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L’insieme delle tecniche e degli strumenti che il docente adotta in classe , per rendere più efficiente l'insegnamento e più efficace l'apprendimento, si definisce: “didattica”. (riguarda, quindi, il modo di insegnare).
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L’insieme delle tecniche e degli strumenti che il docente adotta in classe, per rendere più efficiente l'insegnamento e più efficace l'apprendimento, si definisce: “didattica”. (riguarda, quindi, il modo di insegnare)
In che cosa si distinguono i processi formativi e gli itinerari didattici, la progettazione formativa e i progetti didattici?
Gli itinerari didattici sono i percorsi metodologici, tecnici e strumentali che il docente dapprima progetta e successivamente implementa inaula o in laboratorio.
La progettazione formativa, invece, non riguarda soltanto ciò che fa l'insegnante in classe, ma investe tutta l'organizzazione delle strategiedi intervento allo scopo di raggiungere un profilo formativo vicino al profiloprofessionale. La didattica è centrata sull'insegnante, la formazione è centrata sull'allievo: i due processi sono distinti ma complementari.
Naturalmente un intervento formativo per apprendere una competenza non è un semplice oggetto di consumo, ma un insieme organizzato di azioni che si innesta in un sistema "sociale" di processi e tale sistema è complesso, mutevolee variegato. Ciò nonostante il progettare, da un punto di vista metodologico, è un processo universale, solo parzialmente vincolato dal suo oggetto, un modo di pensare e di affrontare la realtà per trasformarla.
È, in ultima analisi, una forma mentis per la ricerca applicatapoiché è fondata:- sull'individuazione – ricerca posizionamento dei problemi,- sulla formulazione di ipotesi e di modelli risolutori,- sul controllo applicativo degli esiti dell’azione.
Il contesto europeoNelle Conclusioni ai lavori di Lisbona del Parlamento europeo del 2000 si indicavano future strade da percorrere nel campo dell'educazione per gli stati membri: fra queste vi era l’indicazione di arrivare a una “definizione delle competenze chiave per l’esercizio della cittadinanza attiva".
Qualche anno più tardi, nella Raccomandazione del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 vengono enunciate in maniera definitiva le otto competenze chiave per la cittadinanza europea:
"Le competenze sono definite in questa sede alla stregua di una combinazione di conoscenze, abilità e attitudini appropriate al contesto. Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personali, la cittadinanza attiva, l’inclusione sociale e l’occupazione. Il quadro di riferimento delinea otto competenze chiave:
1. Comunicazione nella madrelingua2. Comunicazione nelle lingue straniere3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia4. Competenza digitale5. Imparare ad imparare6. Competenze sociali e civiche7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità8. Consapevolezza ed espressione culturale
In un documento successivo, il Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimentopermanente, il Parlamento europeo definisce anche con precisione i concetti di conoscenza, abilità e competenza:
Conoscenze: risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. Le conoscenze sono un insieme di fatti, principi, teorie e pratiche relative ad un settore di lavoro o di studio. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le conoscenze sono descritte come teoriche e/o pratiche;
Abilità: indicano le capacità di applicare conoscenze e di utilizzare know-how per portare a termine compiti e risolvere problemi. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le abilità sono descritte come cognitive (comprendenti l’uso del pensiero logico, intuitivo e creativo) o pratiche(comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti);
Competenze: comprovata capacità di utilizzare conoscenze, abilità e capacità personali, sociali e/o metodologiche, in situazioni di lavoro o di studio e nello sviluppo professionale e personale. Nel contesto del Quadro europeo delle qualifiche le competenze sono descritte in termini di responsabilità e autonomia."
Questa schematizzazione mostra come le competenze siano il risultato dell’unione fra conoscenze e abilità mescolate con capacità ed esperienze personali, attitudini, atteggiamenti, motivazioni, bisogni, che portano ad un “sapere agito” che è del tutto personale.
