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Dai primi anni di vita alle scelte e i percorsi universitari. Maria Montessori figlia di Alessandro Montessori e Renilde Stoppani nasce nel 1870 a Chiaravalle, in provincia di Ancona.
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Dai primi anni di vita alle scelte e i percorsi universitari Maria Montessori figlia di Alessandro Montessori e Renilde Stoppani nasce nel 1870 a Chiaravalle, in provincia di Ancona. Il padre nato a Ferrara fu impiegato nelle saline di Comacchio, negli anni settanta fu inviato a Chiaravalle per un lavoro di controllo e fu proprio lì che conobbe la moglie. Nel 1873 Alessandro venne trasferito a Firenze con la famiglia per due anni, pochi anni dopo la famiglia Montessori si trasferì a Roma dove Maria venne iscritta alla scuola preparatoria comunale di Rio Ponte. Maria proseguì gli studi in una scuola governativa femminile, "Regia scuola tecnica" (oggi Istituto Tecnico “Leonardo Da Vinci”). Fin dai primi anni di studio manifestò interesse per le materie scientifiche,inizialmente si iscrisse alla facoltà di scienze fisiche e naturali e dopo due anni, con il consenso del ministero, si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell'Università “La Sapienza”, scelta che la porterà a diventare una delle prime donne a laurearsi in medicina (nel 1896) dopo l'unità d'Italia. Durante i suoi anni di studi all'Università Maria conosce un medico, Giuseppe Montesano, con il quale avrà rapporti sia di tipo sentimentale che di tipo lavorativo, questa relazione portò alla gravidanza di Maria e alla rottura di questo rapporto poiché il padre non riconobbe il figlio. Maria Montessori dopo la sua laurea ebbe la libera docenza in antropologia pedagogica.
Percorsi Lavorativi Maria entrò a far parte di una lega che aiutava i bambini disabili, Lega nazionale per la cura e l'educazione dei deficienti, dedicandosi al recupero dei bambini con problemi psichici, da lei definiti anormali. Il lavoro in clinica la porta ad entrare materialmente in contatto con gli ambienti scientifici di Inghilterra e Francia. Nasce così il suo interesse per la letteratura scientifica francese del primo Ottocento a proposito dei casi di fanciulli selvaggi, allevati da animali, ritrovati in zone isolate nel corso del Settecento e per gli esperimenti rieducativi tentati da Jean Marc Itard (1765-1853). Attira inoltre la sua attenzione il lavoro svolto da Itard e il suo collaboratore,Edouard Seguin, riguardo alla possibilità di inserimento nella comunità dei bambini anormali, attraverso un percorso di educazione adeguato. Proprio la partecipazione a numerosi convegni pedagogici, in varie città europee, le permetterà di entrare in contatto con la scuola di Itard e Seguin e di apprendere i loro metodi sperimentali di rieducazione dei minorati mentali. Dopo aver conseguito la libera docenza in antropologia, ha l'opportunità di occuparsi dell'organizzazione educativa degli asili infantili. A tal fine, nel 1907, a San Lorenzo, apre la prima Casa dei Bambini.
La Casa dei Bambini Maria fondò la prima Casa dei Bambini a San Lorenzo, il quartiere più povero di Roma, il 6 Gennaio del 1907. L’idea centrale della pedagogia della Montessori, che venne applicata nelle scuole, era quella di riconoscere al bambino energie creative e disposizioni morali che l’adulto aveva ormai compresso dentro di sé, rendendole inattive; di qui la tendenza dell’adulto a reprimere il bambino e a costringerlo fin dalla tenera età a ritmi di vita innaturali. Caratteristica della scuola montessoriana è un ambiente fatto su misura del bambino, anche nei particolari dell’arredamento, e l’impiego di adeguati materiali di sviluppo. E' l'ambiente a rivestire per la Montessori un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la crescita dei bimbi; la scuola deve essere in grado di coinvolgere e stimolare i bambini nelle attività individuali e di gruppo, accrescendo in loro il senso di appartenenza ad una collettività e nello stesso tempo dando loro piena libertà di movimento e di azione.
