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“Un quadro degli investimenti diretti esteri in Albania: il ruolo delle imprese italiane”. IGLI KREKA CLAMED 14-07-2011. Scheda del paese .
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“Un quadro degli investimenti diretti esteri in Albania: il ruolo delle imprese italiane” IGLI KREKA CLAMED 14-07-2011
Scheda del paese L'Albania è uno stato della Penisola balcanica, nel sud-est dell'Europa. Confina a nord-ovest con il Montenegro, a nord-est con la Serbia, a est con la Macedonia e a sud con la Grecia; Le sue coste si affacciano sul Mar Adriatico e sul Mar Ionio. • Popolazione: 3.639.453 ml ab. • Superficie:28.748 km2. • Capitale: Tirana (541.453 abitanti). • Lingua: La lingua ufficiale è l'albanese. • Religione:Musulmani(70%);Cristiano–ortodossi(18%) Cattolici (12%) • Moneta:Unità monetaria il Lek (ALL).Tasso di cambio1 €=140.76 Lek • Reddito medio mensile( pro-capite): 280 €. • Riserve minerarie e risorse naturali:Petrolio, gas naturale, cromite. • Emigrazione: Circa2mil.(800.000Grecia-500.000Italia-700.000 Mondo) • Membro: Nato -Wto- Un- Fmi- Consiglio Ue-Wipo. • Repubblica:Parlamentare.
QUADRO GENERALE Le origini e la storia del paese,le tappe più importanti: L'Albania era abitata sin dalla preistoria. I progenitori degli Albanesi sono gli Iliri. • 1478-1912: Occupazione ottomana • Il 28 novembre 1912, l'indipendenza dell'Albania . • Il 7 aprile 1939 Duce occupo militarmente l’Albania. • Dal 1946 al 1990: Il regime comunista – dittatoriale e estremamente isolazionista, di EnverHoxha • Nel 1992,Il governo comunista venne succeduto dal 1° governo democratico di Sali Berisha e attuale primo ministro del Partito Democratico , confermato alle elezioni del 1996. • Il collasso delle piramidi finanziarie portò l’Anarchia del 1997 • Nel 2009 l’Albania è entrata nella NATO e ha posto domanda di adesione all’UE. • Il 15.12.2010 e avvenuta la liberalizzazione dei visti con l’UE.
Situazione politica e istituzionale • Il quadro politico e istituzionale in Albania possiamo definirlo anche come il “Tallone d’Achille” del nostro paese in riferimento alla storiae l’instabilità politica in Albania dai anni ‘90 fino a oggi . • Questo dovuto principalmente alla mancanza di coesione politica tra i diversi partiti e soprattutto alla mancanza di un senso comune per il bene dell’paese con la strumentalizzazione della politica ai fini personali e partitici,questo quadro politico poco credibile e instabile ha comportato la perdita di fiducia delle persone nell’ governo,e anche quella della comunità internazionale. • La crisi politica tra il governo di Sali Berisha (PD), e l'opposizione di Edi Rama (PS), che non riconosce il risultato delle elezioni parlamentari del 2009, è sfociata in violenti scontri nel gennaio 2011; 4 manifestanti sono rimasti uccisi. • Lo stallo istituzionale impedisce al paese di progredire nella direzione dell'integrazione europea.