Il contesto italianoNella scuola italiana il concetto di competenza entra a partire dal 2000 (riforma Berlinguer – De Mauro), e viene definitivamente “codificato” dal D.M. n. 139 del 22 agosto 2007 che introduce nuove indicazioni nazionali (di natura sperimentale) per il secondo ciclo e obbligo d’istruzione fino a sedici anni.
Nelle Nuove Indicazioni Nazionali del settembre 2012 si esplicita in modo più chiaro che "il sistema scolastico italiano assume come orizzonte di riferimento verso cui tendere il quadro delle competenze chiave dell’apprendimento permanente definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (…). Queste sono il punto di arrivo odierno di un vasto confronto scientifico e culturale sulle competenze utili per la vita al quale l’Italia ha attivamente partecipato.
L’impegno a far conseguire tali competenze a tutti i cittadini europei di qualsiasi età, indipendentemente dalle caratteristiche proprie di ogni sistema scolastico nazionale, non implica da parte degli Stati aderenti all’Unione europea l’adozione di ordinamenti e curricoli scolastici conformi a uno stesso modello. Al contrario, la diversità di obiettivi specifici, di contenuti e di metodi di insegnamento, così come le differenze storiche e culturali di ogni paese, pur orientati verso le stesse competenze generali, favoriscono l’espressione di una pluralità di modi di sviluppare e realizzare tali competenze.
Le competenze nelle Nuove Indicazioni NazionaliNel testo delle Nuove Indicazioni si trova quindi un traguardo generale, il Profilo delle competenze dello studente al termine del primo cicloche prende chiaramente spunto dalle otto competenze chiave europee declinandole all’interno del curriculum di studi della scuola italiana. Questo Profilo diviene dunque un obiettivo da condividere nella creazione di obiettivi e traguardi di insegnamento-apprendimento.
I traguardi per lo sviluppo delle competenze Il testo del profilo viene poi declinato in traguardi per lo sviluppo delle competenze (disciplinari), da raggiungere al termine della scuola d’infanzia, della terza e quinta primaria, del terzo anno della scuola secondaria di primo grado: "i traguardi rappresentano dei riferimenti ineludibili per gli insegnanti, indicano piste culturali e didattiche da percorrere e aiutano a finalizzare l’azione educativa allo sviluppo integrale dell’allievo. Nella scuola del primo ciclo i traguardi costituiscono criteri per la valutazione delle competenze attese e, nella loro scansione temporale, sono prescrittivi, impegnando così le istituzioni scolastiche affinché ogni alunno possa conseguirli, a garanzia dell’unità del sistema nazionale e della qualità del servizio."
Gli obiettivi di apprendimento Le Indicazioni definiscono anche, per ogni disciplina, una serie di obiettivi di apprendimento. "Gli obiettivi di apprendimento individuano campi del sapere, conoscenze e abilità ritenuti indispensabili al fine di raggiungere i traguardi per lo sviluppo delle competenze. Essi sono utilizzati dalle scuole e dai docenti nella loro attività di progettazione didattica, con attenzione alle condizioni di contesto, didattiche e organizzative, mirando ad un insegnamento ricco ed efficace. Gli obiettivi sono organizzati in nuclei tematici e definiti in relazione a periodi didattici lunghi: l’intero triennio della scuola d’infanzia, l’intero quinquennio della scuola primaria, l’intero triennio della scuola secondaria di primo grado."
Nella Scuola primaria e Secondaria di primo grado, le nuove Indicazioni nazionali sono già entrate in vigore nell'anno scolastico 2012-2013, anche se si può temporaneamente continuare a utilizzare le precedenti Indicazioni.
Dall'anno scolastico 2013-2014 però le nuove Indicazioni diventeranno il quadro di riferimento unico per la progettazione curricolare: applicare le nuove Indicazioni significherà non solo insegnare, ma anche valutare e certificare le competenze secondo il modello nazionale.