Arredamento e Materiale Montessoriano • Mobili, tavoli e sedie devono essere costruiti e resi disponibili all’insegna della leggerezza: da una parte si favorisce il lavoro di vita pratica dei bambini chiamati ad un impegno fisico di responsabilità nel posizionarli o trasportarli, dall’altra il carattere di fragilità aiutano i bambini a riconoscere o il loro mancato rispetto. Per il medesimo criterio educativo, i bambini di una scuola Montessori usano piatti di ceramica, bicchieri di vetro, soprammobili fragili: i bambini sono così invitati a movimenti coordinati, precisi, educati e in ogni caso ad esercizi di autocontrollo, di auto-correzione, di prudenza e rispetto, facendosi “maestri” del proprio movimento e padroni del proprio carattere. • La Montessori realizza del materiale didattico specifico per l’educazione sensoriale e motoria del bambino e lo suddivide in: • materiale didattico analitico, incentrato su un’unica qualità dell’oggetto, per esempio peso, forma e dimensioni. Educa i sensi isolatamente. • materiale didattico autocorrettivo, educa il bambino all’autocorrezione dell’errore e al controllo dell’errore, senza l’intervento dell’educatore. • materiale didattico attraente, oggetti di facile manipolazione e uso, creato per invogliare il bambino all’attività di gioco-lavoro con esso.
Modello d'insegnante secondo il Metodo Montessoriano I caratteri dell’insegnante montessoriano • la capacità di osservazione dei bambini e delle interazioni tra essi e l’ambiente; • l’analisi e l’utilizzo del materiale di sviluppo, il quale è sempre aperto a nuove e sorprendenti novità; • il rispetto dei tempi e ritmi di apprendimento sempre collegato alle differenze e alle variabili individuali; • il rispetto delle libere scelte del bambino quale presupposto di un ambiente psico-sociale calmo, tranquillo, pacifico; • la misura dell’intervento diretto limitato all’essenziale e al necessario affinché non sia disturbato il lavoro individuale; • la preparazione attenta delle attività in vista del lavoro autoeducativo del bambino; • il ricorso alla didattica della lezione collettiva solo nelle occasioni necessarie.
Applicazione e pratica del metodo Il metodo montessoriano mette in luce il bisogno del bambino di far emergere quanto in lui già esiste ed il dovere di ogni educatore di non impedire, ma anzi di liberare, la voglia ed il bisogno del piccolo di adempiere a quella che è la sua naturale tendenza. Nella stessa classe dovrebbero trovarsi insieme bambini di tre età: i più piccoli che spontaneamente si interessano al lavoro dei più grandi e imparano da loro e dovrebbero essere aiutati. Un bambino che dimostra il desiderio di lavorare e di imparare deve essere lasciato libero di farlo anche se il lavoro è fuori del programma regolare, il quale è indicato soltanto per la maestra che inizia una classe.
Modello di bambino secondoil Metodo Montessoriano LA NORMALIZZAZIONE Il bambino per la Montessori è serio, disciplinato, obbediente con la passione quasi maniacale per l’ordine, E’ tutto il contrario dell’immagine comune del bambino. Ella afferma che una volta applicato il metodo avviene il fenomeno della NORMALIZZAZIONE: spariscono disordine, disobbedienza, svogliatezza golosità, litigio, capriccio, paura ed anche immaginazione creatrice, gioco attaccamento a persone, curiosità. Si arriva ad affermare che nelle case dei bambini spariscono caratteri di ciascun bambino ma resta IL BAMBINO, sostanzialmente lo stesso BAMBINO. Accenniamo ora brevemente ai caratteri ora indicati: ORDINE,DISOBBEDIENZA, CAPRICCIO, SVOGLIATEZZA, GOLOSITA’, POSSESSO, ATTACCAMENTO A PERSONE, BUGIA , PAURA , IMMAGINA ONE CREATIVA, GIOCO E GIOCATTOLO, IMITAZIONE, CURIOSITA’.
