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LA FORZA RESISTENTE PUÒ ESSERE DISTINTA IN

LA FORZA RESISTENTE VIENE INCREMENTATA CON ESERCITAZIONI DI FORZA A CARICO MODERATO IN CICLI LAVORATIVI PROLUNGATI. FORZA RESISTENTE CICLICA : ESPRESSA IN CICLI LAVORATIVI PROLUNGATI, CORSA SU LUNGHI TRATTI IN SALITA, TRAINO DI UN PESO MODERATO PER LUNGO TEMPO, DISTENSIONI LEGGERO CARICO.

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LA FORZA RESISTENTE PUÒ ESSERE DISTINTA IN

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Presentation Transcript


  1. LA FORZA RESISTENTEVIENE INCREMENTATA CON ESERCITAZIONI DI FORZA A CARICO MODERATO IN CICLI LAVORATIVI PROLUNGATI

  2. FORZA RESISTENTE CICLICA: ESPRESSA IN CICLI LAVORATIVI PROLUNGATI, CORSA SU LUNGHI TRATTI IN SALITA, TRAINO DI UN PESO MODERATO PER LUNGO TEMPO, DISTENSIONI LEGGERO CARICO RESISTENZA FORZA ESPLOSIVA: CAPACITÀ DI RIPRODURRE AZIONE ESPLOSIVE LA FORZA RESISTENTE PUÒ ESSERE DISTINTA IN

  3. RESISTENZA ALLA FORZAIL TIPO DI PRODUZIONE DI ENERGIA DIPENDE DALL’INTENSITÀ DELLA FORZA, DAL VOLUME O DALLA DURATA DELLO STIMOLO

  4. RESISTENZA ALLA FORZA RAPIDA • DIPENDE DALLA CAPACITÀ DELLA MUSCOLATURA INTERESSATA DI RECUPERARE RAPIDAMENTE E QUINDI DA UNA CAPACITÀ DI PRESTAZIONE DI RESISTENZA GENERALE E LOCALE AEROBICA ED ANAEROBICA BEN SVILUPPATE.

  5. INCREMENTO DELLA FORZA RESISTENTE IN PALESTRA • CARICHI DI LAVORO CHE VARIANO DAL 30% AL 50% CIRCA DEL CM. • VELOCITÀ DI ESECUZIONE BASSA • ISOMETRIA

  6. NEMES • è una pedana che produce delle vibrazioni a diverse frequenze (Hz), e permette il potenziamento muscolare senza l’utilizzo dei sovraccarichi. • macchina riproduce le variazioni delle forze gravitazionali con l’applicazione su tutto il corpo di vibrazioni meccaniche.

  7. Il nostro organismo possiede dei recettori sensibili alla vibrazione. I parametri fisici che determinano le caratteristiche della vibrazione sono da identificarsi nell’ampiezza e nella frequenza. Le vibrazioni a basse frequenze ( sino a 80 Hz) sono rilevate dai corpuscoli di Meissner. Quelli a frequenze più elevate ( fino a 500 Hz) sono percepite dai corpuscoli di Pacini.Oltre a tali recettori, la vibrazione viene percepita dai propriocettori neuromuscolari.

  8. -Le vibrazioni migliorano i meccanismi di feedback propriocettivo,-le vibrazioni alzano la soglia di ricezione dei GTO (corpuscoli tendinei del Golgi),-le vibrazioni provocano delle variazioni di lunghezza sollecitando il riflesso miotatico

  9. -durante le vibrazioni l’azione eccitatoria è provocata dalle fibre intrafusali tramite i motoneuroni gamma (si originano nel midollo spinale). Il riflesso delle vibrazioni opera quasi esclusivamente direttamente sul motoneurone alfa (che innerva le fibre extrafusali del muscolo striato) e non utilizza la stessa via efferente (dal centro alla periferia) di origine corticale come sovente avviene durante una contrazione volontaria. Inoltre viene stimolato l’ipotalamo che a sua volta determina una stimolazione ormonale molto elevata.Quindi la nemes agisce sul SNC:Cervello prosencefalo diencefalotalamo gangli della base IPOTALAMO

  10. gli adattamenti biologici indotti dal trattamento vibratorio sono simili a quelli provocati da allenamenti di forza esplosiva e forza dinamica massima. Inoltre le vibrazioni determinano un marcato aumento della flessibilità.

