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IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZA Gli interventi in favore degli alunni disabili non sono una forma di bontà, ma il riconoscimento di un loro diritto. Art. 3 della Costituzione e artt. 30, 31 34, 38 Legge 118/1971 Legge 517/1977 Legge 104/1992. IL PERCORSO DI SEGNALAZIONE.
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IL PRINCIPIO DI UGUAGLIANZAGli interventi in favore degli alunni disabili non sono una forma di bontà, ma il riconoscimento di un loro diritto. Art. 3 della Costituzione e artt. 30, 31 34, 38 Legge 118/1971 Legge 517/1977 Legge 104/1992
IL PERCORSO DI SEGNALAZIONE • La famiglia si rivolge ad uno specialista che stila una prima diagnosi. • In un secondo momento la famiglia può chiedere l’accertamento della disabilità. • L’accertamento è collegiale e avviene tramite una Commissione medica. Ha luogo solo su richiesta della famiglia. • L’accertamento, che si basa sui criteri dell’OMS (ICD-10/1996), dà luogo alla Certificazione.
I GLI (ex GLH) E LE ALTRE SIGLE DELL’INTEGRAZIONE • GLIR (ex GLH Regionale) – Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (USR – Proposte di assegnazione del personale di sostegno) • GLIP – Gruppo di Lavoro Interistituzionale Provinciale (UST – ASL – Enti Locali – Associazioni Disabili: proposte e consulenza in favore dell’integrazione, elaborazione dell’Accordo di Programma). • GLI (ex GLIS o GLHI) – Gruppo di Lavoro per l’Inclusione (ex per l’integrazione Scolastica o per l’Handicap d’Istituto) (Docenti – Operatori – Famiglie: proposte di iniziative educative per l’integrazione scolastica) • GLHO – Gruppo di Lavoro per l’Handicap Operativo (Docenti di sostegno e di classe, UONPIA, Comune, educatori: elabora il PEI e ne verifica l’attuazione tramite incontri (almeno due l’anno).
GLI STRUMENTI/DOCUMENTI DELL’INTEGRAZIONE/INCLUSIONE • La Certificazione della disabilità • La Diagnosi Funzionale (DF) • IL Profilo Dinamico Funzionale (PDF) • Il Piano Educativo Individualizzato (PEI) • Piano di Studio Personalizzato (Programmazione didattica ed educativa personalizzata)
LA DIAGNOSI FUNZIONALE CHE COS’È LA DF? CHI LA STILA? È redatta dall’équipe medico-specialistica dell’ASL. Spetta alla famiglia inviarla alla scuola, insieme al documento di certificazione • È la descrizione analitica della compromissione funzionale dello stato psicofisico dell’alunno, ma oltre ai deficit indica le potenzialità. • Si basa sui criteri fissati dall’OMS (ICF/2002) e la si aggiorna in caso di variazione (aggravamento-miglioramento)
IL PROFILO DINAMICO FUNZIONALE CHE COS’È IL PDF? CHI LO ELABORA? Un gruppo di lavoro misto composto da un rappresentante dell’ASL, dai docenti curricolari, dal docente di sostegno e dai genitori dell’alunno. Lo si verifica ogni due anni e lo si aggiorna ad ogni passaggio di ordine di scuola. Gli incontri detti di PDF (o GLHO) che coinvolgono tutto il gruppo di lavoro misto si tengono con cadenza periodica (in genere, due per anno scolastico). • Il Profilo Dinamico Funzionale (PDF) è “la descrizione delle difficoltà e dello sviluppo potenziale dell’alunno nei tempi brevi (sei mesi) e medi (due anni)” e riguarda l’asse cognitivo-relazionale, comunicazionale, linguistico, sensoriale, motorio-prassico, neuropsicologico, l’autonomia, l’apprendimento.
PIANO EDUCATIVO INDIVIDUALIZZATO CHE COS’È il PEI (o PEP)? CHI LO ELABORA? È stilato dal Gruppo di Lavoro per l’Handicap operativo (GLHO) costituito dai docenti curricolari, dal docente di sostegno, dai genitori dell’alunno, dagli operatori dell’ASL (UONPIA), del Comune e dagli altri operatori coinvolti (educatori, …) È redatto all’inizio di ogni anno scolastico. • È il documento che descrive gli interventi per la piena realizzazione del diritto all’educazione , all’istruzione e all’integrazione scolastica. • Coordina i progetti didattico-educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, ed integrare le attività scolastiche ed extrascolastiche.
PIANO DI STUDIO PERSONALIZZATO CHE COS’È IL PSP? CHI LO ELABORA? Tutti i docenti di classe e quello di sostegno, che tenendo conto delle indicazioni del POF, elaborano il percorso didattico individualizzato, con una progressione di traguardi orientati e dell’itinerario di insegnamento. • È il nuovo nome della Programmazione didattica ed educativa individualizzata. • Deve programmare e attuare le iniziative di recupero e di sostegno, prevedendo percorsi individualizzati.
LE FIGURE DELL’INTEGRAZIONE • La famiglia • La Commissione Medica • L’UONPIA dell’ASL • L’Ufficio Integrazione DVA del Comune • La scuola nel suo insieme • I docenti di classe e di sostegno • Gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione • I collaboratori scolastici
L’INCLUSIONE SCOLASTICA • Per l’inclusione scolastica dell’alunno DVA è necessario che, oltre alla corretta ed efficiente elaborazione degli strumenti indicati, vi sia un clima di armonia tra tutti coloro che hanno a che fare con l’alunno. Questa atmosfera di collaborazione è necessaria alla crescita. • Le difficoltà nascono dalle tensioni che una situazione complessa, come quella concernente l’alunno DVA, può generare sia in termini di aspettative che di frustrazioni o delusioni. • In questa situazione, il ruolo dell’insegnante di sostegno è fondamentale per le molteplici funzioni che svolge.
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO I È importante che si formi: • un quadro interpretativo della disabilità e di quali differenti approcci comporti; • le competenze psicopedagogiche e didattiche, necessarie per contrastare la tendenza all’esclusione; • una conoscenza approfondita delle problematiche relative all’alunno; • una padronanza delle strategie di accompagnamento dell’alunno all’inclusione/integrazione.
L’INSEGNANTE DI SOSTEGNO II • L’insegnante di sostegno è il mediatore dell’integrazione dell’alunno DVA, perciò deve svolgere tre ruoli: • supporto, • tutoraggio, • monitoraggio.
I TRE RUOLI DELL’INSEGNANTE DI SOSTEGNO • SUPPORTO educativo e didattico all’alunno DVA, favorendone la progressiva autonomia. L’insegnante di sostegno, una volta svolto il suo ruolo deve saper restare dietro le quinte, quasi scomparire. • TUTORAGGIO, implica anche il contrasto delle teorie innatiste che considerano l’intelligenza dell’alunno DVA non sviluppabile, e che sono un grande freno culturale all’inclusione. Al contrario le teorie socio-costruttiviste, considerando sviluppabile l’intelligenza, favoriscono culturalmente l’integrazione. • MONITORAGGIO della progressione di crescita e del raggiungimento dei traguardi previsti nel PSP, tenendo presente che il nostro intervento è utile anche quando non si vedono progressi, poiché in ogni caso evita il regresso.