Come le Indicazioni trasformano la scuola • La scuola progetta il proprio curricolo sulla base delle Indicazioni: • La scuola deve mettere in relazione la complessità dei nuovi modi di apprendere con un’opera di guida attenta al metodo; • La scuola deve curare e consolidare le competenze e i saperi di base irrinunciabili; • La scuola deve formare saldamente ogni persona sul piano cognitivo e culturale per affrontare incertezza scenari presenti e futuri; • La scuola deve riconoscere e valorizzare le diverse situazioni individuali presenti nella classe e saper accettare la sfida che la diversità pone.
La società cambia repentinamenteLa scuola adegua i suoi interventialle caratteristiche dei periodi storico – sociali Lo stato giuridico del docente non è mutato La nuova normativa si è solo sovrapposta alla precedente, e, pur avendone facoltà, non ha Prodotto abrogazioni o adeguamenti o coordinamenti contrattuali e di profilo professionale dei docenti.
IL CURRICOLO Il curricolo è l’impianto fondamentale della progettazione educativa e didattica, per visualizzare ed organizzare i processi di apprendimento, per realizzare una formazione unitaria e graduale e per garantire all’allievo un percorso formativo globale, coerente e progressivo per lo sviluppo della sua personalità attraverso il passaggio dei diversi gradi scolastici. Il curricolo organizza e descrive l’intero percorso formativo che uno studente compie nel quale si intrecciano e si fondono i processi cognitivi e quelli relazionali. L’UNITARIETA’ DEL LA PECULIARITA’ DEI PERCORSO non dimentica DIVERSI MOMENTI EVOLUTIVI nei quali L’AVVENUTA DELL’APPRENDIMENTO vede un passaggio progressivo DALL’IMPARARE FACENDO ----------- ALLA CAPACITA’ DI RIFLETTERE E FORMALIZZARE L’ESPERIENZA ATTRAVERSO LA RI-COSTRUZIONE DEGLI STRUMENTI CULTURALI E LA CAPACITA’ DI UTILIZZARLI COME CHIAVI DI LETTURA DELLA REALTA’
DAL CURRICOLO SCATURISCE LA PROGRAMMAZIONE centrato sulle discipline (chiama in prima persona i docenti) CURRICOLO : fondato sulle attività degli alunni (interessi, motivazioni, attitudini….) fondato sui punti focali (corecurricula – estrapolare i contenuti essenziali)
LA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA Dà coerenza e specificità alle attività didattiche, evita la frammentarietà e la dispersione perché nulla è affidato al caso. In essa il fulcro è rappresentato dagli obiettivi da conseguire, dai quali scaturiscono tutti gli altri momenti della programmazione stessa. La elaborazione collegialmente spetta ai docenti individualmente - stabilendo le modalità concrete per mezzo delle quali conseguire le mete fissate dalle indicazioni programmatiche; - stabilendo la scansione più opportuna; tenendo conto dell’ampliamento delle opportunità formative offerte dal curricolo; percorsi per lo delineando svolgimento procedure idonee dell’insegnamento La programmazione didattica deve essere assunta e realizzata dai docenti come sintesi progettuale e valutativa del proprio operato.
PROGRAMMAZIONE : per obiettivi per concetti (mappe concettuali) modulare a sfondo integratore
Per Obiettivi: si avvale di tassonomie (es. Tassonomia di Bloom) L’alunno deve dimostrare di aver conseguito conoscenze, abilità, competenze, comportamenti, modi di essere, modi di fare, modi di agire,…. I docenti devono determinare aree di riferimento (Area cognitiva, area affettiva, area psicomotoria), chiari e precisi obiettivi.
