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REGOLARIZZAZIONE DELL’ELIMINAZIONE UROFECALE NEI PAZIENTI CON GRAVE CEREBROLESIONE ACQUISITA. Susanna Ponti Unità Gravi Cerebrolesioni Dipartimento di Medicina Riabilitativa Ferrara Reggio Emilia 23 – 24 – 25 Marzo 2006. Processo :.
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REGOLARIZZAZIONE DELL’ELIMINAZIONE UROFECALE NEI PAZIENTI CON GRAVE CEREBROLESIONE ACQUISITA Susanna Ponti Unità Gravi Cerebrolesioni Dipartimento di Medicina Riabilitativa Ferrara Reggio Emilia 23 – 24 – 25 Marzo 2006
Gestione alterazioni della funzionalita’ intestinale nei pazienti con GCA • Le persone affette da cerebrolesione acquisita possono presentare disordini della funzionalità intestinale (stipsi/costipazione, diarrea). • Tali disordini possono essere collegati a : • danno cerebrale • fattori intercorrenti, come l’immobilità, la dieta o l’idratazione non adeguata, l’uso di farmaci, la presenza di malattie concomitanti • fattori ambientali. • La gestione e la correzione di tali disordini sono una parte importante del progetto riabilitativo, e rientrano nei programmi relativi al recupero delle funzioni vitali di base.
Obiettivo • facilitare nel paziente cerebroleso il raggiungimento e mantenimento nel tempo di una ritmicità dello svuotamento intestinale il più fisiologica possibile. • Tale scopo è perseguito • intervenendo sui fattori concomitanti • attraverso una opportuna informazione/educazione del paziente e del caregiver.
Definizioni • Stipsi: evacuazioni settimanali inferiori a 3/settimana con eliminazione di feci disidrate e/o di scarso volume • Diarrea: frequenza delle defecazioni variabile tra le 3-6 volte al giorno con eliminazione di feci di consistenza liquida o semiliquida
Valutazione • Vengono raccolte, dalla documentazione medica e infermieristica, dai familiari se informati, le informazioni relative a: • patologie che possono influenzare la funzionalità intestinale • alla frequenza e caratteristica delle evacuazioni • abitudini intestinali precedenti Possono venire effettuate eventuali valutazioni clinico strumentali effettuate dal medico, anche attraverso consulenza di altri specialisti, e se opportuno adottate misure terapeutiche specifiche
Interventi per il trattamento della stipsi • apporto alimentare con arricchimento in fibre (eventuale richiesta di consulenza della dietista) circa 10 -15 gr/1000calorie • incremento idratazione, garantire un apporto idrico di almeno 1500 cc al giorno • sufficiente mobilizzazione (recupero postura seduta e verticalizzazione quanto prima se non controindicato) • assunzione orale od enterale di sostanze atte a favorire l’aumento del volume fecale e con effetto emolliente
Interventi Ulteriori • Somministrazione di lassativi in 2^ giornata in assenza di evacuazioni associata a massaggio colico quotidiano • In 3^ giornata, in assenza di evacuazioni, in paziente con riscontro di ampolla disabitata all’esplorazione manuale, microclisma evacuante. • Nei giorni successivi permanendo una coprostasi marcata, in ampolla vuota, valutare clinicamente il quadro addominale per eventuale subocclusione e somministrare farmaci stimolanti la peristalsi associati dopo circa 30’ a clisma evacuante (in collaborazione con il medico)
Interventi per il trattamento della diarrea • Modificazione dell’apporto dietetico utilizzando alimenti appropriati (eventuale consulenza della dietista) • Valutare possibili intolleranze alimentari, malassorbimenti intestinali • Variare il tipo di formula somministrata per via enterale • Ridurre la velocità di somministrazione attraverso pompa enterale • Valutazione clinica per spine irritative apparato digerente da parte del medico (dismicrobismi concomitanti ad antibioticoterapia)
Gestione dell’eliminazione urinaria in pazienti GCA • Le lesioni cerebrali acquisite possono provocare perdita del controllo della funzione vescicale; di norma, il paziente è incontinente (vescica disinibita centrale) • Più raramente, il paziente con cerebrolesione acquisita presenta ritenzione urinaria.