Situazione economica La transizione da un‘economia centralizzata verso un’economia di mercato. • L’economia albanese durante il regime comunista: dal 1946-1991. - Sistema economico regolamentare strettamente statale: Sovietico-Stalinista -Cancellazione del debito estero,confisca di tutte le proprietà,costituzione delle cooperative. - Il ministero delle finanze aveva l’autorità di decidere sulla politica di investimento di ogni impresa e concedeva credito tramite la banca statale. • L’ economia di mercato :dal 1991- fino ad oggi. I avvenimenti che hanno distinto questo percorso difficile verso l’economia di mercato sono stati: - La caduta del regime comunista nel 1990-91. - La crisi finanziaria del’97 (anarchia albanese) causata dagli imbrogli piramidali e dalla speculazione. - L’affluenza dei profughi politici della guerra del Kosovo nel 1999 - Il terzo lustro 2002-2007,il periodo migliore,crescita Pil – Reddito pro capite
SITUAZIONE ECONOMICA ATTUALE Fonte: Ministero Delle Finanze Albanese 2011 (** previsioni)
Tabella 2. Crescita del PIL (%) e confronto con gli altri paesi • Fonte: Banca dati della World Bank Group Grafico 1:rimesse degli emigranti e incidenza sui trasferimenti netti
Tabella 3 :indicatori economici 2007 2008 2009 2010 2011 Fonte ICE 2011
Indicatori sociali Tabella 4. Tasso di povertà (Espresso in % al PIL) Fonte: INSTAT (Istituto per le Statistiche in Albania) Tabella 5. Occupazione, Forza lavoro , Tasso di disoccupazione
I Settori produttivi e il contributo nella creazione del PIL: Grafico 2 . La formazione del PIL in base ai settori più importanti
Riforme - Privatizzazioni - Liberalizzazioni • La riforma del business, la legge n 9.723 del 3.5.2007 "Sulla costituzione del Centro Nazionale di Registrazione delle imprese” • “Strategia per lo Sviluppo del Business e degli Investimenti 2007 – 2013”D.M.N. 795,in data 07/11/2007. • “Strategia Nazionale per l’Energia 2009–2020“ • “Strategia Intersettoriale della Tutela dei Consumatori e del mercato 2007 – 2013”delibera n. 797 del 14 .11. del 2007 • “Strategia di sviluppo interregionale 2007 – 2013“ • La legge nr. 9974 del 07.07.2008 "Sulla Proprietà Industriale" • La Legge nr.9901 del14.04.2008 “Per le società commerciali” • Legge n. 9121/2003-”protezione concorrenza-Antitrust” • Legge 10316, del 16 .12.2010, per la prima volta prevede e riconosce le Società Europee, prevede un nuovo tipo di protezione per gli investitori ed investimenti esteri, chiamata “protezione statale speciale”
Privatizzazioni Grafico 3: Le privatizzazioni in Albania dal 1993-2011. Milioni (lek) • Nel 2000 ,la prima privatizzazione più importante del paese, ”la banca nazionale commerciale” • Nel 2004, la privatizzazione della ex Cassa di Risparmio. • Nel 2007 è stata realizzata la privatizzazione della Albtelecom • Nel 2008,privatizzazione della ARMO (società di petrolio nazionale) • L'anno 2009 segna il punto più alto dei proventi da privatizzazioni, con la vendita del 76% di share del Shpëndarjes System Operator JSC,distributore di energia elettrica nazionale • Durante il 2011 privatizzazioni di circa 300 mil €, centrali idroelettriche (votazione del 30 maggio 2011),INSIG,Società d`assicurazioni ,Albpetrol,
Relazioni con le istituzioni internazionali • Le relazioni internazionali dell’ Albania sono iniziate dal 1991,dopo la caduta del regime dittatoriale che ha mantenuto il paese in totale isolamento rispetto al estero, da allora in questi 20 anni l’Albania e diventato meritatamente membro di molte organizzazioni internazionali ed europee alcune tra le più importanti sono: • L’ONU • Fondo monetario internazionale (FMI) • Consiglio d’Europa • Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale (WIPO) • Unesco • Adesione alla NATO Il 2009 • Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). • Banca internazionale per lo sviluppo (world bank) • Cooperazione Italiana allo Sviluppo • Banca Europea per gli Investimenti.
Relazioni Con L’UE e Prospettive Future Di Adesione • L'Albania sta conducendo con l'Unione Europea il percorso di adesione . Negli ultimi anni ha fatto registrare progressi più o meno ampi nel rispetto di tutti i criteri di adesione: democrazia, stato di diritto, economia. Queste le tappe più importanti già percorse: • 1995 :L’Albania chiede l’avvio dei negoziati per l’accordo di Stabilizzazione e Associazione (SAA) con l’UE. • 1999 : L'UE propone un nuovo Processo di Stabilizzazione e Associazione per cinque Paesi dell'Europa orientale inclusa l'Albania (SAP). • 1º aprile 2009: entra in vigore l'Accordo di Stabilizzazione e Associazione. • 28 aprile 2009: L'Albania si candida ufficialmente ad entrare nell'UE. • 15 dicembre 2010 : L' UE toglie i visti ai cittadini albanesi anche se all’indomani della liberalizzazione dei visti, da Bruxelles è arrivata una doccia fredda. La richiesta dell'Albania di acquisire lo status di ‘Paese Candidato’ è stata bocciata. • Tra i motivi del rifiuto, risultano inadempiuti i criteri di Copenaghen. Mancanza di stabilità istituzionale; problemi nel rispetto dell'indipendenza della magistratura, corruzione, riforme sociali, sostegno alla società civile.
