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La biodiversità: una risorsa essenziale della natura. gli interventi della regione siciliana sulla biodiversità. LA RETE ECOLOGICA SICILIANA. LA GEOMETRIA DELLA RES Sistemi integrati naturali prioritari di intervento Sistemi integrati ad alta naturalità
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La biodiversità: una risorsa essenziale della natura. gli interventi della regione siciliana sulla biodiversità
LA RETE ECOLOGICA SICILIANA • LA GEOMETRIA DELLA RES • Sistemi integrati naturali prioritari di intervento • Sistemi integrati ad alta naturalità • Ambiti naturali di connessione dei sistemi integrati ad alta naturalità • I corridoi ecologici • Ambiti territoriali “sovrautilizzati”
SISTEMI AD ALTA NATURALITÀ Alcantara Sistema dunale relitto Erei e laghi
NATURA 2000 IN SICILIA Strumenti di programmazione: Progetto Integrato Regionale (PIR) Rete Ecologica Siciliana Piani di Gestione (PdG) (in applicazione dell'art. 6 Dir. Habitat) Fonti di finanziamento: Misura 1.11 az. 3 POR 2000-2006 Accordo di Programma Quadro (APQ) Sviluppo Locale – Addendum Isole Minori
Gli strumenti a disposizione… fino a ieri…. • L’esperienza di Life Natura • L’esperienza della programmazione 2000-2006 (Fondi strutturali; QCS Misure Rete Ecologica) • L’assistenza tecnica
Le prospettive 2007-2013:i nuovi strumenti finanziari….. • Fondi strutturali • Sviluppo Rurale • Pesca • 7 Programma Quadro Ricerca e Sviluppo • Life Plus
Le prospettive 2007-2013:…per raggiungere questi obiettivi • Predisposizione Piani di Gestione e misure di conservazione • Predisposizione misure di monitoraggio • Valorizzazione biodiversità attraverso l’incentivazione di attività antropiche compatibili • Ripristino e miglioramento
Attività per la realizzazione dei Piani di gestione dei Siti Natura 2000 La fase propedeutica al percorso di realizzazione dei Piani di gestione ha riguardato la sistematizzazione dei prodotti informativi, già realizzati con “Carta della Natura” e con l’aggiornamento dei Formulari Natura 2000. Tali strumenti hanno consentito di individuare i principali sistemi naturali e seminaturali della Rete Natura 2000 Sicilia.
I principali sistemi naturali della Rete Natura 2000 Sicilia. I principali sistemi naturali della Rete Natura 2000 in Sicilia sono: Sistemi montuosi; Sistemi costieri; Sistemi fluviali e le zone umide interne; Complessi gessosi; Isole minori. I 233 Siti Natura 2000 sono stati raggruppati, attraverso caratteristiche ecologiche omogenee, in 69 Piani di gestione attraverso una specifica metodologia di lavoro.
PIANI € Enti SITI NATURA 2000 1 2 3 … … 69 1 2 3 … … 233 Priorità METODOLOGIA DI LAVORO • Priorità dei siti • Raggruppamenti dei piani • Ripartizione delle risorse finanziarie • Designazione degli enti beneficiari
STRUMENTI DI LAVORO Data Base Sistema Informativo Territoriale Fogli di calcolo
Indicatori di Priorità Numero di habitat prioritari Numero di habitat non prioritari Numero di specie prioritarie Numero di specie non prioritarie Numero di endemismi Biodiversità Numero di pressioni antropiche Percentuale di area non protetta Appartenenza alla fascia costiera Grado di isolamento Pressioni
Raggruppamenti dei piani • Criteri di accorpamento: • Prossimità • Omogeneità ecologica SITI NATURA 2000 TORRE MANFRIA, BIVIERE E PIANA DI GELA 1 2 3 … … 233
Fisica Biologica Beni culturali Agroforestale Socio-economica Paesaggio ESIGENZE ECOLOGICHE - MINACCE Obiettivo 1 Obiettivo 2 Obiettivo 3 Obiettivo 4 STRATEGIE GESTIONALI Piano di Monitoraggio Azioni Piano di Comunicazione Struttura del Piano di Gestione dei Siti Natura 2000
PROPOSTA DI RIPARTIZIONE DELLE RISORSE FINANZIARIE 1. Superficie + 2. Grado di complessità [Icomplessità] 3. Grado di protezione [Iprotezione] - Risorsa assegnata
INDIVIDUAZIONE DEI SOGGETTI BENEFICIARI • Il complemento di Programmazione del POR 2000-2006, nella scheda tecnica dell’azione 3 della misura 1.11. “Sistemi territoriali integrati ad alta naturalità”, individua quali soggetti beneficiari: • Province regionali • Enti Parco • Enti gestori delle Riserve Naturali
