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FISIOPATOLOGIA DELL’ACUFENE. Dott. Davide Soloperto Prof.ssa Elisabetta Genovese Reggio Emilia 18 Ottobre 2008 . Acufene: definizione. Il termine deriva dal greco “ cosa udita ” ed “ apparire ”. Sinonimo è tinnito, che deriva dal latino tinnitus e significa “ squillare ”.
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FISIOPATOLOGIA DELL’ACUFENE Dott. Davide Soloperto Prof.ssa Elisabetta Genovese Reggio Emilia 18 Ottobre 2008
Acufene: definizione • Il termine deriva dal greco “cosa udita” ed “apparire”. Sinonimo è tinnito, che deriva dal latino tinnitus e significa “squillare”. • Sensazione uditiva in assenza di stimolazione sonora esterna.
Cenni storici • Se ne trova traccia già nella tradizione egizia, ma viene studiato con metodo da Ippocrate. • Altre citazioni sono presenti in Aristotele e nella medicina romana fino ad arrivare a quella rinascimentale. Ciascun autore suggerisce strategie terapeutiche diverse.
Ludwig Von Beethoven descrisse la sua esperienza con gli acufeni in una lettera a un amico nel 1801, “solo le mie orecchie fischiano continuamente giorno e notte, posso affermare di vivere realmente una vita infelice”.
Epidemiologia dell’acufene • Prevalenza nella popolazione generale fra il 6 ed il 28%. • Tra il 10 ed il 25% della popolazione adulta ha percepito un acufene prolungato almeno una volta nella vita. • Si stima che il 5% circa della popolazione sia affetta da acufene cronico. • Età media 40- 60 anni
Più frequentemente bilaterale, quando monolaterale riferito a volte come “nella testa”. • Associato ad ipo-iperacusia (fino ad arrivare alla fonofobia) • Nelle forme invalidanti effetti sul sonno, sull’attenzione e sullo stile di vita in generale.
Caratteristiche dell’acufene • Spesso subdolo e maldefinibile. • Viene indicato in genere come un fischio o un ronzio, ma i pazienti possono descriverlo anche in altri modi. • Costituito solitamente da un suono unico. • Costante, intermittente o fluttuante.
Acufene nel bambino • Sembra maggiormente associato alla perdita uditiva (50-60% di bambini con sordità parziali e 29% con ipoacusia profonda) • Al contrario dell’adulto, meno invalidante per il bambino.
Classificazione clinica • Acufene soggettivo, molto comune, detto anche “suono fantasma”. • Acufene oggettivo, più raro, a volte udibile anche dall’esaminatore. Indicato anche come falso, vibratorio o estrinseco.
Acufeni oggettivi Si manifestano in genere in normoudenti e per patologie extrauditive. Pulsanti e non. Possono essere di natura: • Vascolare ( anomalie congenite, fistole a-v,tumori glomici,patologie cardiovascolari) • Muscolare ( mm tensore ed elevatore del velo del palato, mm stapedio e tensore del timpano) • Tubarica • Articolare ( sindrome di Costen, cranio-mandibolare, disfunzione dell’ATM)
Acufeni soggettivi Sintomo della disfunzione del sistema uditivo. Cause più comuni: Idiopatico (60%) Trauma acustico Traumi cranici Presbiacusia,otosclerosi,Malattia di Meniere Farmaci ototossici Otiti croniche Altro
Neurofisiologia dell’acufene • L’acufene è una percezione illusoria simile a quella dell’arto fantasma per il sistema somato-sensoriale. • Si può accompagnare a fenomeni di distorsione della percezione uditiva con alterazione della qualità del messaggio verbale. • Pur essendo percepito come suono o rumore,la sua patogenesi non può essere unicamente individuata nell’orecchio.
Danno cocleare La maggior parte degli acufeni genera da una lesione cocleare. Eseguiti diversi studi a livello istologico, biochimico ed elettrofisiologico sulle modificazioni indotte nella coclea da vari agenti lesivi noti: • trauma acustico (Norena-Eggermont,2003) • somministrazione di salicilati e chinino(Jastreboff,1995;Raphael,2000)
Danno cocleare Diversi studi superano il modello di sola genesi cocleare di acufene: • Tinnito persiste dopo asportazione neurinoma dell’VIII • Pazienti affetti da ipoacusia neurosensoriale non sempre hanno acufene cronico. • La loudness dell’acufene non è sempre correlata alle implicazioni nella vita quotidiana
Teoria di Jastreboff (1990) • Danno periferico • Riorganizzazione delle vie uditive centrali • Modificazioni del sistema limbico
Neurofisiologia dell’acufene • Meccanismi sottocorticali extrauditivi partecipano alla genesi dell’acufene. Questa compartecipazione spiegherebbe i sintomi di accompagnamento delle forme più gravi (disordini affettivi,iperacusia, depressione). • Esso è un effetto inatteso di “adattamento compensatorio” al danno uditivo.
Neuroplasticità del sistema uditivo • Il sistema nervoso centrale in via di sviluppo è plastico, potendosi adattare in risposta a diversi stimoli. • Recenti osservazioni hanno dimostrato che anche il sistema nervoso maturo è dotato di una certa plasticità.
La neuroplasticità è finalizzata ad un migliore adattamento dell’organismo all’ambiente. • Gli stessi meccanismi che determinano adattamenti plastici sono responsabili della comparsa di interazioni sensoriali abnormi come nel caso dell’acufene.
Periferia uditiva Il trauma acustico determina: • Disassociazione funzionale fra cellule ciliate esterne e interne • Perdita o disaccoppiamento delle stereocilia delle CCE dalla membrana tectoria • Variazione dei mediatori fra CCI e fibre afferenti con variazione (riduzione) dell’attività spontanea di scarica
Salicilati e chinino • L’acido acetil-salicilico agisce a livello delle cellule cigliate esterne, riducendo l’ampiezza del potenziale d’azione del nervo evocato a basse intensità di stimolazione. • Il chinino blocca i canali per il K Ca dipendenti, modificando il potenziale di membrana delle cellule cigliate interne ed esterne.
La via lemniscale • Dopo esposizione a rumore si osserva riduzione della frequenza basale di scarica del N.C.V. e del collicolo inferiore. • Nella corteccia uditiva primaria l’attività basale di scarica aumenta due ore dopo il trauma. • Estensione di aree corticali caratterizzate da attività sincrona.
Le vie extralemnscali • Aumento della frequenza basale di scarica dopo il trauma. • Stadio più elevato dell’elaborazione dell’informazione uditiva. • Attivazione del sistema talamo-corticale: • acufeni e dolore intrattabile.
Il sistema limbico • Percezione dell’intensità dell’acufene correlata con il sistema limbico. • Controllo e modulazione della trasmissione dell’informazione afferente ed attenzione selettiva.
Acufeni e….. • Sistema somato-sensoriale • Movimenti oro-facciali • Manipolazioni cranio-cervicali • Deviazioni statiche dello sguardo
Nella patogenesi dell’acufene entrano in gioco complessi meccanismi di ri-organizzazione delle mappe tonotopiche corticali, con la compartecipazione di diverse aree non strettamente connesse con le vie uditive. • La comprensione di questi meccanismi può consentire l’applicazione di protocolli terapeutici sempre più validi nel trattamento dell’acufene.
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