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LA RISCOPERTA DELL’ASINO ROMAGNOLO: UN PASSO AVANTI PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’. Presentazione, aggiornata al 2008, a cura di:. Gerardo Salza Servizio Produzioni Animali Regione Emilia Romagna Tel. 051/5274453 gsalza@regione.emilia-romagna.it
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LA RISCOPERTA DELL’ASINO ROMAGNOLO: UN PASSO AVANTI PER LA TUTELA DELLA BIODIVERSITA’
Presentazione, aggiornata al 2008,a cura di: Gerardo Salza Servizio Produzioni Animali Regione Emilia Romagna Tel. 051/5274453 gsalza@regione.emilia-romagna.it Sito internet: www.ermesagricoltura.it
Cenni storici • Secondo fonti storiche, (Trattato di Zootecnia Speciale, Dott. Ezio Marchi e Dott. Ettore Masceroni – UTET Torino 1925) questa razza autoctona deriverebbe come la maggior parte delle popolazioni asinine italiane dall‘Asino Pugliese. • Un altro riscontro è segnato dai dati rilevati nell’elenco generale dei cavalli e asini stalloni del regio deposito stalloni di Reggio Emilia nel 1941, che iscriveva alla monta per le Regioni Emilia Romagna e Marche 46 stalloni di razza asinina Romagnola.
Altre citazioni • Enciclopedia Agraria Italiana- Reda Roma- 1952 • Manuale di Agricoltura – Utet- Torino 1960 • Prospetto numerico degli stalloni – Ministero dell’Agricoltura e foreste Direzione Produzione Agricole 1978 • Trattato di Zootecnia del 1925, dove si cita il Martina Franca e Romagnolo come sottorazza dell’asino Pugliese
Storia demografica della popolazione Nel secolo scorso la razza era controllata dall’Istituto di Incremento Ippico di Reggio Emilia. Gli esemplari di Asino Romagnolo erano utilizzati per compiti più disparati; dal trasporto in campagna fino all’utilizzo nell’esercito.
Storia demografica della popolazione Come per le altre popolazioni asinine, la progressiva meccanizzazione agricola, determinò un uso sempre più limitato dell’asino nei lavori agricoli; oltre a ciò lo spopolamento delle zone rurali di montagna e di collina e la riduzione della richiesta di muli, hanno determinato, dal secondo dopoguerra, con una forte accentuazione negli anni '70, il declino progressivo della razza generando il rischio d’estinzione.
Numero di capi Attualmente la popolazione è di circa 180 esemplari, di questi 138 sono fattrici (fonte dati AIA maggio 2008)
L’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione Con il Decreto Ministeriale n° 20461 del 16 febbraio 2006, è stato inserito nel Registro anagrafico delle razze e popolazioni equine riconducibili a gruppi etnici locali l’unica razza autoctona asinina della Regione Emilia Romagna: l’Asino Romagnolo
Finalità del Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione Il registro anagrafico nazionale è stato istituito allo scopo di attivare iniziative finalizzate alla conservazione e alla valorizzazione di un gruppo di razze e popolazioni locali che appartengono alla specie equina ed asinina.
Finalità del Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione Un altro argomento preso in considerazione dal registro è la tutela della biodiversità per il sostegno delle economie di nicchia e delle zone svantaggiate. In quest’ottica l’inserimento dell’Asino Romagnolo costituisce la possibilità di ripresa di una razza altrimenti destinata all’abbandono.
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione1/9 Il processo di inserimento della razza nel registro anagrafico nazionale, è stato alquanto lungo e complesso (la prima riunione è del 2003) . Le ricerche storiografiche iniziali hanno studiato e sistematizzato i documenti che evidenziavano l’impronta lasciata dalla razza sul contesto sociale.
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione2/9 Successivamente specifiche analisi scientifiche, ed in particolare lo studio sulla tipizzazione ematica da parte della facoltà di veterinaria dell’Università di Milano, hanno dimostrato l’identificazione di caratteri genetici mai riscontrati in nessun’altra razza asinina.
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione3/9 La chiave di volta però è stata la relazione del: “Progetto Asino Romagnolo” finanziato con contributi regionali, condotto dal Laboratorio di Genetica e Servizi (LGS) di Cremona su un campione di 46 soggetti, rappresentativo della popolazione censita al momento (76 soggetti, di cui 61 femmine e 15 maschi).
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione4/9 La ricerca si è basata : • sull’identificazione degli animali (il materiale biologico in oggetto di studio sono stati i crini) • sulla diagnosi di parentela mediante l’utilizzo di 11 marcatori di DNA
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione5/9 • sullo studio filogenetico (esame di 100 campioni, di cui 46 di Asino Romagnolo, 19 di Ragusano, 35 Martina Franca) • sullo studio delle distanze genetiche con altre razze asinine, mediante ulteriori 6 marcatori già in uso nella specie equina. Quest’ultimo studio ha provato che le popolazioni asinine italiane sono molto vicine tra loro ed hanno subito reciproche influenze.