CRITERI PER L’ASSEGNAZIONE DEI PIANI Alcune utili indicazioni sono state tratte dalle memorie presentate dagli enti che hanno partecipato all’incontro del 2004. Siti ricadenti prevalentemente in area protetta Ente Gestore PIANI DI GESTIONE Provincia Regionale A carattere provinciale Siti non ricadenti in area protetta Azienda Regionale Foreste Demaniali A carattere sovraprovinciale
MISURE DI CONSERVAZIONE DEI SITI NATURA 2000
DECRETODEL 17 OTTOBRE 2007 Gazzetta Ufficiale N. 258 del 6 Novembre 2007 “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)”
DECRETODEL 17 OTTOBRE 2007 Gazzetta Ufficiale N. 258 del 6 Novembre 2007 Disposizioni per ZPS Art. 3: Le regioni e le province autonome con proprio atto devono: • adottare le misure di conservazione sulla base delle indicazioni contenute nel decreto • individuare il soggetto affidatario della gestione di ciascuna ZPS
DECRETODEL 17 OTTOBRE 2007 Gazzetta Ufficiale N. 258 del 6 Novembre 2007 Attività regolamentate con divietinelle ZPS: • attività venatoria; • smaltimento in discarica e impianti trattamento rifiuti e fanghi; • produzione energia con impianti eolici; • attività estrattiva (cave); • circolazione motorizzata al di fuori delle strade; • eliminazione elementi naturali e seminaturali con valenza ecologica; • eliminazione terrazzamenti; • esecuzione livellamenti non autorizzati dall’ente gestore; • bruciatura stoppie e paglie; • esercizio della pesca con reti da traino, draghe, ciancioli, sciabiche da natante, sciabiche da spiaggia e reti analoghe sulle praterie sottomarine, in particolare sulle praterie di posidonie (Posidonia oceanica) o di altre fanerogame marine Obblighinelle ZPS: • messa in sicurezza, rispetto al rischio di elettrocuzione e impatto degli uccelli, di elettrodotti e linee aeree ad alta e media tensione di nuova realizzazione o in manutenzione straordinaria o in ristrutturazione; • sulle superfici a seminativo soggette all'obbligo del ritiro dalla produzione (set-aside) e non coltivate durante tutto l'anno e altre superfici ritirate dalla produzione ammissibili all'aiuto diretto, mantenute in buone condizioni agronomiche e ambientali a norma dell'art. 5 del regolamento (CE) n. 1782/2003, garantire la presenza di una copertura vegetale, naturale o artificiale, durante tutto l'anno • regolamentazione degli interventi di diserbo meccanico nella rete idraulica artificiale, quali canali di irrigazione e canali collettori, in modo che essi vengano effettuati al di fuori del periodo riproduttivo degli uccelli • monitoraggio delle popolazioni delle specie ornitiche protette dalla Direttiva 79/409/CEE e in particolare quelle dell'Allegato I della medesima direttiva o comunque a priorita' di conservazione.
DECRETODEL 17 OTTOBRE 2007 Gazzetta Ufficiale N. 258 del 6 Novembre 2007 Attività da promuovere e incentivare nelle ZPS: • la repressione del bracconaggio; • la rimozione dei cavi sospesi di impianti di risalita, impianti a fune ed elettrodotti dismessi; • l'informazione e la sensibilizzazione della popolazione locale e dei maggiori fruitori del territorio sulla rete Natura 2000; • le forme di allevamento e agricoltura estensive tradizionali • l'agricoltura biologica e integrata con riferimento ai Programmi di Sviluppo Rurale; • il ripristino di habitat naturali (ad esempio, zone umide e prati) tramite la messa a riposo dei seminativi; • il mantenimento delle stoppie e delle paglie, nonché della vegetazione presente al termine dei cicli produttivi dei terreni seminati, nel periodo invernale almeno fino alla fine di febbraio.
Strategia Nazionale per la Biodiversità L’elaborazione di una Strategia Nazionale per la Biodiversità si colloca nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia con la ratifica della Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD, Rio de Janeiro 1992) avvenuta con la Legge n. 124 del 14 febbraio 1994. I tre obiettivi principali della Convenzione sono: • la conservazione della diversità biologica, considerata sia a livello di gene, sia a livello di specie, sia a quello di comunità ed ecosistema; • l’utilizzazione durevole, o sostenibile, dei suoi elementi; • la giusta ed equa ripartizione dei vantaggi che derivano dallo sfruttamento delle risorse genetiche e dal trasferimento delle tecnologie ad esso collegate.
