1 / 33

La determinazione della tariffa del servizio idrico integrato: Aggiornamento e Revisione del MTN

La determinazione della tariffa del servizio idrico integrato: Aggiornamento e Revisione del MTN. Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011. Contenuti generali.

rian
Download Presentation

La determinazione della tariffa del servizio idrico integrato: Aggiornamento e Revisione del MTN

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La determinazione della tariffa del servizio idrico integrato: Aggiornamento e Revisione del MTN Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  2. Contenuti generali • Criteri di calcolo tariffari ante Legge Galli 1) La determinazione della tariffa di acquedotto 2) La determinazione della tariffa di fognatura e depurazione • Il regime tariffario del Servizio idrico integrato (SII) • Il metodo CIPE • L’aggiornamento del MTN (CONVIRI 2008) • La revisione del Metodo normalizzato (COVIRI 2002) Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  3. Criteri di calcolo tariffari ante legge Galli • La determinazione della tariffa di acquedotto • La determinazione della tariffa di fognatura e depurazione Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  4. La determinazione della tariffa di acquedotto 1 • L’aggiornamento periodico percentuale correlato unicamente al tasso di inflazione; • Nessun riferimento ai costi effettivi sostenuti dal gestore per il servizio. Fino al 1974 le tariffe idriche venivano direttamente determinate dal CIP, secondo il sistema dei prezzi amministrati. Trasferisce il controllo acqua potabile ai Comitati Provinciali Prezzi (CPP) Del. CIPE 26 giugno 1975 Provv. CIP n. 45 e n. 46 del 4 ottobre 1974 e n. 26 dell’11 agosto 1975 • un’indagine sui costi delle aziende acquedottistiche da parte dei CPP • un modello base per la rilevazione dei costi di esercizio, riferiti al personale, ai materiali per la manutenzione e l’esercizio, all’energia e agli ammortamenti • una ristrutturazione tariffaria, basata su un principio di progressività • “nuovo sistema per le tariffe idriche” • tariffa binomia • correlazione tra tariffe e costi reali di gestione Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  5. La determinazione della tariffa di acquedotto 2 Tb = Ra/Mc av= Rn- Rd/Mc av Tb = tariffa base Rn = Ra+Rd Ra= ricavi da realizzare con la vendita di acqua in applicazione delle nuove tariffe; Rd = ricavi diversi derivanti dall'applicazione delle quote mensili di utenza prevista sub 6) del provvedimento CIP n. 45/1974 e con altre entrate diverse da quelle conseguite per vendita di acqua (allacciamento, contributi vari, interessi attivi, etc). Provvedimenti CIP 45 e 46/1974 Provvedimento CIP 26/1975 Riferimenti normativi tariffa acquedotto Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  6. La determinazione della tariffa di acquedotto 3 Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  7. Struttura tariffaria ai sensi delle delibere Cipe 45 e 46/ 74 Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  8. Una formalizzazione della tariffa T = T1 + T2 + T3 Ove: T1 = quota fissa per utente; T2 = taVa + tb(Vi − Va) corrispondente alla parte della tariffa che rappresenta quella fascia di consumi a tariffa agevolata (ta) e a tariffa base (tb) all’interno dei volumi impegnati Vi; T3 = (p1 S1 + p2 S2 + ... + pn Sn) corrispondente al termine proporzionale al consumo eccedente il volume impegnato Vi; consumo questo che deve essere articolato per scaglioni di tariffe crescenti, con Sn che rappresenta appunto gli scaglioni di consumo e pn le tariffe relative. l’ente responsabile dell’acquedotto deve definire gli scaglioni di consumo: • fascia di consumi essenziali Va a cui applicare la tariffa agevolata ta • lo scaglione dei consumi di base (Vi − Va) a cui applicare la tariffa base tb; • le fasce dei consumi eccedenti i precedenti (Sn ) a cui applicare le tariffe crescenti