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Gruppo G.A.N.D.- Gioco d’Azzardo e Nuove Dipendenze Ser.T. Zona Aretina - Dipartimento delle Dipendenze A-USL 8 Arezzo. PRESA IN CARICO DEL GIOCATORE E DELLA SUA FAMIGLIA E COSTRUZIONE DI UNA RETE INTEGRATA. IL MODELLO DEL DIPARTIMENTO DELLE DIPENDENZE DELLA A-USL 8 DI AREZZO.
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Gruppo G.A.N.D.- Gioco d’Azzardo e Nuove Dipendenze Ser.T. Zona Aretina - Dipartimento delle Dipendenze A-USL 8 Arezzo PRESA IN CARICO DEL GIOCATORE E DELLA SUA FAMIGLIA E COSTRUZIONE DI UNA RETE INTEGRATA.IL MODELLO DEL DIPARTIMENTO DELLE DIPENDENZE DELLA A-USL 8 DI AREZZO. Giornata di Studio “Prevenzione, diagnosi e trattamento delle dipendenze comportamentali” PISA , 10 OTTOBRE 2006 Valentina Cocci Psicologo Psicoterapeuta - Resp. Gruppo G.A.N.D. A-Usl 8 Arezzo
PRESA IN CARICO Il processo di presa in carico dei “nuovi” utenti (giocatori e dipendenti comportamentali) afferenti al Ser.T. richiede: • risposte differenziate negli spazi e nei tempi di accesso rispetto all’utenza tradizionale (lasede) • risposte flessibili in una sperimentazione di interventi e di contesti terapeutici (la clinica) • risposte integrate che vedano una maggior centralità del concetto di “rete di intervento” (la rete territoriale) • risposte di prevenzione che risultino da una maggior conoscenza e comprensione del fenomeno “nuove dipendenze” (la prevenzione e la ricerca) • la riqualificazione degli operatori del Servizio Pubblico (la formazione). V. Cocci, Pisa 10/10/2006
CLINICA E TERRITORIO: LE TAPPE PER LA COSTRUZIONE DI UN SISTEMA DI INTERVENTO INTEGRATO Settembre 2004: Nasce l’èquipe clinica multidisciplinare per il Gioco d’Azzardo e le Nuove Dipendenze (Gruppo G.A.N.D.) che offre uno spazio di cura gratuito e riservato presso l’Ospedale S. Donato di Arezzo. L’èquipe è costituita da operatori del Ser.T. di Arezzo non esclusivamente dedicati alle nuove dipendenze: uno psicologo (Responsabile), un’assistente sociale, un medico, un infermiere prof.le, un’educatore prof.le, un sociologo. Riunione clinico-organizzativa una volta al mese. Ottobre 2003-Marzo 2004:Formazione sulle nuove dipendenze Ottobre 2004:Informativa del Direttore Sanitario ai Direttori di Dipartimento e di U.O. della A-USL 8 Novembre 2004:Pubblicizzazione dello spazio di cura (comunicato stampa, volantino ai MMG, ecc.) Gennaio 2005: con Delibera Aziendale nasce il Gruppo di Lavoro Interistituzionale per il Gioco d’Azzardo e le Nuove Dipendenze (GdL G.A.N.D.) coordinato dal responsabile del Gruppo G.A.N.D. V. Cocci, Pisa 10/10/2006
IL PERCORSO DI PRESA IN CARICO DEL GIOCATORE E DELLA SUA FAMIGLIA AL SER.T. DI AREZZO INVIO 1° CONTATTO ( TELEFONICO O DI PERSONA) 1° COLLOQUIO (PSICOLOGO) VALUTAZIONE PSICOLOGICA, SOCIALE E MEDICA DEL GIOCATORE E VALUTAZIONE DELLE RELAZIONI FAMILIARI + INCONTRI DI SENSIBILIZZAZIONE RIUNIONE D’EQUIPE SCELTA DEL TRATTAMENTO PIU’ UTILE E PRATICABILE PER IL GIOCATORE E LA SUA FAMIGLIA Follow-up: a 6 e 12 mesi dalla chiusura del trattamento V. Cocci, Pisa 10/10/2006
PRIMO CONTATTO Modalità: telefonica o di persona Operatore: operatori del Gruppo G.A.N.D. Obiettivi: • Raccogliere informazioni su: chi fa la domanda di aiuto (giocatore, familiare e grado di parentela, ecc.); tipo di problema per cui si chiede aiuto; chi è l’inviante; conoscenza dell’Ambulatorio . • Fornire informazioni sulle nostre modalità operative sia di accoglienza (sede e gratuità dei trattamenti; 1° colloquio con lo psicologo; coinvolgimento della famiglia) sia terapeutiche (breve illustrazione dei possibili trattamenti). • Se chi ha contattato il Servizio accetta, viene concordato un primo colloquio con lo psicologo V. Cocci, Pisa 10/10/2006