Obiettivi • Favorire una agevole gestione delle alterazioni funzionali vescicali che non possono essere corrette • Prevenire le complicanze legate a disfunzoni vescicali, tenendo presente che quando possibile è opportuno evitare l’uso del catetere a permanenza • Favorire il recupero del controllo volontario della minzione, ad un livello compatibile con le normali attività sociali;
Valutazione • Vengono raccolte le informazioni relative a patologie che possono influenzare la funzionalità vescicale: • dalla documentazione medica e infermieristica di dimissione/trasferimento infermieristica; • dai Famigliari se informati • Viene valutato il livello di funzionale vascicale all’ingresso: • presenza di catetere di Foley o altri dispositivi (pannolone, raccoglitore) • la capacità di segnalare il bisogno di urinare • la capacità di trattenere le urine
Valutazioni ulteriori • in funzione della situazione clinica, possono essere monitorate • diuresi (24 ore o oraria) • dipsia giornaliera • PVC e/o esami bioumorali relativi all’equilibrio idro-elettrolitico)
Gestione del paziente con catetere di Foley • Mantenimento del catetere in situ SOLO in particolari condizioni, quali: • Necessità di monitoraggio preciso dell’equilibrio idroelettrolitico • Condizioni cliniche particolari (es stenosi uretrale, traumi della vescica…) • Monitoraggio diuresi giornaliera • Verifica periodica della funzionalità del catetere • Sostituzione del presidio quando necessario (in ogni caso almeno ogni 15 gg per il lattice e 30 per il silicone) • Se il paziente si idrata per OS, PEG O SNG verifica che abbia una assunzione giornaliera di liquidi adeguata (di norma di 1,5/2 litri di liquidi al giorno da incrementare in caso di febbre o di temperature ambientali elevate)
Il paziente riprende la minzione spontanea: • PAZIENTE INCONTINENTE: posizionamento degli ausilii adeguati (raccoglitore esterno ogni volta che sia possibile per l’uomo; pannolone) e loro gestione da parte dell’infermiere/OSS e dei familiari • PAZIENTE CONTINENTE: fornitura degli eventuali ausilii per gestirsi in autonomia (storta, faclitazione accesso al bagno…) da parte dell’infermiere/OSS
Il paziente non riprende la minzione • cateterismi intermittenti ogni 4-6 ore in rapporto al contenuto vescicale evitando possibili sovradistensioni (non superare i 500 cc.) • se il paziente inizia ad avere minzioni spontanee, è possibile effettuare valutazione del residuo post-minzionale
Rieducazione alla continenza intestinale e vescicale • Le persone affette da cerebrolesione acquisita possono presentare incapacità a controllare l’evacuazione e/o la minzione (incontinenza intestinale/vescicale). • Tali disordini possono essere collegati • al danno cerebrale in sé • alle menomazioni cognitive dovute al danno cerebrale: • il paziente non è in grado di prestare attenzione allo stimolo ad evacuare/mingere • non è in grado di trattenere l’evacuazione/la minzione • non è in grado di segnalare la necessità di evacuare/mingere • Il recupero della continenza urofecale è parte del progetto riabilitativo, e rientra nei programmi relativi al recupero delle funzioni vitali di base e della autonomia nelle attività di cura di sé.
Interventi • Assicurare confort e privacy al paziente • garantire la regolarità della funzione intestinale • assecondare lo stimolo ad evacuare/mingere ogni volta che viene riferito • posizionare la padella od accompagnare in bagno il paziente ad orari prestabiliti, meglio se dopo i pasti (riflesso gastro-colico) • ricercare una modalità funzionale per comunicare agli operatori e/o ai familiari la necessità di evacuare • cercare strategie utilizzabili dal paziente a trasferirsi facilmente, in autonomia o con aiuto, sul WC
Ricordare che la ripresa della continenza urofecale è legata al recupero delle funzioni cognitive soprattutto riferite alla consapevolezza e all’attenzione
Informazione/educazione/addestramento del caregiver • INFORMAZIONE : consiste nel trasferimento di un messaggio (insieme di notizie, raccomandazioni, istruzioni) da un soggetto emittente ad uno ricevente. E’ un processo passivo. • EDUCAZIONE TERAPEUTICA :processo interattivo la cui finalità è di aiutare la persona malata e la sua famiglia, nel proprio ambiente, ad acquisire e mantenere la capacità di gestire in modo ottimale la propria vita convivendo con la malattia. E’ un processo continuo personalizzato, che fa parte dell’assistenza e del trattamento sanitario. • ADDESTRAMENTO: è la simulazione di situazioni pratiche dove una o più persone sono coinvolte per diventare autonome nel compiere un’operazione concreta. E’ un’esercitazione pratica che riguarda l’acquisizione di autonomia nell’eseguire un’operazione manuale
Informazione/educazione/addestramento del caregiver rispetto alle problematiche urofecali • Fornire informazioni di base circa la funzionalità intestinale e vescicale del paziente • Far comprendere l’importanza di monitorare la regolarità e le caratteristiche qualitative e quantitative delle feci e urine eliminate • Educare il familiare a gestire in modo corretto l’alimentazione, l’idratazione e la mobilizzazione del paziente al fine di • prevenirealterazioni dell’eliminazione garantendo apporto di fibre, apporto idrico sufficiente e mobilizzazione quotidiana • mantenere una corretta eliminazione garantendo ritmicità delle evacuazioni e evitando la concentrazione delle urine • trattareeventuali alterazioni dell’eliminazione fecale modificando l’apporto idrico o alimentare e se necessario somministrando lassativi o effettuando clismi evacuanti • valutare la necessità di un consulto sanitario quando le eventuali alterazioni insorte non si correggono e possono compromettere lo stato di benessere del paziente
Informazione/educazione/addestramento del caregiver rispetto alla continenza urofecale • Assicurare confort e privacy al paziente • Garantire le abitudini di vita che facilitino la regolarità • Assecondare lo stimolo ad evacuare o mingere ogni volta che viene riferito • Consolidare le strategie di comunicazione e trasferimento