AREA PSICOMOTORIA Movimenti riflessi : risposte ad uno stimolo senza volizione cosciente (segmentali, intersegmentali, soprasegmentali) Movimenti fondamentali di base: patterns motori innati (locomotori, non locomotori, manipolativi) Abilità percettive: interpretazione degli stimoli e adattamento all’ambiente (discriminazioni: cinestetica, visiva, uditiva, tattile, capacità coordinate) Qualità fisiche: caratteristiche funzionali di carattere organico (resistenza, forza, flessibilità, agilità) Movimenti di destrezza: sviluppo di competenza e padronanza Comunicazione non verbale: continuum di espressività (movimento espressivo e interpretativo) Per mappe concettuali: • Secondo l'impostazione originale di Novak, le caratteristiche essenziali di una mappa concettuale sono le seguenti: • è costituita da nodi concettuali, ciascuno dei quali rappresenta un concetto elementare e viene descritto con un'etichetta apposta ad una sagoma geometrica; • i nodi concettuali sono collegati mediante delle relazioni di tipo connessionista: in genere vengono rappresentate come frecce orientate e dotate di un'etichetta descrittiva (in genere un predicato); • la struttura complessiva è di tipo reticolare (che quindi potrebbe non presentare un "preciso punto di partenza").
Come si realizzano • individuare chiaramente la "domanda focale", ovvero il tema che si sta descrivendo e che circoscrive l'ambito di analisi; • svilupparla per quanto possibile dall'alto verso il basso, considerando le relazioni trasversali una eccezione; • adottare una logica di realizzazione di tipo connessionista: prima avviene l'identificazione dei concetti, poi la creazione delle relazioni associative tra di essi; • riuscire a collegare i diversi argomenti in modo chiaro e corretto. Sono concetti fondamentali che l’uomo deve acquisire. ELEMENTI DELLA PROGRAMMAZIONE • accertamento dei prerequisiti • definizione degli obiettivi • scelta dei contenuti culturali e delle attività • scelta dei metodi, strategie, mezzi e sussidi • scelta della metodologia e mezzi di verifica e di valutazione
Ritorniamo al curricolo CRITERI PER L’ELABORAZIONE DEL CURRICOLO Il Regolamento sull’autonomia fissa i criteri che le istituzioni scolastiche devono osservare per l’elaborazione del curricolo. In particolare stabilisce quali siano i riferimenti prescrittivi che il Ministero deve fornire e che riguardano i seguenti aspetti: a) gli obiettivi generali del processo formativo; b) gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni; c) le discipline e attività costituenti la quota nazionale dei curricoli e il relativo monte ore annuale.
OBIETTIVI GENERALI DEL PROCESSO FORMATIVO Gli obiettivi generali costituiscono l’impianto culturale e pedagogico della Riforma scolastica e orientano le scelte educative e didattiche dei docenti
I SAPERI sono articolati in ABILITA’/CAPACITA’ CONOSCENZE Le COMPETENZE-CHIAVE sono il risultato della INTEGRAZIONE tra i SAPERI e le COMPETENZE degli ASSI CULTURALI attraverso un unico processo di insegnamento/apprendimento L’INTEGRAZIONE fra gli ASSI CULTURALI è uno strumento per l’INNOVAZIONE METODOLOGICO DIDATTICA. Offre la possibilità di progettare percorsi di apprendimento (anche attraverso il ricorso alla quota di flessibilità del 20%): • coerenti con le aspirazioni dei giovani • attente al loro diritto all’orientamento consapevole • per una loro partecipazione efficace e costruttiva alla vita sociale e professionale
I SAPERI Sono i mezzi per aiutare gli studenti a crescere, a “divenire”, a formare tutte le dimensioni della personalità, a sviluppare il potenziale creativo, la riflessione, il pensiero operativo e critico, ad assumere la piena consapevolezza di essere cittadini del mondo. CONOSCENZE Sono il prodotto dell’attività teoretica dell’uomo: il sapere teorico e pratico. Il risultato dell’assimilazione di informazioni attraverso l’apprendimento. ABILITA’ Sono il prodotto della razionalità dell’uomo : il saper fare. La capacità di applicare conoscenze per portare a termine compiti e risolvere problemi. CAPACITA’ Si intende una potenzialità e una propensione a fare, pensare, agire in un certo modo. COMPETENZE Sono l’insieme delle buone capacità portate al miglior compimento:quello che siamo effettivamente in grado di fare.