PRIMO COLLOQUIO • Operatore: psicologo • Obiettivo: • Raccolta anamnestica • Analisi della domanda: chi è presente e chi è effettivamente il richiedente; motivo della consultazione; perché proprio ora al Servizio; notizie sull’eventuale invio • Inizio raccolta storia sul gioco • Indagare disponibilità al coinvolgimento della famiglia (se non presente) o modalità di coinvolgimento se presente • Valutare e concordare le modalità di coinvolgimento del giocatore se non è presente • Proporre il percorso di valutazione psicologica, sociale e medica e gli incontri di sensibilizzazione V. Cocci, Pisa 10/10/2006
LA VALUTAZIONE PSICOLOGICA Valutazione del giocatore: 1-3 colloqui + somministrazione di test (MMPI-2 per il profilo di personalità ; SOGS per la diagnosi di gioco d’azzardo; questionario per la comorbilità con dipendenza da alcol, sostanze stupefacenti, farmaci e tabacco)+ intervista diagnostica sul gioco patologico di Ladouceur Valutazione del funzionamento familiare: 1-3 colloqui SOCIALE L’A.S. indaga le aree economiche, sociali, familiari e lavorative. MEDICA Il medico valuta la situazione fisica generale, l’eventuale uso di alcol o droghe, la necessità di un trattamento farmacologico V. Cocci, Pisa 10/10/2006
GLI INCONTRI DI SENSIBILIZZAZIONE • Operatori: psicologo e assistente sociale (in previsione, apertura ad altri operatori del Gruppo G.A.N.D.) • Due incontri: I INCONTRO: Informazione (mezz’ora): Psicologia del giocatore d’azzardo Lavoro di gruppo con coordinatore (1 ora) II INCONTRO: Informazione (mezz’ora): Famiglia, denaro e tutoraggio economico Lavoro di gruppo (1 ora) • A chi sono rivolti: nuovi utenti e loro familiari (aperto anche alle famiglie in trattamento) • Obiettivi: • Condivisione di informazioni sul gioco d’azzardo (dipendenza,“trappole” psicologiche, gestione del denaro, ecc.) • Aggancio relazionale e confronto con altre famiglie (uscita dall’isolamento) V. Cocci, Pisa 10/10/2006
I TRATTAMENTI: integrati e multiprofessionali • Colloqui motivazionali per il soggetto e la sua famiglia • Visite mediche, terapie farmacologiche e consulenze specialistiche (per es. per uso di alcolici) • Interventi di “tutoraggio” per il piano di risanamento dei debiti • Interventi sociali per affrontare le questioni legali e socio-economiche • Attivazione di una rete di sostegno sociale istituzionale e del volontariato • Interventi psicoterapeutici (simultaneità o consequenzialità dei setting): • individuali (strumenti terapeutici di R. Ladouceur) • di coppia (ottica sistemico-relazionale) • familiari (ottica sistemico-relazionale) • di gruppo Da settembre 2004: gruppo psicoterapico multifamiliare (due unità da ott. 2006) Frequenza: bimensile per un’ora e mezza Durata: settembre-giugno di ogni anno Coordinatori: psicologo e assistente sociale (in previsione, apertura ad altri operatori dell’èquipe come osservatori) RUOLO della FAMIGLIA V. Cocci, Pisa 10/10/2006
L’UTENZA PRESA IN CARICO AL SER.T. DI AREZZO DOPO DUE ANNI DI ATTIVITA’ (OTT.2004-0TT.2006) V. Cocci, Pisa 10/10/2006
LA RETE TERRITORIALE:IL GRUPPO DI LAVORO INTERISTITUZIONALE G.A.N.D.IN UN’OTTICA DI SALUTE PUBBLICA I SOGGETTI • Servizio Tossicodipendenze Zona Aretina dell’A-USL 8 di Arezzo (coordinatore del GdL) • Sezione di Epidemiologia ed Educazione alla Salute dell’A-USL 8 di Arezzo • Servizio Sociale delCOMUNE DI AREZZO • Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili dellaPROVINCIA DI AREZZO • GUARDIA DI FINANZA Comando provinciale di Arezzo • CARITAS DIOCESANAdi Arezzo-Cortona-Sansepolcro • MISERICORDIA di Arezzoin qualità di Fondazione Antiusura • CONFCOMMERCIO di Arezzo • CONFESERCENTI di Arezzo V. Cocci, Pisa 10/10/2006