INVESTIMENTI DIRETTI ESTERI IN ALBANIA Parte teorica: Definizione e tipologie • Gli IDE“sono investimenti da parte di un soggetto rivolti a stabilire una relazione di lungo termine e ad acquisire interessi durevoli e di controllo in un'impresa residente in un altro Paese” • Gli IDE orizzontali hanno come obiettivo principale la penetrazione dei mercati (market - seeking). • Gli IDE verticali ,hanno come obiettivo principale la limitazione dei costi di produzione (cost-saving). Conducono alla frammentazione del processo produttivo in più fasi, svolte in paesi differenti, e alla commercializzazione internazionale dei prodotti semilavorati. • Outflow, gli investimenti generati da aziende nazionali verso l’estero. • Inflow,gli investimenti generati da aziende estere nel territorio nazionale quelli che riguardano principalmente questo lavoro. “In un’economia globalizzata,l’andamento del Mercato del Lavoro locale,dipende direttamente dalla capacità del Paese di “fare sistema” ed attirare gli inflow disponibili”
Lo Sviluppo e l’evoluzione degli ide in Albania Tabella 6: comparativa dei livelli IDE inflow : 2005-2009 in mil. € • Fonte UNCTAD • Possiamo notare che nel periodo della crisi finanziaria tra 2008-2009 in Albania gli IDE sono stati in crescita al contrario dei altri paesi del mondo e quelli balcanici. Tabella 7 : indice di performance attuale-potenzialità futura– IDE - Da 1 alto a 100 basso Fonte UNCTAD
Partner economici,volume,struttura degli investimenti Grafico 4: struttura delle importazioni Albanesi e principali paesi di riferimento Fonte: instat Albania Grafico 5:struttura delle esportazioni Albanesi e principali paesi di riferimento
volume complessivo degli investimenti Tabella 8 : Volume Investimenti Diretti Esteri in Albania – valori in milioni di euro Grafico 6: Evoluzione degli IDE in Albania : valori in milioni di euro. Fonte: Banca d’Albania
Settori principali e struttura degli ide Grafico 7- Categorie Merceologiche degli IDE in Albania: • I principali comparti merceologici, in ordine di importanza, degli IDE verso l’Albania sono : • TESSILE,ABBIGLIAMENTO, E CALZATURE; con un ammontare pari a 404 milioni di euro. L’incidenza di questi prodotti sugli IDE globali è stato del 65% circa. • INFRASTRUTTURE:Materiali Edili E Metalli;totale pari a 235 milioni di euro, con una incidenza del 23% sull' totale. • INDUSTRIA -macchinari, attrezzature e pezzi di ricambio; Nel 2010 le importazioni dell’Albania dal mondo per questo comparto hanno registrato un importo pari a 675 milioni di euro, e con una incidenza del 5% rispetto all’ totale .
QUADRO NORMATIVO E FISCALE • Il quadro normativo degli investimenti esteri in Albania è fondato principalmente sulla “Legge 7764 del 1993” che disciplina l'ammissione, il trattamento, l’espropriazione e la risoluzione delle controversie in materia di investimenti diretti esteri ed è Il primo vero passo importante riguardante la decisione del Albania di attirare gli IDE. I principali incentivi di questa legge sono: • Ha liberalizzato ed agevolato l’ingresso nel Paese di capitali ed iniziative economiche, tutelando gli investitori stranieri e fornendo loro una serie di garanzie molto ampie. • Gli investimenti stranieri non possano essere espropriati o nazionalizzati, tranne che per scopi di interesse pubblico. • Gli investitori stranieri hanno diritto di trasferire liberamente all’estero tutti gli utili realizzati. • Gli investimenti stranieri sono liberamente definiti e trattati a condizioni non meno favorevoli di quelle che si applicano agli investimenti nazionali in circostanze analoghe, escluse le proprietà dei terreni, il cui regime, è regolato da una legge speciale. • Esenzione fiscale quinquennale per le imprese che operano nel settore turistico in una delle aree di potenziale sviluppo. • Esenzione fiscale quadriennale per le imprese che operano per almeno dieci anni nel settore manifatturiero. • La Legge 9734 del 14.05.2007-“Per il turismo”,creato per gli investitori operanti nel settore turistico –designati come“soggetti privilegiati”.