pn Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  9. La determinazione della tariffa di fognatura e depurazione • La L. n. 319/76, al primo comma dell’articolo 16 stabilisce che “ per i servizi relativi alla raccolta, l’allontanamento, la depurazione e lo scarico delle acque di rifiuto (…), è dovuto agli enti gestori dei servizi da parte degli utenti il pagamento di un canone secondo apposita tariffa”. • Il d.p.r. del 1977 indica le formule da applicare per il calcolo delle due tariffe distinte per usi civili ed industriali; • La L. 153/81 modifica il sistema per gli scarichi civili prevedendo delle quote fisse da applicare inizialmente all’80% dell’acqua erogata e poi dal 1996 al 100%. Legge 10 maggio 1976, n. 319 D.p.r. 24 maggio 1977 Legge n. 153 del 23 aprile 1981 Riferimenti normativi tariffa di fognatura e depurazione Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  10. Il regime tariffario del SII Si contemplano due ipotesi: 1) se l’affidamento del servizio idrico non è avvenuto, si applicano i criteri previsti dal Metodo Transitorio CIPE-NARS (Nucleo di consulenza per l’attuazione e regolazione servizi di pubblica utilità Del. Cipe n. 65/96) 2) se l’affidamento del servizio idrico integrato è stato effettuato, si applica il Metodo Normalizzato (DM LL. PP. 1/08/96) • Il metodo CIPE • L’aggiornamento • Proposta di revisione del metodo normalizzato Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  11. Impiego MTN e Cipe Elaborazioni proprie su dati CNEL 2007 Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  12. Il metodo CIPE 1 Cipe 18 dicembre 1997, n. 259 Cipe 131/2002 Linee guida Nars Tn = Tn-1 ≤ (1 + P - x + q + K) C n + A n+ R n = C n-1 + A n-1 + R n-1 ≤ (1 + P - X + q + K ) • aumenti tariffari coerenti con inflazione (P) • incentivo ai guadagni di produttività (X) • premio alla qualità “esplicita” (q) • stimolo agli investimenti per (K) Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  13. Il metodo CIPE 2 Premio tariffario/penalizzazione 0,2% Qualità esplicita Del. Cipe 131/2002 Premio tariffario/penalizzazione +/-1% Adozione carta del servizio + Cert. ISO Qualità implicita Premio tariffario max 2% in proporzione alla quota di investimenti Investimenti finalizzati a ridurre le perdite o a realizzare strumenti di misurazione Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  14. Il metodo CIPE 3 Prevede i termini per l’adeguamento tariffario 30 giugno 2003 Del. Cipe 131/2002 La tariffa vigente al 30 giugno 2002, viene adeguata sino ad un massimo dello 0.5% (pari alla differenza tra il tasso di inflazione programmato 1,7% ed il tasso di crescita obiettivo della produttività 1,2%). Adeguamento tariffario 2003-2008 Del. Cipe 117/2008 ΔT= P-X +5*I Fino ad un massimo del 5% in relazione al coefficiente di interruzione del servizio Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  15. Il metodo CIPE 4 tasso di variazione percentuale delle tariffe di acquedotto, fognatura e depurazione. P= tasso di inflazione programmata per il 2008: 1,7% X= variazione di produttività nel 2008 rispetto al 2007 I= rapporto tra investimenti realizzati e investimenti programmati nel periodo 1°luglio 2003-30 giugno 2008, rispetto al programma di investimenti approvato dall'ATO dall'ente locale competente ΔT= P-X +5*I [RO 08 /(CO 08– Cop 08)]- [RO 07/(CO 07– Cop 07)] Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  16. L’aggiornamento del MTN 1) Definire in maniera più adeguata le attività che fanno parte dei SII 2) Adeguata definizione delle regole che presidiano la revisione tariffaria periodica 3) Definire un nuovo sistema di articolazione tariffaria che superi i provvedimenti Cip 45 e 46/74 e 26/75 4) Conformemente alla direttiva 2000/60 CE, approntare una nuova politica tariffaria 5) Introdurre un meccanismo tariffario che risponda con penalità e premi al raggiungimento di obiettivi prefissati 6) Dare una diversa definizione degli ammortamenti per investimenti ammissibili in