LA RETE TERRITORIALE:IL GRUPPO DI LAVORO INTERISTITUZIONALE G.A.N.D. GLI OBIETTIVI 1. attivare canali di comunicazione e favorire spazi di confronto tra i vari soggetti coinvolti; 2. condividere e coordinare conoscenze, esperienze e iniziative in relazione al gioco d’azzardo e alle nuove dipendenze per evitare che ciascuno operi separatamente; 3. monitorare e valutare l’impatto del gioco e delle nuove dipendenze sulla vita dei singoli, delle famiglie, della comunità intera e su fasce di popolazione a rischio; 4. promuovere ricerche e studi di prevalenza del fenomeno nel territorio aretino e in relazione ad altre forme di addiction,; 5. promuovereazioni preventive di tipo primario, secondario e terziario; 6. sensibilizzarela comunità locale. • Il GdL G.A.N.D. è un gruppo permanente e si riunisce mensilmente. V. Cocci, Pisa 10/10/2006
Soltanto un’ottica di salute pubblica che promuove un’analisi dei costi e dei benefici del gioco non solo sull’individuo e la sua famiglia ma anche sulla comunità allargata e una clinica radicata dentro la rete territoriale possono permettere di costruire una presa in carico “integrata”, capace cioè di rispondere ai bisogni complessi e differenti del giocatore, della sua famiglia e della comunità in cui vive. • Siamo ancora all’inizio di questo percorso. • Uno dei primi obiettivi del nostro lavoro di rete è stato il superamento delle tradizionali diffidenze tra chi si trova ad operare su versanti differenti del problema ed è portatore di competenze e sensibilità diverse: si pensi soltanto alla difficoltà di far dialogare una prospettiva più repressiva come quella della Guardia di Finanza con quella più clinica di noi operatori socio-sanitari o quest’ultima con l’ottica più strettamente economica dell’esercente in possesso di giochi leciti. • Si tratta di imparare a confrontarsi e dialogare, saper riconoscere i diversi specifici professionali e istituzionali ma anche lasciarsi “contaminare” positivamente dai linguaggi degli altri. • Tutti quanti siamo in ballo: operatori socio-sanitari, funzionari degli enti locali, politici, operatori del privato sociale, commercianti, volontari, forze dell’ordine oltre ai giocatori, alle loro famiglie e a tutte le altre risorse della comunità territoriale. V. Cocci, Pisa 10/10/2006
BIBLIOGRAFIA • Capitanucci D. e Carlevaro T. (2004), Guida ragionata agli strumenti diagnostici e terapeutici nel disturbo di gioco d’azzardo patologico, Bellinzona, Hans Dubois. • Cocci V. e Dimauro P.E. (2006), “Il gioco d’azzardo patologico e le nuove dipendenze: il modello organizzativo del Dipartimento delle Dipendenze di Arezzo. Una prospettiva di salute pubblica”, Personalità/Dipendenze, vol. 11, fasc. I, marzo 2006. • Croce M., Capitanucci D. (2003), “Il gioco d’azzardo patologico” in La criminalità nella Martesana- Rapporto 2003. Gioco d’azzardo e territorio. Gruppo Abele-Centro studi per la legalità. • Fiasco M. (2004), “Politiche economiche e gioco d’azzardo”, Relazione presentata al Convegno ”Auto-aiuto e terapia per i giocatori d’azzardo e le loro famiglie: esperienze e prospettive in Italia”, Capoformido (UD) 11/12/2004. • Frigerio L., Nicosia G. (2003), Dinamiche criminali e sicurezza partecipata. L’impegno dei comuni del Nord-Est di Milano per la prevenzione del crimine, EGA – Edizioni Gruppo Abele, Torino. • Korn D., Gibbins R., Azmier J. (2003), “Framing Public Policy Toward a Public Health Paradigm for Gambling“, Journal of Gambling Studies, Vol.19, N.2, 235-256. • Korn D., Shaffer H.J. (1999), “Gambling and the Health of the Public: Adopting a Public Health Perspective“, Journal of Gambling Studies, Vol.15, N.4, 289-365. • Ladouceur et al. (2003), Il gioco d’azzardo eccessivo. Vincere il gambling, Centro Scientifico Editore, Torino. • Lesieur H.R., Blume S.B. (1987) “The South Oaks Gambling Screen (SOGS): A New Instrument for the Identification of Pathological Gamblers“, American Journal of Psychiatry, 144 (9). V. Cocci, Pisa 10/10/2006
GRAZIE V. Cocci, Pisa 10/10/2006