  11. CALCIO NEMES CMJ 44,1(d.s. 3,3,) 45,7 (d.s. 4,8) • CMJL 51,7 (d.s. 4,5) 52,6 (d.s. 4) • 5 CMJ 34,7 (d.s. 5,2) 38,6 (d.s. 4,1)

  12. ELETTROTERAPIA DI STIMOLAZIONE • LE CELLULE MUSCOLARI COME QUELLE NERVOSE SONO ECCITABILI CHIMICAMENTE, ELETTRICAMENTE, TERMICAMENTE E MECCANICAMENTE PER PRODURRE UN POTENZIALE D’AZIONE CHE SI TRASMETTE LUNGO LA MEMBRANA CELLULARE • LE CELLULE MUSCOLARI POSSIEDONO UN MECCANISMO CONTRATTILE ATTIVATO DAL POTENZIALE D’AZIONE

  13. ELETTROSTIMOLAZIONE • PRODUCE UNA CORRENTE DI STIMOLAZIONE PER PROVOCARE UNO STIMOLO NEUROMUSCOLARE • FREQUENZE DI STIMOLAZIONE MIRATE AI GRUPPI MUSCOLARI

  14. PIANIFICAZIONE • MODELLO PRESTATIVO ( PALLAVOLO, LANCIATORE DI PESO) E NECESSITA’ • ETÀ • ESPERIENZE ATLETICHE • RISPETTO DI TUTTI I PRINCIPI CONSOLIDAMENTO TECNICO PADRONANZA ESECUTIVA

  15. PRINCIPI METODICI • L’EFFICACIA • LA SPECIFICITÀ • LA VARIABILITÀ

  16. L’EFFICACIA • DIPENDE DAL PERIODO IN CUI VENGONO AD ESSERE PROPOSTI • DALLE CONDIZIONI FISICHE DEL MOMENTO • PUÒ ESSERE CONTROLLATA ATTRAVERSO VALUTAZIONI

  17. LA SPECIFICITÀ • SVILUPPO PRIORITARIO DEI GRUPPI MUSCOLARI SPECIFICI • CONCORDANZA TRA ESERCIZI DI ALLENAMENTO E GARA • CONCORDANZA TRA TIPO DI TENSIONE E GARA • SVILUPPO SIMULTANEO DI TUTTE LE QUALITA’ MOTORIE

  18. VARIABILITÀ • VARIARLI NON SOLO PER NON ESSERE MONOTONI MA PER SVILUPPARE APPIENO TUTTE LE CARATTERISTICHE E GRUPPI MUSCOLARI • VARIAZIONE DOVUTA A PIANIFICAZIONE • VARIAZIONE DELLA DIMENSIONE DELLO SFORZO, DEI RITMI DI ESECUZIONE…

  19. L’INCREMENTO DI FORZA NON PUÒ: • ESSERE INFINITO PERCHÈ NEI MECCANISMI OMEOSTATICI DELL’ORGANISMO ESISTONO SISTEMI DI BILANCIAMENTO UNO DEI QUALI È IL BLOCCO RETROGRADO DEI FATTORI DI ANABOLISMO PROTEICO CHE VIENE ATTIVATO DALL’ECCESSIVO AUMENTO DEL VOLUME DELLA FIBRA

  20. L’INCREMENTO DI FORZA NON PUÒ: • ESSERE SCOLLEGATO DA UN ADEGUATO CONDIZIONAMENTO NEUROMOTORIO E DA UN EQUILIBRATO APPORTO DI NUTRIENTI ENERGETICI

  21. IMPORTANZA DELLA FORZAIncremento capacità specificaPREVENZIONEtrattamento di profilassi della muscolatura del tronco

  22. PER L’INCREMENTO DELLA CAPACITÀ SPECIFICA DI PRESTAZIONE, FATTORE DETERMINANTE IN QUASI TUTTI GLI SPORT MAGGIORE EFFICACIA E PERFEZIONAMENTO DELLE CAPACITA’ TECNICO-CONDIZIONALI (TACKLE…) PREPARAZIONE FISICA GENERALE SIA PER CONTATTO FISICO, SIA PER APPLICAZIONE DI METODI PIÙ EFFICACI ALLENAMENTO DI COMPENSAZIONE (muscoli ad indebolimento o antagonisti) ED INTEGRATIVO (piccoli gruppi muscolari)

  23. PREVENZIONI • SOLLECITAZIONI NEUROMUSCOLARI UNILATERALI CON RAPPORTO ERRATO AGONISTI-ANTAGONISTI • SENZA IL SOSTEGNO DELLA MUSCOLATURA CAPSULE E LEGAMENTI NON RIUSCIREBBERO MAI AD AMMORTIZZARE LE ENORMI FORZE CHE AGISCONO SULL’APPARATO LOCOMOTORIO E DI SOSTEGNO