tariffa escludendo forme di ammortamento più brevi rispetto alla vita utile degli asset 7) Una più precisa definizione dei meccanismi per incentivare il gestore all’efficienza Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  17. La revisione del metodo normalizzato 1 Definizione più adeguata del servizio idrico MOTIVAZIONE Evitare che l’utente del SII sussidi altre attività del gestore 1) OBIETTIVO Presente nella proposta di aggiornamento del Conviri e già contenuta nella PRMTN L’art. 1 lett. t, PRMTN fornisce una definizione più analitica delle attività da ricomprendere nel SII REVISIONE Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  18. La revisione del metodo normalizzato 2 Adeguata definizione delle regole che presidiano la revisione tariffaria periodica MOTIVAZIONE Rispetto del disincentivo a vendere più acqua; trasferire il recupero dell’efficienza all’utente; Legare in modo più diretto gli incrementi tariffari al miglioramento delle prestazioni del gestore 2) OBIETTIVO Presente nella proposta di aggiornamento del Conviri e già contenuta nella PRMTN L’art. 21 comma 1 e 2 PRMTN stabilisce una prima revisione dopo 3 anni e le successive ogni 5 cosicchè l’allungamento dei tempi consenta di incentivare maggiormente il gestore spingendolo ad operare con maggiore efficienza per appropriarsi del margine costi- ricavi REVISIONE Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  19. La revisione del metodo normalizzato 3 Definire un nuovo sistema di articolazione tariffaria che superi i provvedimenti Cip 45 e 46/74 e 26/75 Rendere più efficace la tutela degli utenti e riequilibrare le tariffe per i vari usi MOTIVAZIONE 3) OBIETTIVO Presente nella proposta di aggiornamento del Conviri e già contenuta nella proposta di revisione del MTN Coviri (2002) Artt. 13, 14, 15 PRMTN propongono una definizione delle utenze oggetto di articolazione tariffaria; i proventi annuali derivanti dall’articolazione devono corrispondere ai costi totali; la tariffa è binomia; le tariffe variabili sono costituite da una tariffa base e da una di penalizzazione applicata al consumo superiore ad un ammontare prefissato (calcolato sulla base del consumo medio); eliminazione della tariffa agevolata e introduzione dell’ISEE. REVISIONE Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  20. La revisione del metodo normalizzato 4 Conformemente alla direttiva 2000/60 CE, approntare una nuova politica tariffaria Raggiungere nel SII gli obiettivi indicati nella direttiva (full cost pricing) MOTIVAZIONE 4) OBIETTIVO Presente nella proposta di aggiornamento del Conviri e già contenuta nella PRMTN Art. 3 comma 1 Tariffa di riferimento e dinamica tariffaria; Art. 8 Costi operativi; Art. 9 Ammortamenti; Art. 10 Remunerazione del capitale investito; Art. 11 Canone di concessione. REVISIONE Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  21. Tariffa di riferimento e dinamica tariffaria il canone di concessione ha una indicazione separata al di fuori dei costi operativi Tn = C n + A n +R n + CC n Quote annuali di interesse NUOVA COMPONENTE Rimborso capitale di debito sui cespiti conferiti in uso al gestore Remunerazione delle opere realizzate in autofinanziamento dalle società di capitali e/o aziende speciali preesistenti al gestore Tale quota è determinata riconoscendo al capitale investito in autofinanziamento le quote di ammortamento e remunerazione previste dalla PRMTN Canone di concessione Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  22. Costi operativi L’art. 8 presenta una migliore elencazione delle voci del conto economico che compongono la componente tariffaria dei C n Tn = C n + A n +R n + CC n Viene introdotta la voce B10d svalutazione attivo circolante e dei crediti a breve NUOVA DEFINIZIONE Comprende gli accantonamenti e le svalutazioni dei crediti commerciali e diversi iscritti nell’attivo circolante C n deve essere stimata al netto dei costi capitalizzati e dei costi dei