuovere una crescita e fidelizzazione del pubblico, registrabile anche attraverso la crescita del numero degli abbonati: dai 100 del 1996 si passa ai 7.000 del 2000 con un estensione della formula da Torino alla sua provincia alla regione. Daniele Jalla - Città di Torino
2000: riapre la Mole Nel 2000, l’apertura del Museo Nazionale del Cinema alla Mole conclude un decennio in cui i musei torinesi, dalla oggettiva marginalità in cui si erano venuti a trovare nei precedenti vent’anni, sono passati al centro delle politiche culturali, si sono aperti a nuove formule gestionali, hanno migliorato la qualità dei servizi, accresciuto e migliorato i servizi educativi e didattici, avviato e in parte realizzato un rinnovamento delle loro forme espositive e di comunicazione, sviluppato un’attività espositiva temporanea non meno intensa degli anni Settanta e Ottanta. Daniele Jalla - Città di Torino
Verso le Olimpiadi Il terzo millennio in una prospettiva olimpica che assume il valore di un obiettivo di fase per tutti, musei compresi: • 2000: inaugura il Museo di Arti decorative Pietro Accorsi, • 2002: la Casa del Conte Verde a Rivoli, gli Appartamenti Reali di Borgo Castello, la Pinacoteca Agnelli, Palazzo Madama (mostre); • 2004: il Museo diffuso della Resistenza, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, il Museo della Scuola e l’Ecomuseo Urbano; Daniele Jalla - Città di Torino
Verso 1l 150° • 2005: la Palazzina di Caccia di Stupinigi (ma solo per la mostra “I trionfi del Barocco”) ; • 2006: Palazzo Madama; • 2007: la Reggia di Venaria, il Museo di Anatomia Umana e il Museo della Frutta, la Villa della Regina; • 2008: la Fondazione Merz, Infini.to, il MAO e il MIAAO, il PAV, il Museo delle Carceri Nuove; • 2009: il Museo Lombroso, e chiude Palazzo Bricherasio • 2011: apre MuseoTorino e riaprono – completamente rinnovati – il Museo Nazionale del Risorgimento e il Museo Nazionale dell’Automobile. Daniele Jalla - Città di Torino
Lavori in corso Sono ancora in corso, ma destinati a concludersi nel prossimo quinquennio, il riallestimento del Museo Egizio, il trasferimento della Galleria Sabauda nella Manica Nuova di Palazzo Reale, l’apertura dell’ISMEL nella sede di via del Carmine 14, il restauro e riallestimento del Castello Cavour di Santena, il completamento di A come Ambiente e, sperabilmente, anche del Museo Regionale di Scienze Naturali. Daniele Jalla - Città di Torino
Progetti Legati alla possibilità di finanziamento dei lavori, il completamento del restauro del Mastio della Cittadella per ospitare il Museo Nazionale di Artiglieria, il trasferimento nel Palazzo degli Istituti Anatomici del Museo di Etnografia e Antropologia e del Museo della Marionetta alle Serre di Grugliasco, la Palazzina di Caccia di Stupinigi, la creazione del Science Center, la cui proposta risale alla fine degli anni Novanta Daniele Jalla - Città di Torino
Pubblico e innovazione Per quanto riguarda l’affluenza nei musei del Sistema, la crescita è costante fino al 2008, quando raggiunge il suo massimo storico di quasi 3.700.000 visite, per assestarsi, nei due anni successivi a poco più o meno di 3.400.000 visite. Rispetto all’innovazione gestionale Torino si presenta all’avanguardia con la creazione, nel 2002, della Fondazione Torino Musei e, nel 2004, della Fondazione Museo Egizio, in un quadro di rinnovamento di molti degli Statuti dei musei. Daniele Jalla - Città di Torino
E ora? Ora sono sorti altri musei: quello della Juventus, ad es., o quello del Risparmio, entrambi nel 2012. La riduzione delle risorse disponibili mette però a dura prova la vita dei musei. Molti/e che vi lavorano stanno cercando formule alternative di riduzione dei costi. Ma la crisi impone una revisione del modello di sviluppo dei musei che, negli ultimi vent’anni in particolare, ha permesso di raggiungere grandi obiettivi. Daniele Jalla - Città di Torino