Attrativita Complessiva E Analisi Rischio Del Paese Esenzioni - agevolazioni - incentivi per gli IDE • “Albania 1 Euro”:mira ad accelerare l’assorbimento di IDE nel paese, dando priorità ai piani d’accesso nel mercato degli investitori stranieri, per contratti di terreni a scopo industriale, agricolo, turistico, e di registrazione del business al costo di 1 euro. • Status speciale di “persona promossa” :per chi investe nel turismo, sarà esentato dagli obblighi doganali,dalla tassa d’accisa e l’imposta sui profitti per i primi 5 anni; e avrà una riduzione del 50% della imposta sui profitti per i prossimi 5 anni. • Un livello d’imposta sui redditi a quota fissa e del solo 10 %; per privati e aziende ,come vediamo anche dalle tabelle , e in confronto con i altri paesi dell’ est Europa l’Albania ha la tassazione più bassa.
Indicatori di business : i progressi e le problematiche del paese riguardo gli IDE 1.The World Bank Report:"Doing Business 2011”-Albania - 183 stati:
2.Index ofeconomicfreedom 2011-Albania “Questo indice posiziona l’Albania al 70 posto su 183 paesi del mondo. L'Albania è classificata 33a tra le più libere economie tra i 43 paesi della regione d'Europa, e il suo punteggio complessivo è superiore alla media mondiale “ Grafico 8:indice liberta economica mondiale –Albania - Da 0-100 • “Il Punteggio complessivo dell'Albania per la libertà economica è limitato dai diritti di proprietà deboli , che è in gran parte sono a causa di interferenze politiche nel sistema giudiziarioe dalla corruzione dilagante”
Gli indici mostrati fino a ora fanno vedere che notevoli progressi sono stati effettuati in molti settori negli ultimi anni in Albania per attirare gli investimenti e per cerare un clima favorevole al business ma ce ancora molto da fare e ci sono ancora molti problemi da risolvere e questo viene riscontrato soprattutto in ambiti che riguardano: • “l'accesso ai finanziamenti” -“corruzione” • “regolamentazione fiscale” -“burocrazia” • “inefficienza del governo”-”instabilità politica”-“inflazione” Tabella : Fattori più problematici per fare impresa in Albania:in ordine decrescente
analisi rischio del paese • Con riferimento alla protezione degli investimenti stranieri l’Albania si colloca al 14° posto, seguita dalla Slovenia, dalla Serbia, e persino dall’Ungheria e dalla Croazia. • La SACE (società di assicurazione del credito e protezione degli investimenti esteri) ha dato un segnale di apprezzamento verso questa economia riducendo il rischio Paese dalla 7°alla 6° categoria. E’auspicabile che tale apertura verso l’Albania prosegua anche in futuro. • Rischio politico:medio: outlook negativo • Rischio economico: medio: outlook stabile • Rischio finanziario :medio: outlook negativo:Il ruolo ridotto dell’intermediazione finanziaria si riflette negativamente sullo sviluppo del settore privato ed in particolare delle PMI. • Rischio operativo:medio: outlook stabile:costi della corruzione , ,infrastrutture risultano poco sviluppate
Presenza italiana in albania Rapporti storici Italia - Albania: • L’Albania è il paese balcanico con più legami storici con l’Italia, dove è maggiormente diffusa la lingua italiana. Ma e soprattutto il tradizionale legame culturale e di amicizia tra i due popoli, così ricco ed articolato, a rappresentare il fondamentale collante del rapporto. Rapporti commerciali: • La vicinanza geografica, le affinità culturali , così come gli intensi rapporti politici hanno contribuito in questi anni a collocare l’Italia come :“primo partner commerciale,primo partner per presenza imprenditoriale, primo donatore bilaterale” Tabella: Interscambio Italia - Albania
