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IPSSAR G. Matteotti - Pisa. Aspetti storici sugli usi e gli approvvigionamenti dell’acqua A cura della classe 2 B indirizzo Economico/turistico Insegnante Patrizia Polidori. L’acqua come risorsa.
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IPSSAR G. Matteotti - Pisa Aspetti storici sugli usi e gli approvvigionamenti dell’acqua A cura della classe 2 B indirizzo Economico/turistico Insegnante Patrizia Polidori
L’acqua come risorsa • L’acqua è una risorsa rinnovabile, che rischia però di esaurirsi nella forma più adatta agli esseri umani:l’acqua potabile. • La crescita demografica, l’aumento del consumo nei paesi più ricchi e l’inquinamento delle risorse idriche creano uno squilibrio tra risorse e richiesta di acqua potabile che non per tutti è facile avere. • Questa emergenza occuperà nel corso degli anni avvenire la necessità di trovare una soluzione.
Le Civiltà idrauliche • Definizione storica di “civiltà antica” legata alla presenza di corsi d’acqua • Sviluppo delle prime civiltà stabili, non più legate al nomadismo, attraverso lo sfruttamento delle acque presenti su un territorio • Esempi di civiltà idrauliche: Mesopotamia – Egitto – India - Cina
Approvvigionamento dell’acqua nella storia Le popolazioni antiche utilizzarono l’acqua con sistemi e strumenti come: • Reti di canali • Pozzi • Cisterne • Tubazioni idriche (tronchi d’albero scavati -condutture di argilla - condutture in piombo) • Acquedotti sotterranei e di superficie
Dal medioevo … … • In epoca medievale l’approvvigionamento era affidato dai Comuni in concessione a privati • Sporcare i pozzi era reato • Il consumo di acqua limpida e buona per il palato era ritenuto assolutamente innocuo • Fino alla scoperta di agenti patogeni (colera, tifo) non si dette importanza all’acqua come possibile veicolo di infezioni
........... Ai nostri giorni • L’allacciamento che permise di portare acqua alle case private avvenne in modo progressivo nel corso del 1900 • In un primo tempo furono portate le tubature fino alle cucine mentre gli apparecchi sanitari privati come il wc, la stanza da bagno e la doccia si diffusero nelle città agli inizi del 1900 e nelle campagne solo dopo la seconda guerra mondiale
L’Acqua come fonte di energia • In epoca cristiana e medievale, convogliata in canali e opifici idraulici, l’acqua rappresentò una fonte energetica con l’utilizzo della ruota idraulica • I “canali macinanti” o “aldii ” presenti anche nel nostro territorio erano la risorsa essenziale per muovere le ruote idrauliche • L’impiego della ruota serviva alla macinazione dei cereali, alle attività produttive di concerie, segherie,cartiere, filande,gualchiere (follatura di tessuti e pelli) • Tra il 1500 e il 1800 l’acqua rappresentò dunque la più importante fonte di energia in Europa, prima dell’avvento del vapore e dell’energia elettrica
Le acque curative • L’utilizzo dell’acqua termale con scopi terapeutici e di benessere costituisce un altro aspetto del tema. • Nel nostro territorio la presenza delle acque termali ha rappresentato già in tempi lontani un importante richiamo per ospiti benestanti e pazienti indirizzati dai medici a usufruire delle qualità medicamentose di queste acque termali.