  24. TRATTAMENTO DI PROFILASSI DELLA POSTURA • IPOCINESI CON CARENZE E ALTERAZIONI POSTURALI • PATOLOGIE VARIE DERIVANTE DA MUSCOLI POSTURALI DEBOLI

  25. PRINCIPI METODOLOGICI ALLENAMENTO FORZA IN ATLETI NON ALLENATI • CARATTERE GENERALE E BASARSI PIÙ SUL VOLUME CHE SULL’INTENSITÀ • PRGRESSIVITÀ E GRADUALITÀ…INIZIARE CON CARICHI BASSI • METODI CHE COMPORTINO SCARSI RISCHI DI TRAUMI • GARANTIRE L’ANDAMENTO RELATIVAMENTE LENTO DELL DELL’APPARATO LOCOMOTORIO PASSIVO (OSSA,TENDINI, LEGAMENTI…)

  26. PRINCIPI METODOLOGICI ALL FORZA ATLETI ALLENATI • ESERCITAZIONI ACCOMPAGNATE DA STRETCHING E DA SEDUTE SPECIFICHE: RECUPERO, PREVENZIONE TRAUMI • SVILUPPO ARMONICO • EVITARE UNILATERALITÀ • VARIARE GLI ESERCIZI • PRIMA IL GENERALE POI LO SPECIALE

  27. PIANIFICAZIONE • DISCIPLINA E RICHIESTE EFFETTIVE • TEMPO A DISPOSIZIONE • LIVELLO INIZIALE • ATTREZZATURE • SINGOLE NECESSITÀ • PERIODO

  28. RISCALDAMENTO FORZA • DIPENDE DAL TIPO DI ESERCITAZIONE E CONSEGUENTEMENTE DEVE ESSERE IMPOSTATO CONSIDERANDO ASPETTI GENERALI • FONDAMENTALE PER L’EFFICACIA E LA PROFILLASSI

  29. DEFATICAMENTO • ESERCITAZIONI CARICO NATURALE STRETCHING E SCARICO DELLA COLONNA • ESERCITAZIONI AD OBIETTIVO IPERTROFIA STRETCHING PER PREVENZIONI VARIE E OBIETTIVI CLASSICI DEFATICAMENTO

  30. FORZA E PREPUBERI • La Forza muscolare nei maschi presenta un vistoso picco di crescita che corrisponde alla massiccia increzione di un ormone, il testosterone, che si verifica appunto in questa fascia di età • Convinzione comune è che il deficit di testosterone, tipico dell’età pre-puberale, impedisca ogni significativo aumento delle caratteristiche di forza

  31. FORZA E PREPUBERI 2 • L’allenamento della forza in età pre-puberale è raramente associato ad un significativo aumento della massa muscolare (Ozmun e coll, 1994; Webb, 1990). • Elemento dannoso da un punto di vista cardiaco e come un fattore che possa limitare la crescita, queste convinzioni, come dimostra uno studio di Rians e coll. (1990), è privo di ogni fondamento scientifico.

  32. CON UN CARICO DI LAVORO UGUALE, L’AUMENTO % DI FORZA RISULTA MAGGIORE IN PUBERALE E POST RISPETTO AL PERIODO PRE PUBERALE (Pfeiffer e Francis, 1986).

  33. I RISCHI DELL’ALLENAMENTO DI FORZA IN AMBITO GIOVANILE • I rischi connessi ad un allenamento di forza sistematico che adotti parametri di lavoro non idonei alla delicata fascia di età a cui si rivolge può comportare comunque rischi di una certa entità, come fratture delle zone epifisarie ed ipofisarie, spondileolisi e problemi a carico delle superfici articolari.

  34. Circa il 65% dei bambini in età scolare mostra debolezze strutturali. Ne deriva che i programmi di educazione fisica e sportiva scolastici sono inadeguati. • Nell’ambito dell’allenamento sportivo, applicare soltanto metodologie di allenamento fisico tipiche della disciplina significa avere delle sollecitazioni muscolari incomplete con muscoli praticamente ignorati. • Gli esercizi in coppia, molto divertenti e semplici da attuare sul campo, possono costituire un sovraccarico funzionale eccessivo per il bambino. • Evitare le esercitazioni isometriche favorendo quelle a forte connotazione dinamica.

  35. CAPACITÀ DI FORZA • BASE CONDIZIONALE PER PRESTAZIONI MUSCOLARI CON IMPIEGHI DI FORZA IL CUI VALORE È SUPERIORE INDICATIVAMENTE A CIRCA IL 30% DEL MASSIMO CHE PUÒ ESSERE REALIZZATO DA UN SOGGETTO

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