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusione6/9 Conclusioni: I risultati ottenuti comprovano che la popolazione dell’Asino Romagnolo, nonostante la significativa riduzione numerica, conserva ancora un discreto livello di variabilità genetica, e presenta bassi valori di consanguineità.
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusioneScansione delle tappe7/9 25 Febbraio 2003 Prima riunione presso la Commissione Tecnica Centrale in Roma (CTC) del Registro Anagrafico Anagrafico Razze e Popolazioni Equine Riconducibili a Gruppi Etnici Locali. 27 Marzo 2003 Riunione in Regione Emilia-Romagna con le APA e le Provincie per discutere delle motivazioni del rifiuto da parte della CTC al riconoscimento e per trovarne i rimedi. Maggio 2003/2004 Colloqui e confronti con varie istituzioni scientifiche per l’attribuzione dello studio sull’entità filogenetica e le distanze genetiche interrazziali dell’Asino Romagnolo 3 Maggio 2005 Elaborazione finale e consegna della relazione tecnica “Progetto Asino Romagnolo” curata dal Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona.
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusioneScansione delle tappe - 8/9 6 Maggio 2005 Riunione con la Dott.ssa Giovanna Perrotta (Laboratorio Genetica e Servizi di Cremona) per discussione ed approfondimento riguardo ai risultati ottenuti dal “Progetto Asino Romagnolo”. 28/29 Maggio 2005 1° Convegno Nazionale sull’Asino – Centro Militare Veterinario – Grosseto: presentazione di 8 capi di Asino Romagnolo (vedi) 21 Giugno 2005 Riunione presso la CTC in Roma: esito positivo della domanda, formulata da parte della Regione Emilia-Romagna, per il riconoscimento dell’Asino Romagnolo a razza, e sua iscrizione nell’Ambito del Registro Anagrafico Razze e Popolazioni Equine riconducibili a gruppi etnici locali. 22 Giugno 2005 La stampa e la televisione comunicano l’esito positivo del percorso di riqualificazione a razza (vedi).
Iter per l’iscrizione al Registro Anagrafico razze popolazioni equine a limitata diffusioneScansione delle tappe9/9 16 Febbraio 2006 Decreto Ministeriale n. 20461 che include l’Asino Romagnolo nel Registro Anagrafico Razze Popolazioni Equine riconducibili a Gruppi Etnici Locali. 13 Dicembre 2006 Assegnazione agli uffici delle APA di BO e FC della gestione del Registro Anagrafico. 25 Luglio 2007 Inserimento della Razza Asinina Autoctona all’interno del Nuovo Piano di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 22 Settembre 2007Genzano. Emissione, da parte delle Poste Italiane, del francobollo descrittivo delle sette Razze Popolazioni italiane riconosciute in Italia (vedi)
Principali caratteristiche funzionalidella razza L’Asino Romagnolo è un animale robusto, dal carattere vivace volenteroso e affidabile. Potente nel traino e tiro leggero, ha tra le peculiarità la capacità di mantenere il trotto per lunghe distanze e questo lo rende particolarmente adatto al turismo equestre e all'onoterapia.
Principali caratteristiche morfologiche della razza Principali caratteristiche morfologiche della razza Altezza al garrese: • da 135 a 155 cm per i maschi • a 130 a 145 cm per le femmine. Mantello • costituito da peli corti e lisci, prevalentemente di color sorcino, sono presenti altresì capi baio, baio scuro, morello e sauro (presenti raramente). • Il mantello sorcino presenta una riga mulina con croce scapolare lunga e ben marcata; gli arti anteriori presentano la zebratura caratteristica che negli arti posteriori è meno evidente o assente.
Principali caratteristiche morfologiche della razza Testa: • leggera con profilo tendenzialmente rettilineo, ben portata ed espressiva, con fronte larga, narici piccole. Orecchie: • diritte, frangiate di moderata lunghezza, con pelame bianco all’interno barrate di pelo scuro all’esterno con orlatura scura. Musello: • bianco con estremità scura. Occhi: • grandi con arcate orbitali prominenti.
Principali caratteristiche morfologiche della razza Addome • bianco con linea ventrale di peli scuri dalla punta dello sterno ai genitali. Le facce interne degli arti fino a due terzi della coscia e dell’avambraccio sono bianche, mentre stinco nodello e pastorale sono rivestiti di peli scuri. Criniera: • composta di peli chiari e scuri mescolati. Coda • peli scuri nella parte interna del fusto e del fiocco, mammelle e scroto scuri. Piede con unghia scura.