Pisa, il territorio e l’acqua • Pisa Preromana • L’insediamento di Pisa è nato su una pianura alluvionale: il cosiddetto “piano di Pisa” che deve il suo sviluppo alla presenza di acqua • “Pisa dono del Serchio e dell’Arno” a testimonianza dei fiumi che lambivano la città e il territorio circostante • Un terzo fiume, un ramo del Serchio o Auserculus denominato Ozzeri sopravvive forse nel cosiddetto Canale macinante che entra in città alle Gondole e sbocca in Arno presso il Ponte della Fortezza
Pisa romana • In epoca romana Pisa fu accampamento militare stabile e avamposto di guarnigioni per contrastare gli attacchi delle popolazioni liguri • L’inizio del periodo romano diPisa può essere segnato al II sec a.C • Le testimonianze riferiscono che i Romani trasportavano in città sopra alti archi le acque che sgorgavano dal monte vicino in un luogo chiamato “Caldaccoli” • Il toponimo della località deriva probabilmente da “calidae aquae” e i resti dell’acquedotto fanno risalire la costruzione al I secolo d.C • Le acque di Caldaccoli arrivavano a Pisa nella piazza dei bagni, odierna Porta a Lucca, in una fontana pubblica per gli usi ordinari della cucina, per lavare e per temperare le vasche troppo calde dei bagni, i cosiddetti “Bagni di Nerone”
Pisa medievale • Dalla caduta di Roma anche Pisa subì la grave crisi delle invasioni barbariche • Superata questa fase la città si costituì progressivamente come grande potenza mercantile grazie allo scalo portuale marittimo e alla rete fluviale che convogliava sulla costa le merci provenienti dall’entroterra • La città si dotò di splendidi monumenti • Le sorgenti dei monti circostanti emanavano acque di natura diversa ma tutte qualitativamente buone • Nella pianura l’acqua attinta dai pozzi e dalle cisterne era di cattiva qualità
Pisa medicea • Dal 1399 Pisa perse progressivamente la propria autonomia e fu governata dalla famiglia fiorentina dei Medici fino al passaggio del potere alla casa degli Asburgo-Lorena nel 1737 Leonardo Da Vinci, Schizzo idrografico della pianura di Pisa Codice di Madrid II.
Progetto di Cosimo I • Fino a tutto il 1500 la popolazione pisana usufruiva delle acque dei pozzi che non erano buone a causa del terreno paludoso e costituito da liquidi stagnanti e insalubri • Le frequenti esondazioni del fiume Arno peggioravano la situazione • I Pisani contraevano diverse malattie • La popolazione di Asciano dimostrava invece una buona salute grazie alle acque pure e salutari di cui si approvvigionava • Nacque allora il progetto di Cosimo I di portare acqua alla città di Pisa mediante un acquedotto sotterraneo • Non è chiaro il motivo per cui non fu scelto lo stesso percorso dell’antico acquedotto romano che iniziava a Caldaccoli, presso S.Giuliano Terme • Per errori di calcolo di pendenza o a causa di infiltrazioni di acqua paludosa il progetto di Cosimo I fu abbandonato e giudicato non attuabile
I lavori di Ferdinando I • Riprese i lavori Ferdinando I che pensò di realizzare una condotta sopraelevata a caduta naturale del tipo a canaletta, più costoso ma più sicuro • Fu istituita una “Fabbrica delle Fonti” con il compito di completare e mantenere l’acquedotto • I documenti riportano la data di febbraio 1592 per l’inizio dei lavori agli archi e l’opera terminò nel corso del 1600 con Cosimo II • Le acque delle sorgenti passavano da un gran numero di bottini o “purgatoi” con il fondo pieno di ghiaia del fiume Serchio e in questo modo si depuravano • Attraverso cannoni di terracotta l’acqua scendeva dentro un gran cisternone e nella “casa delle fonti” • Il gran cisternone era una stanza a volta che conteneva circa 15.000 barili di acqua destinati a supplire per 10-12 ore ai bisogni della città