Terzo Grado. • Vita pratica: vestirsi, spogliarsi, lavarsi, ecc. • Pulizie varie dell’ambiente. • Mangiare correttamente usando le posate. • Esercizi di movimento. • Vari esercizi di controllo dei movimenti camminando sul filo. • Esercizi sensoriali. • Tutti gli esercizi secondo la gradazione. • Disegno. • Esercizi di silenzio. Secondo Grado. • Vita pratica: alzarsi e sedersi in silenzio, spolverare, versare acqua da un recipiente in un altro. • Camminare sul filo. • Esercizi sensoriali. • Materiale delle dimensioni, lunghezze, prismi, cubi. • I vari esercizi sensoriali nel periodo degli appaiamenti e dei contrasti. Primo Grado. Muovere le sedie in silenzio, trasportare oggetti, camminare in punta di piedi (vita pratica). • Le allacciature. • Gli incastri solidi (esercizi sensoriali). Tra gli incastri solidi vi è la seguente progressione dal facile al difficile: a) incastri della stessa altezza e di diametro decrescente; b) incastri decrescenti in tutte le dimensioni; c) incastri decrescenti solo nell’altezza.
Quarto Grado. • Esercizi di vita pratica. • Apparecchiare la tavola, lavare le stoviglie, ordinare la stanza, ecc. • Esercizi dei movimenti: marce ritmiche. • Analisi dei movimenti. • Alfabeto. • Disegno. • Aritmetica: i vari esercizi col materiale. • Ingresso dei bambini in chiesa.. Quinto Grado. • Vita pratica: tutti gli esercizi di vita pratica come sopra; in più: • Cure fini di toeletta personale, come pulizia dei denti e delle unghie. • Apprendimento delle forme esterne sociali come il saluto ecc. • Acquarelli e disegni. • Scrittura e lettura di parole: comandi. • Prime operazioni di aritmetica scritta. • Lettura di parole scientifiche, geografiche, storiche, biologiche e geometriche ecc. • Sviluppo della lettura attraverso particolari grammaticali accompagnati da giochi.
La verifica e la valutazione Le verifiche di noi insegnanti sull’attività dell’alunno vertono principalmente sull’osservazione, con rari e delicati interventi diretti; da essa scaturisce il quadro di valutazione. Nell’attività di verifica e valutazione dell'alunno, consideriamo i seguenti aspetti: • capacità di scegliere autonomamente una attività; • tempo di concentrazione; • ripetizione dell’esercizio; • capacità di svolgere organicamente l’attività; • capacità di portare a termine in modo autonomo il lavoro intrapreso; • livello di autostima; • rapporto con gli altri; • rispetto delle regole; • disponibilità e partecipazione. Questi punti aiutano gli insegnanti a non assumere il facile ruolo di giudice che emette sentenze, ma ci offre la possibilità di poter valutare con obiettività se il nostro intervento è stato efficace.
Montessori e Mussolini:la collaborazione e la rottura Non è molto nota, in Italia, l'importante collaborazione che si sviluppò a partire dal 1924, ma finita con una rottura nel 1934 fra la famosa educatrice Maria Montessori e Benito Mussolini. La cooperazione tra la Montessori e Mussolini ebbe inizio nei primi anni del regime fascista, quando l'applicazione di questo metodo nelle scuole italiane stava divenendo sempre più difficile. Ciò era dovuto allo scarso interessamento delle autorità scolastiche nei confronti sia del metodo che delle scuole montessoriane, costrette, ben presto, a chiudere definitivamente. In questo panorama sconfortante la Montessori, che nel frattempo stava ottenendo importanti riconoscimenti per la sua opera in tutto il mondo, cercò tutti i mezzi per non vedere inapplicate le sue teorie pedagogiche proprio nel paese dove il metodo era nato e aveva visto il successo delle prime sperimentazioni nelle scuole materne denominate Case dei bambini. La pedagogista aveva bisogno di un sostenitore politico che condividesse le sue teorie pedagogiche, che la aiutasse a realizzare in maniera efficace i suoi progetti. Provò quindi a rivolgersi a Mussolini, che per una prima fase si rivelò un valente promotore. Nel febbraio del 1924 Mussolini decise di avviare un'inchiesta sulla situazione delle scuole montessoriane all'estero e sul livello d'accettazione ed applicazione del metodo fuori d'Italia, nella quale individuava motivo di orgoglio e soddisfazione per la nuova classe dirigente nazionale. Il duce approfittando di questa coalizione insistette perché nelle scuole venisse applicata una linea fascista, ma questo andò contro gli ideali della scuola montessoriana; fu così che ci fu la rottura tra Maria Montessori e Mussolini.
