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L’Italia della prima repubblica

L’Italia della prima repubblica. 1946-1948: Repubblica e Costituzione. 1948-1953: gli anni del centrismo e della guerra fredda. 1945-1958: la ricostruzione economica. 1960-1968: l’epoca del centro-sinistra. 1953-1963 (-fine anni’60): il miracolo economico.

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L’Italia della prima repubblica

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Presentation Transcript


  1. L’Italia della prima repubblica

  2. 1946-1948: Repubblica e Costituzione 1948-1953: gli anni del centrismo e della guerra fredda 1945-1958: la ricostruzione economica 1960-1968: l’epoca del centro-sinistra 1953-1963 (-fine anni’60): il miracolo economico 1967- 1979: Contestazione, terrorismo, crisi economica 1980-1994: crisi e caduta della prima repubblica

  3. I PARTITI POLITICI ITALIANI NEL DOPOGUERRA Partito d’azione 1942- 1947 Parri, La Malfa, Calamandrei Terza via: integrazione tra socialismo e democrazia Partito socialista 1892 (1943) Nenni Riformismo socialista Attuazione del socialismo nelle istituzioni democratiche. Dialogo con l’URSS Partito comunista 1921 Togliatti Rottura con il PCI. Dialogo con gli USA Partito socialdemocratico (1947) Saragat Partito repubblicano 1895 Pacciardi Laicismo e liberalismo Democrazia cristiana 1942 De Gasperi Attuazione dei valori cristiani. Dialogo con la Chiesa e gli USA Partito liberale 1922 (1943) Einaudi Liberalismo politico, liberismo economico. Difesa degli interessi della borghesia Fronte dell’Uomo qualunque 1946 Giannini Insofferenza per l’antifascismo, anticomunismo. Sfiducia verso partiti e istituzioni Movimento sociale 1946 Almirante Ripresa di alcuni valori del fascismo e della repubblica di Salò

  4. Dalla liberazione alla Costituente • 21 giugno ‘45: primo governo provvisorio presieduto dall’azionista Ferruccio Parri, costituito da tutti i partiti del CLN. Programma: creazione di istituzioni politiche ed economiche il più vicine possibili alla democrazia diretta (attraverso la partecipazione ad esempio degli operai alla gestione delle fabbriche). Epurazione degli elementi fascisti. Sfiducia e diffidenza da parte degli americani, delle forze conservatrici e dell’industria. Conflitti tra Nord e Sud. • Novembre ‘45: governo De Gasperi e normalizzazione. Creazione di nuove istituzioni statali sul modello dello stato liberale pre-fascista. Pacificazione nazionale attraverso un provvedimento di amnistia firmato dal ministro della giustizia Togliatti per i crimini politici e militari. • 1946: prime elezioni amministrative e primo voto a suffragio universale. Affermazione della DC. • 2 giugno 1946: referendum costituzionale. 90% di affluenza. 12.717.923 voti per la repubblica, 10.719.284 voti per la monarchia. Umberto II in esilio in Portogallo. Elezione dell’Assemblea Costituente.

  5. Composizione dell’Assemblea Costituente

  6. La Costituzione italiana I principi fondamentali. Art. 1-12 Parte I. Art. 13-54. Diritti e doveri dei cittadini Art. 13-28. Rapporti civili. Art. 29-34. Rapporti etico-sociali. Famiglia, matrimonio, scienza, cultura, diritto allo studio e alla salute, educazione. Art. 35-47. Rapporti economici. Tutela del lavoro, proprietà privata, risparmio, diritto all’assistenza e alla previdenza, diritti sindacali. Art. 48-54. Rapporti politici. Voto, partiti, difesa della patria. Parte II. Art. 55-139. I meccanismi dell’esercizio del potere. Titolo I. Art. 55-82. Il Parlamento Titolo II. Art. 83-91. Il Presidente della Repubblica. Titolo III. Art. 92-100. Il Governo Titolo IV. Art. 101-113. La Magistratura Titolo V. Art. 114-133. I comuni, le province, le regioni. Titolo VI. Art. 134-139. Le garanzie costituzionali.

  7. I principi fondamentali. Art. 1-12 Art. 1 L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Art. 2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Art. 4 La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società. Art. 5 La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento. Art. 6 La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche.

  8. Art.7 Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale.[1] Art. 8 Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze. [2] Art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Art. 10 L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge. Non è ammessa l'estradizione dello straniero per reati politici. [3] Art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. Art. 12 La bandiera della Repubblica è il tricolore italiano: verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni.