L’ Acquedotto • Il costo dell’opera fu di 16.000 ducati, finanziati con i proventi derivati da imposte, provvigioni,tassa sul sale e ricavi dalla vendita dei pini tagliati • Per la costruzione furono utilizzati laterizi e pietrame dei castelli intorno diroccati e ormai abbandonati. • Occorsero molto più di 1000 pini per assicurare le fondamenta delle arcate • L’opera comprendeva la costruzione di 954 archi per una lunghezza di km.6 da Asciano a Pisa in Piazza delle Gondole • Girolamo Mercuriale in un trattato sui bagni di Pisa annovera l’acquedotto di Asciano tra le opere “quasi divine” della dinastia dei Medici • Fu presto riconosciuto il grande beneficio per l’intera cittadinanza che risolse il problema dell’approvvigionamentoidrico
Pisa Lorenese • Dal 1737 la dinastia dei Lorena si avvicendò a quella dei Medici alla guida del Granducato di Toscana • I Lorena intervennero nella politica delle acque costruendo nella città di Pisa diversi luoghi di approvvigionamento • L’acquedotto di Asciano terminava alle antiche mura di Pisa in Piazza delle Gondole. • Da qui una tubatura sotterranea portò l’acqua ad alcune fontane in città
Le antiche fontane di Pisa Le prime fontane erano situate in: • Piazza delle Gondole • Piazza d’Ancona • Piazza Martiri della Libertà • Piazza dei Cavalieri Seguì la costruzione di altre fontane: • Alla Cittadella • Piazza delle Vettovaglie • Piazza della Berlina • Piazza del Duomo • Piazza Mazzini
De’ bagni di Pisa posti a pie’ del monte di S.Giuliano Dell’anno 1757 è il breve trattato di Giovanni Bianchi, medico primario di Firenze, sui Bagni di Pisa.(Felici Edizioni 2001 - Ristampa)
Si tratta di una pubblicazione tesa a ricostruire la genesi di queste acque, l’elenco delle loro principali qualità e il loro uso • Si legge delle grandi personalità al livello europeo che frequentarono la stazione balneare tra il 1700 e il 1800, ma si riportano anche testimonianze di epoca romana e medievale • Principi e reali di Svezia, Galles, Danimarca, Savoia….. • Montesquieu, Alfieri, Murat, Shelley, Bonaparte…. • Alti prelati e personaggi storici soggiornarono abitualmente a Pisa per ristorarsi e curare i loro acciacchi • Da Pisa si poteva raggiungere i bagni di San Giuliano in barca o meglio in gondola partendo dal porticciolo di Piazza delle Gondole e risalendo il canale che arrivava alle terme
Dal 1800 al 1900 • Nella prima metà del 1800 la quantità di acqua non fu più sufficiente considerato l’aumento della popolazione pisana • Nel 1861 con l’Unità d’Italia il Comune di Pisa divenne responsabile delle acque e si constatò il degrado e la vecchiaia del sistema dell’acquedotto • L’acqua ristagnava a causa della scarsa pendenza dell’opera che aveva subito diversi avvallamenti e cedimenti • Nel 1925 fu inaugurato l’acquedotto di Filettole che permise di incrementare il rifornimento di acqua a tutte le case della città • Durante l’emergenza del 1943 dovuta alla fase più difficile della seconda guerra mondiale l’acquedotto di Filettole fu bombardato e fu così che l’acqua di Asciano tornò ad essere la principale fonte per l’approvvigionamento idrico della città.
Dichiarazione europea per una nuova cultura dell’acqua CONFERENZA DI MADRID 18/02/05 PROBLEMATICHE • Sulla terra più di un miliardo di persone non possono usufruire di acqua potabile e altri due miliardi non hanno misure igieniche. • Le Nazioni Unite stanno attuando il programma “Obiettivi di sviluppo del Millennio” in cui si impegnano a dimezzare nel numero la quantità di popolazione mondiale mancante di accesso all’acqua e di misure igieniche essenziali. IMPEGNI • Ciascun popolo possiede un patrimonio della biosfera (fiumi, laghi, terre umide e falde acquifere) che deve essere amministrato dalle pubbliche istituzioni, allo scopo di garantire una gestione equa e sostenibile. • Dal concetto di dominio si deve passare al concetto di governo saggio e responsabile.