INVESTIMENTI ITALIANI E LE PRINCIPALI IMPRESE • Le imprese italiane in Albania sono circa 500 e rappresentano in assoluto,la nazione con più aziende nel paese. Sono concentrati principalmente nella parte occidentale del paese, lungo la costa adriatica. • La maggior parte sono PMI nei settori delle costruzioni (35 %), del tessile,abbigliamento e calzature (21 %), del commercio e dei servizi (16%),dell’industria %).Sono prevalentemente aziende di trasformazione,tra imprese a capitale interamente italiano e joint venture. • Gruppi industriali di grandi e medie dimensioni,si stanno sviluppando,attratti dalle prospettive nei settori dell’energia,delle infrastrutture è del cemento. • Rilevante è la presenza nel Paese di due grandi gruppi bancari italiani, (Intesa San Paolo e il Gruppo Veneto Banca/BIS) • La presenza italiana in Albania è costituita anche da chi lavora nel campo delle attività sociali,a favore della popolazione locale:Organizzazioni Non Governative (ONG) e le (ONLUS)
Tra i più importanti gruppi italiani figurano : • Divella e Conad nel settore alimentare. • Casa Isnardo, Acciaierie Venete nel settore edile. • Gruppo Enel Power ed Essegei nel settore energetico. • Darfo e Petrolifera Italo-Rumena nell’estrazione ,stoccaggio dei minerali. • Ital-strade e Ital-cementi nelle infrastrutture Attualmente sono attive 80 iniziative e progetti per un valore di 335mln €, articolate nei diversi settori , come di seguito indicati: Grafico 9: Progetti e iniziative Italiani in Albania Fonte :cooperazione italiana. Sviluppo 2011
Politica Regionale Italiana In Albania Sono attive in questo momento in Albania quattro regioni, Emilia Romagna e Toscana a Scutari, Lazio a Durazzo, Marche a Valona, i comuni di Modena, Venezia a Scutari,la provincia di Ancona a Valona. Accordi bilaterali più importanti tra Italia – Albania • Incentivi italiani all’afflusso di investimenti in Albania: Agevolazioni di cui all’articolo 7 della Legge n. 49 ,1987. • La Cooperazione Italiana allo Sviluppo è presente dal 1991. • Attualmente tra l’Albania e l’Italia sono in vigore circa 66 trattati e accordi bilaterali di cooperazione tra i 2 governi (dati ministero degli esteri Italiano). Il primo firmato a Roma il 22.06.1957 “accordo per il regolamento di questioni derivanti dal trattato di pace del 10.02.1947. L’ultimo accordo fra i due paesi il 26 .04. 2011,sulla partecipazione al Fondo Albanese di Garanzia in quadro al Programma di Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese promosso dalla Cooperazione Italiana.
La delocalizzazione produttiva delle imprese italiane in albania Le Teorie di internazionalizzazione : • Tali teorie possono essere suddivise in due grandi filoni: • Le teorie del commercio internazionale. • Le teorie degli IDE o dell’impresa multinazionale. • Contributi riconducibili a questo filone interpretativo: • Il contributo del modello di Vernon -1966:”ciclo di vita del prodotto” • Il modello di Hymer -1976:”afferma che i vantaggi alla base della crescita multinazionale possano essere non solo firm-specific, ma anche country-specific.” • La teoria “eclettica”- Dunning -1991:”opera un importante ampliamento della teoria dell’internazionalizzazione,introducendo nello schema interpretativo variabili di tipo localizzativo.” Propone una interpretazione a tre livelli che spiega le scelte delle imprese: • In funzione dell’esistenza di vantaggi da proprietà(ownershipadvantages). • Da internazionalizzazione,derivanti dall’integrazione nell’impresa di attività diverse. • E infine vantaggi localizzativi,connessi alle caratteristiche dei paesi ospitanti.