  9. Il Trattato di pace e i nuovi confini (1947)

  10. 1948-1953. Gli anni del centrismo e della guerra fredda • Prima metà del ‘47: svolta moderata di De Gasperi in ottica filo-occidentale e filo-statunitense e anticomunista. PCI e PSI escono dal governo. Fine della collaborazione governativa del fronte antifascista. • 18 aprile ‘48: prime elezioni politiche repubblicane. PCI e PSI si presentano uniti. Forte pressione statunitense in senso anticomunista. I finanziamenti del piano Marshall vengono espressamente subordinati ad una sconfitta delle sinistre. Propaganda della Chiesa cattolica nelle parrocchie e attraverso l’AC contro il voto alle sinistre. Campagna elettorale in un clima di guerra fredda. • Grande vittoria della DC. Inizio del centrismo, governo quadripartito (DC, PSDI, PLI, PRI). PCI prima forza di opposizione. • Elezione di Luigi Einaudi alla Presidenza della Repubblica • Luglio ‘48: attentato a Togliatti e forte tensione sociale. Scontri, sciopero generale, rischio insurrezionale. • Rottura dell’unità sindacale e nascita di CGIL, CISL, UIL. • La prima legislatura dura per tutti i cinque anni previsti dalla Costituzione (‘48-’53). La coalizione quatripartitica assicura stabilità interna, consolidamento della situazione economica sociale grazie all’inserimento nel piano Marshall, politica estera filo-occidentale e filo-statunitense. L’Italia entra nel patto Altantico ed è tra i paesi fondatori nelle varie fasi del processo di integrazione europea.

  11. La fine dell’era De Gasperi e del centrismo • 1951-’52: consistente calo di consensi alla DC in occasione delle elezioni amministrative. Proposta di un cambiamento della legge elettorale in direzione maggioritaria, con un premio di maggioranza che garantisse il 65% dei seggi al partito o alla coalizione che avesse raggiunto la maggioranza assoluta (50% +1 dei voti). Obiettivo: la governabilità. • Vivace opposizione della sinistra che definisce la legge elettorale “legge truffa”, scioperi, manifestazioni. Il governo riesce ugualmente a far approvare la legge. • Giugno ‘53: nuove elezioni politiche. Coalizione di governo al 49.85%, non sufficiente per far scattare il premio di maggioranza. Calo dei consensi alla DC (40%), aumento dei consensi a piccoli partiti reazionari (monarchici, missini), sinistre al 35%. • Fine dell’egemonia politica di De Gasperi che non riesce a ottenere la fiducia in Parlamento. • ‘53-’58. Continua la politica centrista (Pella), ma senza consistenti risultati. “Immobilismo”

  12. Il “miracolo economico” • Dopo la ricostruzione che aveva impegnato i primi dieci anni del dopoguerra, si verifica in Italia un processo di crescita economica, trainata dallo sviluppo industriale, che porta tra il 1951 e il 1958 un aumento del PIL pari ad una media del 5,3% annuo e un aumento tra il 1953 e il 1963 del reddito pro-capite da 557 a 970 dollari. • Tra i motivi di questa crescita: Manodopera a basso costo, nuove fonti energetiche come il metano e l’energia termoelettrica, la conversione delle industrie dell’IRI ad una produzione di acciaio a basso costo, il mercato comune europeo e una progressiva riduzione delle tariffe doganali, la stabilità dei prezzi delle materie prime. Inoltre il basso costo del denaro che favorisce gli investimenti e una certa stabilità monetaria imposta dalla Banca d’Italia. • Economia mista, che unisce liberismo e interventismo statale. Combinazione di industria pubblica (IRI, ENI) che si occupa dei settori con maggiori investimenti e produttività differita (cantieristica, siderurgia, energia) e privata (beni di consumo durevoli). • Traino della crescita fu l’industria, in particolare quella automobilistica, meccanica di precisione, degli elettrodomestici e delle fibre sintetiche che avevano come sbocco sia il crescente mercato interno del consumo di massa sia le esportazioni. • Il triangolo industrial: Milano, Torino, Genova. Lo sviluppo del Nord e la stagnazione del Sud. Nonostante la Cassa per il Mezzogiorno e le iniziative di costruzione di infrastrutture e servizi che migliorano le condizioni di vita della popolazione lo sviluppo non decolla.

  13. Trasformazioni sociali • La migrazione interna: la disparità di sviluppo tra Nord e Sud produce un’ondata migratoria interna di cittadini meridionali alla ricerca di lavoro nelle grandi fabbriche del Nord. Tra il 1951 e il 1961 la popolazione di Milano aumenta del 25% e quella di Torino del 42%. • Diminuzione di occupati nell’agricoltura e aumento nell’industria e nel terziario. • Aumento della scolarizzazione e diminuzione dell’analfabetismo all’8% • Cambiamento della fisionomia delle città del nord e diffusione di comportamenti razzisti e discriminatori. • Disordinata urbanizzazione e disuguaglianze sociali

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