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Le lesioni da pressione nell’ASL 4 Chiavarese 16 febbraio 2008 IP Cinzia Lanzone. Gruppo di lavoro 2004: obiettivi. Revisione e aggiornamento del protocollo di prevenzione
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Le lesioni da pressione nell’ASL 4 Chiavarese 16 febbraio 2008 IP Cinzia Lanzone
Gruppo di lavoro 2004: obiettivi • Revisione e aggiornamento del protocollo di prevenzione e trattamento delle lesioni con strutturazione e sperimentazione di schede da inserire nella documentazione infermieristica. • Strutturazione e sperimentazione di una scheda/paziente di sorveglianza epidemiologica del fenomeno LDD che potesse costituire un “registro dei casi”. • Conduzione di periodici studi di prevalenza sulle lesioni da decubito • Progettazione, attuazione e supervisione di interventi formativi rivolti alla totalità del personale sanitario con diffusione nelle UO degli strumenti operativi creati.
Programma • Rotazione trimestrale di 4 aziende, fornitrici di medicazioni avanzate, sui 4 presidi di: - Lavagna - Sestri Levante - Chiavari - S. Margherita Ligure • Formazione continua del personale sul metodo d’uso dei prodotti presentati • Monitoraggio del numero e del tipo di LDD riscontrate
N° casi trattati anno 2005 = 1594 pz stotts medio = 10 N° casi trattati anno 2006 = 606 pz in H stotts medio = 15 Anno 2006
Situazione 2006 nei presidi ospedalieri di Lavagna – Sestri levante – S.Margherita Ligure
Situazione 2007 nei presidi ospedalieri di Lavagna – Sestri levante – S.Margherita Ligure - Chiavari
Risultati: • 2005 : n° pz lesionati = 1594 (H 1155 + ADI 439) • 2006 : n° pz lesionati = 606 ( H ) risultato - 549 pz lesionati rispetto al 2005 • 2007 : n° pz lesionati = 654 ( H ) risultato - 501 pz lesionati rispetto al 2005
Bisogni: Dimensione, urgenza Problema: Grado di affrontabilità Conoscenza Ex-ante Valori del contesto in cui si opera Risorse disponibili Vincoli ed obblighinormativi Fattori condizionanti un obiettivo
Obiettivo = SMART • Specifico concreto e chiaro; • Misurabile, definito in termini di risultati osservabili; • Accordato, condiviso da tutti; • Realizzabilein base a vincoli e risorse; • Tempificato, raggiungibile in un tempo determinato
Multidisciplinarietà Conoscenza Collaborazione Condivisione di obiettivi Riconoscimento dell’expertise Responsabilità nutrizionisti Personale di supporto infermieri Care giver Medici Infermieri PZ PERSONA
La consulenza infermieristicaun mezzo per condividere PSN 2002/2004 “nel momento in cui si afferma la centralità del paziente e muta il contesto dell’assistenza, con l’emergere di una cultura del diritto alla qualità delle cure, diviene obbligo morale la garanzia della qualità professionale estesa trasversalmente a tutti i componenti dell’equipe sanitaria.”
Attitudine Contesto Motivazione Capacità + esperienza + conoscenza Comportamento professionale
In Italia non esiste una figura • professionale assimilabile riconosciuta dal • nostro ordinamento • …è necessario far riferimento alla legge • 43/2006 (professionista specialista) • Negli Stati Uniti, la figura di Nurse • Consultant (infermiere consulente), nasce • tra la fine degli anni ’70 ed i primi anni ‘80 • In Inghilterra, la Consulenza Infermieristica • viene introdotta negli anni ’90 (Consultant • Nurse, Clinical Nurse Specialist, Nurse • Specialist, Advanced Practicioner Nurse,…)
…..L’infermiere assume responsabilità in base al livelo di competenza raggiunto e ricorre, se necessario, all’intervento o alla consulenza di esperti. Riconosce che l’integrazione è la migliore possibilità per far fronte ai problemi dell’assistito: riconosce altresì l’importanza di prestare consulenza, ponendo le proprie conoscenze e abilità a disposizione della comunità professionale…… (Codice Deontologico 1999)
Procedura di consulenza: • Modalità di intervento il più possibile standardizzate • Valutazione del problema • Prestazione tecnica • Prescrizione • Attività formativa ed educativa continua • Registrazione su apposita documentazione • Ricerca epidemiologica • Individuazione di appropriati indicatori di qualità • Monitoraggio di costi/risultati • Divulgazione dei dati
OBIETTIVI • Fornire indicazioni atte al miglior utilizzo dei presidi di prevenzione attraverso la corretta valutazione del rischio di contrarre una LDD • Fornire indicazioni atte al corretto utilizzo delle medicazioni avanzate • Organizzare corsi di aggiornamento al personale sanitario, con particolare attenzione alle strutture di accoglienza per anziani • Ottenere >sicurezza per il pz e sviluppo delle competenze degli operatori • Maggior confronto e integrazione tra professionisti
Esperienze in atto (2000-2007) • Modena (prima del 2000) • Gorizia Az. N°2 Isontina (dal 2000 in diverse UUOO) • Genova Az. Osp. Villa Scassi (Lesioni cutanee) • RiminiAUSSL Ospedale (Chirurgia) • Firenze Az. Osp. Careggi (Lesioni cutanee) • Bologna Az. Osp. S. Orsola Malpighi • Biella ASL 12 (Cure palliative - enterostomisti) • Reggio Emilia ArciOspedale S. Maria Nuova
Bibliografia • Codice Deontologico 1999 • L.251/00 • L.43/06 • CCNL 2006 – 2009 • G.Nepoti- La consulenza infermieristica- Az.Osped.Univ. Policlinico S.Orsola Malpighi-Bologna • N.Colapinto – La consulenza infermieristica in wound care – • P.Gobbi – Responsabilità infermieristica in vulnologia – Helios n°2/2002 • AIUC – Associazione Italiana Ulcere da Decubito
“la difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie” (J. Maynard Keyenes)