materiali per costruzioni in economia I costi capitalizzati sono quei costi sostenuti dall’impresa all’interno dell’esercizio che però vengono portati all’attivo dello stato patrimoniale e non all’interno del conto profitti e perdite in quanto non di competenza esclusiva dell’esercizio Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  23. Ammortamenti 1 Diversa definizione degli ammortamenti per investimenti ammissibili in tariffa escludendo forme di ammortamento più brevi rispetto alla vita utile degli assets 6) OBIETTIVO MOTIVAZIONE Evitare forme di ammortamento che comportano incrementi tariffari, iniquità intergenerazionale e contribuire al contenimento delle tariffe Presente nella proposta di aggiornamento del Conviri e già contenuta nella PRMTN Previsione del MTN esclusa dalla PRMTN L’ art. 69 del DPR 22 dicembre 1986 n. 917 prevede al comma 1, per i beni gratuitamente devolvibili alla scadenza di una concessione, in luogo dell'ammortamento di cui agli artt. 67 e 68, la deduzione di quote costanti di ammortamento finanziario. Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  24. Ammortamenti 2 La PRMTN non consente né ammortamenti anticipati né finanziari La stima degli A dipende dalla nozione impiegata: • Ammortamento economico: come è cambiato rispetto al periodo precedente il valore del bene capitale? • Ammortamento finanziario o contabile: come allocare il costo di un bene capitale sull’arco della sua vita? La seconda nozione è solitamente impiegata e si basa sul costo storico del bene Ogni anno della vita utile del bene verrà gravato di una quota di A, commisurata alla contribuzione che il bene apporta alla produzione in tutti gli anni della sua vita utile, quota dedotta dal prezzo originale di acquisto: Bene z (costo )= 20000 Vita utile = 5 A lineare = 20000/5 = 4000 Il valore del bene diminuirà nello Stato Patrimoniale ogni anno di questa quota Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  25. Ammortamenti 3 Esclusa a causa dei problemi di asimmetria informativa Nozione economica di ammortamento L’impiego dell’ammortamento contabile offre risultati accettabili finché il costo storico del bene non si allontana troppo dal valore funzionale dello stesso, cose che accade molto di frequente nei servizi infrastrutturali: • Beni con vita fisica molto lunga • Scarto tra epoca di acquisto e impiego • I costi storici diventano simbolici e inferiori al valore funzionale • Obsolescenza della tecnologia • Valutazione difficile di quei beni come acquedotti o dighe che se mantenuti in efficienza restano in perpetuo Gli assets valutati al prezzo di acquisto dovrebbero essere rivalutati ai costi di rimpiazzo (impiegando i prezzi di mercato ai quali è possibile comprare assets equivalenti) In tal modo sarebbe possibile riflettere gli aumenti di efficienza dei nuovi capitali rispetto ai vecchi L’ A dovrebbe riflettere il costo atteso nei costi di rimpiazzo Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  26. Ammortamenti ed effetti distorsivi L’ammortamento finanziario non rappresenta adeguatamente il valore del bene: HP 1): Se il valore di rimpiazzo cresce progressivamente nel tempo la sopravalutazione del reddito che ne deriva può portare alla distribuzione di risorse solo apparentemente disponibili, continuando a distribuire dividendi l’azienda alla fine non sarà in grado di ricomprare il bene equivalente; HP 2): Se il costo di rimpiazzo è progressivamente inferiore al costo storico manterrebbe intatto il capitale, ma porterebbe ad una sovrastima dei costi di produzione. Approccio Capital Maintenance SOLUZIONE LETTERATURA ECONONOMICA SOLUZIONE PRMTN Sostituire il costo storico degli assets con il loro valore di rimpiazzo Non esplicitata Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  27. Remunerazione del capitale investito 1 R = CIn*r R = Reddito operativo/Capitale investito R= R – C/ Immobb materiali e immateriali - A R= (V0 + V1)/2 Il valore della