Parte Teorica:La delocalizzazione produttiva “Nell’ambito dell’internazionalizzazione produttiva sono due i fenomeni che hanno maggiore incidenza: la delocalizzazione produttiva ed il raggiungimento o il mantenimento di determinate quote di mercato” “Per delocalizzazione si intende: il trasferimento della produzione di beni e/o servizi in altra regione della stessa nazione o in altri paesi, in genere in via di sviluppo o in transizione.” «Frammentazione internazionale della produzione» (FIP)
Modalità di attuazione: 1. Outsourcing:si intende,l’uso e l’influsso di risorse, beni e competenze di terzi a fronte di un contratto. La modalità tradizionale di divisione della produzione è quella che abbiamo già indicato e che prevede acquisire sul mercato dei beni intermedi e prodotti da un'altra impresa, la produzione viene affidata ad un’altra impresa che sta fuori dai confini nazionali. 2. Subfornitura o sub contrattazione. La sub-fornitura è una tipologia di accordo contrattuale tra imprese che rappresenta il primo livello di cooperazione. 3. IDE. L’azienda tramite IDE, de localizza le attività della catena del valore per agire direttamente nel mercato estero. Si stabilisce un interesse durevole in un’impresa che risiede in un Paese straniero ovvero una relazione di lungo termine in aggiunta all’esercizio di un’influenza sulla gestione dell’impresa. • L’IDE può essere realizzato in due forme: A. investimento di tipo greenfield B. investimento di tipo brownfield 4. Joint venture. L’impresa può decidere se de localizzare la produzione servendosi di partner esteri. “Si definisce joint venture un sistema organizzativo - manageriale di tipo triadico, costituito da due partner e dall’entità costituita ex-novo”
Tipologie di delocalizzazione: 1) Produzione parziale o totale di alcuni semilavorati e assiemi. 2) La produzione parziale o totale di una o più fasi del processo produttivo. 3) La produzione parziale o totale di un prodotto o una linea di prodotti. 4) La delocalizzazione di tutta la produzione di serie. Fattori che influenzano la decisione di de localizzare
La situazione Italiana • Per un Paese come l'Italia, caratterizzato da un minore grado di internazionalizzazione attiva rispetto agli altri Paesi sviluppati e da una forte incidenza economica delle piccole e medie imprese, la fase di "delocalizzazione diffusa" appare di estremo interesse. • I settori maggiormente coinvolti sono quello dei prodotti alimentari e derivati, autoveicoli, moto e biciclette, che occupano le prime posizioni, seguiti dal comparto della lavorazione dei metalli e da quello riguardante macchine e apparecchi meccanici,preceduto dall’abbigliamento, il settore elettronica e telecomunicazioni. • Il motivo principale che spinge le imprese italiane a de localizzare è la differenza del costo del lavoro tra l’Italia e i Paesi Europei Orientali e Meridionali, il Far East e il Nord Africa Le zone geografiche verso le quali le imprese italiane de localizzano
La scelta delle imprese Italiane di de localizzare in Albania • Motivazioni
Effetti positivi derivanti dalla de-localizzazione in albania
EFFETI NEGATIVI DERIVANTI DALLA DELOCALIZZAZIONE • Riduzione Del Livello Occupazionale Paese D’origine • Rischio Paese (Rischio Naturale -Geografico - Socio-politico - Rischio Economico) • Aumento Dei Costi Logistici • Perdita Di Controllo Della Qualità del Prodotto • Rischi Di Trasferimento Del Know-how • Perdita D’immagine • Perdita Di Produzione Interna • Perdita Di Servizio • Perdita Di Produzione Durante Il Trasferimento • Aumento Del Divario Salariale Tra Lavoratori Qualificati E Lavoratori Non Qualificati
L’esperienza di alcune aziende Italiane • Alcune delle maggiori imprese italiane che da anni hanno trasferito all’estero le loro attività. Tra le altre ricordiamo: • FIAT : stabilimenti aperti in Polonia, Serbia, Russia, Brasile, Argentina. Persi in Italia 20.000 posti di lavoro . • DAINESE: due stabilimenti in Tunisia, circa 500 addetti; • GEOX: stabilimenti in Brasile, Cina e Vietnam; su circa 30.000 lavoratori solo 2000 sono Italiani. • BIALETTI: fabbrica in Cina, ed i lavoratori di Omegna licenziati. • OMSA: stabilimento in Serbia,cassa integrazione per 320 lavoratori • ROSSIGNOL: stabilimento in Romania, 108 esuberi a Montebelluna. • DUCATI ENERGIA: stabilimenti in India e Croazia, chiuse le fabbriche Italia. • BENETTON: stabilimenti in Croazia. • CALZEDONIA: stabilimenti in Bulgaria. • STEFANEL: stabilimenti in Croazia
Il caso dei call - center trasferiti in Albania • “Un caso di importanza particolare e che sta avvenendo proprio in questo periodo e quello della delocalizzazione delle varie aziende di call- center dal Italia verso l’Albania un fatto che sta rendendo allarmanti i dati occupazionali in Italia con la perdita di molti posti di lavoro e molte proteste effettuate questi giorni dai operatori delle varie compagnie ” In particolare i lavoratori e sindacati denunciano: Una strategia che rischia di: • a- “ridurre” le attività lavorate internamente dalle grandi aziende, riducendo i livelli occupazionali interni ed impedendo possibili riconversioni degli attuali occupati; • b- “stressare” con gare al massimo ribasso anche la parte finale della filiera, con outsourcing sempre più ridotti a divenire stazioni appaltanti di altre aziende (con fenomeni di sub appalto, che fanno perdere poi “le tracce” delle stesse attività di customer); • c- incentivare la delocalizzazione di attività a forte valore aggiunto, verso paesi dove le condizioni dei lavoratori sono drammatiche e i dati sensibili sono a rischio.