Le COMPETENZE – CHIAVE • IMPARARE ad IMPARARE • PROGETTARE • COMUNICARE • COLLABORARE e PARTECIPARE • AGIRE in modo AUTONOMO e RESPONSABILE • RISOLVERE PROBLEMI • INDIVIDUARE COLLEGAMENTI e RELAZIONI • ACQUISIRE ed INTERPRETARE INFORMAZIONI
GLI OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO - Rappresentano i livelli essenziali di prestazione del servizio scolastico - Sono presentati in maniera analitica in due distinti elenchi (conoscenza ed abilità) in ciascuna disciplina - Costituiscono il punto di riferimento dei docenti per la programmazione dei percorsi formativi personalizzati - Anche se in maniera analitica obbediscono al principio della sintesi e dell’ologramma e valorizzano l’apertura inter e transdisciplinare presente in ogni disciplina - L’ordine con cui sono elencati vale solo per i docenti e disegna una mappa culturale, semantica e sintattica che essi devono padroneggiare nei dettagli - Devono essere mediati, interpretati, ordinati, distribuiti e organizzati negli obiettivi formativi, nei contenuti, nei metodi e nelle verifiche delle unità di apprendimento Sono contenuti nelle discipline. Le discipline fanno risaltare l’attività del soggetto che apprende, il modo in cui progressivamente acquisisce i punti di vista, le modalità di indagine e gli specifici linguaggi dei diversi campi del sapere, sicuramente contribuiscono a far sviluppare il gusto e la capacità di apprendimento autonomo continuo (lifelong learning) e di orientamento personale.
Il percorso educativo, nella prospettiva della maturazione del Profilo educativo, culturale e professionale (PECUP)dello studente, utilizza gli obiettivi specifici di apprendimento per progettare Unità di Apprendimento.
OBIETTIVI GENERALI OBIETTIVI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO – ABILITA’ - CONOSCENZE OBIETTIVI FORMATIVI CONTENUTI UNITA’ DI APPRENDIMENTO ATTIVITA’ – METODI – ORGANIZZAZIONE RACCORDI INTER E TRANSDISCIPLINARI VERIFICA FORMATIVA COMPETENZE LE UNITÀ DI APPRENDIMENTO PECUP
LE UNITA’ DI APPRENDIMENTO - SI COSTRUISCONO ALL’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO SULLA BASE DEI BISOGNI FORMATIVI DEGLI ALUNNI E DELLE DOMANDE ESPRESSE DALLE FAMIGLIE - CONCORRONO A FORMARE I PIANI DI STUDIO PERSONALIZZATI Hanno la finalità di promuovere ciò che lo studente fa e deve fare per imparare Sono centrate sugli alunni Struttura psicologica dell’alunno (tratti psicologici, peculiari abilità, capacità, cognitività,) e coniugano Struttura delle discipline (struttura epistemologica e logica delle discipline)
IPOTESI DI STRUTTURA Dipartimenti X Assi culturali Ob. Generali del processo formativo (Competenze) Ob. Specifici di apprendimento (Conoscenze e abilità) CLASSI PARALLELE (es: tutte le classi prime) ( Obietti generali e specifici comuni ) CONSIGLIO DI CLASSE Programmazione coordinata per Unità di Apprendimento (sceglie i tempi, la quantità, i titoli, le modalità) Unità di Apprendimento per assi culturali all’interno del consiglio di classe tenendo conto comunque dei livelli comuni paralleli
L’unità è tale proprio in quanto organica e significativa. Perché allora si parla, oggi, di U. di A. ? Che cosa le motiva e le concretizza ? Non vi è alcun contenuto che possa essere confinato in una sola e specialistica parte della cultura, ma sempre può essere visto da più punti di vista e richiamare ulteriori approfondimenti. Le U. di A. sono ipotizzate come strumenti e procedure riferiti a una pluralità di discipline. Non occorre tuttavia progettare sempre unità d’apprendimento inter e pluridisciplinari, perché si danno discipline (italiano e matematica) che intrattengono con le altre immediate e imprescindibili relazioni e perché anche all’interno delle proposte didattiche disciplinari esistono aspetti delle stesse o elementi di altre discipline che è necessario, per il migliore apprendimento degli alunni, ricondurre ad unitarietà in modo sistematico, intenzionale e condiviso, evitando la casualità di semplici accostamenti.
