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VIAGGIO NELLE TERAPIE E NELLE POTENZIALITA’ DI OGNUNA DI QUESTE NELL’ATTUAZIONE DELLE TECNICHE RIABILITATIVE. Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Cliniche,Morfologiche e Tecnologiche U.C.O. di Clinica Psichiatrica. E. Aguglia, E. Maso, A. Ogriseg.
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VIAGGIO NELLE TERAPIE E NELLE POTENZIALITA’ DI OGNUNA DI QUESTE NELL’ATTUAZIONE DELLE TECNICHE RIABILITATIVE Università degli Studi di Trieste Dipartimento di Scienze Cliniche,Morfologiche e Tecnologiche U.C.O. di Clinica Psichiatrica E. Aguglia, E. Maso, A. Ogriseg
TAPPE DEL PROGETTO RIABILITATIVO DOMANDA DI RIABILITAZIONE Inviante: specialista, SPDC, MMG, famiglia… VALUTAZIONE Definizione strategie Definizione obiettivi PIANIFICAZIONE PROGETTO VERIFICA PERIODICA DEI RISULTATI Ri-definizione periodica di obiettivi e strategie CONCLUSIONE DEL PROGRAMMA
SOGGETTO • Aree di disabilità • Risorse presenti e potenziali • Aspettative • FAMIGLIA • Risorse • Aspettative • AMBIENTE • Risorse • Aspettative PROGETTO RIABILITATIVO
Gruppo di discussione • Gruppo fiabe • Assertività • Arteterapia • Musicoterapia • Psicomotricità • Danzaterapia • Teatroterapia • Terapia occupazionale • Terapia Psicologica Integrata (IPT) • Casa, Lavoro,Tempo libero (CLT) • Pet Therapy • Tecniche di supporto alla famiglia
GRUPPO DI DISCUSSIONE (1) • Utilizzato per la prima volta da Pratt nel 1905 con pazienti affetti da TBC in fase avanzata • Lazell (1921) pazienti schizofrenici • Marsch psicosi, psiconevrosi, disturbi psicosomatici e balbuzie • Wender(1930) pazienti ospedalizzati non psicotici • Moreno per primo utilizza il termine “terapia di gruppo” al congresso dell’ APA nel 1932
GRUPPO DI DISCUSSIONE (2) • Si colloca in posizione intermedia tra le attività riabilitative più elementari e la psicoterapia • pz che non possono accedere alla psicoterapia, non gravemente regrediti • pz parzialmente capaci di intraprendere relazioni interpersonali ma deficitari nel mantenerle e nel verbalizzare i propri vissuti emotivi • APERTO • AUTOCENTRATO (nel contesto della seduta) • ETEROGENEO
GRUPPO DI DISCUSSIONE (3): OBIETTIVI • Sostegno dell’ Io nei pazienti che a causa del quadro psicopatologico manifestano un deficit della struttura Egoica • Miglioramento della capacità e della qualità della comunicazione interpersonale • Aumento della capacità di insight e miglioramento della capacità di cogliere i propri stati emotivi ed affettivi • Miglioramento delle modalità comportamentali • Migliorameto delle capacità relazionali interpersonali
GRUPPO FIABE (1) • Le fiabe sono racconti fantastici che tendono a dire per mezzo di parole, tutto quello che una persona dovrebbe idealmente fare • Il pensiero magico-immaginativo determina la struttura della narrazione fiabesca che si differenzia dalla favola, in cui sono presenti intenti morali didascalici, e dal mito da cui si sviluppa una leggenda che tende all’ interpretazione delle leggi naturali
GRUPPO FIABE (2) • Alla fine dell’ Ottocento il genere letterario fiabesco diventò oggetto di studi antropologici, sociologici, linguistici ed, in seguito alla definizione del concetto d’inconscio, di studi psicoanalitici • Jung (1936): le fiabe consentono di studiare l’anatomia comparata della psiche, poiché ne rispecchiano, nella loro semplicità la struttura intrinseca • Secondo l’interpretazione freudiana, le fiabe si rivolgono alla mente conscia e inconscia, agli aspetti dell’Es, dell’Io, del Super-Io, e ai bisogni dell’ideale dell’Io
GRUPPO FIABE (3) • OBIETTIVI: • Stimolare l’elaborazione dei contenuti emozionali e dei vissuti personali ed interpersonali • Far emergere meccanismi d’identificazione, proiezione, introiezione Attraverso la generalizzazione delle acquisizioni cognitive si potenziano i meccanismi di difesa dell’Io MIGLIORAMENTO DELLE CAPACITA’ ADATTATIVE GENERALI DEL SOGGETTO
GRUPPO FIABE (4) Il lavoro viene svolto in gruppo Contenimento delle angosce e dei sintomi produttivi Stimolo DISCUSSIONE INTERAZIONE INTERVENTO ATTIVO DEI TERAPISTI