TELECOM ITALIA: TIMcall center in Albania, Tunisia, Romania, Turchia per un totale di circa 600 lavoratori. • WIND: call center in Romania ed Albania per un totale di circa 300 lavoratori impiegati. • H3G:call center in Albania, Romania e Tunisia per circa 400 lavoratori impiegati. • VODAFONE/TELE 2: tramite i suoi principali fornitori (Comdata, Comdata Care, E-Care,Transcom, ecc.) sono già operanti sub appalti in Romania per circa 300 lavoratori. In corso di definizione sono inoltre operazioni di sub appalto in Albania. • FASTWEB: diverse attività in sub appalto sono attualmente lavorate in Albania e Romania, anche se per soli picchi produttivi da parte di fornitori. • SKY ITALIA: call center in Albania per un totale di circa 250 lavoratori impiegati. • D'altronde tra l'Italia e l’Albania c'è un divario enorme sotto il profilo salariale. Un lavoratore di call center qui costa alle aziende circa 15 euro lordi, in Albania solo 5 euro. Una bella differenza che spiega il motivo principale di questo trasferimento.
Vorrei riportare qui per intera una affermazione significativa di pochi giorni fa, come a me inoltrata da un operatore, che per l’ironia della sorte e anche mio amico che lavora preso “Albacall Albania” uno dei tanti call - center a Tirana. “Alla fine siamo noi i migliori , in un anno abbiamo avuto risultati sorprendenti a Tirana come performance e soddisfazione del cliente in qualità di operatore, i call center italiani hanno raggiunto questo livello per 9 anni! per me la vera torre di Babel sta in Italia e le proteste contro la delocalizzazione in Albania dove si inventa di tutto ,dati sensibili , incapacità , paura, e quant'altro purché offendere l'Albania, stanno portando l'Italia a isolarsi dal mondo e impreparata di fronte alla globalizzazione“ Artion Mita - Operatore, Tim Albacallsh.p.k–Tirana
Ma sono più i posti di lavoro persi o quelli creati dalla delocalizzazione? • I risultati di uno studio1 su Stati Uniti e Gran Bretagna mostrano che la delocalizzazione non comporta una caduta nell’occupazione aggregata,perché rende aziende e settori più efficienti e dunque contribuisce alla creazione di nuovi posti di lavoro con una maggiore produttività del lavoro e una espansione delle attività in altre linee di produzione che controbilanciano le eventuali perdite occupazionali dovute all'esternalizzazione di alcune fasi della produzione. • Esempio:”un'azienda potrebbe licenziare alcuni dipendenti perché importa servizi di tecnologia dell'informazione, ma dal momento che diviene così più efficiente, potrebbe decidere di espandere il suo dipartimento di ricerca & sviluppo, creando così nuovi posti di lavoro” • 1Amiti, Mary e Shang-Jin Wei, "Fear of Ousourcing: Is it Justified?" Working Paper 04/186, e Nber Working Paper 10808. http://www.nber.org/papers/w10808
conclusioni • L’obiettivo del mio lavoro era di rappresentare un quadro complessivo degli investimenti esteri in Albania, le dinamiche di questi investimenti e i progressi effettuati, questo riferito in particolare al ruolo chiave che l’Italia ha avuto in Albania fino dai primi anni ’90 ,avendo giustamente e a pieni voti acquisito il posto del principale partner economico del Albania. • “L'odierno impegno della cooperazione italiana in Albania riflette il consolidato legame tra i due Paesi che si articola su varie aree di intervento,e in particolare dagli investimenti e dalla delocalizzazione delle imprese italiane in Albania, ma anche tramite piccoli contributi come questo lavoro, e quello di tanti studenti Albanesi in Italia “ • “Per il futuro si respira aria di ottimismo tra Italia e Albania, con la speranza che la collaborazione tra i due paesi continua a restare fattiva e vitale portando le due nazioni a una interazione sempre più stretta “