Il figlio:MarioMontessori Dopo la nascita di Mario, Maria depressa perché lasciata sola nel casolare di campagna dove ha accettato di partorire, viene persuasa dalla madre a tornare a Roma per continuare il suo lavoro con i bambini, in vista della preparazione all’esame di scuola elementare. Confidando ancora nell’amore di Giuseppe, Maria gli chiede nuovamente di vedere il bambino, e di sposarla, ma lui rifiuta e le confessa di non voler assumere il ruolo di padre e di non voler rinunciare al ruolo di direttore della clinica finanziata dal ministero, di cui lei è condirettrice. Affranta per il suo rifiuto, ma determinata a non abbandonare il bambino, Maria chiede a sua madre di accudirlo ma, sebbene solidale con lei, la madre le dice di non poterlo fare senza il consenso di Giuseppe, che è il padre legittimo del bambino mentre lei, Maria, per la legge non è nulla. Mario venne mandato in un istituto che lo accolse, Maria gli fece molte visite, ma non poté rivelargli di essere la madre, accettando questa condizione. Una volta divenuto maggiorenne Mario capisce che Maria è sua madre e decide di andare a vivere con lei, come se fosse suo nipote. Maria infatti ottiene l'affido da Giuseppe con la promessa di mantenere segreta la sua paternità. Delusa intanto per il pallido riconoscimento in patria, Maria col figlio (che però non viene presentato come tale) raggiunge gli Usa per propagare il suo metodo, ma a San Francisco Mario si innamora di una giovane donna e decide di non fare ritorno in Italia. All'avvento del fascismo, Mario torna a vivere con la madre, ma si dedica alla lotta antifascista. Maria, non volendosi piegare ai ricatti fascisti del duce, aiutata da un agente a cui insegnò da bambino, riesce a fuggire dall'Italia assieme a Mario, che finalmente chiamerà: 'mio figlio’.
Opera nazionale L’Opera Nazionale Montessori con sede a Roma è erede e titolare di una definita tradizione educativa e pedagogica di carattere scientifico e si configura quale organizzazione nazionale di ricerca e sperimentazione, di formazione e aggiornamento, di assistenza e consulenza, di promozione e diffusione con riferimento ai principi ideali, scientifici e metodologici montessoriani. L’O.N.M. persegue i propri obiettivi, indirizzandoli all’attuazione della completa formazione dell’essere umano secondo i principi di autonomia, libertà e responsabilità individuali che sono condizioni per la realizzazione e l’espressione delle potenzialità umane e per l’affermazione concreta dei diritti dell’infanzia.
Riconoscimenti Maria Montessori ricevette una moltitudine di riconoscimenti per avere fondato scuole per bambini, la famosa “Opera Nazionale”, ed essendo stata invitata in numerosi paesi, venne riconosciuta come colei che aveva "liberato" il bambino”, fondò anche l’AMI, l’Associazione Internazionale Montessori, nata per un’esigenza di unità ed identità del movimento montessoriano, visto che la dottoressa, grazie ai suoi viaggi, contribuì alla diffusione della sua pedagogia in vari stati del mondo. Fu la prima e unica donna a cui venne dedicata una banconota e in oltre le è stato dedicato anche un cratere di 42 km sul pianeta Venere.