Articolazione dell’Unità di Apprendimento Titolo: dà conto dell’unitarietà degli argomenti trattati e funge da filo conduttore dell’unità stessa. Ob. Specifici : sono tratti dalle Declinazioni dei risultati di apprendimento in conoscenze e abilità. Ob. Formativi: sono il risultato dell’interpretazione e della declinazione degli obiettivi specifici di apprendimento. Contenuti: sono tratti dalle discipline di studio. Strategie didattiche: sono le scelte effettuate rispetto alle attività, ai metodi e alle soluzioni organizzative. Sono procedure efficaci per promuovere un apprendimento coinvolgente, motivante e significativo. Tengono conto degli spazi, dei tempi e delle risorse umane e materiali. Ogni unità di apprendimento propone attività individuali, di gruppo e di classe, schede operative, prove di verifica adeguate alle strategie didattiche, agli obiettivi formativi e alle competenze da acquisire. Raccordi inter e transdisciplinari: assicurano la comunicazione tra le discipline. (Spiegare perché riflettere sulle discipline degli assi). Le verifiche formative: propongono prove adeguate (strutturate, semistrutturate, miste,…) per rilevare il raggiungimento o meno degli obiettivi formativi dell’unità di apprendimento. (Griglie di osservazione sistematica) OGNI SINGOLO DOCENTE FA ENTRARE LA SUA PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE NELLE UNITA’ DI APPRENDIMENTO.
Programmare significa anche rispondere alle seguenti domande:1-come valutare gli allievi prima, durante e dopo il percorso formativo?;2-quale obiettivo generale, sia pure proprio della disciplina, bisogna prefiggersi?;3-quali capacità e abilità devono essere apprese per…?;4-in quali proporzioni vanno proposte secondo l’età e del periodo dell’anno?;5-con quali metodi?;6-con quali contenuti e modalità esecutive?;7-in quali proporzioni vanno utilizzate durante l’anno in base all’età?;8-come rendere gli obiettivi didattici precisi, osservabili e misurabili?;9-quali mezzi occorrono per…?;10-quale la struttura della lezione e relative proporzioni dei contenuti?Non porsi una sola di queste domande o non dare qualche risposta pregiudica fortemente la validità stessa del progetto programmatico-formativo.Parte determinante della Programmazione è la definizione degli Obiettivi. E' necessario quindi avere, al riguardo, la massima chiarezza.
GLI OBIETTIVIDefinizione: "gli Obiettivi si possono definire come le condotte terminali che, si spera, l’allievo realizzi a seguito delle opportunità d’apprendimento offertegli o, in parole più semplici, come ciò che dovrebbe saper fare al termine di un ciclo di attività" (Sotgiu-Pellegrini).
Gli Obiettivi possono essere suddivisi in:-Obiettivi Educativi (finalità educative)-Obiettivi Propri della disciplina, che a loro volta possono essere suddivisi in: Generali, Specifici e Didattici. Questi ultimi diventeranno Operativi o Comportamentali se precisi, realizzabili, osservabili, valutabili. Ciò potrà aversi se vengono descritte la Performance, la Condizione, il Criterio.