GRUPPO FIABE (5): Paziente psicotico 1 COSTRUZIONE DI UNA FIABA • I terapeuti propongono alcune parole chiave: • Oggetto • Persona • Animale • Pianta • e chiedono ai partecipanti di costruire a turno, intorno agli elementi dati, un frammento di storia
GRUPPO FIABE (6): Disturbi di personalità 2 LETTURA E ASCOLTO DI UNA FIABA • Il gruppo è composto da: • Massimo 8 pazienti • 1 Psichiatra • 2 riabilitatori
L’ ASSERTIVITA’ (1) Il termine di assertività deriva dal latino “asserere”, in psicologia viene ripreso dall’ inglese assertiveness e tradotto con varie espressioni come “efficacia personale”, “efficienza” e “affermatività”. Consente di trovare un sostenibile compromesso tra il porsi in modo passivo e l’ aggressività
PASSIVITA’ La persona passiva ha un comportamento che può essere definito anassertivo, in quanto non è capace di difendere i propri diritti ed induce gli altri a violarli o ad approffittare della situazione ASSERTIVITA’ Un comportamento assertivo consiste nel saper esprimere liberamente le proprie opinioni, i propri desideri e i sentimenti, senza imbarazzo o sensi di colpa, in modo adeguato alla situazione specifica in cui ci si trova AGGRESSIVITA’ La persona aggressiva ha un comportamento anassertivo, in quanto per difendere i propri diritti viola sistematicamente quelli altrui
L’ ASSERTIVITA’ (3) • La struttura concettuale su cui si basa è un sistema complesso di abilità e di concetti ordinati funzionalmente su cinque livelli: • Autonomia emotiva • Liberta’ espressiva • Rispetto di se’ e degli altri • Autoaffermazione • Immagine positiva di se’
COMPONENTI DEL COMPORTAMENTO ASSERTIVO • mimica facciale • contatto oculare • gestualità • postura • voce • non verbali • verbali • complesse • cognitive • timing • conclusione della comunicazione • gestione del silenzio • parlare in pubblico • fare e rifiutare richieste • gestione della critica • valutazione delle proprie capacità per imparare a discriminare • buona immagine di sé data da un’adeguata autostima
ARTETERAPIA • Si attua attraverso l’espressione libera della propria creatività • La produzione grafica può sostituirsi alla parola come mezzo di comunicazione e nel paziente psicotico può rappresentare un elemento essenziale della relazione terapeutica • Esprimendo graficamente qualcosa di cui inconsciamente e consapevolmente non si riesce a parlare, si realizza un primo tentativo di strutturazione di contenuti affettivi ed emotivi spesso caotici, invasivi o rimossi
MUSICOTERAPIA (1) SUONO sviluppo vita intrapsichica Ritmi a breve termine (battito cardiaco, respirazione) Suoni-rumori dal corpo e dalla voce della madre) Stimoli semplici o aggregati a cui il feto risponde iniziando unprocesso di apprendimento. AMBIENTE RASSICURANTE PRIMORDIALE
MUSICOTERAPIA (2) • E’ una tecnica mediante la quale varie figure professionali facilitano l’attuazione di progetti di integrazione spaziale, temporale e sociale dell’ individuo, attraverso strategie di armonizzazione della struttura funzionale dell’ handicap, tramite la musica. • Tale armonizzazione viene perseguita con un lavoro di sintonizzazioni affettive, le quali sono possibili e facilitate grazie a strategie specifiche della comunicazione non verbale. Postacchini, 1997
MUSICOTERAPIA (3) Si produce musica coltivando l’espressione creativa individuale o di gruppo in una prospettiva di comunicazione socializzante ATTIVA PASSIVA Predomina l’ ascolto di stimoli ritmico-musicali • Utile in pazienti che presentano compromissione delle funzioni: • motorie • cognitive • sociali • Miglioramento della propriocezione corporea globale • Miglioramento del tono dell’ umore • Miglioramento della socializzazione e delle capacità empatiche
PSICOMOTRICITA’ E’ basata sulla relazione paziente e terapeuta che si realizza attraverso il corpo e il movimento utilizzando come strumento privilegiato il gioco. L’ importanza sta nell’ aiutare i pazienti a riappropriarsi del sé, dello stile motorio-cognitivo-affettivo-comportamentale nella loro globalità e integrazione reciproca. Si propone specialmente nei casi in cui la comunicazione verbale è congelata dalla psicosi, gli interessi vitali spenti e l’ intenzionalità paralizzata da un vissuto senza spazio e senza tempo.