remunerazione del capitale investito è desunto dal piano d’ambito (art. 22 PRMTN) come media dei valori del capitale inziale e finale dell’esercizio r (tasso di remunerazione del capitale) r = 7% è al loro delle tasse al netto equivale circa al 4% r = 7% (MTN) r = Interest Rate Swap a 15 anni + 3,5% Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  28. Remunerazione del capitale investito 2 Tasso del 7% Tariffe insufficienti a generare flussi di cassa aggiuntivi per finanziare gli investimenti le nuove opere devono essere coperte con apporto del capitale di rischio da parte di azionisti o a debito mediante prestiti bancari Recupero al lordo degli oneri finanziari del capitale preso a prestito r = Interest Rate Swap a 15 anni + 3,5% Tasso del 4% • Swap è un contratto a termine • acquirente si obbliga a pagamenti a tasso fisso e riceve quelli a tasso variabile • Le aziende scelgono IRS per eliminare l'incertezza di un debito contratto a tassi variabili Risulta basso e poco attraente per il capitale di rischio Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  29. Miglioramento dell’efficienza 1 Una più precisa definizione dei meccanismi per incentivare il gestore all’efficienza 7) OBIETTIVO Consentire il trasferimento di almeno una parte del miglioramento di efficienza all’utente sotto forma di riduzione o minor incremento delle tariffe MOTIVAZIONE Vincoli all’incremento tariffario annuale previsti nella PRMTN (C n + A n +R n ) ≤ C n-1 + A n-1 +R n-1 *(1+ P n + K n – X n) [1] Tn ≤ T n -1 * (1 + P + K n) [2] Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  30. Miglioramento dell’efficienza 2 (C n + A n +R n )≤ (C n-1 + A n-1 +R n-1 )*(1+ P n + K n – X n) [1] • Applicato su tutti i costi operativi eccetto CC n • Prevede che la somma delle componenti di costo non deve incrementare più di (1+ P n + K n – X n) • Nel MTN il miglioramento dell’efficienza era inteso come riduzione dei costi operativi secondo coefficienti determinati sulla base dello scostamento tra COP e COR • La funzione di X (coeff. di riduzione) è abbattere la crescita di K consentita alle componenti C+A+R Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  31. Miglioramento dell’efficienza 3 • Si può scegliere su quali variabili agire per rispettare il vincolo posto effetti a) Riduzione dell’ammontare di C, A, R, riconosciuti al gestore si realizza quanto previsto già dal MTN ipotesi b) Applicazione del meccanismo di modulazione temporale della tariffa può apportare vantaggi all’utente Art. 4 L’ambito può adottare un meccanismo finanziario che consenta di modulare nel tempo la tariffa rispetto alla dinamica degli investimenti al fine di ridurre nel tempo, sempre nel rispetto del limite di prezzo, le variazioni della tariffa Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  32. Miglioramento dell’efficienza 4 Tn ≤ T n -1 * (1 + P + K n) [2] (C n + A n +R n + CC n )≤ (C n-1 + A n-1 +R n-1 +CC n )*(1+ P n + K n ) • Il vincolo 2 prevede che tutte le componenti tariffarie comprese i CC non devono variare da un anno all’altro più della componente definita al secondo termine dell’equazione • Aggiunge alla stessa formula il vincolo dell’incremento dei costi anche per i nuovi costi di concessione Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

  33. Riferimenti • Legge Galli n. 36/94 • DM 1° agosto 1996 • CONVIRI, Aggiornamento del MTN , Roma 25 gennaio 2008 • COVIRI, Proposta di revisione del MTN, Roma 23 maggio 2002 • Anea, Revisione al MTN, Roma maggio 2005 • Anea, La tariffa del servizio idrico integrato, Note tecniche sulla regolazione, 01/08 • Anea, La stima della domanda, i volumi erogati, le articolazioni tariffarie, i ricavi pregressi, i volumi previsti nella nuova articolazione tariffaria, Note tecniche sulla regolazione, 03/08 • Provvedimenti CIP 45 46/1974 • Provvedimento CIP 26/75 • Delibera CIPE 131/2002 • Delibera CIPE 117/2008 Dott.ssa Roberta Murino 14 aprile 2011

More Related