Fallimento dell’obiettivo 2010 “fermare la perdita di biodiversità entro il 2010” La Commissione al Parlamento Europeo ha evidenziato le cinque principali carenze che avrebbero determinato il fallimento dell’obiettivo 2010 “fermare la perdita di biodiversità entro il 2010”: - carenze nell’attuazione della rete Natura 2000: i siti della rete Natura 2000 (ZPS e SIC) occupano il 17% del territorio dell’Unione Europea (percentuale che sale al 19% per il territorio italiano). Si registrano ovunque ritardi e problemi di attuazione nella gestione efficace della rete, in gran parte determinati da risorse umane e finanziarie insufficienti; - carenze a livello politico e strategico: in particolare si evidenzia l’esigenza di rafforzare a livello comunitario le politiche in materia di tutela del suolo, per la quale esistono attualmente solo alcune indicazioni legate alla condizionalità introdotta dalla Politica Agricola Comune e in materia di contrasto delle specie invasive;
Fallimento dell’obiettivo 2010 “fermare la perdita di biodiversità entro il 2010” - carenze di dati e di conoscenze: nonostante significativi progressi permangono molte lacune, a tutti i livelli, sullo stato delle conoscenze, informazioni e dati sullo stato della biodiversità e sui principali fattori di minaccia; - carenze nell’integrazione della biodiversità nei diversi settori economici pertinenti: molti interventi realizzati per affrontare problemi in settori economici e sociali, da parte degli Stati membri, in particolare dalle rispettive unità amministrative territoriali, come le Regioni nel caso dell’Italia, si sono rivelati incompatibili con gli obiettivi di conservazione della biodiversità e anzi hanno avuto spesso effetti perversi e negativi; - carenze dei finanziamenti: le risorse economiche che l’Unione Europea e i diversi Stati membri hanno attribuito alla conservazione della biodiversità sono risultate insufficienti per affrontare la complessità della sfida dettata dall’obiettivo 2010.
Obiettivo 2020 Nell’ambito della stessa comunicazione la Commissione Europea individua quattro possibili opzioni, con diversi livelli di ambizione, per la definizione dell’obiettivo chiave per il 2020: Opzione 1: ridurre in maniera significativa, entro il 2020, il tasso di perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE. Opzione 2: arrestare, entro il 2020, la perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE. Opzione 3: arrestare, entro il 2020, la perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE e, nei limiti del possibile, ripristinarli. Opzione 4: arrestare, entro il 2020, la perdita della biodiversità e dei servizi ecosistemici nell'UE, nei limiti del possibile ripristinarli e incrementare il contributo dell'UE per evitare la perdita di biodiversità a livello mondiale.
Obiettivo 2020 L’Unione europea, con la risoluzione del Consiglio del 15 marzo, ha adottato la quarta opzione per il post 2010, la più impegnativa e ambiziosa. Il nuovo obiettivo strategico per il 2020 dovrà tenere conto del ruolo degli ecosistemi e dei relativi servizi, non solo per il continente europeo ma a livello globale, per l’intero pianeta. Per questo è auspicabile che il confronto tra gli Stati membri dell’Unione Europea per la definizione della nuova Strategia post-2010 porti ad una convinta condivisione sulla necessità di sostenere le responsabilità dell’Europa rispetto alla perdita di biodiversità a livello mondiale.
Finalità e struttura del POIn • Promozione e sostegno dello sviluppo socio-economico delle Regioni del Mezzogiorno attraverso la valorizzazione, il rafforzamento e l’integrazione su scala interregionale del patrimonio culturale, naturale e paesaggistico in esse custodito • Perseguimento della Priorità 5 del QSN 2007-2013 “Valorizzazione delle risorse naturali e culturali per l'attrattività e lo sviluppo” • Organizzazione in 5 “Reti Interregionali” di offerta (tra cui la Rete dei siti UNESCO) e 8 “Poli” (di cui 3 in Sicilia)
Assi prioritari di intervento del POIn • Asse “I” – Valorizzazione ed integrazione su scala interregionale dei Poli e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici in essi localizzati. • Asse “II” – Competitività delle imprese del settore turistico, culturale ed ambientale e promozione dell’offerta delle Regioni Conv. • Asse “III” – Azioni di sistema Assistenza Tecnica.
Obiettivi del POIn • Obiettivo “A” – Migliorare l’attrattività dei territori regionali attraverso la valorizzazione e l’integrazione su scala interregionale dei Poli e degli attrattori culturali, naturali e paesaggistici. • Obiettivo “B” – Promuovere e sostenere la competitività, in particolare sui mercati internazionali, dei servizi di ricettività e di accoglienza, nonché delle imprese che operano in campo culturale ed ambientale e rappresentano componenti integrate e complementari dell’offerta turistica regionale. • Obiettivo “C”– Sostenere e rafforzare le capacità e le competenze tecniche del personale delle istituzioni e degli organismi responsabili della programmazione, dell’attuazione, del monitoraggio e della valutazione del Programma.
Poli del POIn • Polo Baia di Napoli (Campania) • Polo del Gargano (Puglia) • Polo del Salento (Puglia) • Polo degli Alberi Bianchi (Calabria) • Polo delle Montagne Blu (Calabria) • Polo della Sicilia Greca (Sicilia) • Polo dei Sicani e degli Elimi (Sicilia) • Polo dalla Valle dei Templi alla Villa Romana (Sicilia)
Reti del POIn • Gli Approdi Turistici del Mediterraneo Amministrazione Capofila: Regione Puglia • In vacanza tra Parchi e Riserve Naturali Amministrazione Capofila: MATTM • LaRete dei Siti UNESCO Amministrazione Capofila: Regione Siciliana • Viaggio tra le identità culturali, le arti e le tradizioni popolari Amministrazione Capofila:Regione Calabria • Il “Grand Tour”: sulle orme delle civiltà antiche del Mediterraneo Amministrazione Capofila:MiBAC