DANZATERAPIA • Movimento Autentico • Expression Primitive • Danzamovimentoterapia Integrata • Danzaterapia secondo Maria Fux • Riacquisire il piacere funzionale del proprio corpo • Prendere coscienza dell’unità psicocorporea • Espressione simbolica delle proprie istanze più profonde • Potenziamento della stima di sé
TEATROTERAPIA Psicodramma Animazione teatrale Riattualizzazione delle dinamiche psichiche interne del pz Riattivazione di competenze legate al corpo ed alle sue manifestazioni Liberazione dai complessi e dalle inibizioni e dai conflitti passati Intervento indiretto sull’immagine del sé e sull’identità
TERAPIA OCCUPAZIONALE • Incrementare le performance attinenti l’autonomia personale • Accrescere le capacità lavorative • Sostenere l’inserimento lavorativo, sia nella fase iniziale sia successivamente • Dirigere in modo più adattivo gli interessi lavorativi e ricreativi del pz • Controllare gli impulsi emotivi e sviluppare relazioni più gratificanti • Migliorare la consapevolezza dei propri comportamenti • Imparare ad usare le proprie capacità e qualità individuali e ad esprimere i propri gusti
TERAPIA PSICOLOGICA INTEGRATA • Differenziazione cognitiva • (capacità attentive, percettive, mnesiche) • Percezione sociale • (osservazione ed interpretazione del contesto sociale) • Comunicazione verbale • (capacità di ascolto, di comprensione e di risposta) • Abilità sociali • (adeguata competenza sociale) • Risoluzione dei problemi interpersonali • (capacità di gestione dei problemi quotidiani) TRAINING COGNITIVO TRAINING SOCIALE
CASA, LAVORO,TEMPO LIBERO (CLT) Casa Identificare la soluzione abitativa più adatta Formulare un progetto lavorativo realisticamente perseguibile Lavoro Gestire meglio e più costruttivamente il tempo per affrontare il disagio quotidiano Tempo Libero
PET THERAPY (1) BENEFICI fisiologici psicologici sociali
PET THERAPY (2) • Disturbi psichiatrici dell’età evolutiva: • autismo • difficoltà del linguaggio • difficoltà della coordinazione motoria • difficoltà del comportamento • depressione • ritardi mentali lievi e moderati • Disturbi psichiatrici dell’adulto: • disturbi dell’umore • disturbi di personalità • disturbi dell’adattamento • disturbi d’ansia • disturbi psicotici (con prevalenza di sintomi negativi) • Quadri psicopatologici dell’età involutiva: • depressione • demenze
PET THERAPY (3): IPPOTERAPIA • Patologie da danno cerebrale • Mielopatie e traumi midollari • Paralisi ostetriche • Patologie dei nervi cranici congenite o acquisite • Sindrome di Down • Autismo e psicosi infantili
TECNICHE DI SUPPORTO ALLA FAMIGLIA • Interventi psicoeducazionali per: • informare correttamente riguardo alla malattia ed alla terapia • ridurre il carico emotivo legato alla malattia • ridurre il senso di colpa della famiglia • ristabilire aspettative adeguate rispetto alle possibilità di recupero • fornire indicazioni concrete sulla gestione della crisi o di sintomi isolati • favorire il cambiamento degli atteggiamenti emotivi dei familiari
TECNICHE DI SUPPORTO ALLA FAMIGLIA Il coinvolgimento della famiglia nel progetto riabilitativo dei pz psichiatrici è uno degli elementi centrali dell’intervento terapeutico-riabilitativo: creare una rete di supporto e di comunicazione tra pz, équipe riabilitativa e familiari facilita la comprensione dei reciproci bisogni, delle aspettative, delle difficoltà e delle potenzialità esistenti, riducendo la frammentazione che il pz vive non solo internamente, ma anche esternamente