Studi recenti sulla razza In un convegno sulla biodiversità zootecnica svoltosi nel comune di Sassuolo (MO) nel 2007, è stata presentata una ricerca dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza su un progetto finanziato dalla Regione Emilia Romagna su: • la caratterizzazione dal punto di vista molecolare dell’asino Romagnolo, nonché sul confronto di questa razza con altre 7 razze asinine attraverso l’utilizzo di due tipi di marcatori: il DNA mitocondriale ed i microsatelliti.
Studi recenti sulla razza I risultati conseguiti hanno stabilito che l’asino Romagnolo ha una notevole variabilità genetica ed una vicinanza genetica con la razza Martina Franca Da questo nasce l’esigenza di realizzare accoppiamenti mirati con soggetti aventi caratteristiche morfologiche e genetiche assodate.
Ulteriori studi La facoltà di veterinaria dell’Università di Parma ha attuato una ricerca su: • Risultati preliminari sui caratteri morfologici e demografici dell’Asino Romagnolo
A che punto siamo Con il contributo delle aziende e delle Associazioni Allevatori sono stati rilevati i dati biometrici richiesti dalle norme tecniche, ed in presenza del superamento dei parametri minimi richiesti gli animali sono stati identificati elettronicamente con l’impianto di microchip. Sono stati altresì registrati i dati anagrafici ed assegnata una valutazione morfologica di massima.
Prospettive I primi risultati ottenuti hanno permesso di identificare alcuni nuclei di asini romagnoli sui quali lavorare in selezione per fissare e migliorare le caratteristiche di razza. Per perseguire questo obiettivo è fondamentale poter interscambiare gli stalloni nelle varie aree di allevamento e formare un corpo di esperti di razza che consenta di individuare ed indirizzare le scelte riproduttive degli allevatori.
Prospettive In ultima analisi, i passi fondamentali da intraprendere per lo sviluppo della razza dovranno basarsi sulla ricerca dell’utilizzazione a livello zootecnico della popolazione attuale, incentrando l’impiego su: • Onoterapia • Produzioni di latte • Percorsi agrituristici • Valorizzazione del territorio.
Cosa fare e cosa non fare L'esistenza dell'asino romagnolo si potrà garantire attraverso un'attenta cura nell'organizzazione della selezione, favorendo l'incremento numerico della razza, ed evitando gli errori commessi nel passato che hanno condotto la razza sulla via dell’estinzione. Tra questi gli incroci con soggetti con peculiarità dubbie, pena la vanificazione delle operazioni di tutela.
Finanziamenti:Legge Regionale 11/80 I contributi concessi attraverso i "programmi zootecnici" promossi dalla L.r. 11/80 – hanno portato nel corso degli anni alla prima ricognizione anagrafica della razza ed alla costituzione di un registro regionale -, garantendo agli allevatori un valido supporto per la protezione e la crescita di questa importante razza autoctona.
Finanziamenti : PRSR La razza asinina autoctona, è rientrata all’interno del nuovo Piano regionale di sviluppo rurale approvato dalla CE il 25 luglio 2007 e più precisamente all'interno de: • ASSE 2 - Miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale • MISURA 214 - Pagamenti agroambientali • AZIONE 5 – Agrobiodiversità: tutela del patrimonio di razze autoctone del territorio emiliano-romagnolo a rischio di abbandono
PRSR Azione 5 L’Azione sostiene l’obiettivo specifico “Salvaguardare la diversità genetica dell’agricoltura” e contribuisce,in modo complementare e integrato rispetto alle altre Azioni, a “Salvaguardare e valorizzare la biodiversità”, tutelando il patrimonio (genetico) di razze autoctone come condizione per valorizzare la vocazionalità del territorio e la qualità degli ambienti naturali e degli agroecosistemi Inoltre ci si prefigge di mantenere o aumentare la consistenza delle razze locali
Legge Regionale 1/2008 tutela dell'agrobiodiversità Con la Legge Regionale 29 gennaio 2008 n°1 vengono istituiti: • "Repertorio volontario regionale", in cui, con il parere favorevole di una Commissione tecnico-scientifica, verranno catalogate tutte le risorse genetiche indigene tutelate. • Registi anagrafici regionali per le razze e specie zootecniche non disciplinate da normative comunitarie e nazionali • Tutte le razze e varietà catalogate nel repertorio saranno poi concretamente tutelate grazie a vere e proprie "Banche del germoplasma". (conservazione ex situ)
Progetto di legge regionale per la tutela dell'agrobiodiversità • "La conservazione "in situ" cioè nella propria azienda sarà invece affidata alla nuova figura degli "agricoltori custodi". • La legge prevede inoltre la creazione di una vera e propria "Rete di conservazione e sicurezza". Ne faranno parte, con il coordinamento della Regione, oltre agli agricoltori custodi anche Comuni, Province, Comunità montane, Enti Parco, Istituti di ricerca, Università ed Associazioni, accomunati dall´impegno a mantenere in vita il patrimonio vegetale e animali dell´Emilia-Romagna.
Esemplare di stallone di Asino Romagnolo Foto: GerardoSalza